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Tomaso Montanari: Colosseo, le ragioni della Giunta Raggi

Turisti al Colosseo (foto AMBM)

Turisti al Colosseo (foto AMBM)

Rilanciamo da Repubblica  del  23 Aprile 2017 (tramite Emergenza cultura) l’intervento di Tomaso Montanari*, a proposito del conflitto  tra Comune di Roma (e Sindaca Raggi) e MIBACT (Ministro Franceschini) riguardo la riorganizzazione della Soprintendenza e l’istituzione  del Parco Archeologico del Colosseo, dopo che il Comune ha impugnato davanti al TAR il provvedimento del Ministro che scorpora il’Anfiteatro Flavio e parte del parco archeologico centrale (solo il Colosseo vanta  60 milioni di incasso annuo) dal resto del patrimonio archeologico**. Secondo il Ministro dal punto di vista economico non cambierebbbe nulla, ma secondo Montanari il punto non è la  “lite per la cassa”,  ma fare un  “primo passo verso una politica culturale alternativa” (AMBM)

Tomaso Montanari, Parco archeologico del Colosseo, una pietra tombale sul sogno di Cederna

 di Tomaso Montanari

La post-verità di Dario Franceschini è che l’autonomia del Colosseo non avrebbe ricadute sul governo del patrimonio culturale della Capitale.

Ma basta ricordare che giustificò proprio con la sottrazione di quegli introiti l’introduzione del biglietto al Pantheon per capire che non è vero. Come dimostra anche l’aggressiva operazione con la quale il ministro ha sfilato al Comune le Scuderie del Quirinale, siamo di fronte ad una precisa strategia: fare del Collegio Romano il vero centro decisionale della politica culturale romana. Se si aggiunge il fatto che la moglie di Franceschini guida l’opposizione pd in Campidoglio ce n’è abbastanza per innescare uno scontro frontale.

La disarticolazione del patrimonio culturale romano in più centri decisionali e la sostanziale demolizione della soprintendenza sono destinati a incidere in negativo su ogni progetto di fruizione integrata. Lo “scippo” del Colosseo è la pietra tombale sul progetto di Antonio Cederna: un unico parco civico e archeologico che unisse l’Appia ai Fori senza soluzione di continuità. È dunque naturale che il sindaco reagisca.

La stragrande maggioranza della comunità scientifica dell’archeologia e della storia dell’arte si è pronunciata (con documenti ufficiali delle varie consulte) contro la riforma Franceschini, giudicata il punto più basso della storia della tutela nell’Italia unita. Il patrimonio è stato diviso in una good company (grandi musei e grandi monumenti) che mercifica in modo cinico e anticulturale ciò che gli è affidato, e nella bad company del territorio, delle biblioteche e degli archivi. La politica ha colonizzato gli organismi scientifici secondo il modello Rai, e la ricerca è ormai fuori dall’agenda. Infine, appare fuori controllo l’uso spregiudicato di un precariato senza diritti, travestito da volontariato.

L’M5S ha partecipato alla mobilitazione contro tutto questo sfilando lo scorso 7 maggio nella manifestazione romana del coordinamento Emergenza Cultura. E il vicesindaco Luca Bergamo ha dichiarato: “Basta con lo sfruttamento intensivo del nostro patrimonio a meri fini di biglietteria “. Se questo ricorso non è una lite per la cassa, ma il primo passo verso una politica culturale alternativa, allora si potrebbe aprire uno scenario di grandissimo interesse.

* storico dell’arte, Presidente di Libertà e Giustizia

Repubblica – Roma,  23 Aprile 2017

* *dal sito del MIBACT 10 gennaio  2017 FRANCESCHINI: NASCE IL PARCO ARCHEOLOGICO DEL COLOSSEO, BANDO INTERNAZIONALE PER IL DIRETTORE

La nascita del Parco archeologico del Colosseo completa oggi la riforma del MiBACT avviata nel 2014, un riassetto che con la creazione dei musei autonomi ha portato a molti miglioramenti sia in termini di quantità dei visitatori che di qualità dei servizi. Un passo in avanti che contribuirà a rilanciare il dialogo con Roma per valorizzare al meglio l’area archeologica urbana più importante al mondo”.
Così il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini che ha illustrato questa mattina alla stampa il decreto di riorganizzazione della Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’Area Archeologica Centrale di Roma e della Soprintendenza Speciale Pompei, atto che adegua queste due istituzioni agli standard  internazionali dei luoghi della cultura e completa l’articolato processo di riforma del ministero avviato nel 2014.
Il decreto istituisce il Parco archeologico del Colosseo, i cui confini coincidono con la zona individuata dall’accordo tra il MiBACT e Roma Capitale per la valorizzazione dell’area archeologica centrale sottoscritto il 21 aprile 2015 e assegna a questa nuova realtà l’Anfiteatro Flavio, il Foro romano, il Palatino, la Domus Aurea, la Meta Sudans e ogni altro monumento statale all’interno di tali confini. Il direttore sarà individuato con una procedura di selezione pubblica internazionale, mentre le risorse provenienti dalla bigliettazione del parco contribuiranno per il 30% alla tutela di tutto il patrimonio culturale di Roma e per il 20% al sostegno dell’intero sistema museale nazionale. La norma inoltre dà vita alla Soprintendenza speciale archeologia, belle arti e paesaggio del Comune di Roma che, accorpando la Soprintendenza speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale e la Soprintendenza e l’attuale Soprintendenza ordinaria, avrà compiti di tutela del patrimonio culturale del restante territorio comunale e godrà sia delle suddette risorse che dei trasferimenti ordinari dal Ministero.
Il decreto istituisce infine il Parco archeologico di Pompei, il cui direttore verrà individuato con una selezione pubblica internazionale allo scadere dell’incarico dirigenziale del Soprintendente di Pompei, Roma, 10 gennaio 2017
Corriere della sera 23 aprile 2017 Colosseo, azzerata la soprintendenzaProsperetti: «Noi neanche avvertiti»La circolare ministeriale che cancella l’ex Archeologica nel giorno in cui Raggi ha annunciato il ricorso al Tar. Franceschini ribadisce: «Non cambierà nulla» Scelta strategica per valorizzare al meglio l’area archeologica urbana più importante al mondo
da Il Messaggero 21 aprile 2017 
(…) Il ricorso al Tar è stato presentato dall’avvocatura su input della giunta capitolina. In una memoria, approvata dalla Giunta si dà anche mandato all’assessore alla Cultura Luca Bergamo di adottare tutti gli atti necessari per avviare la revisione dell’accordo di valorizzazione tra Roma Capitale e Mibact del 21 aprile 2015 per arrivare ad un’estensione a tutto il territorio comunale ed in prospettiva alla città metropolitana, del principio di integrazione e coordinamento delle funzioni di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. (…)
«Il patrimonio culturale di Roma è un valore strategico per lo sviluppo di una economia moderna, come per nuove politiche di turismo sostenibile – ha detto il vicesindaco Luca Bergamo -. Le decisioni non possono essere unilaterali perché senza una strategia concordata va perduto il contributo che Roma può dare allo sviluppo del Paese».
(…)
«Con il provvedimento che la Giunta Raggi ha impugnato davanti al Tar – aggiunge ancora Franceschini – il Parco archeologico del Colosseo diventa finalmente un istituto autonomo dotato di un proprio bilancio e con un direttore scelto con una selezione internazionale, che è già in corso e a cui hanno presentato domanda 84 candidati da tutto il mondo».
«Il percorso adottato per il Colosseo – continua il ministro – è lo stesso identico percorso che ha portato in Italia profondi cambiamenti al sistema museale, apprezzati in tutto il mondo e che stanno dando importanti risultati. Il Colosseo seguirà dunque lo stesso percorso che hanno seguito gli Uffizi, la Reggia di Caserta, Brera, Pompei e tutti gli altri istituti autonomi. Per opporsi a questo vengono usati argomenti falsi, infatti, non cambierà nulla nel rapporto tra la città e l’area archeologica e resterà identico l’utilizzo degli incassi del Colosseo su Roma».

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