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Cambiare il modo di scrivere i programmi elettorali -Maurizio Geusa

slides jpeg PD democratico o feudale def Geusa 35

(slides in calce)

In primo luogo il riferimento alla trasparenza ed alla democrazia è compreso fra i principi della democrazia interna dello Statuto Nazionale quando afferma che la costruzione degli indirizzi politico-programmatici è fatta sulla base di una “elaborazione collettiva”.

art.1 “Il Partito Democratico promuove …l’elaborazione collettiva degli indirizzi politico-programmatici”.

Pertanto una formulazione più ricca del semplice diritto di partecipare alla formulazione delle decisioni del partito contenuta in statuti dei partiti preesistenti.

Comunque il diritto alla partecipazione è confermato nel successivo art. 2 relativamente al meccanismo delle primarie per la selezione dei candidati.

art. 2 “Gli elettori/elettrici hanno diritto di partecipare alle elezioni primarie per la scelta dei candidati del partito alle principali cariche istituzionali;

 

Premesso, quindi, il principio del diritto/dovere di partecipare alla progettazione degli indirizzi politici nello Statuto dell’Unione Regionale, si formula una significativa precisazione il “programma” è associato direttamente con il candidato infatti il Partito democratico si impegna a:

art.16garantire e promuovere , … in ogni elezione primaria , … una effettiva campagna elettorale, che … consenta a tutti … di avere adeguata e tempestiva conoscenza dei candidati e delle loro proposte programmatiche.”

 

In questo legame fra i candidati e loro proposte si racchiude un mondo. Infatti il candidato non è interprete di un’esigenza o di un bisogno collettivo ma esso si candida per attuare una propria risposta alle esigenze e ai bisogni.

Dunque, prima il candidato, poi il progrmma.

Altri prima hanno già sviluppato l’argomento relativo alla selezione delle candidature, ma certamente l’approccio al programma del singolo candidato apre la strada a programmi finalizzati alle possibili utilità per il candidato e per il gruppo di elettori.

In altri termini: il candidato accompagnato dal migliore dei programmi appena eletto si potrà porre come interprete unico dell’attuazione di quel programma così come ne era stato l’autore unico.

Se possiamo, entrare con poche battute nel merito dei documenti di programma si evidenziano due limiti:

Un primo limite rappresentato dalla formulazione come elenco di argomenti quindi senza un collegamento fra obiettivi di carattere generale e singole azioni da intraprendere per il perseguimento degli obiettivi;

Un secondo limite rappresentato dal carattere di auspicio, di desiderio, di volontà senza un chiaro riferimento con quali risorse economiche ed umane si intenda perseguire gli obiettivi proposti.

Riassumendo, quindi, le criticità che emergono da questa meccanismo sono proprio nella elaborazione del programma da parte del candidato, in cui non prevale l’obiettivo da perseguire ma il nome del candidato.

Quante volte si è detto partiamo dai programmi ? Senza che a questa affermazione abbia fatto seguito una effettiva attività di elaborazione.

Anche nella scelta dei candidati alle massime cariche prevale il nome come se fosse ininfluente la proposta associata a quel nome.

Quindi, da questa osservazione dello stato di fatto scaturiscono diversi interrogativi:

Come possono partecipare gli “elettori” alla “elaborazione collettiva” del programma ?

Fino ad ora se i programmi sono posti in capo ai candidati può essere solo attraverso la cooptazione da parte del candidato nel comitato elettorale.

Di solito i cooptati sono specialisti nei diversi settori che forniscono anche indirizzi colti ma non esaustivi dei reali bisogni della collettività.

Ad un livello diverso si pone poi la domanda come si potranno coordinare poi programmi individuali all’interno di una coalizione ?

Infine la domanda cruciale, perché non al metodo della partecipazione per la costruzione del programma interpretando poi il candidato come strumento per l’attuazione del programma ?

Un programma in cui gli elettori si riconoscono diventa la stella polare dell’azione politica e metro di giudizio sui candidati, … ma questa è un’altra storia.