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Pini di Saxa Rubra, allarme potature

Pubblichiamo un nuovo amaro resoconto di Paolo Salonia, cittadino di Roma Nord che si impegna da tempo per la tutela dei pini del suo quartiere e non solo.

Pini di Saxa Rubra, seconda puntata

di Paolo Salonia

Come i più attenti ricorderanno, all’inizio del 2021, un gruppo di residenti di Saxa Rubra (nell’area compresa tra via di Quarto Peperino, via Adrianopoli, via Crisopoli e strade limitrofe), aderendo ad una iniziativa di raccolta fondi che avevo lanciato, resero possibile il trattamento endoterapico per curare i pini domestici della vasta zona dal durissimo attacco della Toumeyella Parvicornus (1).

Nella totale assenza delle diverse autorità pubbliche preposte alla cura del verde e nonostante queste fossero state da me reiteratamente interpellate e richieste di pronto intervento, l’iniziativa dei privati salvò da morte certa ben 530 pini domestici (basta fare un giro per Roma per capire di cosa si parla).

Sono trascorsi poco più di due anni e i 530 pini godono (oggi sarebbe meglio scrivere “godevano”) di ottima salute con chiome maestose, ricche e dense, di un verde bellissimo.

 Fine della prima puntata. 12 maggio 2023, inizio della seconda puntata.

Entra in scena l’iniziativa della Pubblica Amministrazione, senza che i cittadini siano stati minimamente avvisati.

E’ da quel giorno che ditte incaricate dal Comune hanno iniziato una potatura fuori tempo massimo (cfr Regolamento del Verde e del paesaggio urbano art. 33) (2) per di più in assenza di evidenti  controlli.

Si tratta di Ditte che si sono aggiudicate le gare del Comune di Roma  e stanno intervenendo sulle piante di competenza del Comune stesso.

Il primo giorno, 12 maggio, al suono della prima motosega in azione, rendendomi conto di quanto stava accadendo, ho immediatamente inviato una email a tutte le “Autorità” preposte, sollecitando informazioni e interventi sulla base di circostanziati riferimenti di articoli del Regolamento del Verde e del Paesaggio che lo stesso Comune di Roma ha deliberato il 12 marzo 2021 e reso operativo dal 15 maggio dello stesso anno. In particolare, in riferimento agli Art. 4, 5, 6 (Autorità preposte all’autorizzazione e al controllo), Art. 8 (cittadini informati), Art. 33 (potature e periodi dell’anno in cui NON effettuarli, comma 4 e comma 5 lettera b), Allegato 9 pag. 160/9 (indicazioni specifiche per Pinus pinea).

Ad oggi non è pervenuta alcuna risposta, fatta eccezione di una comunicazione automatica del 12 maggio da parte della Polizia Locale con la quale veniva notificato il numero del ticket di “apertura della pratica”. Il 15 maggio seguiva analoga comunicazione automatica che notificava la chiusura dello stesso ticket. Inoltre, la Polizia Locale, come mi hanno spiegato telefonicamente, può solamente verificare la sussistenza delle necessarie autorizzazioni, senza entrare nel merito tecnico-scientifico dell’operato della Ditta autorizzata.

I giorni sono trascorsi e le squadre inviate dalle ditte assegnatarie hanno potuto portare a termine una eccessiva e irreparabile potatura sui pini,  oltretutto infliggendola  in piena fase vegetativa, con evidente presenza di getti sulle parti apicali delle loro chiome.

Le chiome maestose di 530 pini che avevano brillantemente superato gli attacchi della Toumeyella Parvicornus, grazie all’intervento di endoterapia dei primi del 2021, sono state ridotte in modo drastico lasciando  a terra un’enorme quantità di rami di grosso diametro, mucchi pieni di aghi folti e verdi e di nuovi getti, lasciando i tronchi nudi, costringendo la pianta ad assumere una eccessiva altezza che ne comprometterà la stabilità (semplice questione di baricentro). (vedi foto)

Una eccessiva spalcatura (mediamente 6 o 7 metri)  effettuata su molti esemplari che si aggiunge  al massiccio svuotamento della chioma con il taglio dei “palchi” più bassi e di branche di notevoli dimensioni (diametro di 30/40 cm e oltre, ampiamente documentati fotograficamente) con il probabile risultato di  indebolire fortemente le piante rendendole, quindi, meno pronte ad affrontare qualsiasi attacco parassitario, ancora peggio se della Toumeyella Parvicornus che, come noto, sta nuovamente dilagando per tutta Roma.

Le chiome sono così ormai totalmente “disconnesse”: branche completamente “sganciate” dalle chiome, che  non potranno più essere ri-compattate nel volume della chioma e  un potenziale pericolo che NON era presente prima.

L’asportazione di grandissime aree comporterà naturalmente una riduzione significativa delle capacità nel processo di fotosintesi clorofilliana proprio nel momento in cui i pini  sono in piena fase di rigoglio vegetativo. Dunque facendo ricorso alle proprie riserve energetiche, indebolendosi di conseguenza nei confronti dei sicuri attacchi parassitari.

In sintesi, gli interventi, alla luce di quanto prescritto dal Regolamento del Verde appaiono inopportuni e scorretti,  così come mi sembra che non  siano stati messi in atto i necessari  controlli, da parte di coloro che sono preposti per compiti d’ufficio, o politici, alla salvaguardia del verde, anche se non è stato possibile sapere nemmeno  se fosse presente in loco un tecnico incaricato.

E questi interventi rappresentano anche un gravissimo schiaffo sonoro che la Pubblica Amministrazione ha piazzato sulla faccia di quei cittadini che nel 202, in mancanza di qualsiasi intervento da parte dell’Amministrazione comunale, si sono privatamente tassati per sostenere le spese necessarie al trattamento endoterapico di 530 pini domestici, così salvandoli e proteggendoli fino al 12 maggio 2023, data di inizio delle potature decise questa volta dalla Amministrazione comunale stessa senza minimamente informare i cittadini. Infatti non mi risulta che sia  stata data nessuna comunicazione dei lavori di potatura ai residenti, non fosse altro che per mettere al riparo i propri autoveicoli nelle vie interessate.

Interventi che, come già detto, oltre alla loro perniciosità per la salute complessiva dei pini, sono in evidente difformità rispetto a quanto previsto nel citato Regolamento del Verde e del Paesaggio del Comune di Roma, oltre che a tutta la normativa in materia stabilita a livello degli Organi  sovraordinati e alla letteratura scientifica esistente sul tema.

Esistono, poi, la Convenzione UNESCO sul patrimonio naturalistico del 1972 e quella sul patrimonio immateriale del 2003, il Programma MAB (Uomo e Biosfera), l’Agenda SDGs 2030 – Goal 11.4 e la New Urban Agenda e gli altri programmi e accordi internazionali per la tutela, promozione e valorizzazione dei patrimoni naturalistici.

Nè, per il momento, tratto la questione dell’avifauna. Certo è che in questo periodo si ascolta un gran concerto di cinguettii diversi e non credo che i “maestri sinfonici” siano domiciliati altrove e vengano quotidianamente, come pendolari, ad allietarci. Sul tema specifico mi sono rivolto alla LIPU.

Per fortuna, le potature riguardano solamente i pini domestici lungo le strade in carico al Comune, mentre quelli su proprietà private si sono salvati.

A fronte di quanto fin qui esposto, voglio sottolineare che:

  • non mi risulta l’esistenza del “carattere d’urgenza” che avrebbe giustificato l’intervento in un periodo dell’anno non idoneo
  • le piante così drasticamente potate  sono state rese fragili (in modo irreversibile?) per la loro futura staticità
  • le piante sono state fortemente indebolite per l’eccessiva potatura che ha impoverito le chiome e di conseguenza l’apparato radicale, rendendole più facilmente aggredibili da parassiti (i tagli aperti delle branche sono autostrade di accesso), ancora peggio dalla Toumeyella Parvicornus,
  • oltre alle conseguenze di tipo botanico e biologico, l’intero Paesaggio è stato profondamente modificato e rovinato

Mi chiedo anche per quale motivo i cittadini debbano subire la violenza di vedere il loro ambiente di vita e il paesaggio urbano, generale e di prossimità, sistematicamente deturpato e irrimediabilmente alterato senza che vi sia una qualche Autorità che intervenga, sovraintenda, controlli, disponga, corregga, punisca.

Mi chiedo, inoltre, se è corretto che i cittadini siano sistematicamente esclusi da qualsiasi processo decisionale (o almeno dal minimo flusso informativo), a fronte delle continue retoriche dichiarazioni degli amministratori sull’importanza della concertazione e della partecipazione degli amministrati.

Ho eseguito una capillare documentazione fotografica durante l’esecuzione dei lavori, dei materiali residui rimasti a terra, del “dopo trattamento”.

E spero che alla fine saranno accertati gli eventuali danni  sul patrimonio vegetale e le relative responsabilità.

A tutti i cittadini residenti nell’area penso sia doveroso, da parte della Pubblica Amministrazione,  dare una risposta, anche se, purtroppo, non è possibile tornare indietro per praticare una giusta ma adeguata potatura secondo le modalità – e le tempistiche – prescritte nel più volte citato Regolamento.

La sera del 29 maggio ho scritto nuovamente alle stesse Autorità preposte, per denunciare quanto ormai avvenuto e chiedere venga fatta piena chiarezza sull’accaduto.

La mattina del 30 maggio, verso le 8 sono ricominciate le operazioni di potatura e le chiome di altri altri alberi sono state ugualmente impoverite. Per ora,  a seguito di mie rimostranze, sono riuscito a bloccare – ahimè tardivamente il prosieguo degli interventi.

Non so quali saranno le decisioni che saranno assunte nei prossimi giorni relativamente ai lavori di potatura. Nè so se ci sarà un’apertura di confronto o semplicemente una risposta alle mie email da parte della Pubblica Amministrazione.

In ogni caso sono determinato ad andare avanti continuando con tutte le iniziative necessarie e assumendone di nuove per fare rispettare il Regolamento vigente. Sto predisponendo una raccolta di firme tra i residenti dell’area, gli stessi che si autotassarono nel 2021.

Inoltre ho informato alcuni quotidiani e agenzie di stampa, Italia Nostra, Salviamo il Paesaggio, Carteinregola, LIPU e il Gruppo di Intervento Giuridico, storica associazione di legali impegnati sui temi ambientali.

Paolo Salonia

4 giugno 2023

per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

NOTE

(1) vedi

I Pini di Roma rischiano di scomparire e nessuno interviene. Una proposta -31 Agosto 2020Continua#

L’impegno civico contro la pandemia dei pini continua Pubblichiamo un aggiornamento dell’iniziativa di Paolo Salonia per contrastare la diffusione di un parassita dei pini che rischia di cambiare per sempre il paesaggio della Capitale. -23 Gennaio 2021 Continua#

(2) Deliberazione Assemblea Capitolina n. 17-2021 Regolamento del Verde Pubblicato

Articolo 33. Potature

  1. Gli alberi collocati in contesti naturali, parchi o giardini, avendo a disposizione lo spazio che ne garantisce lo sviluppo naturale, non necessitano, di norma, di potatura.
  2. Gli alberi inseriti in ambiente urbano vanno, invece, potati al fine di ottenere lo sviluppo e la crescita migliore in rapporto ai vincoli dati dalle costruzioni e infrastrutture circostanti.
  3. Nelle aree urbane la potatura ha i seguenti obiettivi: rimuovere le porzioni di chioma che rappresentano un ostacolo per la circolazione stradale, ciclabile e pedonale, che siano eccessivamente ravvicinate a edifici ed infrastrutture o che interferiscano con gli impianti elettrici e semaforici già esistenti e con la segnaletica stradale; riequilibrare e ridurre il rischio derivante da individui arborei che hanno subito danneggiamenti all’apparato radicale e che presentino danni alla struttura epigea determinata da agenti patogeni.
  4. Le potature devono essere eseguite a regola d’arte, secondo le più corrette ed aggiornate tecniche arboricolturali e in relazione alle specifiche esigenze del caso; devono essere realizzate nel periodo di stasi vegetativa o nel periodo di maggiore idoneità tecnico-vegetativa proprio di ciascuna specie, tenendo conto sia del microclima della zona d’impianto sia di specifici aspetti fitopatologici e nel rispetto della nidificazione dell’avifauna, escludendo di norma il periodo che va da aprile a luglio, fatti salvi gli interventi urgenti dettati da ragioni di sicurezza ed incolumità pubblica. Nei mesi di marzo e agosto, escludendo condizioni di accertata pericolosità delle piante, la potatura non può essere effettuata su alberi in cui siano presenti nidi di uccelli o tane abitate da piccoli mammiferi o che siano utilizzati come dormitorio o posatoio da specie rare o di pregio.
  5. Per la potatura occorre tener presente i seguenti aspetti (Allegato 9):
    • a)  la riduzione della superficie fogliare si traduce in una minore disponibilità di nutrienti per le radici e le altre parti dell’albero;
    • b)  la potatura deve essere limitata alla sola rimozione delle porzioni di chioma prive di attività vegetativa o di quelle lesionate o alterate da attacchi parassitari e da danni meccanici o meteorici, che possono pregiudicare la salute della pianta e/o la sua stabilità ovvero a quelle strettamente necessarie, escludendo interventi che alterino in maniera sostanziale la struttura della pianta, ne compromettano la crescita e ne pregiudichino la sopravvivenza. La pratica della capitozzatura è vietata;
    • c)  Gli interventi di potatura motivati da pericolo per la pubblica incolumità possono essere effettuati anche in deroga a quanto stabilito al comma 4 del presente articolo, su disposizione del Dipartimento Tutela Ambientale.
  6. Gli interventi di potatura degli alberi appartenenti a Roma Capitale o da essa gestiti, nel rispetto dei cicli biologici, dovranno essere programmati e pianificati dal Dipartimento Tutela Ambientale in accordo con i Municipi interessati, salvo ragioni di urgenza.
  7. I programmi di potatura dovranno essere effettuati tenendo conto dei seguenti elementi:
    • a)  sviluppo della pianta;
    • b)  stato e tipologia di allevamento;
    • c)  riduzione del rischio;
    • d)  ultimo anno di potatura;
    • e) stato fitopatologico e fitostatico.

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