Mappa dei Piani di zona http://www.urbanistica.comune.roma.it/pdz/mappa.html
Pubblichiamo un articolo/testimonianza di Aldo Pirone della Comunità Territoriale del VII Municipio, su una delle principali problematiche dei Piani di Zona (edilizia popolare ai sensi della Legge 167), un argomento di cui l’attuale maggioranza si è occupata – è stata costituita addirittura una Commissione Speciale Capitolina di Indagine Amministrativa sui Piani di Zona per l’Edilizia Economica e Popolare (1) che si è già riunita varie volte – ma che evidentemente è ancora assai lontano dall’uscita dal tunnel in cui si trovano molti cittadini. (AMBM)
Abitazioni in 167. Cittadini ostaggi della giunta Raggi
L’affrancazione dal prezzo massimo di cessione a passo di lumaca. Con questi ritmi ci vorranno trent’anni per esaurire le domande presentate Da Abitarearoma.net – 25 settembre 2017
di Aldo Pirone
Nel settembre del 2015 la Cassazione emise una sentenza riguardante la compravendita a prezzi di mercato delle abitazioni edificate con le agevolazioni della Legge 167. Giustamente la Corte disse che se gli appartamenti non erano affrancati dal cosiddetto prezzo massimo di cessione, cioè il proprietario intenzionato a vendere non restituiva allo Stato e al Comune l’agevolazione avuta a suo tempo, non potevano essere venduti a prezzo di mercato ma solo a quello, rivalutato dall’indice monetario, con il quale furono acquistati dalla cooperativa costruttrice.
La casistica riguardava due condizioni: gli appartamenti acquisiti in diritto di superficie, cioè costruiti su terreni dati in concessione dal Comune per 99 anni e quelli costruiti su aree acquistate in proprietà dalle cooperative edilizie. I primi avrebbero dovuto anzitutto affrancarsi dalla concessione quasi centenaria e, successivamente, anche dall’acquisita area in proprietà. I secondi solo da quest’ultima.
La sentenza della Cassazione, com’era da immaginarsi, ha creato a Roma – dove queste case nei decenni passati sono state vendute a libero mercato senza tanti controlli da parte dei notai – un caos notevole e contenziosi penosi fra venditori e acquirenti, con richieste di risarcimento per le vendite passate e con la messa in mora dei compromessi di vendita stipulati a cavallo della sentenza della Corte. Insomma si è verificata una nuova complicazione nel già sofferente mercato edilizio romano.
A seguito della sentenza il prefetto Tronca, all’epoca commissario al Comune, ha emesso due delibere, una nel dicembre del 2015 e un’altra nel maggio 2016, in cui si stabilivano le documentazioni da presentare e i criteri per addivenire alla quantificazione delle oblazioni che i proprietari di immobili avrebbero dovuto pagare per affrancarsi dal prezzo massimo di cessione. Le richieste dei cittadini interessati sono diventate in pochi mesi circa 2.953.
Appena insediatasi, nel luglio del 2016, la nuova giunta comunale, l’assessore all’Urbanistica Berdini, poi sfiduciato dalla Raggi per altre questioni, emise una direttiva nell’agosto successivo in cui si diceva che le istanze presentate dovevano essere espletate entro 180 giorni dalla data di presentazione.
In seguito, giustamente, la giunta ha cercato con deliberazione n.108 del 12 dicembre 2016 di dare precedenza a quelle situazioni più urgenti come le divisioni ereditarie, gli atti di separazione, i compromessi di vendita già in atto.
In omaggio alla trasparenza l’amministrazione Raggi ha fatto pubblicare sul sito internet del Comune lo stato di avanzamento delle pratiche. Stando all’ultima rilevazione del 6 settembre 2017 le Istanze con richiesta di corrispettivo inoltrate sono 308 e gli atti di affrancazione stipulati 96. Tutto ciò in poco più di un anno. Stando sempre alla tabella pubblicata dall’amministrazione le cifre che vengono richieste sono variabili, a seconda dei casi, tra i circa diecimila e i cinquantamila euro.
Essendo personalmente interessato al problema, e allarmato per la lentezza dell’espletamento delle pratiche, il 14 giugno 2017 ho inviato per email una lettera alla Sindaca Raggi e per conoscenza all’assessore all’Urbanistica Luca Montuori in cui, tra l’altro, osservavo che, trattandosi di “Consistenti oblazioni da pagare al Comune le cui finanze non sembrano godere buona salute, l’Amministrazione da Lei presieduta dovrebbe inforcare gli stivali delle sette leghe per incassarle nel più breve tempo possibile. Invece, pare che il passo della lumaca sia quello con cui state procedendo”. Quindi le raccontavo: “Sono stato più volte all’Ufficio preposto per sapere quando potrò liberarmi da questo fardello improvvisamente cadutomi sulle spalle, ma la risposta è stata sempre e invariabilmente una: ‘Non sappiamo’. Seguita da un’alzata degli occhi verso il cielo come a dire: siamo nelle mani del Signore. E poi dall’altra sconsolata costatazione: ‘Non abbiamo impiegati sufficienti per smaltire rapidamente le pratiche’ “. Per poi constatare amaramente: “Allo stato attuale, quindi, sono divenuto ostaggio, insieme a altre 2.200 persone (oggi sono molte di più n.d.r.), di codesta Amministrazione. Il mio appartamento, è il caso di dire, è più immobile che mai”. Infine domandavo: “Ma ci vuole proprio tanto ad aumentare l’organico degli uffici preposti a espletare le pratiche nell’era della digitalizzazione o a trovare soluzioni alternative per risolvere questa incresciosa e incredibile situazione? Credo di avere il diritto di sapere che cosa intende fare con urgenza per risolvere in tempi brevi il problema fin qui esposto”.
Un funzionario dello staff della Sindaca, sempre per email, mi rispondeva così il 7 luglio 2017: “Su indicazione dell’On.le Sindaca si inoltra il messaggio di posta elettronica ricevuto dal Sig. Aldo Pirone, che ci legge in copia, in merito agli atti di affrancazione dal prezzo massimo di cessione con preghiera di fornire diretta risposta al cittadino”. Il messaggio era stato inoltrato all’assessorato all’Urbanistica. Ho atteso che da lì qualcuno mi dicesse qualcosa. Silenzio assoluto. Allora mi sono rivolto di nuovo al funzionario dello staff della Sindaca per farlo presente. Risposta: “Le mie facoltà non mi consentono di fare altro. Continuerò a sollecitare il Dipartimento Urbanistica e l’assessore Montuori unici organi deputati a fornirle risposte in merito. Resto comunque sempre a disposizione per ogni altra cosa sia necessaria”.
Insomma una vera dichiarazione di resa.
Conclusione: la Sindaca Raggi e l’assessore Montuori non riescono a dare a me, come ad altre migliaia di persone (famiglie) in attesa, un qualche cenno di attenzione o risposte su quando potrò pagare per liberarmi dal fardello del prezzo massimo di cessione. E questo perché l’amministrazione Raggi non è in grado, non dico di sanare tutti i mali di Roma in un batter d’occhio come spudoratamente e sfacciatamente chiedono quelli che la Capitale hanno ridotto a brandelli, ma, più semplicemente, di far fare in tempi rapidi un po’ di conti agli uffici preposti. Se si va avanti con i ritmi attuali, infatti, ci vorranno trent’anni per evadere le istanze fin qui presentate.
Bravi!
Aldo Pirone
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Vedi anche:
(1)Commissione Speciale Capitolina di Indagine Amministrativa sui Piani di Zona per l’Edilizia Economica e Popolare
La Commissione di indagine amministrativa eserciterà, nell’ambito dei poteri di indirizzo dell’Assemblea Capitolina, funzioni di verifica e controllo in merito:
- agli atti adottati da Roma Capitale in materia di Piani di Zona;
- al rispetto delle norme e delle convenzioni da parte di tutti i soggetti coinvolti in materia di disposizioni e realizzazioni relative ai Piani di Zona;
- ai tempi e alle procedure per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria;
- agli obblighi in capo ai consorzi e alle relative garanzie;
- alle azioni dell’amministrazione in caso di insufficienza dei fondi, ritardi o mancanze nella realizzazione delle opere di urbanizzazione;
- alla verifica ed eventuale richiesta di rideterminazione delle applicazioni del prezzo massimo di cessione e locazione;
- alle azioni dell’amministrazione, già intraprese, in caso di mancata presentazione dei
piani finanziari e di mancata applicazione del prezzo massimo di cessione.