Olimpiadi, un Paese dalla memoria troppo corta…
Autore : Redazione
Alcuni relitti lasciati nella Capitale in seguito a eventi sportivi e non (a parte il Terminal Ostiense, ceduto a privati dopo anni di abbandono, molti sono a oggi inutilizzati)
(sport “igiene del mondo”)
L’accoppiata micidiale tra la smisurata passione sportiva e la memoria a breve termine degli italiani ha fatto archiviare in quattro e quattr’otto tutte le statistiche, le inchieste e i dibattiti sui grandi eventi e le loro spesso assai poco entusiasmanti eredità, a partire da Olimpiadi, Mondiali di nuoto, di calcio etc. in un turbinio di retorica patriottica per l’assegnazione delle Olimpiadi invernali a Milano e Cortina. Nella Capitale di quelle eredità ne sappiamo qualcosa, e Carteinregola, insieme ad altre associazioni e a lucidi esponenti della cultura cittadina, è stata in prima fila della battaglia contro Roma 2024, fin dai tempi dell’amministrazione Marino. E ha salutato con sollievo la coerente decisione della neo Sindaca Virginia Raggi di cancellare la candidatura olimpica della città. Ma se le motivazioni espresse allora dalla Raggi oggi suonano “vagamente” ironiche – Abbiamo ribadito la nostra linea: non c’è alcun pregiudizio nei confronti dei Giochi ma dobbiamo pensare prima all’ordinario e poi valuteremo anche lo straordinario”. “Roma non si può permettere di spendere milioni per un progetto di candidatura, i cittadini stanno morendo oggi”.“– non osiamo immaginare come Roma avrebbe potuto sopportare l’ennesimo “evento straordinario” con probabile corredo di poteri speciali e ulteriori eruzioni cementizie in tutta la città.
Intndiamoci: il progetto Caudo e Marino era partito con il piede giusto, programmando interventi non in funzione del “prima”- dell’ evento sportivo o dei tanti interessi assai poco sportivi in ballo – ma nella prospettiva del “dopo”, dell’eredità per la città, pensando a come utilizzare i fondi a disposizione per pianificare trasformazioni urbane che rispondessero a un interesse pubblico a lunga gittata (e che, almeno in buona parte, recuperassero l’esistente). Fondi olimpici che però, in realtà, come da noi ampiamente argomentato con scritti di autorevoli analisti, sarebbero stati appena sufficienti a coprire i costi delle olimpiadi stesse, mentre per molte infrastrutture necessarie si sarebbe dovuto ricorrrere alle casse pubbliche (del resto molti fanno partire il mostruoso debito di Roma dalle Olimpiadi del ’60). Ma quello che è certo è che allora, fin dall’inizio, c’è stata una profonda frattura tra il Comune di Roma, che voleva giustamente essere il soggetto decisore per le scelte urbanistiche e infrastrutturali della città legate all’evento sportivo, e il Comitato Olimpico di Malagò, che invece aveva un’altra linea e altri progetti. Chi avrebbe prevalso non lo sappiamo, dato che la vicenda si è intrecciata con quella delle dimissioni di Marino e della prematura dipartita della Giunta grazie alle firme da un notaio dei consiglieri della sua stessa maggioranza, vicenda in cui probabilmente è entrato anche il tema olimpico.
Il backstage della vicenda delle Olimpiadi è stata raccontata a L’Espresso dallo stesso Ignazio Marino un anno e mezzo dopo, l’11 febbraio 2016, in un’intervista in cui l’ex Sindaco afferma che ci sarebbe stato un «patto tra Malagò, Montezemolo e Renzi contro il bene di Roma” (1) .
Per chi volesse resistere all’automatismo dello sbertucciamento della Raggi per gli auguri ai colleghi di Milano e Cortina, e rinfrescarsi la memoria su tutta la vicenda delle Olimpiadi, rimandiamo al nostro dossier:
Ma tornando all’attualità delle Olimpiadi invernali assegnate all’Italia, dispiace che sia caduta la candidatura di Torino (2), dato che l’edizione di 13 anni fa ha lasciato molte novità positive alla città, a partire da una rinnovata immagine e da una ritrovata vocazione turistica, ma anche un consistente debito e soprattutto impianti abbandonati nelle valli, che sono costati cifre esorbitanti e hanno provocato notevoli danni ambientali. Danni ambientali che, temiamo, finiranno per abbattersi presto su nuove località montane, alla faccia dell’economia circolare. Ma su questo esprimeremo un giudizio più circostanziato dopo aver letto attentamente il dossier olimpico in calce.
Esprimiamo da subito però una notevole preoccupazione per il “combinato disposto” del recente decreto “Sbloccacantieri”, diventato definitivamente legge dello Stato nel tripudio pentastellato di Di Maio e Toninelli. I due ministri sono persino arrivati a vantare l’istituzione dei commissari per “gli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari” (3) che con al nuova legge potranno approvare i progetti “sostituendo, ad ogni effetto di legge, ogni autorizzazione, parere, visto e nulla osta occorrenti per l’avvio o la prosecuzione dei lavori” con poche risibili eccezioni basate sul silenzio assenso per ambiente e beni culturali. Per non parlare dell’abolizione di molti paletti anticorruzione del Codice degli appalti (4).
Quanto ai vantaggi eocnomici delle Olimpiadi MI-CO, il Sole24 ore ricorda che “un dato “politico” ha invece svantaggiato fortemente il dossier scandinavo. Un elemento su tutti: la città di Stoccolma non avrebbe sostenuto finanziariamente le Olimpiadi. Avrebbe “concesso” l’utilizzo della città, ma l’amministrazione non si sarebbe fatta carico di costi e eventuali perdite o problemi” (5) . Invece noi italiani “ci faremo carico”: “Il bilancio proposto dai tecnici del dossier indica 1,3 miliardi circa per la gestione, di cui 900 milioni circa messi sul piatto dal Cio e il resto da Regioni e Comuni. Poi si aggiungono altri 340 milioni da investire per opere infrastrutturali e strade di collegamento. Dai biglietti sono stimati ricavi per 234 milioni. Sono previste sponsorizzazioni private”(5).
Tra un tripudio e l’altro, come al solito finisce a panem e circenses, mentre l’Italia affonda, i poveri saranno sempre più poveri e con meno servizi, ai ricchi saranno abbassate le tasse con la flat tax, le distanze tra il ricco nord e il povero centro sud aumenteranno con l’autonomia differenziata, e i migranti continueranno ad annegare, ad essere rispediti nei lager libici, o a vagare nel mare.
Ma come nell’episodio “Che vitaccia!” del film I Mostri Dino Risi, l’importante è fare goal (6)
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
> Vai al sito https://milanocortina2026.coni.it/en/
scarica il dossier olimpico MICO2026_Dossier tascabile ITA
NOTE
(1) 11 febbraio 2016 in un’intervista al settimanale L’Espresso, l’ex Sindaco Ignazio Marino denuncia un «patto tra Malagò, Montezemolo e Renzi contro il bene di Roma» in quanto “la sede del Villaggio Olimpico, è stata scelta senza ascoltare i cittadini né il Comune. Che aveva proposto un piano utile al futuro della città. Ma hanno prevalso altri interessi” L’ex Sindaco ricorda il suo progetto insieme all’ Assessore all’urbanistica Caudo, che prevedeva di realizzare il villaggio Olimpico non già a Tor Vergata – come annunciato urbi et orbi dallo stesso comitato olimpico e dai principali quotidiani (vedi sopra, 12 settembre 2015) – ma nell’area tra salaria e Flaminia, con un’operazione di rigenerazione urbana nell’ex areoporto dell’urbe, che, dopo le Oolimpiadi, sarebbe diventata la nuova città giudiziaria, accanto a un grande parco fluviale da restituire alla cittadinanza. Nell’intervista l’ex Sindaco comunica che i progetti della sua Giunta sarebbero poi stati sottoposti con un referendum al giudizio dei cittadini. [quest’intenzione, in verità, non ci risulta sia mai stata annunciata prima, e appare alquanto tardiva, considerando che nonostate varie sollecitazioni – compresa quelle di Carteinregola – la candidatura Roma 2024 è stata votata in Campidoglio dall’Assemblea senza alcun coinvolgimento della cittadinanza, nè rispetto alla candidatura, nè rispetto agli eventuali progetti, mai messi a disposizione dei cittadini NDR]. Nella lettera non viene chiarito a quali “interessi che hanno prevalso” Marino si riferisca, anche se, nel sommario della versione on line, il settimanale ha inserito un inciso – “dove è coinvolto Caltagirone” – che non è stato riportato nella versione cartacea. scarica estratto L’espresso 11 febbraio Marino olimpiadi
(2) la candidatura è caduta per dissensi interni tra la Sindaca pentastellata Appendino e una parte della sua maggioranza comunale, contraria a candidature condivise con Milano e Cortina, che aveva chiesto al Governo un’approfondita analisi costi-benefici sulle tre candidature tramite un ente terzo, analisi mai pervenuta. vedi https://torino.repubblica.it/cronaca/2018/08/01/news/torino_appendino_sul_si_alle_olimpiadi_perde_la_maggioranza_in_comune-203113162/
(3) vedi Sbloccacantieri, un bel tuffo nel passato dei commissari e dei poteri speciali
L’articolo : “Per gli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari” e che stabilisce che “L’approvazione dei progetti da parte dei Commissari straordinari, d’intesa con i Presidenti delle regioni e delle province autonome territorialmente competenti, sostituisce, ad ogni effetto di legge, ogni autorizzazione, parere, visto e nulla osta occorrenti per l’avvio o la prosecuzione dei lavori, fatta eccezione per quelli relativi alla tutela di beni culturali e paesaggistici, per i quali il termine di conclusione del procedimento è fissato in misura comunque non superiore a sessanta giorni, decorso il quale, ove l’autorità competente non si sia pronunciata, l’autorizzazione, il parere favorevole, il visto o il nulla osta si intendono rilasciati, nonche’ per quelli di tutela ambientale per i quali i termini dei relativi procedimenti sono dimezzati”.
(4) vedi Sblocca-cantieri, dalla padella alla brace di Anna Donati 14 giugno 2019
Lo Sblocca-cantieri favorisce la corruzione di Anna Donati
(5) https://www.ilsole24ore.com/art/olimpiadi-2026-ecco-punti-forza-dossier-italiano-che-hanno-convinto-cio-ACrK3IU
(6) https://www.youtube.com/watch?v=34tSX_GhvI0