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Nuovo regolamento accesso agli atti di Roma Capitale: un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

sala giulio cesare marzo 2017…Se si supera pertanto l’idea che il lobbista sia solo quello al servizio dei “poteri forti”, potremmo dire che più aperta, plurale e trasparente è l’attività di rappresentanza di interessi, più democratico è un Paese, soprattutto nell’epoca della polverizzazione degli interessi. Per avere decisioni pubbliche autenticamente democratiche, democratiche nella misura in cui nate dall’ascolto delle richieste e delle posizioni di una molteplicità di soggetti, i lobbisti dovrebbero essere molti di più e non molti di meno e dovrebbero rappresentare tutte le istanze in campo. Questo non permetterebbe soltanto, sul piano procedurale, di dare voce a tutti i soggetti interessati a uno specifico tema. Ma, soprattutto, aiuterebbe ad avere decisioni pubbliche più informate, scaturite da una pluralità di competenze e di punti di vista.

da NEXT LOBBING La tecnologia per decisioni più aperte, democratiche e trasparenti – Riparte il Futuro*

Il 12 febbraio 2019 è stato approvato dall’Assemblea capitolina il nuovo Regolamento di accesso agli atti (1). Un tema rilevantissimo per il “Campidoglio – casa – di –  vetro” promesso dalla Giunta Raggi, e anche uno dei principali indicatori della trasparenza di un’Amministrazione che ne  ha fatto la sua principale bandiera elettorale.

Anche Carteinregola ha fatto della trasparenza la sua principale battaglia, e il 4 ottobre 2017 aveva consegnato le sue osservazioni (2) alla bozza di Regolamento al Presidente della  Commissione Roma Capitale, Angelo Sturni, che andavano a sommarsi alle rivendicazioni che fin dalla sua nascita  l’associazione  civica aveva avanzato , inserite nel documento “Quello che vogliamo per Roma” , che si apriva proprio sulla trasparenza (3).

Facendo quindi una disamina del Regolamento appena approvato, la principale innovazione che balza agli occhi è l’art.24, comma 1 bis, che sembrerebbe dare seguito finalmente alla nostra reiterata richiesta, in linea con “OpenMunicipio”, la piattaforma messa  a punto da OpenPolis che nella consiliatura Marino era stata oggetto di una mozione bipartisan PD/M5S (4) ma che  poi non aveva mai avuto seguito.

La nostra richiesta, prevista da Open Municipio, era : “Tutte le decisioni degli organi di governo della città – Sindaco, Giunta, Assemblea Capitolina, Consigli municipali, commissioni capitoline e municipali – devono essere pubblici e facilmente accessibili, non solo dopo l’approvazione definitiva, ma anche durante il loro iter nelle commissioni – che sono pubbliche – per permettere ai cittadini di avanzare eventuali osservazioni e richieste di modifiche attraverso audizioni, o emendamenti proposti alle forze politiche, prima del “punto di non ritorno” del voto. Devono essere pubblicati tutti gli atti: delibere, mozioni, ordini del giorno ma anche memorie di Giunta”.

Una richiesta motivata da una carenza  che avevamo vissuto sulla nostra pelle, quando a cavallo del 2012/2013 avevamo organizzato un presidio in Campidoglio contro quelle delibere urbanistiche “di Alemanno” (in realtà molte ereditate dalle amministrazioni precedenti), di assai scarso interesse pubblico,  che siamo riusciti a bloccare grazie alle puntuali contestazioni che avevamo potuto fare perchè venuti a conoscenza delle proposte di delibera grazie all’allora consigliere di SEL Andrea Alzetta (a cui per questo saremo sempre grati).

E arriviamo al bicchiere mezzo pieno: in questi 6 anni, come  in tutte le consiliature precedenti,   nessuno aveva minimamente accennato a  introdurre nessuna delle nostre richieste di pubblicazione delle proposte di delibera prima del voto,   pubblicazione   normale per le proposte di legge in  Parlamento e in parte anche in Regione. Adesso con il nuovo Regolamento dell’accesso agli atti, Articolo 24 comma 1 bis – si inserisce la “pubblicazione sul sito web istituzionale di Roma Capitale…” delle “proposte di deliberazione di iniziativa popolare, delle Consulte, dei Consiglieri Capitolini, dei Consiglieri Municipali, dei Municipi da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Capitolina, delle Commissioni capitoline, delle Commissioni municipali nonché le proposte di deliberazione, di natura regolamentare, che si sottopongono all’approvazione dell’Assemblea Capitolina e dei Consigli municipali, le mozioni e le risoluzioni(4). Sembrerebbe una svolta, ma in realtà non lo è.

Il bicchiere mezzo vuoto: infatti due elementi riducono notevolmente la portata rivoluzionaria del comma.

Il primo: non tutte le proposte di delibera che arrivano al voto dell’Assemblea Capitolina saranno pubblicate, anzi la pubblicazione riguarda una minima parte, perchè sono escluse tutte le Decisioni di Giunta  che vengono  sottoposte al voto dell’Aula, con la sola esclusione delle delibere che riguardano regolamenti comunali.

Verificheremo, per controprova, quante delle  148 delibere approvate nel 2018 sarebbero state oggetto di pubblicazione in base al nuovo regolamento,ma a una prima veloce rassegna sono assai poche.

Il secondo: il comma prevede che la  pubblicazione sul sito web istituzionale di Roma Capitale delle Proposte di delibera avvenga “dal momento della loro iscrizione all’ordine del giorno dell’Assemblea Capitolina e dei Consigli Municipali“. Quindi pochi giorni prima della loro votazione in Aula e comunque non nel momento in cui  passano al vaglio delle commissioni che, essendo pubbliche, sarebbero la giusta sede dove avanzare le obiezioni,  le proposte e le istanze dei cittadini.

Invece niente, l’attuale Amministrazione sembra voler continuare la politica del fare qualcosa per “salvare la faccia” ma non avere il coraggio di portare fino in fondo un cambiamento davvero  incisivo.

La domanda è: cui prodest questa limitazione dei documenti pubblicabili? A quali  interessi  risponde, quelli dei cittadini che vogliono seguire e partecipare alle decisioni o a un’amministrazione che, come le precedenti, preferisce che sulle questioni più calde non si disturbi il manovratore? Eppure in questa città è stato più volte dimostrato che  l’interesse pubblico ha bisogno come il pane di un controllo democratico prima che le decisioni diventino irrevocabili

 

Anna Maria Bianchi Missaglia

Post scriptum: è doveroso ricordare che a oggi, a parte Senigallia, che ha adottato OpenMunicipio, non ci risultano altri Comuni italiani che pubblichino le delibere prima dell’approvazione del Consiglio Comunale.

Post scriptum 2: riprendendo la riflessione in apertura di Riparte il futuro, va detto che alcune  categorie interessate ai provvedimenti – privati, categorie di settore, lobbies – con buona probabilità continueranno a conoscere con il necessario anticipo  i provvedimenti e attivarsi affinchè le loro istanze siano tenute nella dovuta considerazione, mentre i normali cittadini ne resteranno all’oscuro, o dovranno continuare a elemosinare  i documenti sottobanco, con la inaccettabile sudditanza che questo comporta.

(ultima modifica 15 marzo ore 10)

NOTE

* scarica il dossier NEXT LOBBING La tecnologia per decisioni più aperte, democratiche e trasparenti – Riparte il Futuro Next-Lobbying(Riparte il futuro)

(1) scaricaDeliberazione Assemblea Capitolina n. 6 -2019 accesso agli atti regolamento

(2) scarica Carteinregola proposte di modifica bozza di regolamento accesso atti 4 ottobre 2017 def.

(3) carica il pdf richieste carteinregola ai candidati 19 maggio – def (in calce quello che vogliamo per la trasparenza*)

(4) Articolo 24 – Archivio Deliberazioni, Atti e Regolamenti

1. Roma Capitale favorisce la pubblicazione sul sito web istituzionale di atti e documenti ulteriori, ed in forma integrale, rispetto ai contenuti minimi pubblicati su Amministrazione Trasparente ed a quelli normativamente previsti ai fini di pubblicità legale sull’Albo pretorio on line.

1bis. Fermo quanto previsto dal precedente comma, sono altresì oggetto di pubblicazione sul sito web istituzionale di Roma Capitale, in forma integrale, con l’espresso richiamo della natura di atto non definitivo, e dal momento della loro iscrizione all’ordine del giorno dell’Assemblea Capitolina e dei Consigli Municipali, le proposte di deliberazione di iniziativa popolare, delle Consulte, dei Consiglieri Capitolini, dei Consiglieri Municipali, dei Municipi da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Capitolina, delle Commissioni capitoline, delle Commissioni municipali nonché le proposte di deliberazione, di natura regolamentare, che si sottopongono all’approvazione dell’Assemblea Capitolina e dei Consigli municipali, le mozioni e le risoluzioni.

(…)

8bis. Fermo quanto previsto dal comma 2, sono altresì oggetto di pubblicazione sul sito web istituzionale di Roma Capitale, in forma integrale, i verbali redatti in occasione delle Conferenze dei servizi attivate come dalla normativa vigente.

Trasparenza, nuove norme per l’accesso agli atti ma è polemica

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Trasparenza, nuove norme per l’accesso agli atti ma è polemica
„Il nuovo regolamento unifica le normative su tutti i tipi di accesso ai dati e prevede una procedura semplificata per i documenti”. In aula Giulio Cesare l’assessora alla Roma Semplice Flavia Marzano presenta il testo che andrà a disciplinare l’iter previsto per cittadini e amministratori per l’accesso agli atti prodotti dal Comune, ricordando che “è uno degli obiettivi cardine che la giunta porta avanti con forza”. Il voto è slittato al prossimo consiglio comunale di giovedì 7 febbraio, per la discussione di 29 emendamenti e 30 ordini del giorno presentati dalle opposizioni e ora al vaglio degli uffici, ma il testo ha già scaldato gli animi.

Recepisce le indicazioni del decreto Trasparenza del 2016 e alcune linee guide dell’Anac, e vorrebbe andare ad abrogare la delibera 203 del 2003, le vecchie norme varate dall’allora giunta Veltroni, e a disciplinare in maniera uniforme le diverse forme di accesso, civico, generalizzato, e degli amministratori pubblici.

Tra le novità la possibilità di attingere direttamente, per i consiglieri, al sistema informatico di gestione documentale di Roma Capitale senza passare dagli uffici. E l’istituzione del registro dei dati sugli accessi effettuati. “Questo il primo regolamento che raccoglie in maniera ordinata tutte le modalità di accesso – spiega Angelo Sturni, presidente della commissione Statuto e Innovazione tecnologica – abbiamo fatto un grande lavoro su questo testo, recependo anche le contestazioni dai municipi”.

Ma ci sono alcuni passaggi che non convincono le forze di opposizione.  “Non diamo nel complesso un giudizio negativo, ma ci sono alcuni punti che riteniamo inaccettabili” esordisce in Aula il capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo. Contesta il comma 2 dell’articolo 39 che recita: “Le richieste di accesso degli Amministratori non possono essere generiche, emulative e di ingiustificato aggravio per gli uffici”. Nel mirino la discrezionalità del Dirigente, responsabile della procedura, nella valutazione dell’eventuale “aggravio”.

Stessa richiesta negli emendamenti presentati dal Pd, che aggiunge l’eliminazione del “silenzio rifiuto”, tra le possibilità previste nelle forme di diniego alla domanda presentata. “Spiace per la completa mancanza di cultura politica dei consiglieri a 5 stelle – dichiara il capogruppo della Lega Maurizio Politi – che sul regolamento per gli accessi agli atti dei consiglieri capitolini, indeboliscono ancora di più il governo della città e i rapporti con gli uffici amministrativi”.

E poi c’è chi fa notare il “bavaglio” a stampa e comitati civici contenuto nel comma 2 dell’articolo 38. Che, per “stampa e organizzazione non governative, recita: “I Dirigenti devono tenere sempre presente il rilievo pubblico, il potenziale uso strumentale ed il danno all’immagine che le risposte dell’Amministrazione possono generare attraverso la loro pubblicazione sui social network, sui blog o sulle piattaforme web”.

Una valutazione dell’interesse pubblico in capo agli uffici che viene letta da più parti come la possibilità, di volta in volta, di limitare in maniera arbitraria, oggettivamente, le possibilità di visionare le carte richieste. Per la consigliera di FdI Lavinia Mennuni, oltre alle questioni dei paletti all’accesso, sarebbe da considerare “la responsabilità data al dirigente, che non può certo gestire la successiva utilizzazione dell’informazione da parte dei comitati su social network e blog”.
“Non si può sbagliare su temi come questi che riguardano la trasparenza, tanto sbandierata dai 5 Stelle” commentano i consiglieri del Pd Valeria Baglio e Giovanni Zannola. “Il regolamento nella sua formula originaria ci preoccupa, perché impedisce di fatto ai consiglieri l’esercizio delle proprie funzioni. Abbiamo apprezzato l’impegno del consigliere Sturni in commissione, ad oggi però, non è ancora totalmente chiaro complessivamente il regolamento ed anche per questo è stata rinviata la discussione”.

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Vogliamo trasparenza per Roma. Vogliamo trasparenza per Roma. Vogliamo trasparenza per Roma.

A cura del gruppo Trasparenza di Carteinregola in collaborazione con CILD (Centro Italiano Legalità Democratica), Cittadinanzattiva Lazio, OPA (Osservatorio per la Pubblica Amministrazione), Open Polis, Riparte il Futuro

Non è un refuso. La trasparenza è la base su cui poggia qualunque richiesta che possa essere avanzata da chi si batte per il rispetto delle regole e per la prevalenza dell’interesse pubblico. L’unico anticorpo in grado di contrastare le clientele, la corruzione, le mafie.

La realtà emersa solo in parte dalle recenti indagini giudiziarie evidenzia la presenza nella Capitale di una corruzione diffusa e la troppo frequente deviazione delle istituzioni dal perseguimento degli obiettivi di interesse pubblico verso interessi prevalentemente privati. L’Italia è 97esima su 103 Paesi in materia di diritto di accesso all’informazione e, secondo l’ultimo rapporto di Transparency International, penultima in Europa e 61° nel mondo per corruzione percepita. I cittadini e le realtà civiche organizzate che lavorano sui territori potrebbero essere – e in parte sono stati – un utile strumento per aumentare la vigilanza nei settori più esposti al rischio corruzione, come quelli che si occupano delle trasformazioni urbane, dei lavori pubblici, della gestione del patrimonio comunale. Eppure in questi anni, nonostante le ripetute promesse di provvedimenti più stringenti per consentire un facile accesso alle informazioni, finora è stato fatto ben poco, anzi, c’è stato un progressivo ritorno a pratiche opache che impediscono ai cittadini di ottenere dati sugli interventi che riguardano spazi, beni, servizi e risorse pubbliche.

Riteniamo che a Roma sia necessario rendere le istituzioni e l’amministrazione comunali completamente trasparenti come primo e fondamentale presidio di legalità e di efficacia dell’azione pubblica. Partendo dall’attivazione di una piattaforma web* che utilizza i dati politico-amministrativi ufficiali dei comuni affiliati per offrire alla cittadinanza servizi di informazione, monitoraggio e partecipazione attiva alla vita della propria città. Così le informazioni sulle attività di sindaco, giunta e consiglio sono aggiornate in tempo reale e i cittadini possono partecipare ai lavori, documentandosi e interagendo con gli strumenti di relazione del sito e con i media sociali di internet. E sapere cosa accade nel proprio comune e seguirne con tempestività le iniziative e gli sviluppi, diventa qualcosa di semplice, immediato e alla portata di tutti.

In particolare chiediamo:

  • TUTTO QUELLO CHE RIGUARDA LA SFERA PUBBLICA DEVE ESSERE PUBBLICO.

Deve essere varato un Regolamento comunale della trasparenza che stabilisca in maniera chiara e univoca i diritti di accesso, tempestivo e gratuito, dei cittadini, senza gravarli di obblighi impropri, e i relativi doveri degli uffici, prevedendo la motivazione di ogni eventuale diniego. Tale diritto di accesso deve essere sostanziale: tutti i dati disponibili devono essere facilmente accessibili e comprensibili per tutti i cittadini. L’accesso deve svolgersi secondo il principio della “collaborazione dell’Amministrazione”, con la disponibilità di tutti i documenti e gli atti relativi a un procedimento, senza la pretesa che il richiedente individui puntualmente ogni singolo documento. Il Regolamento dovrà indicare chiaramente le modalità di ricorso da parte dei richiedenti in caso di diniego all’accesso o di mancata risposta nei termini.

  • TRASPARENZA SU BILANCIO, TRASFORMAZIONI URBANE, GESTIONE DEL PATRIMONIO E DEI SERVIZI PUBBLICI
    • Il bilancio comunale e municipale deve prevedere la pubblicazione di qualunque decisione delle istituzioni che comporti l’utilizzo di denaro e risorse pubbliche, compresi i bandi e le gare per l’assegnazione degli interventi, l’assunzione di personale, i contratti di servizio, etc
    • Le trasformazioni urbane che riguardano aree e opere pubbliche, ma anche interventi privati, devono prevedere la pubblicazione degli atti e degli elaborati che riguardano ogni fase, da quando si valuta l’utilità pubblica degli interventi a quando si scelgono i progetti, lungo tutti i passaggi in cui si acquisiscono pareri e autorizzazioni degli uffici preposti, fino alla assegnazione dei lavori e oltre, comprese le eventuali richieste e autorizzazioni di varianti, i collaudi e i consuntivi. Tutti i procedimenti della macchina comunale debbono essere messi sul sito con l’indicazione del responsabile, dei tempi e costi previsti. In particolare è indispensabile che vengano individuate e esplicitate le responsabilità individuali a ciascun livello, sia politico che amministrativo. E fin dall’inizio, in ogni fase, i cittadini dei territori interessati devono essere coinvolti attivamente nelle decisioni e/o progettazioni di opere pubbliche (VEDI ART 38/39 del dlgs 33/13)
    • La gestione del patrimonio pubblico: deve essere facilmente accessibile da ogni cittadino una mappa aggiornata di tutte proprietà pubbliche, insieme alle informazioni riguardanti quali soggetti pubblici le occupino, e soprattutto a quali soggetti privati e con quali criteri siano date in affitto o in concessione (o, se si intende dismetterle, con quali modalità). Nelle proprietà pubbliche rientrano edifici, strutture, appartamenti, locali, infrastrutture sportive, verde pubblico, terreni etc. (*)

 

  • ANCHE LE ATTIVITA’ E LE DECISIONI DI CHI GOVERNA LA CITTA’ DEVONO ESSERE TRASPARENTI

Tutte le decisioni degli organi di governo della città – Sindaco, Giunta, Assemblea Capitolina, Consigli municipali, commissioni capitoline e municipali – devono essere pubblici e facilmente accessibili, non solo dopo l’approvazione definitiva, ma anche durante il loro iter nelle commissioni – che sono pubbliche – per permettere ai cittadini di avanzare eventuali osservazioni e richieste di modifiche attraverso audizioni, o emendamenti proposti alle forze politiche, prima del “punto di non ritorno” del voto.

Devono essere pubblicati tutti gli atti: delibere, mozioni, ordini del giorno ma anche memorie di Giunta, e determine dirigenziali che attualmente non vengono rese note nonostante siano atti particolarmente rilevanti dato che, tra le delibere approvate e le determinazioni possono esserci delle difformità in grado di modificarne profondamente gli effetti

Il calendario con le convocazioni e gli ordini del giorno di assemblea, consiglio e commissioni devono essere inseriti nei siti istituzionali in ordine cronologico, sotto forma di un database in cui sia esplicitamente spiegato quali siano gli argomenti degli atti in discussione o in votazione, corredato dei testi dei documenti in un formato scaricabile.

Le sedute dell’Assemblea capitolina, dei consigli municipali e delle commissioni comunali e municipali devono essere trasmesse in streaming (**) e i relativi video devono essere consultabili anche off line, in un apposita sezione del sito del Comune. Devono essere pubblicati anche i resoconti stenografici dei dibattiti in aula, come già avviene ad esempio per il Consiglio regionale del Lazio.

  • ASSUNZIONI E INCARICHI TRASPARENTI Troppe volte abbiamo visto nominare ai vertici di società partecipate o aziende pubbliche persone incompetenti, scelte non per il merito ma sulla base di logiche clientelari.
    Questa gestione opaca del potere va interrotta, per questo chiediamo ai candidati di sottoscrivere un impegno: entro i primi 100 giorni dalla designazione della Giunta, con una modifica del Regolamento comunale, introdurre il metodo delle audizioni pubbliche per tutte le nomine apicali che spettano al Comune, in enti, consorzi o società. Un sindaco virtuoso mette al primo posto l’ascolto dei cittadini.
  • APPALTI TRASPARENTI necessario prevedere l’obbligo di pubblicazione – oltre a quelli già previsti dalla normativa vigente – di tutte le informazioni che permettano di rilevare potenziali anomalie (ad esempio le gare in cui si presenta un solo partecipante). In particolare chiediamo la pubblicazione del prezzo di base d’asta; dei verbali della commissione esaminatrice del valore delle varie offerte economiche pervenute con indicazione dei ribassi; inoltre sono necessarie informazioni chiare anche nella fase esecutiva dell’appalto, come ad esempio quelle relative agli stati di avanzamento dei lavori approvati ed i verbali di collaudo. Più stringente dovrebbe poi essere l’obbligo di pubblicazione, per tutti gli appalti concessi in proroga ed in affidamento diretto, di tutti gli atti dai quali risulti, con idonea motivazione, la ragione dell’urgenza che ha costretto alla proroga e/o all’affidamento diretto, oltre alla pubblicazione, a fianco del nome dell’appaltatore, di tutti gli altri eventuali appalti ottenuti o gestiti.
  • SENZA MONITORAGGIO NON C’E’ TRASPARENZA

Trasparenza significa il superamento delle barriere dei linguaggi legal/burocratici che caratterizzano i documenti dell’amministrazione ed anche l’adozione di sistemi gestionali che assicurino la trasparenza. Per stabilire la reciproca fiducia fra cittadini e amministratori è necessario concertare con i cittadini un semplice sistema di indicatori relativi alle attività della amministrazione, che con cadenza semestrale diano conto degli andamenti e dei risultati: “un cruscotto del cittadino” che consenta di comprendere in tempo reale il quadro della situazione e verificare il grado di conseguimento degli obiettivi, superando gli attuali rimpalli e confusioni sulle responsabilità e sui risultati conseguiti.

 

*si veda ad esempio quella proposta da “Open Municipio” o similari

**la richiesta è trattata più diffusamente nella scheda riguardante il patrimonio pubblico

*** lo streaming dell’assemblea è stato introdotta definitivamente dalla amministrazione Marino

 

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