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Olimpiadi, nuovo stadio, Metro C: la Sindaca prenda una posizione

stadio roma PA-TDV-Libeskind-ff_00006-e1434376545312Pubblichiamo un articolo di Vezio De Lucia da   Eddyburg e un articolo di Enzo Scandurra  da Il Manifesto che chiedono alla Sindaca Raggi di prendere posizioni nette rispetto alla candidatura per le  Olimpiadi e al nuovo Stadio della Roma.  Anche alcuni comitati e associazioni hanno diffuso ieri un comunicato – che mettiamo in calce – in cui  chiedono alla Sindaca e alla sua Giunta di essere coerenti con le scelte del M5S quando era all’opposizione in Campidoglio*  e con le affermazioni fatte in campagna elettorale riguardo alle Olimpiadi  – il “Roma ha altre priorità” più volte ribadito dalla candata Sindaca Raggi – e all’operazione del nuovo Stadio della Roma, da sempre osteggiato dall’ attuale assessore all’urbanistica Paolo Berdini  ma anche dai consiglieri M5S**. A cui aggiungono  anche la richiesta di fermare la Metro C a San Giovanni.

Bisogna però  rilevare che pur essendo stati, i tre argomenti,  ampiamente dibattuti prima e durante la campagna elettorale, non sono stati inseriti nè nel programma elettorale nè nelle linee guida della Sindaca Raggi (***). L’unico accenno, nelle linee guida,  riguarda la metro C, ma  è piuttosto sibillino: “Tra gli strumenti di riqualificazione, invece, grande importanza verrà data alla realizzazione (o ammodernamento come nel caso della linea Roma Ostia) di nuove linee tramviarie compreso l’urgente ragionamento da aprire con la città intera sulla conclusione della Metro “C.(pag.37). E se non è chiaro se per “conclusione” si intenda il tratto fino al Colosseo, o a piazza Venezia o oltre – come era nel progetto – è invece chiarissimo che la Raggi  riteneva urgente aprire un dibattito con “la città intera”, cosa che ci aspettiamo venga fatta il più presto possibile, dopo aver messo i cittadini nella condizione di conoscere lo stato delle cose, i pro e i contro delle varie possibilità di “conclusione” dei lavori e soprattutto il “punto di non ritorno” rispetto a quanto già avviato, mettendo on line, a disposizione della cittadinanza, tutte le informazioni correlate dai relativi documenti. Per la Metro C,  e anche per il nuovo Stadio della Roma, di cui ci aspettiamo che venga pubblicato  sul sito del Dipartimento urbanistica il progetto consegnato a maggio dal proponente (AMBM)

(da Eddyburg)

Insieme allo stadio si approvano 10 Hilton

di Vezio De Lucia   06 Settembre 2016

Le due più importanti questioni urbanistiche all’attenzione della giunta capitolina riguardano le Olimpiadi del 2024 e il nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. Su entrambe non è chiara la posizione di Virginia Raggi e della sua giunta. Il problema delle Olimpiadi è noto ai lettori di eddyburg, basta rileggere i recenti articoli di Salvatore Settis e Tomaso Montanari e di Giovanni Caudo con postilla del direttore. Meno nota è la vicenda dello stadio, un clamoroso esempio di urbanistica contrattata, cioè di una trasformazione dell’assetto urbano, di rilevante impatto e in contrasto con il piano regolatore, proposta da un privato e accettata (o subita) dall’amministrazione comunale.

All’origine c’è la cosiddetta legge sugli stadi, che però non è una legge ma sono tre commi della legge di stabilità del 2014 (147/2013, cc 303, 304 e 305) inseriti all’ultimo momento, dopo un percorso lungo e controverso, grazie al tradizionale maxiemendamento governativo (governo Letta) e quindi approvata con voto di fiducia. Il comma 303 tratta di questioni finanziarie, il 304 prevede che il soggetto interessato, d’intesa con una o più società sportive, presenti un progetto preliminare che “non può prevedere altri tipi d’intervento, salvo quelli funzionali alla fruibilità dell’impianto e al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa e concorrenti alla valorizzazione del territorio in termini sociali, occupazionali ed economici e comunque con esclusione della realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale”. Il Comune, se d’accordo, dichiara “il pubblico interesse della proposta”. L’approvazione definitiva spetta alla Regione Lazio a seguito di un’apposita conferenza dei servizi. Il comma 305 auspica che gli interventi siano realizzati mediante recupero di impianti esistenti o in aree già edificate.

Nel marzo 2014, tre mesi dopo l’approvazione della legge di stabilità, il presidente della Roma James Pallotta presenta il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle, un’ansa del Tevere a Ovest dell’Eur, al posto dell’ippodromo costruito nel 1959 e dismesso nel 2013 proprio per la costruzione dello stadio. L’intervento dovrebbe essere realizzato dalla società Eurnova di proprietà dell’imprenditore Luca Parnasi proprietario anche dell’ex ippodromo. Su circa 90 ettari, che il piano regolatore destina a verde sportivo attrezzato (con un’edificabilità di circa 350 mila metri cubi), il progetto prevede due complessi immobiliari: quello destinato allo stadio (fino a 60 mila posti), impianti sportivi, spazi pubblici e attrezzature per il tempo libero; e quello formato da tre grattacieli alti fino a più di 200 metri e altri edifici destinati ad attività direzionali, ricettive e commerciali (non residenze, che la legge non permette).

Nell’insieme, circa un milione di metri cubi, pari a dieci hilton, l’unità di misura della speculazione edilizia inventata sessant’anni fa da Antonio Cederna quando denunciava lo scandalo dei 100 mila metri cubi del famigerato hotel Hilton realizzato a Monte Mario dalla Società generale immobiliare. Del milione di mc, quelli destinati allo stadio e ad attività connesse ammontano a circa il 20 per cento, il resto corrisponde agli interventi – privi di rapporto funzionale con lo stadio – previsti dal comma 304 per compensare il costo delle opere infrastrutturali necessarie per la fruibilità dell’impianto sportivo (che è comunque un’opera privata). Insomma, che vi piaccia o non vi piaccia, con il pretesto dello stadio si aggiunge alla capitale un nuovo centro direzionale, non lontano dall’Eur, per iniziativa di un privato costruttore. Tra l’altro, senza che nessuno abbia spiegato che fine fanno lo stadio Olimpico e il vecchio stadio Flaminio ormai abbandonato. Per non dire della difficoltà a negare lo stesso trattamento a un eventuale richiesta di altri costruttori apparentati alla squadra della Lazio o ad altre società sportive.

Riguardo all’accessibilità, accanto a interventi di riorganizzazione e potenziamento della rete stradale e a vaste superfici a parcheggio, il progetto prevede una diramazione della metro B dalla stazione Eur Magliana alla nuova stazione di Tor di Valle. Una soluzione improvvisata, non giustificata da un’adeguata pianificazione e con difficoltà tecniche che ne rendono improbabile la realizzazione. Previsto anche il potenziamento della ferrovia Roma Lido, di competenza regionale, che già dispone di una fermata a Tor di Valle.

Il 22 dicembre 2014 l’assemblea capitolina, con il voto favorevole della maggioranza che sostiene il sindaco Marino, delibera l’interesse pubblico dell’intervento – subordinatamente al rispetto di un certo numero di condizioni – fra le proteste del M5S, del comitato Salviamo Tor di Valle dal cemento e di altri. I mesi successivi sono quelli della crisi dell’amministrazione Marino brutalmente troncata dal Pd nel novembre 2015.

La campagna elettorale per l’elezione del sindaco nel giugno 2016 vede a favore del nuovo stadio il candidato sindaco Pd Roberto Giachetti e Alfio Marchini (Forza Italia). La candidata di Fratelli d’Italia e Nuovo centro destra Giorgia Meloni si rimette alle decisioni della Regione mentre sono contrari Stefano Fassina (Sinistra per Roma) e Virginia Raggi (M5S) che pensa di ritirare la delibera sul pubblico interesse dello stadio a Tor di Valle.

Ed eccoci ai giorni nostri. Nel giugno scorso Pallotta consegna a Comune e Regione il progetto definitivo. Ma la sindaca Raggi, invece di revocare come ci si aspettava la deliberazione di pubblico interesse, concorda con la Regione l’avvio della conferenza dei servizi, rischiando di restare intrappolata in un percorso imprevedibile. Chi scrive queste righe sperava che il conclamato impegno per la trasparenza del M5S somigliasse al precetto evangelico “il vostro parlare sia sì sì no no, il di più viene dal maligno”, e fosse così per le Olimpiadi, il nuovo stadio della Roma, gli avvisi di garanzia. Ma non è così.

(da  Eddyburg)

L’eterno scontro capitale

 di Enzo Scandurra   06 Settembre 2016

«Interessi pubblici e poteri forti. Le Olimpiadi e lo stadio grandi occasioni? Non ci sono ancora le condizioni per piegare questi eventi a favore della città». il manifesto, 6 settembre 2016

Partiamo da un dato incontestabile: Roma è una città (pressoché) ingovernabile. Una governabilità apparente è possibile solo venendo a patti con i poteri forti: immobiliaristi, faccendieri, lobbies di vario tipo; ed è quello che ha sempre fatto il Pd, da Rutelli a Veltroni.

Questa apparente governabilità ha però un prezzo esoso: è costata un debito enorme, una espansione delle periferie ben oltre il raccordo anulare, un deficit accumulato dalle partecipate (Atac, Ama, ecc.). In una parola: una inefficienza della macchina urbana a livello di trasporti, raccolta dei rifiuti, asili nido, assistenza sanitaria, eccetera.

Chi invece, al governo della città, decidesse di rompere l’accordo con i poteri forti, o anche semplicemente stabilisse che quell’accordo dovrebbe volgere al beneficio pubblico e non a quello privato, si troverebbe ben presto in una situazione di totale isolamento politico ed economico; dunque in una situazione di ingovernabilità. Prima ce ne rendiamo conto, meglio è.

Stessa musica vale per le Olimpiadi e per il nuovo stadio della Roma. I sostenitori di questi eventi affermano che sarebbero due grandi occasioni per la città. Che consentirebbero di realizzare opere che migliorerebbero le condizioni di degrado in cui versa la città. In teoria potrebbe essere vero se però l’amministrazione, quale che sia, avesse la forza di imporre le sue condizioni ai poteri forti i quali, come si sa, sono disponibili a qualsiasi accordo (farebbero anche le olimpiadi verdi o low cost, come affermato da Cacciari) e con qualsiasi amministrazione. Dunque il vero dilemma è lo scontro tra interessi pubblici e interessi privati, scontro che si è sempre risolto, a Roma (salvo rare eccezioni), a favore dei secondi con enormi vantaggi a favore dei poteri forti ed effimeri benefici per la città.

Si dice ancora che ai tempi d’oggi e con il patto di stabilità, senza l’intervento dei privati non si va da nessuna parte. Ma si tace sugli effetti nefasti che, ogni volta, l’intervento dei privati ha prodotto. Lo abbiamo visto col terremoto di Amatrice: pazienza (per modo di dire) se sono venute giù case private che non rispondevano affatto alle normative antisismiche, ma che dire delle chiese, degli ospedali, delle scuole la cui progettazione e realizzazione è stata affidata ai privati, costruttori e immobiliaristi?

Costoro non si sono limitati ai “giusti” profitti: hanno compromesso territori e paesi speculando su cemento, ferro, suolo e quant’altro. Allora dire che questa volta le Olimpiadi saranno a beneficio della città significa non dire nulla di nuovo, vacuo slogan, propaganda; anzi significa imbrogliare le persone se l’amministrazione di turno non è capace di imporre le proprie condizioni a favore del pubblico. E opporsi a tali opere significa cadere nella trappola della ingovernabilità, avendo contro tutti i poteri forti.

Tertium non datur? No, finché non ci sarà una strategia politica che guardi lontano, ben oltre i conflitti condominiali dentro i partiti o i movimenti che siano. No, finché si produrranno dirigenti politici legati a correnti interne, fazioni, e non provenienti dal territorio, eletti in rappresentanza del territorio. E in questo senso il Pd di Renzi ha da tempo interrotto il rapporto con i territori che costituiva il punto di forza del vecchio Pci. E’ un partito della cooptazione che ruota intorno all’immagine del Capo.

Il Movimento dei 5S, dal canto suo, un legame coi territori ce l’ha, ma ha sopravvalutato se stesso e sottovalutato l’enorme potenza di fuoco dei poteri forti; ovvero, non mostra di avere una strategia politica che gli consenta di perseguire obiettivi a lungo termine e incapperà continuamente contro le insidie e le trappole predisposte dai poteri forti. A meno di non venire a patto con essi, il che, però, significherebbe depotenziare totalmente la propria originaria carica antagonista (antipolitica o meno che sia).

La verifica non si farà attendere: la questione romana è questione nazionale. Se il M5S deciderà per le Olimpiadi e per lo stadio della Roma (pur incensandolo di coloriture ecologiche o quant’altro), allora sarà stabilito definitivamente che a Roma governano i poteri forti e prevalgono gli interessi privati, senza se e senza ma. Rimandare la candidatura di Roma oltre il 2024, questa volta non significherebbe dare ragione al partito del No; significherebbe più semplicemente che allo stato attuale non ci sono ancora le condizioni per piegare questi eventi a favore dell’interesse pubblico. E chiunque affermi il contrario o pecca di ingenuità o nasconde interessi che poco hanno a che vedere col bene pubblico e con le stesse competizioni sportive.
COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONI COMITATI RETI E FORUM

 p.c. alla Sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi

 Coerenza del Movimento 5 Stelle sulle scelte su Olimpiadi, Stadio, Metro C di Roma.La chiedono i cittadini

Virginia Raggi è stata eletta sindaca di Roma con un consenso altissimo, perché lei e il Movimento 5 stelle da lei rappresentato, avevano promesso una totale discontinuità con i governi del passato.

Un passato che ha visto numerosi casi di corruzione, disseminato di opere inutili e dannose che hanno gravemente indebitato il Comune, e caratterizzato da una carenza di ascolto delle richieste e dei bisogni dei cittadini.

Ora noi chiediamo con forza che questa discontinuità si realizzi nei fatti.

Le Olimpiadi del 2024, lo stadio a Tor di Valle cosiddetto “della Roma”, ma in realtà appartenente a società finanziarie private, e la Metro C, sono le tre operazioni simbolo di quel passato, che tutti vogliamo dimenticare e che vanno rigettate immediatamente e senza alcuna esitazione.

Le Olimpiadi, come proposte dal Comitato promotore senza aver ascoltato la città non possono essere motivo di riscatto per Roma, non possono portare alcun vantaggio ai romani e ai non romani che ci vivono o la visitano, perché non esistono le condizioni minime per affrontare una avventura del genere.

Le infrastrutture e gli ingenti investimenti realizzati al di fuori di una programmazione complessiva del territorio sarebbero destinate a lasciare campo libero ad interventi speculativi, invasivi ed al di fuori del controllo pubblico e del pubblico interesse, come dimostrato da precedenti esperienze.

Anche lo stadio della Roma così concepito non ha nulla a che vedere con il pubblico interesse, è un grande affare per i soliti poteri ed esposto a gestioni private tecnico-finanziarie difficilmente controllabili. Comprometterebbe inoltre in buona parte una delle ultime aree libere della città di grande pregio naturalistico, paesaggistico ed ecosistemico. Quale è la pubblica utilità di quei metri cubi in eccesso rispetto alle previsioni di PRG?

La Metro C, mal progettata e pessimamente realizzata, ha assorbito ogni risorsa destinata alla mobilità, impedendo la realizzazione di opere assai più urgenti e utili per la cittadinanza. Nonostante il denaro già impegnato (circa il 25% del totale) nella tratta T 3 San Giovanni-Colosseo, i lavori debbono essere immediatamente bloccati, prima che il loro proseguimento sia irrevocabile e prima che venga inutilmente e irreparabilmente danneggiato un patrimonio archeologico unico al mondo. Questa pausa consentirebbe finalmente una disamina seria con la partecipazione della cittadinanza, per valutare con tutti gli elementi indispensabili, se fermare la metro C a San Giovanni e con quale tracciato e modalità essa debba proseguire.

Per l’affermazione di questi principi questa maggioranza deve dimostrare coerenza.

SCARICA IL COMUNICATO RETI ASSOCIAZIONI INDIRIZZATO ALLA SINDACA SU OLIMPIADI, STADIO, METRO C  con le firme delle associazioni

______________________________________________________________

*i consiglieri M5S votarono contro la delibera per la candidatura olimpica della città e  e contro la delibera che riconosceva l’interesse pubblico del progetto dello Stadio di Tor di Valle

* *Ci risulta che per il progetto  dello stadio il gruppo capitolino M5S abbia promosso  iniziative presso la magistratura amministrativa e presso la Procura,  che si sono poi concluse con l’ archiviazione. Vedi Stadio della Roma cronologia e materiali  http://www.carteinregola.it/index.php/nuovo-stadio-della-roma/

***scarica “PROGRAMMA RAGGi 11 passi per portare a Roma il cambiamento di cui ha bisogno scarica raggi_linee_guida luglio 2016

 

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