Come si inseriscono think tank, fondazioni e associazioni politiche nelle dinamiche di governo. Circa il 19% delle strutture ha almeno un membro dell’esecutivo Gentiloni al proprio interno, ma in alcune la presenza di ministri, viceministri e sottosegretari è molto più consistente.
Con il MiniDossier openpolis “Cogito ergo sum” abbiamo censito 102 strutture fra think tank, fondazioni e associazioni politiche. Realtà che in vario modo attraverso le loro attività cercano di influenzare il dibattito politico. Uno dei parametri che si possono utilizzare per misurare questa influenza è il collegamento più o meno stabile con la sfera pubblica, e più in particolare il governo.
Quante sono le organizzazioni che al loro interno hanno membri dell’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni? 19 le strutture coinvolte, con almeno un ministro, vice ministro o sottosegretario. 6 di esse in spiccano per la presenza di almeno 2 membri del governo. In particolare parliamo della Fondazione Nilde Iotti (4 – Amici, Delrio, Fedeli e Madia), Italianieuropei (4 – De Vincenti, Madia, Martina, Padoan), Centro studi politica internazionale (3 – Amendola, Giro e Gozi), Astrid (2 – Bressa e De Vincenti), Equality Italia (2 – Della Vedova, Pinotti), Open (2 – Boschi, Lotti).
Per approfondire:
- Leggi il MiniDossier “Cogito ergo sum”
- Il network delle fondazioni di centrodestra
- Il network intorno alla Fondazione Eyu
da Open Polis 7 giugno 2017 Think tank e nomine pubbliche, un fenomeno da monitorare
Dalla nomina di amministratori a quella di capi gabinetto, passando per assessori e giunte comunali. Attraverso il database del MiniDossier “Cogito ergo sum” sono emersi alcuni casi particolari che legano le nomine pubbliche al mondo dei think tank.
Il potenziale del censimento fatto per il MiniDossier “Cogito ergo sum“, e dell’anagrafica creata, viene amplificato quando accostato alla sfera pubblica. Una delle possibili evoluzioni di questo lavoro è generare una mappa delle relazioni, attraverso la quale creare delle tracce dietro a nomine e finanziamenti pubblici. Un tipo di lavoro che al momento non è realizzabile in maniera completa con i dati a disposizione, ma su cui openpolis è al lavoro. L’intento è quello di ricostruire il potere politico ed economico come un network, stabilendo le relazioni di potere tra politici, amministratori locali, organi istituzionali, aziende controllati e la sfera privata, tra cui proprio i think tank.
Fra le possibili espressioni di questo fenomeno, abbiamo deciso di focalizzare l’attenzione sulle nomine pubbliche, categorizzandole per l’occasione in tre tipologie: i) spoil system, persone che fanno parte di think tank assieme a un determinato politico con un incarico pubblico che vengono nominate a capo del gabinetto o della segreteria particolare. Un esempio in cui ci siamo imbattuti è quello di Pietro Paolo Giampellegrini, tra i fondatori della Fondazione Change, presieduta da Giovanni Toti, che è stato nominato segretario generale della giunta regionale ligure, presieduta da Giovanni Toti (Forza Italia); ii) nomine di amministratori, casi in cui l’essere finanziatore di una determinata fondazione guidata da un determinato politico, può coincidere con l’essere nominato in strutture pubbliche di cui è responsabile quel politico. È il caso di Alberto Bianchi, presidente e finanziatore della Fondazione Open (a sostegno di Matteo Renzi), che nel maggio del 2014 è stato nominato nel Cda di Enel proprio dal governo presieduto da Matteo Renzi; iii) nomine in istituzioni, quando l’appartenenza a un think tank vicino a un determinato partito può coincidere con l’essere nominato in istituzioni guidate da quello stesso partito. È quello che per esempio è successo al Massimo Colomban. Tra i fondatori e massimi esponenti nel 2015 del Think Tank Group, organizzazione che vede al suo interno numerosi membri del M5s, nel settembre del 2016 è stato nominato assessore alle partecipate del comune di Roma dal sindaco Raggi (M5s).
IL DOSSIER COGITO ERGO SUM
scarica il Dossier Cogito_ergo_sum_2017