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Presentazione delle modifiche del Piano Regolatore in Campidoglio: non è questo il metodo

La kermesse in Campidoglio per la presentazione delle modifiche al Piano regolatore è stata un significativo, anzi simbolico, esempio della visione della città di chi la governa da ormai tre anni e mezzo, degli interlocutori privilegiati dell’Amministrazione e della dialettica in Assemblea capitolina.

Si è tenuta il 14 febbraio in Campidoglio Le nuove norme tecniche attuative del piano regolatore. Presentazione alla città sulla delibera adottata dall’Assemblea Capitolina l’11 dicembre scorso, con interventi, tra gli altri, del Sindaco Gualtieri e dell’Assessore all’urbanistica Veloccia (in calce il video della registrazione).

Da un anno e mezzo Carteinregola chiedeva che su tale Proposta di Delibera, tutt’altro che di scarso impatto sul Piano Regolatore vigente, si aprisse un dibattito con i cittadini (1), come prevede anche la legge regionale (2): pensavamo che l’iniziativa in Campidoglio, nonostante fossero passati due mesi dall’adozione in aula, fosse comunque un passo in quella direzione, seppure il “rischio passerella” fosse molto forte. Ma forse il solito evento promozionale per magnificare quanto fatto dall’Amministrazione sarebbe stato meglio.

E, si badi, non ci riferiamo ai contenuti della Delibera adottata, su cui Carteinregola sta lavorando e preparando le osservazioni, ma al messaggio inviato alla città attraverso la stessa organizzazione dell’evento, con i discorsi, la scelta dei soggetti non istituzionali invitati a intervenire, le parole chiave ripetutamente evocate e anche alcuni messaggi arrivati dall’opposizione, nemmeno tanto sottintesi.

La parola più ricorrente è stata “patto” (3), ripetuta più volte nel discorso di apertura del Sindaco Gualtieri , “un grande patto tra  le amministrazioni,  le istituzioni, le forze sociali, imprenditoriali economiche, associative, territoriali,  ambientali, culturali  intellettuali della città, un grande patto per la rigenerazione e la trasformazione  della nostra città che noi pensiamo indispensabile e possibile“. Un patto che diventa anche una “sintesi” tra (quasi) tutte le forze politiche (4), che l’Assessore Veloccia descrive come “un  punto di incontro tra diverse istanze, tra diversi punti di vista,  in alcuni casi davvero anche opposti” “sulle grandi questioni della città, dell’interesse della città” perchè “quando si parla di regole, quando si parla di strumenti di governo, quando si parla di semplificazione amministrativa, è necessario chiamare a raccolta tutte le forze della città e cercare appunto una  sintesi positiva, ed è il contrario del consociativismo, dove si litiga un pubblico e ci si accorda in privato” e aggiunge “perché le migliori stagioni della città sono state proprio quelle in cui una classe dirigente diffusa, politica ma non solo politica, sulle grandi questioni della città, dell’interesse della città,  è riuscita a costruire un  punto di incontro tra diverse istanze, tra diversi punti di vista,  in alcuni casi davvero anche opposti“.

La realtà che è stata rappresentata nel corso della presentazione da questo punto di vista è stata coerente con tali intenzioni: oltre ai rappresentanti delle massime istituzioni capitoline e agli esponenti dei partiti di maggioranza e opposizione, sono intervenuti anche tre esponenti delle “forze produttive” legate all’edilizia, a partire dal Presidente dell’ACER Ciucci, che ha parlato subito dopo la Presidente dell’Assemblea capitolina, del Sindaco e del Presidente della Commissione Urbanistica e prima dei consiglieri capitolini. Nessun dubbio che la partecipazione, negata alla stragrande maggioranza dei cittadini prima dell’adozione della delibera (5), sia stata invece ampiamente aperta alle forze imprenditoriali, come ha ricordato Ciucci in vari passaggi del suo discorso, ribadendo che “con gli uffici abbiano fatto  un grande lavoro“,”c’è stata tanta attenzione e tanto dialogo” e via discorrendo.

Per il resto, nessun intervento nè traccia delle “forze sociali, associative, territoriali,  ambientali, culturali  intellettuali della città” citate dal Sindaco, nessun intervento di Sindacati, di enti del terzo settore o del diritto alla casa, ma nemmeno di istituti o associazioni, dell’Ordine degli Architetti o di altre categorie professionali. Come se dovendo presentare il Piano urbano per la mobilità, dopo gli interventi istituzionali si fosse data la parola – e solo – ai produttori di automobili.

Ma ancora più preoccupante è stato il continuo peana a una raggiunta convergenza tra le forze politiche (con l’eccezione dei consiglieri M5S, ma non di Fratelli d’Italia, astenuti), come se si parlasse della Costituzione italiana da porre a fondamento della nuova Repubblica e non di uno strumento, l’urbanistica, che incarna per sua natura una visione politica della città, dove si confrontano quotidianamente visioni contrastanti, spesso antagoniste. L’hanno evidenziato molto bene gli interventi di due consiglieri di opposizione: Francesca Leoncini di Italia Viva (6), e il capogruppo di Noi moderati Marco Di Stefano , che ha orgogliosamente rivendicato la paternità di molti emendamenti alle Norme tecniche approvati dall’Assemblea, ricordando anche alcune – in verità poche – modifiche che non gli sono piaciute su cui dovrà essere rifatta una battaglia quando “la delibera tornerà in Assemblea per le controdeduzioni“. E, alla conclusione del suo intervento, il consigliere del centrodestra ha voluto ricordare che la Delibera adottata ha ancora un lungo percorso davanti, dato che dovrà passare al vaglio della Regione, a cui è demandata l’ultima parola, soprattutto se riterrà che le modifiche intervengono su “caratteristiche essenziali dello strumento urbanistico generale(7). E Di Stefano, dismettendo i panni da consigliere e indossando quelli di “segretario regionale di un partito che sostiene il governatore del Lazio“, ha detto che intende farsi portavoce presso il Presidente Rocca che “non ha alcuna voglia, amando Roma come l’amiamo  tutti quanti noi,  di mettere i bastoni tra le ruote a un atto così importante  che può stravolgere (sic) il futuro di questa città“, però ha avvertito: “per fare questo bisogna avere un dialogo politico, su questo bisogna avere chiarezza, e dialogo politico  non vuol dire che quello che fa uno è fatto bene, e  quello che fa un altro è fatto male, e non vuol dire che è solo sulle norme, ma,  lo dico agli addetti ai lavori, è in generale, [bisogna avere] lo stesso atteggiamento che ha avuto la maggioranza in consiglio comunale di grande mediazione… bisogna avere una concezione della politica molto larga del dialogo, per cui se questo vale per le Norme tecniche [modificate dalla Delibera adottata NDR] deve valere per tante altre cose. Non serve molta immaginazione per comprendere il riferimento alla Proposta di Legge n. 171 che arriverà al voto del Consiglio regionale nelle prossime settimane, quella sì che stravolge le più elementari regole a tutela dell’interesse pubblico, del Paesaggio, dell’ambiente, della qualità della vita dei cittadini (8).

E in quel frangente ci auguriamo che i consiglieri regionali di opposizione non pensino a patti o a sintesi o a convergenze con la maggioranza di centro destra, con “lo stesso atteggiamento che ha avuto la maggioranza in consiglio comunale di grande mediazione“. E’ finita da tempo la stagione del “non solo, ma anche” che ha consegnato la città al Sindaco Alemanno.

Il conflitto esiste ed è il motore del cambiamento, e le forze che hanno visioni diverse della città – noi le abbiamo chiamate “la città delle persone e la città della rendita(8)devono avere il coraggio di portarle avanti, senza compromessi e senza scambi. Coinvolgendo tutta la città e le tante risorse che questa città possiede, quelle persone e quelle realtà che ogni giorno si impegnano per rendere un po’ meno atroci le disuguaglianze che Roma ha ereditato anche per la sua forzata e monotematica vocazione edilizia.

Noi non siamo, come diceva il presidente Ciucci ricordando il passato, contro “gli odiati  costruttori, i palazzinari” ma neanche per i “beneamati costruttori” che sarebbero diventati nel presente: a ognuno il suo ruolo, agli imprenditori perseguire giustamente il profitto, alle istituzioni lavorare per l’interesse generale, dei cittadini di oggi e di domani. Nessuna preclusione al dialogo, ma il dialogo deve essere con tutti. E se ci sono convergenze nel merito delle scelte, con forze economiche, sociali o altre forze politiche, ben vengano, ma la condivisione non deve essere ricercata come un valore a prescindere. E soprattutto non può essere raggiunta con il dialogo con una sola parte sociale e con le forze politiche, escludendo dal dibattito quella società civile di cui ci si ricorda sempre solo in campagna elettorale.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Post scriptum: forse sarebbe stato meglio che nella lunga gestazione delle modifiche delle Norme tecniche (molti emendamenti al testo della Giunta portati in Aula sono scaturiti da mesi di dibattito interno alla maggioranza e non solo) il dialogo, più che i costruttori, coinvolgesse la Sovrintendenza, organo capitolino, e la Soprintendenza statale (10).

La registrazione dell’evento alla Protomoteca in Campidoglio- interventi 00.00 Svetlana Celli – Presidente dell’Assemblea Capitolina – 04.50 Sindaco Roberto Gualtieri – 25.20 Giovanni Quarzo capogruppo capitolino Fratelli d’Italia – 27.05 Tommaso Amodeo Presidente Commissione Urbanistica – 33.45 Antonio Ciucci Presidente ACER (Associazione dei Costruttori Edili di Roma e provincia)- 39.59 Alessandro Sbordoni Presidente FederLazio (Associazione Piccole e Medie Imprese del Lazio)- 44.00 Valeria Baglio capogruppo capitolino del Partito Democratico – 50.32 Giovanni Caudo capogruppo capitolino Roma Futura – 1.00.00 Marco Di Stefano capogruppo capitolino Noi Moderati – 1.13.20 Riccardo Drisaldi vice presidente Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) 1.16.40 Francesca Leoncini gruppo capitolino Italia Viva – 1.24.10 Maurizio Veloccia Assessore all’urbanistica – 1.38.51 fine

Trascrizione dell’ intervento conclusivo dell’Assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia

Ascoltando gli interventi che si sono susseguiti capirete che abbiamo fatto un piccolo miracolo perché giustamente si è partiti da posizioni anche molto differenti ma si è arrivati diciamo a una sintesi e io voglio partire da qui, prometto anche  di essere breve, insomma siamo a San Valentino, a quest’ora abbiamo un problema, quindi voglio essere molto rapido.

Voglio dire che noi abbiamo fatto qualcosa di importante e di questo dobbiamo essere tutti consapevoli e orgogliosi. Voglio anch’io ringraziare in primo luogo gli uffici che hanno fatto un lavoro importante, un lavoro paziente, un lavoro di costruzione e di analisi, anche per le tantissime istanze che sono pervenute; e poi voglio ringraziare l’Assemblea tutta, la commissione urbanistica che ha svolto un lavoro  indispensabile, è  stato ricordato dei tantissimi incontri e audizioni formali, informali, che ci hanno permesso di migliorare una proposta che era stata definita dalla Giunta capitolina nel 2023,  ma che aveva proprio la volontà di essere una base di discussione, e quindi io prima del merito vorrei analizzare il metodo che è stato seguito,  che se non è più importante del merito  però è almeno altrettanto importante, perché se noi sposiamo questo metodo,  noi pensiamo  che possa essere un metodo replicato in altri contesti e perché può costituire un punto di partenza di carattere più generale.

Io su questo voglio sottolineare la riflessione,  perché le migliori stagioni della città sono state proprio quelle in cui una classe dirigente diffusa, politica ma non solo politica, sulle grandi questioni della città, dell’interesse della città,  è riuscita a costruire un  punto di incontro tra diverse istanze, tra diversi punti di vista,  in alcuni casi davvero anche opposti. Una sintesi che ha rafforzato Roma e che ha rafforzato un sistema della città, non  un Sindaco, non una maggioranza, non un assessore,  ma un “sistema città”; quando si parla di regole, quando si parla di strumenti di governo, quando si parla di semplificazione amministrativa, è necessario chiamare a raccolta tutte le forze della città e cercare appunto una  sintesi positiva, ed è il contrario del consociativismo, dove si litiga un pubblico e ci si accorda in privato.

Qui noi abbiamo posto in Assemblea Capitolina, quindi nel massimo luogo del dibattito pubblico,  un testo,  e lì quel testo è stato emendato, si è discusso, ci si è confrontati e si è trovata una sintesi. Perché non si può  allora replicare questo metodo? In altri campi,  in altre situazioni. Io penso che questo sia il lascito più importante di questa esperienza. Lo si può replicare sui termini di Roma Capitale, lo si può replicare  sulla discussione in Regione,  decidiamo riconoscendo anche la specialità di Roma rispetto ovviamente a norme di semplificazione.

Quindi io voglio ringraziare in primo luogo  tutti quanti voi, capi gruppo, l’Assemblea , ma anche le forze datoriali, ma anche gli ordini professionali, anche ovviamente le associazioni di categoria, proprio per aver voluto con pazienza accettare la sfida, una sfida che è sempre fallita,  ecco questa sfida l’abbiamo accettata tutti quanti insieme e fino ad oggi sta funzionando. Ora anche rispetto a quello che è stato detto insomma, io credo che la Regione avrà in conto appunto di valutare le norme che sono state inviate insomma, come ha detto il consigliere Di Stefano, e di far concludere la procedura di variante, come noi auspichiamo,  a Roma Capitale;  questo pensiamo, da un punto di vista prettamente tecnico, che sia possibile e pensiamo anche che questo sia giusto, perché questa riforma non ha intaccato i principi del Piano Regolatore  Generale in alcun modo, ha lavorato su un testo  di semplificazione e il recepimento di norme sopravvenute.

E’ chiaro che per altro questo è coerente con quanto si sta facendo a livello nazionale per dotare di più poteri Roma Capitale ed anche coerente  dal punto di vista politico proprio sul lavoro di condivisione istituzionale che ha portato l’ampia convergenza sulla delibera.

Ma poi c’è un altro messaggio, per venire alla discussione di oggi  e di quello che riusciremo a dare,  c’è quello di riuscire finalmente a portare in tempi certi e chiari  la riforma alla sua conclusione.

Perché come voi sapete noi abbiamo sessanta giorni per la definizione delle osservazioni, abbiamo dei tempi legati alla analisi delle osservazioni e alla formulazione delle contordeduzioni.

Contestualmente possiamo avviare i procedimenti di verifica di assoggettabilità VAS [Valutaziome Ambientale Strategica] e quindi se c’è una certezza su un percorso definito noi possiamo io credo arrivare nei prossimi mesi, non  prossimi anni,  ma nei prossimi mesi alla proposta di delibera che possa arrivare in aula e possa essere votata. Peraltro questo percorso non comprime minimamente il ruolo e le  prerogative di  tutte le istituzioni che non soltanto devono, ma  che noi vogliamo che possano contribuire a migliorare il testo, a emendarlo quando è necessario;  questo lo dico anche in relazione, è stato ricordato oggi,  a un’interlocuzione in atto con la Soprintendenza di Stato, che ha posto dei rilievi sul mancato coinvolgimento in questa fase. Ora anche su questo  insomma dobbiamo essere chiari. Noi oggi siamo nella fase iniziale.

Ora abbiamo un testo  stabile che è quello adottato e ora si avvia la fase pubblicistica. È chiaro che un’istituzione importante come la Soprintendenza deve essere coinvolta ed è già stata  coinvolta perché vogliamo esaminare qualsiasi tipo di criticità che ci potrebbe essere sottoposta. Prima per altro sarebbe stato complicato, perché fino a quando l’organo sovrano dell’amministrazione che è l’assemblea capitolina non adotta il  testo,  si ha una proposta, che può essere peraltro cambiata, stravolta, emendata,  peraltro ricordo che non so quanti siano stati gli emendamenti che hanno cambiato la proposta di Giunta, quindi nel momento stesso in cui si formalizza l’adozione c’è un testo  vigente, diciamo , norme di salvaguardia peraltro,  che viene  pubblicato e da lì comincia evidentemente un’interlocuzione importante che ripeto noi vogliamo assolutamente affrontare anche perché noi siamo i primi che vogliamo che la tutela della città sia non soltanto conservata ma ancor di più valorizzata.

Da questo punto di vista,  e dico solo due questioni di merito, noi conserviamo l’impianto di fondo del Piano del 2008, noi siamo  molto coerenti con quell’impianto, anche perché quel piano lo voglio ricordare è un piano che ci ha permesso, anche rispetto alle tante chiacchiere, anche nei giorni scorsi, sulle compensazioni,  un piano che ha sancito la fine dell’espansione della città, il taglio di oltre sessanta milioni di metricubi di previsioni edificatorie, ha introdotto regole   rigorose per la  struttura della nostra città, sulla salvaguardia dello sviluppo ambientale, sulla ridistribuzione della rendita, quindi è attuale quel piano, nei suoi principi,  nei suoi obiettivi ma è evidente che dopo quindici anni è cambiato il mondo, sono cambiate le regole,  sono cambiate le normative nazionali e regionali, sono cambiati le abitudini  della città, pensate a quello che ha portato il Covid anche nella gestione della differenziazione,  nelle modalità di vita, di lavoro, e quindi è evidente  che era  necessario riuscire a capire come la realtà è cambiata in questi quindici anni e anche verificare cosa in questi 15 anni  non ha funzionato,  perché alcune cose non hanno funzionato , anche nelle nostre norme e quindi bisognava metterle a posto e crediamo  che in questo modo quei principi  quegli obiettivi che sono ancora perfettamente attuali all’interno possano essere finalmente colti.

Penso al tema ad esempio dei programmi delle periferie, si è detto , oppure l’attuazione delle aree a verde e servizi, dove purtroppo per una purtroppo normativa nazionale e urbanistica che non si riesce a riformare è quasi impossibile arrivare a degli espropri accettabili dal punto di vista della sostenibilità economica dell’amministrazione.

Così come alcune battaglie politiche importanti, è stato detto, il tema del centro storico ma io penso al tema dell’housing sociale ,quindi la possibilità di affrontare un tema fondamentale, che ha sempre caratterizzato la storia di questa città,  ma che continuerà a caratterizzare, cioè quello del l’accesso alla casa in un contesto in cui evidentemente questo tema è un tema di carattere nazionale che dovrebbe forse essere affrontato con altri strumenti  e ben altre risorse anche a livello nazionale.

Ed infine quella di evitare nuove trasformazioni nell’agro romano, come si tentò di fare nel 2012, individuando come la fine, diciamo, della possibilità di trovare nuove aree di riserva un punto  discriminante di questa variante; e  poi gli incentivi per la rigenerazione urbana della città, anche qui noi recepiamo le novità legislative nazionali e regionali, ma poi le decliniamo a nostro modo, nel senso che incentiviamo  fortemente la rigenerazione urbana dentro la città,   cercando di far partire i programmi di recupero delle periferie, semplificando le procedure attuative, prevedendo la possibilità di agire anche per parti,  facendo ricorso al permesso di costruire convenzionato, introducendo nuovi strumenti per rendere più piccoli i perimetri ove intervenire, però per esempio limitiamo le penalità per la sostituzione edilizia alle aree esterne alla città storica, perché crediamo che bisogna mantenere un principio  di precauzione nelle parti più delicate della città che devono essere difese.

Qual è l’obiettivo? È superare la distanza tra le tavole del Piano regolatore e la città vera. Tra le previsioni e la loro concreta attuazione.

Ci vuole coraggio, perché è un percorso difficile, ma anche per due motivi: da un lato, l’ho detto anche in aula, di essere attaccati da chi parla sempre di semplificazione spingendo in realtà verso la totale deregolamentazione; dall’altro si è criticati  da chi in nome di un protagonismo assoluto della forma teorica poco si interessa dell’effettiva attuazione e funzionalità di ciò che è previsto. sul campo.  In realtà sono più facce della stessa medaglia, perché proprio chi non vuole nessun cambiamento anche laddove ci sono delle norme che non funzionano è il miglior  alleato di chi battendo sull’inefficienza  delle norme, in realtà punta a  farle saltare.

Noi  dobbiamo fare il contrario, è quello che stiamo provando a fare,  un sistema regolatorio efficiente è il più valido  alleato di chi vuol mantenere la regia pubblica.

Ho concluso, il lavoro continua, ovviamente,  continuerà  nei prossimi mesi, permettetemi di collocare questo lavoro in un contesto più ampio,  per cui ancora più sono i ringraziamenti agli uffici.

Da un lato un contesto che si inserisce attraverso scelte strutturali per fare valere l’urbanistica a Roma,  penso al tema per esempio della revisione della Carta per la Qualità,  in cui anche qui si è trovato secondo me una lettura intelligente,  in quella revisione noi abbiamo tolto settecento immobili che erano inutili che quindi possono più facilmente essere convertiti, ma  abbiamo  introdotto duecentotrentacinque immobili che sono immobili  storici che invece devono essere tutelati dalla città. Questo è il modo migliore secondo me per salvaguardare il ruolo anche di chi svolge un funzione di tutela  nella città.

Oppure il lavoro che stiamo creando sul piano dei servizi, nelle prossime settimane vogliamo portare all’attenzione della commissione e  un po’ dell’assemblea comunale, cioè quel lavoro che era previsto al piano regolatore che non è mai stato fatto e che ci permetterà di dare una funzione alle tantissime aree a verde e servizi,  quindi con la loro localizzazione con delle priorità di trasformazione di queste aree, per mettere a disposizione della città perché purtroppo il nostro Piano ha delle previsioni in cui si innalza tantissima la dotazione di aree e servizi ai cittadini ma poi nella sostanza ad oggi noi abbiamo meno di quello che sarebbe previsto dal DM  [1444/68 NDR] e quindi su questo ancora una volta vedere in considerazione gli obiettivi con la realtà e cercare di costruire le condizioni affinché questi obiettivi siano perseguibili è un altro lavoro.

E poi ancora il tema sulle compensazioni, che stiamo cercando di fare, il tema sull’housing  sociale, con una delibera che presenteremo nelle prossime settimane,  anche qui per superare un problema: delibere del passato bellissime, ma mai attuate. Quindi coscienza a posto da un lato, ma nessun programma di housing che riesce a partire nella città.

Ed infine appunto, le tante opere pubbliche delle convenzioni urbanistiche, e  i programmi urbanistici che devono tentare di partire. Noi ce la stiamo mettendo tutta, per fare in modo che Roma torni a correre. Credo che questo modello, anche oggi l’intervento plasticamente,  idee differenti, obiettivi differenti, appartenenze differenti, ma quando si tratta delle regole tentare di costruire insieme una sintesi positiva, non per un sindaco, non per una maggioranza, per un’opposizione. Ma per la città.

Per osservazioni e precisazioni : laboratoriocarteinregola@gmail.com

17 febbraio 2025

NOTE

(1) vedi gli ultimi solleciti Modifiche al PRG: no all’approvazione senza informazione e partecipazione 28 marzo 2024

Minimo Sindacale (modifiche al Piano Regolatore senza dibattito con la città)25 Novembre 2024

(2) Il 24 novembre 2022 Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato il collegato alla Legge di bilancio “Disposizioni per la semplificazione, la competitività e lo sviluppo della Regione” che contiene  commi  che introducono  la devoluzione di alcuni poteri nel campo dell’urbanistica a Roma Capitale (commi 61- 68)

comma 62.  Le varianti di cui al comma 61 sono adottate dall’Assemblea capitolina, previa consultazione degli enti pubblici e delle organizzazioni sociali, culturali, ambientaliste, economico-professionali e sindacali interessate, garantendo, comunque, idonei processi di partecipazione e informazione dei cittadini. (…) vedi Il testo approvato dal Consiglio regionale che conferisce funzioni urbanistiche a Roma Capitale (e non solo)

(3) il titolo del resoconto di Roma Today del 15 febbraio infatti è : Piano regolatore, Gualtieri stringe un patto con la città: “Aggiornare le regole per rilanciare Roma”

(4)La Delibera è stata approvata con 33 voti favorevoli, 2 contrari e l’astensione dei Consiglieri Barbato, De Gregorio,Erbaggi, Rocca (FdI) e Santori (Lega). Hanno espresso voto favorevole il Sindaco Gualtieri e i Consiglieri: Alemanni, Angelucci, Baglio, Battaglia, Celli, Corbucci, Fermariello, Marinone, Melito, Michetelli,Palmieri, Pappatà, Stampete, Tempesta, Trombetti e Zannola del Partito Democratico, Amodeo, Barbati, Ferraro, Lancellotti, Trabucco della Lista Civica Gualtieri, Biolghini, Caudo di Roma Futura, Bonessio di Europa Verde Ecologista, Carpano di Forza Italia, Casini, Leoncini di Italia Viva, Cicculli, Luparelli di Sinistra Civica Ecologista, Di Stefano di Noi Moderati, Nanni del Gruppo Misto, Petrolati di Demos. Hanno espresso voto contrario i Consiglieri Diaco e Raggi (M5S).

(5) L’unica occasione di confronto è stata quella delle audizioni della Commissione Urbanistica, riservate e seguite essenzialmente dagli addetti ai lavori o a associazioni ambientaliste e per la tutela (tra queste Carteinegola)

(6) molti emendamenti dei consiglieri di Italia Viva sono stati approvati in Assemblea Capitolina, tra i quali quello che porta la massima superficie di vendita da 250 mq dell’attuale PRG a 1000 metri quadri nei tessuti della città storica, compresi i tessuti medievali e rinascimentali vedi Modifiche al PRG che aprono le porte ai centri commerciali nei tessuti medievali e rinascimentali 22 novembre 2025

(7) Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2022. Disposizioni varie Numero della legge: 19 Data: 23 novembre 2022 Numero BUR: 97 Data BUR: 24/11/2022 (> vai alla versione con i link ai riferimenti di legge citati)

art.1 comma 63.  Le varianti adottate ai sensi del comma 62 sono trasmesse alla Regione entro dieci giorni dal loro deposito presso la segreteria comunale. Qualora, entro i successivi venti giorni, la Regione accerti che le varianti adottate, per la loro portata generale, determinano la modifica delle caratteristiche essenziali dello strumento urbanistico generale o dei relativi criteri di impostazione, ne dà comunicazione a Roma Capitale che provvede secondo le disposizioni di cui all’articolo 66 bis della legge regionale 22 dicembre 1999, n. 38 (Norme sul governo del territorio) e successive modifiche.

(8) vedi La proposta di legge regionale del Lazio che devasterà il territorio(con conseguenze sull’urbanistica e il paesaggio) 4 Febbraio 2025Continua

Vai al sommario della legge con i link ai vari articoli, che abbiamo messo a confronto con i testi vigenti

vedi anche

Le osservazioni di Carteinregola alla PL del Lazio “Semplificazioni e Misure Incentivanti il Governo del Territorio” – prima parte  inviate alla Commissione Urbanistica regionale il 26 settembre 2024

Le osservazioni di Carteinregola alla PL del Lazio “Semplificazioni e Misure Incentivanti il Governo del Territorio” – seconda parte, il Paesaggio inviate alla Commissione urbanistica regionale il 14 ottobre 2024

Legge urbanistica regionale, per l’INU va in direzione opposta alle esigenze di rigenerazione urbana di Roma e del Lazio 22 gennaio 2025

(9) vedi La città delle persone o la città della rendita? – il Convegno dei 10 anni di Carteinregola con le nostre richieste alla politica con le registrazioni video e i materiali 15 novembre 2022

(10) vedi Modifiche PRG: la tutela dei beni culturali richiede la collaborazione tra le istituzioni 13 febbraio 2025

2 Responses to Presentazione delle modifiche del Piano Regolatore in Campidoglio: non è questo il metodo

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