L’urbanistica sotto attacco (e una richiesta alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein)
di Anna Maria Bianchi Missaglia
In queste settimane siamo alle prese con numerose proposte che intendono modificare le regole del governo del territorio. In premessa è necessario ricordare che l’urbanistica, anche se materia molto tecnica e complessa, non è una disciplina per addetti ai lavori, ma riguarda tutti noi, perché determina la qualità della vita delle persone e la conservazione del nostro patrimonio comune, il paesaggio, i beni culturali, l’ambiente.
Leggi illuminate del passato hanno stabilito la pianificazione e la regia pubblica delle trasformazioni, per non lasciare alla legge del profitto la possibilità di uno sviluppo disordinato e disuguale governato dalla legge del più forte, cioè del più ricco. Regole per fare sì che per ogni nuova edificazione – casa, ufficio, centro commerciale o produttivo – si prevedessero spazi e servizi pubblici, dotazioni di verde, strutture per la mobilità. Leggi che anteponevano – o quantomeno armonizzavano – gli interessi generali a quelli dei singoli.
Conquiste sempre precarie, sotto la continua offensiva delle cosiddette “categorie produttive” che lavorano per limare leggi nazionali e regionali, fino ai piani regolatori dei comuni, una legge, un articolo, un comma alla volta. Lamentando burocrazie da bypassare con “semplificazioni”, agitando crisi dell’edilizia e appellandosi a posti di lavoro, rilanciando slogan alla moda come la “rigenerazione urbana” per quelle che sono operazioni per lo più di “speculazione edilizia”, per ottenere sempre più vantaggi per i privati – costruttori e acquirenti- e assai pochi per il pubblico e per la collettività.
Può sembrare un discorso retorico e astratto ma purtroppo possiamo fare molti esempi, che troppo spesso accomunano schieramenti politici formalmente contrapposti.
L’esempio più clamoroso è il disegno di legge cosiddetto “Salva Milano” (1), appena approvato alla Camera con i voti del centrodestra e del Partito democratico insieme a Iv, Azione, +Europa (contrari AVS e M5S), che istituzionalizza su tutto il territorio italiano una pratica urbanistica della città di Milano che ha consentito di trasformare immobili di un piano o due in grattacieli di 85 metri di altezza con una semplice SCIA, cioè un’autodichiarazione che sfugge a qualsiasi pianificazione pubblica e che permette una riduzione fino al 60% degli oneri di urbanizzazione altrimenti dovuti dai costruttori.
L’hanno chiamata “ interpretazione autentica di una legge” ma basterebbe l’interpretazione dettata dal più comune buon senso per comprendere i vantaggi per le imprese costruttrici e gli svantaggi per tutto il resto della città, che merita una pianificazione attenta degli impatti e delle necessità per la sostenibilità delle nuove edificazioni.
E sta arrivando un’altra offensiva, questa volta da parte della Regione Lazio a guida centro destra (2), che potrebbe peggiorare ulteriormente gli aspetti da noi già criticati della legge della Rigenerazione urbana del precedente centro sinistra regionale. Un ulteriore abbassamento dell’asticella delle regole e un ulteriore innalzamento del campo libero alle speculazioni, con enormi rischi per il paesaggio, ma anche per il patrimonio comune e la vita dei cittadini: aumenti di cubatura, cambi di destinazione, cinema che possono essere trasformati per buona parte in spazi commerciali e di somministrazione, garages e cantine trasformabili in residenze e luoghi di lavoro, contenuti in Proposte di legge che presto andranno al voto del Consiglio.
Ma anche tra le pieghe delle modifiche alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore di Roma, recentemente adottate in Assemblea Capitolina, si trovano alcuni cambiamenti che non traggono origine da alcun aggiornamento normativo e che sembrano rispondere alla visione, centrale nell’Amministrazione Gualtieri, di un’economia basata su turismo e mattone, che punta ad attrarre gli investimenti internazionali e a lanciare grandi eventi anziché investire sulle nuove generazioni e su nuovi fronti di eccellenza. Emblematico, in questo senso, un emendamento approvato da maggioranza e parte dell’opposizione che aumenta la superficie di vendita consentita dei locali commerciali, anche nei tessuti più antichi della città, medievali e rinascimentali (3). Aumento che si combina con la possibilità di unire locali di unità edilizie differenti, anche per la somministrazione, e non solo al piano terra. Così da un massimo di 250 mq dell’attuale Piano Regolatore, si potranno raggiungere i 1000 mq, spalancando le porte a centri commerciali di ogni genere e locali di ristorazione di massa nel cuore più fragile della città. Con buona pace dei ricorrenti proclami del centro storico ridotto a parco divertimenti, della desertificazione della residenza e della scomparsa delle attività che non sono funzionali all’iperturismo.
E’ l’urbanistica il vero banco di provadelle buone intenzioni sbandierate dalla politica, delle litanie sullo stop al consumo di suolo, sulla rigenerazione urbana, sulla tutela dell’ambiente e sul contrasto al cambiamento climatico, sulla città a misura di cittadino, chenelle aule e nelle carte vanno in tutt’altra direzione.
Uno stridente contrasto soprattutto per quelle forze politiche che si dichiarano paladine dell’interesse pubblico e dei più deboli e che, quantomeno nell’urbanistica, smantellano con disinvoltura quanto è costato anni di lotte alle generazioni che ci hanno preceduto.
E vogliamo rivolgerci soprattutto alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein: come può essere credibile la promessa di cambiamento, di tutela dei diritti, di attenzione per i più deboli, se poi si vota insieme alle destre una sciagurata legge che calpesta e distrugge quei valori? E se tanti esponenti delle istituzioni locali come il Sindaco Sala, ma anche il Sindaco Gualtieri – basti pensare alla scelta di inserire un porto privato per grandi navi a Fiumicino negli interventi giubilari – nella quotidiana cucina amministrativa continuano a seguire un modello che non ha nulla a che fare con l’interesse pubblico? Siamo davvero stufi di sentire infiorate narrazioni che fanno a pugni con le reali decisioni: le chiacchiere stanno a zero da tempo. Ce lo ricordano i tanti cittadini che si sono convinti che il loro voto non abbia alcuna chance di cambiare la realtà e che disertano sempre più le urne.
Anna Maria Bianchi Missaglia
E’ in preparazioneun webinar di Carteinregola sul tema
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