Piazza di Siena: il punto della situazione dopo il concorso ippico
Autore : Redazione
Pubblichiamo un resoconto degli sviluppi della vicenda del Concorso ippico a Piazza di Siena di Marina Battistich dell’Associazione Amici di Villa Borghese
E’ stato un anno impegnativo, per le Associazioni a difesa di uno dei parchi storici piu’ importanti della Capitale.
Gli Amici di Villa Borghese, insieme a
Italia Nostra,
Comitato per la Bellezza,
Roma Nuovo Secolo, ma anche
Carte in regola, si sono mobilitati per cercare di capire qualcosa riguardo l’accordo, pubblicizzato da Fise nell’autunno del 2017, che avrebbe affidato, secondo quanto dichiarato dal suo Presidente, la parte centrale della Villa, Piazza di Siena, per ben 8 anni alla Federazione Italiana Sport Equestri (Fise)
Da anni varie associazioni, in primis l’associazione
Gli Amici di Villa Borghese, si battono affinché il Comune effettui alcuni interventi importanti di manutenzione a Villa Borghese (
10 Punti degli Amici di Villa Borghese). Per questo fine, i rappresentanti di questa associazione, prima dell’estate del 2017 sono andati in Comune per illustrare alla nuova Amministrazione (Commissione Ambiente) gli interventi necessari per salvare la Villa storica, tra queste richieste vi era anche quella di
far tornare il prato nell’Ovale di Piazza di Siena, come stabilivano gli accordi con la Fise (che però non li aveva rispettati) e di valutare l’impatto del Concorso ippico sulla vegetazione storica della Villa. Una manifestazione che in passato ha usato
allestimenti enormi che hanno arrecato notevoli danni alle piante. Danni mai calcolati, in realtà, ma
evidenti (siepi distrutte dalle strutture, alberi danneggiati nei tronchi, ecc).
Ad Ottobre del 2017, Gli Amici di Villa Borghese vengono invitati da Daniele Diaco, Presidente della Commissione Ambiente del Comune, ad illustrare la situazione di Villa Borghese. In quest’occasione il Servizio Giardini comunica che si sta per dare in adozione Piazza di Siena alla Fise. Gli Amici informano che la Fise era interessata alla Casina dell’Orologio, attualmente chiusa. Il Presidente e l’opposizione rassicurano che non potrà mai essere concessa a nessuno, senza un bando.
Da lì a poco, il prato di Piazza di Siena viene chiuso per la rimozione di sabbia e materassino in pvc sottostante da parte della Fise. Il prato che viene scelto è un prato a rotoli fatto con un erba (la festuca) che si usa per i campi da calcio. Questo prato deve attecchire, per cui l’Ovale viene chiuso al pubblico. Nessun cartello sulla recinzione per indicare la durata della chiusura, nessuno (CONI, Fise o Comune) che dia notizie sulla durata della chiusura, per questo ad inizio Gennaio gli Amici chiedono formalmente al Comune di conoscere l’accordo e di avere notizie del prato stesso.
Il Comune risponde che l’Ovale è stato riconsegnato dalla Fise al Servizio Giardini in data 22.12.17 e che non è stato ancora siglato alcun accordo di adozione.
Il prato pero’ resta chiuso, le chiavi dei lucchetti le tiene il Servizio Giardini. Le associazioni a questo punto pensano che resterà chiuso fino fine Maggio, per essere mantenuto perfetto fino al Concorso.
Escono quindi alcuni articoli (sul Corriere e
Repubblica) in cui si legge di un investimento Fise (sul Concorso ippico di Piazza di Siena) pari a 16 milioni di euro, da spalmare in 8 anni, il Presidente Di Paola parla del Casino dell’Orologio come centro di accoglienza per ricevimenti, e di un suo desiderio di avere delle strutture del concorso stabili a Piazza di Siena, invece di allestire e disallestire ogni anno e ringrazia l’Assessore allo Sport Frongia per l’appoggio.
Queste dichiarazioni fanno allarmare le associazioni (anche perchè secondo l’art. 13 della Carta di Cessione della Villa al Comune, tutta Villa Boghese “è vincolata perpetuamente all’uso pubblico improduttivo della cittadinanza romana e nazionale”, quindi non puo’ essere sottratta all’uso pubblico, nemmeno in parte) per cui escono, di conseguenza, le loro
reazioni sui giornali e la risposta dell’assessore Frongia che spiega che le decisioni vengono prese dal Dipartimento Ambiente e non da lui.
Gli Amici scoprono che il 9 Marzo, sul proprio sito, la Fise, ha pubblicato un capitolato di gara per gli allestimenti dell’86° CSIO (il concorso ippico di Piazza di Siena) e del Galoppatoio. Alla ditta che si aggiudicherà l’appalto verranno affidati gli allestimenti del concorso per 4 edizioni. Sul bando relativo ai lavori al Galoppatoio si legge, inoltre, che il campo gara potrebbe essere permanente (una di tre opzioni).
Intorno a metà Marzo, Comune e Fise firmano l’adozione, per un anno, del prato dell’Ovale. Fise e Coni si impegnano a mantenere il verde orizzontale, faranno anche un restauro delle gradinate sotto supervisione della Sovrintendenza.
Quindi, la recinzione intorno al prato dell’Ovale, le dichiarazioni di Di Paola sulle strutture permanenti e la presenza del termine “permanente” nel Capitolato di gara per il campo al Galoppatoio spingono, il 23 Marzo,
Vittorio Emiliani e
Carlo Troilo a lanciare un
appello sostenuto da 100 nomi illustri del mondo della cultura, arte, ambientalismo per salvare Villa Borghese dalla privatizzazione e spostare il Concorso ippico altrove. L’appello viene messo online e registra circa 3000 adesioni di cittadini in due mesi (mentre i VIP arrivano velocemente a 200).
Quello stesso giorno Daniele Frongia risponde con un
comunicato sulla sua pagina facebook in cui scrive anche che “Il soggetto (Fise) non potrà, in ogni caso, installare alcuna attrezzatura mobile fissa e non potrà svolgere attività produttive e remunerative se non attraverso il competente ufficio municipale (previo parere favorevole vincolante del Dipartimento Tutela Ambientale).” Lasciando il dubbio sul fatto che tali autorizzazioni possano in futuro venire concesse.
24 Marzo 2018 – la Fise organizza una conferenza Stampa a Piazza di Siena. Diego Nepi, Direttore Marketing CONI Servizi, prima
afferma che lui sarà il “semplice giardiniere” di Piazza di Siena ma subito dopo ammette di aver già parlato con Zétema, Casa del Cinema, Teatro di burattini, ecc. per lavorare “a sistema” e “creare indotto” da Villa Borghese (vedi
qui). Si ha l’impressione che il CONI veda Villa Borghese come un’azienda e non come un giardino storico, ma piuttosto come un qualcosa “da spremere” per creare indotto, cioè ricavi (per CONI e Fise).
11 Maggio: Il II Municipio convoca una Commissione Ambiente in cui Diego Nepi assicura che:
1) Il prato verrà riaperto subito dopo il disallestimento (che deve terminare entro il 20 Giugno)
2) Il campo di Gara al Galoppatoio verrà eliminato a fine Concorso
3) Il Casino dell’Orologio non verrà usato da CONI o Fise durante lo CSIO (come aveva già detto il
24 Marzo)
Arriva quindi il giorno del Concorso.
Il Casino viene aperto (a sorpresa di tutti) e utilizzato: la Fise ci fa infatti il banco registrazione, al piano terra, occupando due stanze.
A Piazza di Siena incontro il Direttore Marketing del CONI che mi spiega che hanno avuto notizia della sua disponibilità solo il giorno prima del Concorso e che appena finite le gare la Sovrintendenza lo riprenderà in carico.
Poi lo CSIO finisce, il CONI è soddisfatto, la fiducia degli sponsor non sembra aver risentito dell’
arresto di uno dei membri del Comitato organizzativo dello CSIO pochi giorni prima del concorso, l’Italia vince la Coppa delle Nazioni e sono tutti contenti. La Sindaca diserta però il Concorso, prima volta dal 1926.
L’aspetto positivo di questa storia è l’eliminazione della sabbia silicea dall’Ovale e il restauro delle gradinate e dei muri.
Però entrambe le cose necessitano di una spiegazione:
1) Il prato.
Srotolato e non piantato, verde intenso, omogeneo, fa sembrare un po’ la Piazza un campo da stadio. Ma diciamo che è un dettaglio su cui i più non si soffermeranno, quello he conta, invece, è che venga restituito alla cittadinanza. Il prato dell’Ovale è infatti conosciuto per tradizione come “il prato dei romani” (e non della Fise o del CONI), quindi innaffiarlo e tagliarlo durante l’anno è una cosa, ma tenerlo chiuso per tutto o quasi tutto l’anno, impendendone l’utilizzo ai cittadini, è un’altra. In quest’ultimo caso infatti la Fise andrebbe incontro alla reazione compatta delle associazioni e dei cittadini che sono i legittimi proprietari della Villa stessa. La Villa infatti non puo’ essere sottratta all’uso pubblico, nemmeno in parte.
Che succederà al prato? Sui forum online degli amanti dei cavalli, gli appassionati di equitazione definiscono “pietoso” lo stato attuale del prato, e dicono che ha resistito soltanto grazie al ripetuto intervento dei tecnici (venivano passati dei rulli sul prato tra una gara e l’altra – vedi foto)
e al continuo spostamento degli ostacoli. L’erba utilizzata non sembra essere stata la scelta migliore ed infatti verrà probabilmente fatta un’integrazione (o una sostituzione?) con altri tipi di erba.
Ci chiediamo: per questa integrazione, il prato dovrà nuovamente essere chiuso? Per quanto? per ora non si sa nulla.
Non è dato nemmeno sapere se nel contratto di adozione sia specificata o meno la chiusura del prato al pubblico e per quanto tempo.
Per la prima volta in decenni, FISE offre una riparazione dopo i tanti danni inferti a Piazza di Siena, finora sempre impuniti. L'”operazione Piazza di Siena” – ha detto Diego Nepi in Commissione Ambiente del II Municipio- è costata sui 300 mila euro. Di questi, però, ipotizziamo che gran parte siano stati spesi per eliminare la sabbia e mettere il prato, in quanto – da quello che ci hanno riferito dal CONI- circa 100 mila euro sono stati spesi per il restauro delle gradinate. Un lavoro di restauro che è stato fatto in fretta, però, forse perchè il contratto di adozione è stato firmato a fine Marzo e la piazza doveva essere pronta meno di due mesi dopo. E infatti già durante i giorni del concorso abbiamo visto che l’intonaco gallino messo sopra il rinzaffo si è staccato in vari punti (vedi foto del 29 Maggio). L’esito del “restauro” non mi sembra ottimo, quindi.
Detto ciò va ricordato anche che Piazza di Siena non fu creata per le gare equestri. Il nome le deriva dal riferimento alla città di Siena, in ricordo delle origini familiari dei proprietari della Villa (e non al Palio di Siena!). Il disegno fu ispirato dall’ippodromo di Plinio, nella cultura classica allora imperante.
La piazza era destinata alle “feste romanesche” cui partecipava il popolo: tornei, lanci di mongolfiere ma anche banchetti con porchetta e vini frizzanti dei Castelli. Un tempo, inoltre, la vegetazione veniva rispettata molto meglio (vedi foto in b/n, sotto, anni ’20), di quanto accade oggi con eventi che utilizzano allestimenti enormi e invasivi, poggiati sopra e dentro le piante (
qui si vede prima dell’arrivo del Coni come allestivano senza alcun rispetto delle siepi di bosso e
qui si vede la situazione nel 2018, con allestimenti ancora da migliorare).
Infine, oltre alla sottoscritta,
molti ritengono che i grandi eventi non siano compatibili con un giardino storico.
La Carta dei giardini storici di Firenze, sottoscritta anche dall’Italia nel 1981, chiarisce, infatti, che (art. 19): ”
Per natura e per vocazione il giardino storico è un luogo tranquillo che favorisce il silenzio e l’ascolto della natura…” e ancora (art. 20): “Se, nella vita quotidiana, i giardini possano tollerare lo svolgersi di giochi tranquilli,
conviene comunque creare, parallelamente ai giardini storici, alcuni terreni appropriati ai giochi vivaci e violenti e agli sport, così da rispondere ad una domanda sociale senza nuocere alla conservazione dei giardini e dei siti storici.”
L’allestimento dei “giochi moderni” (eventi) è infatti notevolmente ingigantito rispetto alle feste di cento anni fa.
E le strutture degli eventi moderni non piovono dal cielo. Devono essere depositate e piazzate da mezzi pesanti. Non possono essere portate a braccio. Quando le gru sollevano una pedana, un prefabbricato, le grosse aste metalliche dei riflettori, i massicci blocchi che li fissano al terreno, questi, oscillano nell’aria e ogni tanto finiscono inevitabilmente per colpire alberi e piante. E un colpo ad un tronco puo’ risultare fatale per un albero. Che magari è stato piantato duecento anni fa.
Grande successo per FISE e CONI che festeggiano la splendida doppia vittoria dei cavalieri italiani e, grazie anche alla cornice storicamente spettacolare di Piazza di Siena, incassano la notevole cifra di tre milioni di euro dagli sponsor.
Resta la domanda: Villa Borghese cosa ha ottenuto in cambio?
Un restauro sommario delle gradinate di Piazza di Siena, costato a CONI e FISE circa 100 mila euro. Il ritorno tanto sospirato dell’erba nell’ovale sembra essere a quasi esclusivo beneficio della FISE (ai cittadini resta solo la vista): già transennato l’ovale per un periodo di tempo senza precedenti – ben otto mesi, da ottobre 2017 a giugno 2018 – ora si prevede un prolungamento del divieto d’accesso alla cittadinanza per permettere agli agronomi FISE di riseminare un’erba più resistente e consona alle gare del Concorso. Cioè altri mesi di transenne.
Quanto al Galoppatoio, c’è incertezza sulla sorte del nuovo campo gara in sabbia, allestito quest’anno per la prima volta in quel luogo da FISE – CONI, raddoppiando le proprie strutture di gara. È possibile che quel campo diventi permanente, contraddicendo le pubbliche assicurazioni riguardo alla rimozione a fine Concorso.
Volendo mettere sui piatti della bilancia l’incasso di tre milioni di euro contro un investimento da circa 100 Mila euro e la manutenzione dell’ovale per accudire il fondo erboso in vista delle future gare ippiche (25 mila euro l’anno, da quello che ci ha detto CONI), lo squilibrio pare evidente.
Villa Borghese è, ancora una volta, una “gallina dalle uova d’oro”?
Martina Battistich
*** *** ***
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com