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Non è una disgrazia imprevedibile

E’ un dolore insopportabile quello che si prova davanti alle immagini delle devastazioni dell’Emilia Romagna. Le grida di aiuto, persone morte cercando di mettere in salvo un frigo, una donna con l’acqua alla cintura che stringe il cane e la gabbia dei canarini. Strazio ma soprattutto rabbia.

Non è mancanza di rispetto per le vittime dire forte e chiaro che questa non è una disgrazia imprevedibile. Non è una disgrazia imprevedibile il cambiamento climatico, generato dalla parte più ricca del mondo che divora il mondo di tutti. Non è una disgrazia imprevedibile quello che succede all’Italia, che ad ogni tragedia sente ripetere le giaculatorie sul dissesto geologico e sulla mancanza di cura del territorio, senza che poi nessuno corra seriamente ai ripari. Non è una disgrazia imprevedibile quello che è successo all’Emilia Romagna, dove da tempo è stata varata una legge urbanistica funzionale a un preteso sviluppo economico ma non rispettosa del territorio e dell’ambiente. Lo racconta il prof. Paolo Pileri, ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano, su Altreconomia*: “La Regione sconvolta in questi giorni è la prima in Italia per cementificazione in aree alluvionali, come mostrano i dati dell’Ispra, ignorati dai più fino a ogni disastro: più 78,6 ettari nel 2021 nelle aree ad elevata pericolosità idraulica; più 501,9 in quelle a media pericolosità“. “Tra il 2020 e il 2021 l’Emilia-Romagna è stata la terza Regione italiana per consumo di suolo, più 658 ettari cementificati in un solo anno, pari al 10,4% di tutto il consumo di suolo nazionale. In pochi anni -e con questi governanti- la Regione è arrivata ad avere una superficie impermeabile dell’8,9% contro una media nazionale del 7,1%. E tutti sappiamo perfettamente che sull’asfalto l’acqua non si infiltra e scorre veloce accumulandosi in quantità ed energia, ovvero provocando danni e vittime” (…)

Noi però vogliamo riprendere il grido di Domenico Finiguerra, Sindaco di Cassinetta di Lugagnano e consigliere della città metropolitana di Milano, lanciato dopo l’alluvione di Genova. Sono passati 10 anni e siamo sempre allo stesso punto.

Non avete alcun diritto di piangere

Voi che vi riempite la bocca di parole trite e ritrite: “crescita, sviluppo, competitività”. Ripetute come un mantra per nascondere il vuoto delle vostre idee. Dogmi imparati come scolaretti per essere promossi dalle maestrine di Confindustria e dei mercati finanziari.
Non avete alcun diritto di piangere! Voi che quando siete seduti sulle comode poltrone a Porta a Porta vi lanciate, l’uno contro l’altro le medesime ricette stantie: “Dobbiamo rilanciare le grandi opere, dobbiamo far ripartire l’edilizia, ci vuole un nuovo piano casa, forse anche un nuovo condono”.
Non avete alcun diritto di piangere! Voi che con il fazzoletto verde nel taschino avete chiesto il voto per difendere la pianura padana da invasioni di ogni genere e poi dagli assessorati comunali, provinciali e regionali avete vomitato sulle campagne padane la vostra porzione di metri cubi di cemento, insieme a tutti gli altri.
Non avete alcun diritto di piangere! Voi che avete giurato fedeltà alla Costituzione ma poi non ne rispettate l’art. 9: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”, e approvate piani regolatori che hanno come unico obiettivo quello di svendere il territorio e di fare cassa con gli oneri di urbanizzazione.
Non avete alcun diritto di piangere! Voi che, con l’arroganza di chi non ha argomenti, denigrate chiunque si opponga alla vostra furia predatoria di saccheggiatori del territorio. Voi che, con il risolino di chi è sicuro del potere che detiene, ridicolizzate tutti i giorni i comitati, gli ambientalisti, le associazioni, i cittadini, che mettono in guardia dai pericoli e dal dissesto idrogeologico creati dalle vostre previsioni edificatorie.
Non avete alcun diritto di piangere! Voi che siete la concausa delle catastrofi alluvionali, dovute alla sigillatura e all’impermeabilizzazione della terra operate dalle vostre espansioni urbanistiche, dai vostri centri commerciali, dai vostri svincoli autostradali. Voi che avete costruito il vostro consenso grazie alle grandi speculazioni edilizie, ai grandi eventi, alle grandi opere o anche alla sola promessa di realizzarle.
Non avete alcun diritto di piangere. Nessun diritto di piangere le dieci vittime dell’ennesima alluvione ligure. Né le vittime di tutte le precedenti catastrofi causate anche dalla vostra ideologia. Perché voi, iscritti e dirigenti del Partito del Cemento, siete i veri estremisti di questo paese.
Siete i veri barbari di questo nostro paese. Siete la vera causa del degrado ambientale, della violenza al paesaggio e dello sprofondamento del paese nel fango.
No. Non avete alcun diritto di piangere.
E gli italiani dovrebbero cominciare a fischiarvi e cacciarvi dai funerali. E gli italiani dovrebbero smettere di pregare davanti alle vostre altissime gru, totem di un modello di sviluppo decotto e decadente che, prima di collassare, rischia di annientare i beni comuni di questo Paese, di questo pianeta.

Domenico Finiguerra, dopo l’alluvione di Genova

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

(*)Altreconomia 4 maggio 2023 L’alluvione in Emilia-Romagna: le lacrime di coccodrillo sopra un consumo di suolo senza argine di Paolo Pileri — 4 Maggio 2023

La Regione sconvolta in questi giorni è la prima in Italia per cementificazione in aree alluvionali, come mostrano i dati dell’Ispra, ignorati dai più fino a ogni disastro: più 78,6 ettari nel 2021 nelle aree ad elevata pericolosità idraulica; più 501,9 in quelle a media pericolosità. Altro che “è colpa delle nutrie”, osserva il prof. Paolo Pileri, ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “L’intelligenza del suolo” (Altreconomia, 2022) (> Vai all’articolo)

vedi anche Rapporto Ispra sul Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici del 2022 a cura di Michele Munafò.

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