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Metro C nel caos

Le Associazioni romane si mobilitano ed indicono un Communication Day  rivolto alla Città nella Sala del Carroccio al Campidoglio il 9 dicembre. I Romani hanno il diritto di conoscere i dati dei costi e dei benefici al di fuori di ogni distorsione ideologica pro o contro le metropolitane

largo ipponio 25 luglio 2013 2Non sappiamo più se stiamo all’epilogo, al prologo o se la pièce teatrale è ancora nel vivo della sua rappresentazione. La Metro C è nel caos e l’ultima recita è andata in scena proprio mentre stiamo scrivendo. La Giunta comunale ha approvato all’unanimità la delibera che trasferisce le deleghe sulla questione della convenzione tra Roma Capitale e Roma Metropolitane sui lavori della metro C, dall’assessore al Bilancio Daniela Morgante all’assessore alla Mobilità Guido Improta. Questo per sbloccare la spinosa questione del pagamento di oltre 250 milioni di vecchi contenziosi da parte del Comune al Consorzio di Imprese. Ora la gestione delle attività relative alla convenzione vigente tra Roma Capitale e Roma Metropolitane passa al Dipartimento Mobilità e Trasporti di Improta. Una specie di commissariamento e così l’assessore al Bilancio Morgante (avvocatessa proveniente dalla Corte dei Conti) lascia il posto del controllo dei pagamenti all’assessore alla Mobilità Improta (proveniente da grandi esperienze manageriali). Ma su questi 250 milioni nessuno ci vede chiaro tanto è vero che la Corte dei Conti sta mettendo di nuovo sotto la lente tutte le documentazioni relative ai pagamenti. Proprio quello che aveva chiesto l’assessore Daniela Morgante. Ma nonostante questo ennesimo sblocco dei fondi il pagamento di somme anche parziali al Consorzio è slittato ancora a fine novembre. L’intesa siglata il 30 ottobre, dopo l’accordo transattivo del 9 settembre, prevedeva lo sblocco di 253 milioni di euro da corrispondere in tranche, la prima delle quali di 166 milioni avrebbe dovuto essere erogata l’11 novembre per pagare gli stipendi arretrati agli operai.

Ma i fatti si susseguono, come dimostrano i numerosi articoli usciti in questi ultimi giorni [1]. Qualcuno finalmente si sta chiedendo quello che noi, poveri ma studiosi cittadini, ci chiediamo da molto tempo: “ Ma è possibile continuare un’opera così costosa, contraddittoria, devastante, senza mete e finanziamenti sicuri?”. Forse sarebbe meglio chiuderla a San Giovanni se non si può arrivare all’alternativa di piazzale Ostiense + tram su Marmorata-Lungotevere fino a Tor di Quinto. Continuare così è un salasso per il dissestato bilancio ed una sconfitta irrimediabile per il sistema del trasporto pubblico.

I finanziamenti della metro C finiscono al Colosseo, ma sembra che sian già  stati impegnati per il binario di scambio di via Sannio (opera che inizialmente era stata prevista prima della stazione di San Giovanni e poi addirittura a via Malatesta verso il Pigneto).

Poi, dal Colosseo a piazza Venezia il cosiddetto Decreto “del fare” ha messo a disposizione 300 milioni ai quali si dovranno aggiungere i 75 del Comune. La somma è però condizionata dalla messa in esercizio della tratta Pantano-Centocelle entro giugno 2014 e dalla presentazione entro lo stesso termine del progetto definitivo da sottoporre alla Conferenza dei Servizi per il tragitto Colosseo-Venezia. Insomma, 375 milioni per 700 metri. Non c’è che dire: un buon affare per i cittadini!

Infine c’è da dire qualcosa sugli operai della metro C che giustamente hanno scioperato perché senza stipendio da tre mesi.

Penso di interpretare il sentimento di tutti gli aderenti all’Associazione “Progetto Celio” dicendo che stiamo dalla loro parte. Ma ciò detto sarebbe ora che anche i sindacati facessero chiarezza sul livello occupazionale legato alle grandi opere. E’ molto basso rispetto a quello delle medie e piccole opere a parità di risorse investite. E, come i fatti di questi ultimi mesi dimostrano, i frequenti contenziosi, le irregolarità, la varietà dei subappalti legati alle grandi opere come la metro C aprono continuamente le porte alla cassa integrazione anticamera dei licenziamenti. E per giunta, la Città non ne trae nessun beneficio trasportistico ed i cittadini ci perdono molti soldi per più di una generazione.

E’ questo che dimostreremo a tutta la Città nella giornata del  Communication Day del 9 dicembre con tutte le associazioni che da anni studiano e si moblitano non contro le metropolitane ma contro questo progetto devastante della metro C dopo San Giovanni.

Progetto Celio

[P.G.]

[1] scarica il numero 112 di Progetto Celio con gli articoli citati PROGETTO CELIO N.112

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