OLIMPIADI ROMA 2024: la kermesse e gli interrogativi sulla collocazione del villaggio olimpico
Autore : Redazione
confronto articolo l’ Espresso cartaceo e on line (in primo piano)
Oggi 17 febbraio è stato presentato il primo dei dossier richiesti dal Cio, con una kermesse di tre ore, 1.000 invitati e diretta tv al Palazzo dei Congressi dell’Eur. Qualche giorno fa, in un una lettera al settimanale L’Espresso (in edicola), l’ex Sindaco Ignazio Marino aveva denunciato un «patto tra Malagò, Montezemolo e Renzi contro il bene di Roma» affermando che “la sede del Villaggio Olimpico, è stata scelta senza ascoltare i cittadini né il Comune. Che aveva proposto un piano utile al futuro della città. Ma hanno prevalso altri interessi“(1). Nella lettera non viene chiarito a quali “interessi che hanno prevalso” Marino si riferisca, anche se, nel sommario della versione on line, il settimanale ha inserito un inciso – “dove è coinvolto Caltagirone” – che non è stato riportato nella versione cartacea. E ci auguriamo che al più presto, lasciando da parte lustrini e retorica sportiva un tanto al chilo, qualche inchiesta giornalistica faccia finalmente chiarezza sui tanti interrogativi che a questo punto ci poniamo (in calce la registrazione audio dell’intervento di Giovanni Malagò sulla scelta del Villaggio Olimpico a Tor Vergata nel corso della kermesse del 17 febbraio 2016)
Dopo il collasso greco, addebitabile in buona parte alle Olimpiadi di Atene del 2004 (2) e i disastri economici di cui sono state vittime tante città ospitanti (3), persino il CIO (Comitato Internazionale Olimpico) ha messo dei paletti agli investimenti straordinari in strutture e infrastrutture non necessarie, sottolineando, nelle sue linee guida, che saranno privilegiati i progetti “sostenibili”. Quelli che prevedono impianti sportivi esistenti o temporanei, e poco cemento. Il vero business resta quindi quello della costruzione del villaggio olimpico, migliaia di appartamenti (17.000 posti letto) che, dopo il mese delle olimpiadi e quello delle paralimpiadi, saranno riconvertiti in immobili. Per usi sociali o destinati al mercato (o entrambi). Per questo, nella valutazione della sua localizzazione, non possono essere considerate solo le esigenze olimpiche, ma devono essere attentamente analizzate le ricadute, economiche e funzionali, per i privati e per la collettività.
La prima traccia della costruzione di un Villaggio Olimpico a Tor Vergata risale addirittura al progetto delle Olimpiadi del 2004 del Sindaco Rutelli ( Roma sarà poi superata da Atene): echi di polemiche sulla collocazione del villaggio per gli atleti in quell’area sono ancora rintracciabili sul web ( Repubblica: MA SUL VILLAGGIO ATLETI E’ GIA’ FEBBRE D’ APPALTI‘(4).
Tor Vergata è poi il luogo scelto dal Sindaco Walter Veltroni e dal suo assessore Morassut (5) per il progetto della Città dello sport, dove a oggi sono rimaste incompiute le cosiddette “vele di Calatrava”, lo stadio del nuoto. Da Wikipedia:Il costo previsto per la realizzazione è di 60 milioni di euro, che diventano 120 milioni già all’atto dell’assegnazione dei lavori tramite gara d’appalto, vinta dalla Vianini Lavori del gruppo Caltagirone; la gestione dei fondi è affidata alla Protezione Civile di Guido Bertolaso, che chiama Angelo Balducci per la gestione dei capitali. Tra il 2006 e il 2007, pur non avanzando i lavori, i costi di costruzione raddoppiano, 240 milioni di euro. Alla fine i mondiali di nuoto non si disputano a Tor Vergata – la struttura non sarebbe stata completata in tempo – ma al Foro Italico. Le Vele restano incomplete e inutilizzabili, la cifra stimata per il completamento lavori è di 660 milioni di euro, 11 volte il prezzo iniziale (6).
L’avventura olimpica del Sindaco Alemanno (Roma 2020) stoppata dal governo Monti, prevede invece un villaggio Olimpico sul Tevere, a Tor di Quinto. Torna in auge la collocazione del Villaggio a Tor Vergata per Roma 2024, sponsorizzata dal Comitato olimpico Roma 2024 di Montezemolo e Malagò, che non condividono l’ipotesi su cui lavorano il Sindaco Marino e l’Assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo, che vogliono invece realizzarlo nell’area tra la Salaria e la Flaminia, tra il raccordo anulare e la via Olimpica, con un’operazione di rigenerazione urbana su parte dell’ areoporto dell’urbe, riqualificando un ex deposito ATAC, un depuratore e un impianto rifiuti. Tutte strutture che, dopo le Olimpiadi, dovrebbero diventare la nuova città giudiziaria, insieme a un grande parco fluviale da restituire alla cittadinanza.
Lo scontro avviene nella riunione dell’11 settembre 2015, alla vigilia della presentazione ufficiale della candidatura di Roma. Alla fine escono due comunicati apparentemente uguali ma che, riletti oggi, non risolvono le divergenze sul villaggio olimpico: sul sito del CONI si afferma che è stata “verificata la possibilità di collocare il villaggio olimpico nell’area di Tor Vergata dove saranno realizzati nuovi impianti sportivi e completate le strutture esistenti, sul sito del Comune invece si parla dell’area di Tor Vergata solo per “costruire i nuovi impianti sportivi e completare le strutture già esistenti [le Vele incompiute di Calatrava dei Mondiali di nuoto], mentre per i ” progetti di trasformazione urbana da mettere in campo per l’appuntamento olimpico” si dice che si intende “partire dalla nascita di un parco fluviale del Tevere a nord di Roma ” senza specificare ulteriormente il luogo della realizzazione del Villaggio Olimpico (7). Il quotidiano Il Messaggero dà per scontata la localizzazione del Villaggio Olimpico a Tor Vergata, pubblicando addirittura un rendering (vedi sotto) e riferendo che nel corso della riunione è stata sconfitta l’ipotesi del Comune e dell’Assessore Caudo, nella zona Roma Nord, a favore della localizzazione tra il VI e il VII Municipio in parte sull’area dell’Università , sponsorizzata da Montezemolo e Malagò, in quanto risponderebbe maggiormente alle caratteristiche necessarie per ottenere la vittoria (8). Motivazione ribadita dallo stesso Malagò nel corso della presentazione del 17 febbraio.
Il rendering del progetto di Tor Vergata pubblicato da Il Messaggero del 12 settembre 2015
Oggi Marino dice, nella lettera all’Espresso, che il progetto del Comune non era stato affatto archiviato e che, una volta finalizzato, sarebbe stato sottoposto con un referendum al giudizio dei cittadini. In verità, quest’intenzione non ci risulta sia mai stata annunciata prima, e appare alquanto tardiva, considerando che nonostante varie sollecitazioni – comprese quelle di Carteinregola – la candidatura Roma 2024 è stata votata in Campidoglio dall’Assemblea senza alcun coinvolgimento della cittadinanza, nè rispetto alla candidatura, nè rispetto agli eventuali progetti, mai portati a conoscenza dei cittadini. Tuttavia ci sembra che a questo punto diventa importante che siano approfonditi e resi trasparenti tutti gli aspetti che riguardano la realizzazione del Villaggio olimpico a Tor Vergata: quanti appartamenti realizzati per gli atleti diventeranno alloggi per studenti universitari, quanti ampliamento della struttura ospedaliera e quanti cubature residenziali da immettere sul mercato? Di chi è la proprietà dei terreni? Per la realizzazione del villaggio saranno effettuate delle gare d’appalto o il gruppo Vianini (Caltagirone) ha qualche sorta di prelazione? Il completamento della Vela che dovrebbe diventare palazzetto dello sport da chi sarà finanziato e da chi sarà realizzato? Cosa ne sarà dell’altra Vela? A spese di chi? Come si inserisce nel piano della mobilità degli atleti, un villaggio olimpico in un quadrante assai distante dagli impianti sportivi a Roma Nord (Foro italico) e Roma Sud/est (Nuova Fiera di Roma)?
Infine: possibile che, per una volta, dopo tutti i guasti che questo genere di eventi ha lasciato nella città, e dopo tutti i problemi della città che aspettano da decenni di essere affrontati e risolti, si continuino a calare dall’alto decisioni strategiche fondamentali, che in altri paesi civili vengono preventivamente sottoposte al giudizio dei cittadini? E lo diciamo chiaramente: non si può desumere da un sondaggio il gradimento della candidatura romana ai giochi olimpici, perchè non può che basarsi su risposte estemporanee e emotive dettate dalla generica fascinazione che lo sport esercita sui più. Un giudizio vero si raccoglie con un referendum, in cui i cittadini possano esprimersi dopo essersi fatti un’opinione informata, che tiene conto anche delle ragioni contrarie. Che sono molte.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per repliche e osservazioni: Laboratoriocarteinregola@gmail.com
Nell’incontro che si è tenuto oggi in Campidoglio al quale hanno partecipato il Sindaco di Roma Ignazio Marino, il presidente del CONI, Giovanni Malagò, il presidente del Comitato promotore delle Olimpiadi Roma 2024 Luca Montezemolo, il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli, l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo e Claudia Bugno, direttore generale del Comitato olimpico Roma 2024, si è ufficializzata la candidatura di Roma per i Giochi Olimpici e Paralimpici 2024.
Nel corso dell’incontro è stata da tutti condivisa l’esigenza di individuare le priorità e la caratteristiche dell’organizzazione dell’evento sportivo cogliendo al meglio la straordinaria opportunità di sviluppo e di miglioramento per la città.
E’ stata, nell’occasione, verificata la possibilità di collocare il villaggio olimpico nell’area di Tor Vergata dove saranno realizzati nuovi impianti sportivi e completate le strutture esistenti. Un intervento che richiederà un progetto di collegamento con metropolitana tra l’area e il resto della città. Le Olimpiadi devono essere l’occasione per dare vita a una nuova visione della città, radicata nella storia e nella rigenerazione dell’esistente, con progetti di trasformazione urbana a partire dalla nascita di un parco fluviale del Tevere a nord di Roma che diventerà la porta di accesso alla Roma olimpica a disposizione di tutta la città.
Roma, 12 settembre – La candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 è ufficiale. E’ stata firmata in Campidoglio la lettera indirizzata al Cio (Comitato Olimpico Internazionale) con la quale Roma si candida ad ospitare i Giochi del 2024.
All’incontro hanno partecipato il sindaco Ignazio Marino, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente del Comitato promotore delle Olimpiadi Roma 2024 Luca Montezemolo, il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli, l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo e Claudia Bugno, direttore generale del Comitato olimpico Roma 2024. Condivisa da tutti i presenti l’esigenza di individuare le priorità e le caratteristiche dell’organizzazione in modo tale che l’evento sportivo si trasformi in una reale opportunità di sviluppo e di miglioramento per la città. Nel corso dell’incontro l’assessore Caudo ha illustrato uno studio di approfondimento sul villaggio olimpico e sulle strutture necessarie. Innanzitutto si è verificata la possibilità di utilizzare l’area di Tor Vergata per costruire i nuovi impianti sportivi e completare le strutture già esistenti: un intervento, questo, che richiede un progetto di collegamento con metropolitana tra l’area e il resto della città. I progetti di trasformazione urbana da mettere in campo per l’appuntamento olimpico – a partire dalla nascita di un parco fluviale del Tevere a nord di Roma – devono essere l’occasione per proporre una nuova visione della città, radicata nella storia e nella rigenerazione dell’esistente.Intanto il sindaco Marino fa saper d’aver chiamato “il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per informarlo personalmente” dell’avvenuta formalizzazione della candidatura. “Il Presidente della Repubblica”, riferisce Marino, “ha accolto con gioia la notizia e ha espresso il suo sincero in bocca al lupo affinché Roma e l’Italia possano riportare nel nostro Paese il più importante evento sportivo al mondo; un evento che può rappresentare anche un’occasione straordinaria di crescita economica e occupazionale”.11 SET 2015 – PR
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