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Palazzo Spada: se 1 milione di euro per 20 posti-auto interrati vi sembra poco

 AGGIORNAMENTO 13 marzo 2014 : Dopo il battage suscitato dal Comitato per la Bellezza,  i senatori del Pd, Manconi, Tronti, Valentini e Zavoli hanno presentato un’ interrogazioneai Ministeri dei Beni Culturali e della Giustizia su Palazzo Spada, sui lavori per il parcheggio interrato destinato ai vertici del Consiglio di Stato, sull’uso migliore del milione di euro ad esso destinato, sull’affitto del Palazzo del Monte di Pietà da parte del Consiglio stesso e sull’uso esclusivamente culturale del bellissimo Palazzo Spada. Scarica l’interrogazione Palazzo Spada, interrogazione Manconi e altri 13-1.3.14

AGGIORNAMENTO 10 MARZO:  siamo stati   contattati  dal  Segretariato generale della Giustizia amministrativa, che ci ha  comunicato che Palazzo Ossoli è di proprietà del Consiglio di Stato, mentre hanno alcuni uffici in locazione presso il Palazzo del  Monte di pietà, di proprietà Unicredit. Abbiamo chiesto di conoscere  l’importo del canone annuale. Il segretariato ci tiene a far sapere che i posti auto non sono a disposizone solo dei magistrati amministrativi, ma di tutti i dipendenti.

Per quanto riguarda le altre richieste “tecniche” rispetto al cantiere, al progetto e alla sistemazione dei reperti archeologici, ci hanno fatto notare che le domande devono essere  indirizzate alla Soprintendente Pierdominici, tra l’altro anche  assente alla conferenza stampa che si è svolta la settimana scorsa per impegni pregressi… Carteinregola scriverà oggi stesso una lettera ufficiale cheidendo che il progetto sia pubblicato on line e che la Soprintendenza sciolga tutti i dubbi di cittadini e comitati…

palazzo spada monte di pietà e ossoli

Leggi anche : Eddyburg  08 Marzo 2014 Un patrimonio culturale per happy few di Maria Pia Guermandi

7 marzo 2014 Pubblichiamo il Comunicato dell”Associazione Bianchi Bandinelli,
Comitato per la Bellezza, Eddyburg, a proposito della controversa vicenda del parcheggio interrato nel giardino del palazzo storico, in seguito al quale Carteinregola ha inviato all’Ufficio stampa del CdS, con preghiera di inoltro alla Presidenza, le seguenti domande:

1) Corrisponde al vero che il  Consiglio di Stato affitta uffici e spazi sia nel Palazzo del Monte di Pietà sia nel Palazzo Ossoli Soderini? A  che cifre?

2) Poichè si tratta di un edificio pubblico, non sarebbe auspicabile pubblicare on line il progetto del garage e il progetto della sistemazione dei reperti archeologici, visti i dubbi sollevati da molti sulla coesistenza di vetture  parcheggiate e mosaici di pregio?

3) Quali lavori di consolidamento del garage sotterraneo sono previsti per “metterlo in sicurezza”? Palificate perimetrali?

4) Quando è stato realizzato il garage? Con quale tecnica di scavo? Come mai le rampe carrabili non sono state realizzate  insieme allo scavo, dato che presumibilmente  erano già presenti per provvedere  allo smaltimento del terreno di risulta?

Quanto alla pubblica utilità dei venti posti auto, che dovrebbe giustificare  l’esorbitante  spesa a carico dei cittadini e l’inserimento  di rampe e griglie nel giardino di un palazzo storico, ciascuno può trarre le sue conclusioni…

IL COMUNICATO: Se 1 milione di euro per 20 posti-auto interrati vi sembra poco…L’impatto delle rampe sarà pesante. Quanto costano Palazzo del Monte di Pietà e Palazzo Ossoli Soderini?

La conferenza stampa tenuta martedì 4 dal Consiglio di Stato (alla quale associazioni e comitati di cittadini per la tutela non sono stati invitati) lascia in ombra non pochi punti della vicenda del parcheggio interrato. Intanto è grave che a disposizione dei cittadini non vi sia alcun documento, planimetria o progetto esecutivo. La doppia rampa ancora da realizzare per questo garage sotterraneo – autorizzato anni or sono nonostante la scoperta di resti archeologici, fra i quali pavimenti musivi, importanti – avrà sicuramente un impatto pesante a pochi metri dallo splendido Palazzo Spada e dalle grandi magnolie del giardino che sarà pure stato rifatto qualche anno addietro e però è decisamente bello. Ancor più grave che, in tempi di sacrifici pesanti per tutti i cittadini e di spending review per i Ministeri, si spenda 1 milione di euro per 20 posti-macchina, presumibilmente per le auto del vertice del Consiglio di Stato. Quindi per un parcheggio di fatto privato. Meglio spenderli per musealizzare e valorizzare i resti romani ritrovati eche vengono descritti di gran pregio.

Nello storico Palazzo ci risulta che siano rimasti soltanto, oltre all’aula generale, gli uffici del presidente, del vice-presidente delegato e dello staff di presidenza del Consiglio di Stato. Gli altri uffici sono stati trasferiti da qualche tempo nel grande Palazzo del Monte di Pietà, preso in affitto, ad una cifra che sarebbe interessante conoscere, sulla omonima piazza dotata di ampia area di sosta a pagamento. Mentre altri uffici (per le sezioni deliberanti del Consiglio) si trovano già nell’antico Palazzo Ossoli Soderini (anch’esso affittato? e a quanto?) davanti a Palazzo Spada in piazza Capodiferro, esso pure con area di sosta (più modesta).
Il Consiglio di Stato comunica poi di aver pagato i restauri di Palazzo Spada, ma li ha pagati coi soldi di tutti i contribuenti e li ha realizzati col concorso di tecnici e funzionari, anch’essi pubblici, del Ministero per i beni culturali. Inoltre, se siamo bene informati, la voce “stanziamenti” del massimo organismo di giustizia amministrativa rientra nel bilancio del Ministero di Giustizia. Se ciò fosse vero, ci chiediamo: quel milione di euro per 20 posti-macchina interrati sotto un palazzo storico non potrebbe essere destinato ad impieghi socialmente più utili, ad esempio al miglioramento della scandalosa edilizia carceraria? Ci sembra inoltre che i vertici del Consiglio di Stato, come ormai succede sempre più di frequente anche ad alto livello, potrebbero far parcheggiare le loro auto altrove o, meglio ancora, usare il taxi, l’autobus, la bicicletta, oppure raggiungere a piedi, almeno in parte, il luogo di lavoro. Esercizio sempre salutare.
Le precisazioni fornite dal Consiglio di Stato ci inducono pertanto a ribadire che, avendo esso occupato il cinquecentesco Palazzo Ossoli Soderini e in gran parte il seicentesco Palazzo del Monte di Pietà, la coabitazione dei suoi soli vertici con la Galleria Spada sia sempre meno sostenibile ai fini della completa fruizione culturale della medesima, dei quadri, delle statue, degli arredi, della biblioteca ed ora anche dell’archeologia romana sottostante.
La sola misura che viene annunciata in ordine alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico del Palazzo è invece la prossima chiusura al pubblico del cortile e quindi dell’affascinante trompe-l’oeil prospettico del Borromini chiamato a lavorare qui dagli Spada. Con l’ingresso anticipato a Vicolo del Polverone si ritiene di incrementare i visitatori paganti e quindi gli incassi di una Galleria che ci si lamenta sia poco frequentata. Ed è vero. Ma sul serio non ci sono misure più intelligenti per diffondere a Roma e nel mondo la grande bellezza della Galleria e del Palazzo Spada?

Associazione Bianchi Bandinelli, Vezio De Lucia
Comitato per la Bellezza, Vittorio Emiliani, Paolo Berdini, Luigi Manconi, Gaia Pallotino
Eddyburg, Maria Pia Guermandi

Roma, 7 marzo 2014

8 marzo 2014  Eddyburg Un patrimonio culturale per happy few di MARIA PIA GUERMANDI *

Se i crolli di Pompei, con la loro inaudita ripetitività, ci consegnano una devastante conferma dell’impotenza e dell’incapacità degli organi di tutela del nostro patrimonio a garantirne persino la sopravvivenza, altri episodi ormai fin troppo diffusi sottolineano fenomeni di degrado diversi solo all’apparenza.

In questi ultimi giorni si è riaccesa una discussione sull’uso – o meglio abuso – del nostro patrimonio architettonico scatenata dalle notizie relative a Palazzo Spada. L’edificio è una grandiosa costruzione manieristico-barocca nel centro storico di Roma, voluta dal cardinal Girolamo Capodiferro come propria residenza, poi acquistata dal cardinal Spada che la fece modificare dal Borromini il quale creò, nell’androne di accesso al cortile, la famosissima prospettiva trompe-l’oeil. Il Palazzo fu acquisito dallo Stato in epoca fascista e divenne da quel momento sede del Consiglio di Stato: dal 1927, quindi, un capolavoro dell’architettura romana, è inaccessibile al pubblico, tranne che per gli spazi della Galleria d’arte antica che ripropone ciò che è sopravvissuto della collezione di Bernardino Spada.

Non paghi del privilegio, i signori Consiglieri si sono attivati, già da moltissimi anni, per dotare l’edificio di un parcheggio interrato a loro uso e consumo. Agli organi di tutela tale richiesta – ci troviamo nel cuore del centro storico a due passi da Piazza Farnese e via Giulia – è parsa perfettamente plausibile: sono quindi stati eseguiti gli scavi che hanno portato alla luce – ma guarda un po’ – importanti resti di due domus. Nonostante questi ritrovamenti i lavori sono proseguiti e, terminata la sezione archeologica, interessano ora il giardino storico interno che, a quanto appare dalla documentazione, ha nel frattempo subito uno sconvolgimento totale: anche in questo caso gli organi di tutela non hanno sollevato obiezioni di sorta. A questo punto, di fronte allo scandalo provocato dai video che testimoniavano l’impatto delle ruspe nel giardino, i Consiglieri hanno provato a giustificare l’episodio sostenendo che comunque le spese dei lavori e dei restauri dell’edificio erano a carico del Consiglio di Stato e che il giardino sarebbe stato ripristinato nello stato quo antea (risultato peraltro quasi impossibile). In tutto questo non si è comunque sentita l’esigenza da parte di nessuna delle amministrazioni coinvolte, tutte pubbliche, – Consiglio di Stato, Soprintendenza Archeologica, Soprintendenza ai beni architettonici, Direzione Regionale – di un doveroso atto di trasparenza nei confronti dei cittadini che protestavano, ovvero sia la divulgazione sia dei risultati degli scavi che del progetto del parcheggio nel suo insieme (rampe e griglie comprese, ancora da costruire e inevitabilmente di forte impatto sul contesto urbano e architettonico).

Nella conferenza stampa tenuta dal Segretario Generale del Consiglio di Stato Forlenza due giorni fa, solo dopo la denuncia di Associazioni (fra le quali eddyburg) e comitati, non è minimamente messa in discussione l’opportunità di un’operazione di questo tipo, pagata con i soldi pubblici (tale è, a tutti gli effetti, il budget del Consiglio di Stato), con l’impiego di risorse pubbliche (tempo e personale delle Soprintendenze, entrambi estremamente scarsi) per soddisfare le esigenze private di pochi, per di più non connesse all’espletamento delle loro funzioni. Caso gemello rispetto a quello del Circolo ufficiali che per decenni ha paralizzato la costruzione di una Galleria d’Arte Antica degna di una capitale a Palazzo Barberini, l’episodio di Palazzo Spada ripropone il tema dell’abuso del nostro patrimonio culturale a vantaggio di pochi privilegiati. Si tratta di un atteggiamento ormai così connaturato da non suscitare più remore nemmeno in rappresentanti della legge, quali i Consiglieri di Stato, del resto ben noti alle cronache per i benefit particolarmente vantaggiosi connessi ai loro incarichi.

Così come per altri beni comuni, dal territorio all’acqua, il patrimonio culturale viene percepito come res nullius di cui può impadronirsi, con piena legittimità, scarsa trasparenza ed evidente danno alla collettività, chi si trova in posizione di potere.
Con arrogante ipocrisia la costruzione del parcheggio è stata definita “restyling sotterraneo” e si cerca di far passare come atto di liberalità il pagamento di alcuni restauri, tacendo che si tratta – comunque, sempre, ad ogni livello – di risorse dello Stato, quindi della collettività: anche in questo caso, alla fine dei conti, paga Pantalone.
Che poi siano uomini di legge a dimostrare questa sprezzante indifferenza nei confronti degli interessi dei cittadini è ulteriore sintomo della spirale di decadenza in cui si è avvitata, forse irrimediabilmente, la classe dirigente di questo paese.

I Comunicati di denuncia di Comitato della Bellezza, Associazione Bianchi Bandinelli, eddyburg:
1 marzo 2014
7 marzo 2014

*L’articolo è pubblicato contemporaneamente su Eddyburg,  L’Unità on-line, “nessundorma”

 

Leggi i nostri post precedenti:

Parcheggio nel-giardino di Palazzo Spada: cosa bisogna appurare a prescindere

9 Responses to Palazzo Spada: se 1 milione di euro per 20 posti-auto interrati vi sembra poco

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