canlı casino siteleri online casino rottbet giriş rott bet güncel giriş

Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Panem et circenses

Copertina del pittore Giorgio Tabet, 1960

Copertina del pittore Giorgio Tabet, 1960

Due riflessioni sulla candidatura  della Capitale  alle Olimpiadi  2024. Mentre in Assemblea Capitolina si decide il pubblico interesse dell’operazione “Stadio Tor di Valle”.

Il ragionamento corre sui giornali e nei notiziari: come si può parlare di Olimpiadi in  un paese – e massimamente nella sua Capitale – devastato da mafie e corruzione? L’ha detto bene Udo Gumpel, giornalista tedesco, su La7: “Se un paese in un solo anno riesce a far esplodere tre bubboni come l’Expo di Milano, il Mose di Venezia e Mafia Capitale…se un paese con questo curriculum pensa seriamente di candidarsi per ospitare le prossime Olimpiadi, be’ allora…. Oltre all’onestà questo paese ha perso anche, totalmente, il senso della vergogna”(1) . Noi in verità lo diciamo da tanto tempo, fin da quando la sciagurata idea di candidare Roma alle Olimpiadi l’aveva tirata fuori il sindaco Alemanno (governo Berlusconi) e il Presidente  Monti, facendo  una delle mosse più sagge del suo governo, l’aveva “asfaltata”(2). Ma lo ridiciamo: candidare Roma alle Olimpiadi, soprattutto oggi,  è come proporre un lifting a un malato terminale. E/o  dargli il colpo di grazia.

Alemanno presenta la candidatura di Roma per le Olimpiadi de

Alemanno presenta la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020

 Ci sono fior di studi che dimostrano che per le finanze pubbliche i giochi olimpici sono una tragedia (mentre ingrassano quelle dei  soliti privati). Lo stesso Sindaco Marino, oggi entusiasta sostenitore, fino a poco tempo fa lamentava di aver ereditato  nel debito pregresso  anche quello delle Olimpiadi del 1960… Per non parlare di tutte le cementificazioni che pioveranno sulla città per opere che poi si riveleranno  inutili o non prioritarie, come a Torino, dove le piste delle olimpiadi invernali sono ferite non cicatrizzate sulle montagne…E per non parlare  dei vari regimi emergenziali annessi a questo tipo di “eventi” straordinari che – ormai l’abbiamo capito – servono soprattutto ad aggirare le regole e la vigilanza. Il film l’abbiamo già visto, alla Maddalena, a Milano, con l’Expo, e a Roma, con i mondiali di calcio, i mondiali del nuoto… ci siamo salvati dalla Formula Uno all’EUR grazie alla mobilitazione dei comitati e dei cittadini…Ma forse è proprio questo il senso del tirar fuori ancora una volta dal cappello i giochi olimpici: distogliere l’attenzione della gente  dall’onda anomale di  mafia e corruzione che sta irrompendo sulla scena pubblica,  sventolando fasti di mussoliniana memoria e centinaiamigliaia posti di lavoro,  che tanto poi nessuno va mai a controllare quanti sono stati davvero e quanto hanno veramente inciso sull’economia della città operazioni in cui il denaro pubblico corre a fiumi. La stessa retorica che sta ammantando lo Stadio della Roma, che già da subito  non ci sembrava una grande idea (3), ma  che,  nello scenario che si va dipingendo  in queste settimane,  sembra ormai appartenere a un altro mondo,   come i titoli del  giornale del giorno prima o le copertine in bianco e nero delle vecchie riviste. E forse è anche ormai un’illusione credere di  poter accendere l’entusiamo per gli stadi e per le olimpiadi  in quei cittadini  – pure tifosi – che,  oltre a vivere in una situazione di sfascio  della città (quello c’è sempre, anche se viene da lontano), e in una situazione lavorativa ed economica sempre più insostenibile, sentono ogni giorno con smarrimento la triste  cronaca  dei furti e delle predazioni del patrimonio pubblico di una politica inquinata dalla mafia e dalla corruzione.

Rimettiamo prima a posto  la città – dentro e fuori – poi di olimpiadi e stadi ne riparliamo…

annaemmebi@gmail.com

La riflessione di Vito De Russis, Presidente Associazione Diritti dei Pedoni di Roma e del Lazio:

Ricandidano alle Olimpiadi  2024 la  gattopardesca Roma, Città dell’auto, dell’emergenza traffico, della mafia Capitale.
Mentre continua la TRAGEDIA della metro C.
Mentre continua la solita vita con la Magistratura che cerca di alleviare la cancrena politica; mentre si susseguono le azioni volontarie (e volenterose) volte a mitigare e/o raddrizzare la barca alla deriva; mentre si aprono altri scenari che impongono rapidi interventi.
Olimpiade 2024:  lasciamo che si candidi la gattopardesca Roma delle auto, delle emergenze, della mafia capitale?
Candidare la gattopardesca Roma della emergenza da traffico e mobilità (DPCM 4.8.2006) per straziare la vita e le risorse dei suoi oltre 2milioni di residenti, i circa 500mila pendolari giornalieri; gli altrettanto turisti?
Candidare la gattopardesca Roma – città dell’auto – che riserva  all’auto privata l’intera carreggiata stradale che copre l’area di 1.300 kmq, e che, per questo, consolida la illegalità diffusa, l’incidentalità stradale e la citata “emergenza da traffico”?
Candidare la gattopardesca Roma che ignora cosa sono le “corsie riservate” del TPL (quelle vere, efficaci ed efficienti che permettono ad un bus di raggiungere il capolinea terminale – senza alcuna interruzione – in poco tempo)?
Candidare la gattopardesca Roma che continua a tagliare l’offerta del TPL mentre continua ad aumentare il costo del biglietto del TP?.
Candidare la gattopardesca Roma delle auto che calpesta i diritti e la dignità della mobilità pedonale?
Candidare la gattopardesca Roma delle auto che calpesta i diritti e la dignità della mobilità ciclistica ed ignora la rete di piste ciclabili? le piste ciclabili a doppio senso nelle strade a senso unico delle Zone 30? che ignora l’incentivo economico per l’acquisto della bici personale? ecc,…. che ignora anche la pista ciclabile ottenuta tracciando la striscia bianca sulla carreggiata?
Vogliamo ripetere l’operazione che impedì la candidatura della gattopardesca Roma delle auto alla Olimpiade 2020 ma non impedì tutte le “inutili spese” effettuate del 2010 al 14 febbraio 2012?
Non possiamo dimenticare la potenza degli interessi dei soggetti abituati ad avvelenare l’aria e la vita della Roma settebellezze.

Vito De Russis
n.q. presidente p.t. di
Camminacittà e AD

_______________________________________________________________

> vai alla pagina con alcune obiezioni sollevate dal Movimento Cinquestelle per lo Stadio della Roma inviate a Carteinregola, con la nostra richiesta di approfondimento e le successive precisazioni

Leggi anche l’articolo di Paolo Berdini su Il Manifesto del 16 dicembre 2014 scarica Man_16_12_14_GO_Berdini
(all’interessante e condivisibile articolo  aggiungiamo  però una precisazione: lo stadio non è previsto in “piena campagna” – che potrebbe far pensare all’agro romano – ma in un’area che nel PRG è classificata “verde attrezzato” , che si trova all’interno del raccordo anulare,  dove già esiste un grande impianto sportivo – l’ippodromo di Tor di Valle)

Il fatto quotidiano 17 dicembre 2014 Torino 2006, 12 impianti abbandonati di Andrea Giambartolomei scaricaFQ_17_12_14_Olimpiadi_To2006

Vaioltre Sochi e l’impatto economico delle Olimpiadi by on • 18:04

______________________________________________________________

(1) Il Fatto Blog di Amalia Signorelli | 12 dicembre 2014 Mafia Capitale, Expo, Mose e Olimpiadi: un paese senza vergogna – La trasmissione Otto e mezzo di La 7

(2)Olimpiadi a Roma: ci risiamo Pubblicato il 09/09/2013 di carteinregola
Nonostante la scia di sprechi,  di opere inutili  o incompiute  e di sconquassi economici lasciata dai Mondiali di  Calcio e di Nuoto [1] a Roma e  dalle Olimpiadi invernali di Torino [2]. Nonostante  vari studi effettuati – tra cui quello di Goldman Sachs sugli effetti dei Giochi Olimpici sull’economia britannica [3] –  abbiano appurato che , negli ultimi vent’anni, questi “eventi”,  presentati come opportunità di rigenerazione per la città che li ospita, finiscano col diventare uno spreco di risorse pubbliche e un ottimo

(3) sullo stadio della Roma abbiamo scritto diffusamente:

11 dicembre 2014…Purtroppo noi continuiamo a dissentire, non dalla realizzazione del nuovo  stadio della Roma (facendo salve tutte le criticità idrogeologiche e ambientali che dovessero emergere, di cui finora non abbiamo avuto riscontri, non avendo letto gli atti della conferenza dei servizi), ma dalle modalità con cui il progetto della struttura sportiva privata è nato  ed è stato portato avanti finora, a partire dalla previsione del “Business Center”, edificazioni  che niente hanno a che vedere con lo stadio,  che dovrebbe  servire a garantire  l’equilibrio economico rispetto ai costi delle infrastrutture necessarie e quindi  il “pubblico interesse” dell’operazione. Pubblico interesse che – ribadiamo – dovrebbe  essere prima dimostrato, a partire dai vantaggi trasportistici, non solo per i fruitori dello stadio ma per la città,  con  studi e dati certi, non con  previsioni di massima. Ma  soprattutto,  secondo noi, non è possibile che un’opera di tale portata, con tutte le cubature allegate, venga pianificata dagli uffici senza alcun dialogo con la città e la partecipazione dei cittadini interessati…

Leggi i nostri articoli e dossier sul progetto Stadio Tor di valle: https://carteinregola.wordpress.com/urbanistica/nuovo-stadio-della-roma/

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *