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Possibile che a Roma tutto diventi emergenza?

Il Sindaco chiede al Presidente del Consiglio “mezzi necessariamente  straordinari” per fronteggiare l’afflusso di pellegrini per la proclamazione del nuovo Pontefice. Noi invece crediamo che Roma debba essere gestita  con gli strumenti ordinari della programmazione e  della buona amministrazione, anziché appellarsi   a  ogni piè sospinto all’emergenza per chiedere poteri speciali.

Il Sindaco Alemanno chiede al Presidente Monti “mezzi e risorse necessari a garantire al meglio la gestione” dell’afflusso di pellegrini per la proclamazione del nuovo Pontefice[1], stimati nel considerevole numero di 4 milioni in un mese. Stima piuttosto abbondante, se si considera che nel 2005, quando morì Papa Wojtyla, un evento che si presume abbia scosso assai più profondamente il popolo dei devoti, accorse a dare l’ultimo saluto al Papa  un numero di fedeli stimato  tra i 2 e i 5 milioni[2]. Quanto al Conclave per l’elezione del suo successore, pur non avendo i dati parziali delle presenze, va detto  che iniziò pochi giorni dopo il funerale e durò due giorni in tutto.

Tutto filò liscio e  la città guidata dal Sindaco Veltroni riuscì a “tutelare l’immagine dell’Italia nel mondo” pur non avendo ricevuto alcun potere speciale dal governo. L’allora capo della Protezione Civile Bertolaso fu chiamato a svolgere un “coordinamento generale” dell’ “evento”, che lasciava  però la gestione ai diversi uffici ed enti comunali.

Invece per  Alemanno “il carattere di straordinarietà determina la necessità di dotare Roma Capitale di mezzi necessariamente anch’essi straordinari” per “adottare tutte le misure idonee a garantirne la dovuta accoglienza e sicurezza, prestando massima attenzione, in particolare, alla gestione delle problematiche legate alla mobilità, alla viabilità ed ai trasporti”[1]: noi invece crediamo che sarebbe ora di cominciare a pensare che i pellegrini, i turisti, i grandi eventi della Capitale fanno parte della condizione normale della città,  una metropoli  sicuramente  complessa, ma che proprio per questo  deve essere gestita  con gli strumenti ordinari della programmazione e  della buona amministrazione, anziché appellarsi   a  ogni piè sospinto all’emergenza per chiedere poteri speciali.

Fortunatamente la Legge sul Riordino della Protezione Civile del luglio scorso ha cancellato – speriamo per sempre –  la consuetudine di utilizzare anche per i fenomeni umani e prevedibili (i cosiddetti “grandi eventi”)  gli stessi provvedimenti adottati per fronteggiare le catastrofi naturali. E speriamo che non si stiano  cercando  pretesti  per introdurre di nuovo la gestione commissariale della mobilità della Capitale, scaduta il 31 dicembre. Quanto ai quattromilioni  e mezzo di euro chiesti dal Sindaco al Governo per coprire le spese, forse rinunciando a qualche intervento di cui non c’è alcuna necessità ed urgenza, potrebbero saltare fuori anche dal bilancio cittadino.  Ad esempio rinunciando  a spendere 1 milione e 600 mila euro per abbattere il muretto dell’Ara Pacis di Richard Meier …

Post scriptum: A oggi non si conoscono ancora i risultati completi della gestione commissariale per l’emergenza traffico istituita nel 2006. Secondo i  dati parziali, ottenuti dopo 146 giorni  di solleciti da 100  associazioni dei cittadini,  rispetto ai piani iniziali, le opere completate sono meno del 10% di quanto  previsto nel 2006[3].


[1] http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/02/14/addio-del-papa-roma-ha-bisogno-di.html

[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Giovanni_Paolo_II – Repubblica 9 aprile 2005 Milioni di pellegrini a Roma funziona il piano d’ accoglienzahttp://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/04/09/milioni-di-pellegrini-roma-funziona-il-piano.html

[3] Vai al dossier Il fallimento dell’Emergenza traffico e mobilità a Roma 2006 – 2012 del 30 novembre 2012 a cura di Mobilitiamoci https://carteinregola.wordpress.com/mobilita/emergenza-traffico/basta-emergenza-mobilita/

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