Progetto Flaminio: riassumiamo la storia e i punti controversi della Proposta di delibera
Autore : Redazione
Giovedì 21 novembre alle 13 arriva al voto dell’Assemblea Capitolina la Proposta di Delibera sul progetto per gli ex Stabilimenti Militari Macchine Elettriche di Precisione (SMMEP) di Via Guido Reni al Flaminio(1) approvata dalla Giunta Raggi,con l’adozione della variante urbanistica. Il 7 e l’8 novembre è stata sottoposta al parere preliminare rispettivamente del Consiglio del II Municipio (parere non vincolante) e a quello della Commissione urbanistica comunale. Proponiamo una sintesi del progetto di trasformazione urbanistica e delle modifiche apportate dalla nuova Proposta di Delibera, con una disamina di alcuni punti controversi che sono stati sollevati da Carteinregola (e non solo).
IL PROGETTO FLAMINIO della Giunta Marino
L’intervento urbanistico riguarda un’ area di ca 55.000 mq nel cuore del Flaminio, Roma Nord, di fronte al MAXXI e poco lontano dall’Auditorium, dove sono presenti fabbricati militari industriali con una volumetria di 267.000 mc, rimasti per decenni in abbandono. Alla fine del 2013 gli immobili sono stati ceduti dal Demanio direttamente a Cassa Depositi e Prestiti (insieme a molte altre proprietà pubbliche), con l’intento di “fare cassa” per mantenere gli impegni del Patto di Stabilità. Un accordo siglato con il Comune di Roma ha introdotto la restituzione i quasi metà dell’area per usi pubblici e sociali, alla fine dell’iter della prevista trasformazione urbana. Il progetto, incardinato alla Delibera n.54 del 7 agosto 2014 (1), prevedeva di realizzare il “quartiere della “Città della Scienza”, un nuovo pezzo di città che avrebbe visto la realizzazione, a fianco di residenze (29.000 mq), negozi (5000 mq) e un albergo (5000 mq) privati, di una piazza pubblica, servizi per il quartiere (circa 2000 mq), una quota di alloggi per housing sociale (6000 mq) e, secondo il progetto della Giunta Marino, la Città della Scienza (“comparto B”, 27.000 mq).
Ex stabilimenti militari Flaminio Detsinazioni urbanistiche 2014
Per la realizzazione del masterplan del Progetto Flaminio/quartiere Città della Scienza si è tenuto un processo partecipativo a cui hanno aderito una quindicina di associazioni e comitati di quartiere, che si è concluso con la stesura delle “Linee guida” da inserire tra i materiali alla base del “Concorso Internazionale”, indetto da CDP sgr. (2) Il concorso è stato vinto dallo Studio Viganò di Milano, che ha poi consegnato il progetto del Piano di recupero nel dicembre 2015. In seguito alla caduta della Giunta Marino e al commissariamento di Roma fino a nuove elezioni, il progetto resta congelato.
PASSANO 4 ANNI
Con l’insediamento della Giunta Raggi il progetto riprende lentamente il suo cammino, anche se la destinazione della parte pubblica di livello metropolitano – la “Città della Scienza”- sembra non corripondere più alle intenzioni della nuova maggioranza: nell’unica assemblea pubblica sul tema dell’era Raggi, l’allora Assessore Berdini parla di un ripensamento, e dell’investimento delle risorse ricavabili dal contributo straordinario (circa 43 milioni di euro) per interventi nelle periferie.
Il sopralluogo del 17 febbraio 2017
Per molto tempo non si hanno più notizie del progetto – e le ripetute richieste delle associazioni di incontro e/o di confronto pubblico agli assessori competenti non ricevono risposta – e, nonostante la chiusura della conferenza dei servizi nel dicembre 2016, tutto sembra impantanato in intoppi procedurali. Intanto, nella primavera del 2017, il II Municipio promuove un secondo tavolo con le associazioni, che mette a punto un progetto per la parte destinata ai servizi per il quartiere, individuando le destinazioni in una biblioteca – proponendo lo spostamento della Biblioteca attualmente presso la scuola Guido Alessi – e un centro polifunzionale/Casa del quartiere. Ai 4 incontri partecipano, oltre all’assessore municipale e ai tecnici del Municipio, anche un rappresentante di CDP sgr; vengono effettuati sopralluoghi nel complesso SMMEP e in altre strutture analoghe a quella in progetto, e sono anche invitati degli esperti, tra i quali dirigenti delle biblioteche di Roma.
IL PROGETTO FLAMINIO della Giunta Raggi
Il 21 febbraio 2019 viene sottoscritto l’Atto d’obbligo tra CDP investimenti sgr e Roma Capitale, ma solo nell’ottobre 2019, in seguito a un articolo apparso sul quotidiano La Repubblica, i cittadini apprendono le novità introdotte con l’atto e riprese poi dalla Proposta di deliberazione che sta per approdare al voto dell’Assemblea Capitolina.
Alla lettura della nuova Proposta di deliberazione(3), queste le novità presenti (o assenti):
– Adozione da parte dell’assemblea capitolina del Programma integrato di intervento in variante luogo dell’adozione del Piano di recupero in variante (4)
– lo stralcio dei fabbricati ex SMMEP dalla Carta della qualità elaborato G1b, anche sulla scorta dei pareri resi dal MIBACT (…) (5)
– l’introduzione di una flessibilità nel mix funzionale delle destinazioni residenziali pari al 20% della SUL (Superficie Utile Lorda) richiesta da CDP e giudicata compatibile con la flessibilità del PRG (…) per consentire la realizzazione di una struttura ricettiva rispondente agli standard dimensionali dei gestori internazionale di alberghi (10.000 m quadri di SUL non residenziale riallocata in 3900 mq circa per commerciale ca 6000 per ricettivo anziché 5000 mq e 5000 mq) . L’albergo previsto avrà un’altezza massima di 32 mt (il più alto degli edifici previsti dal Programma) in deroga al regolamento edilizio;
– sono previste deroghe agli standard urbanistici con riduzione di quelli relativi ai parcheggi pubblici, al verde e ai servizi pubblici (si dicono soddisfatte le dotazioni dei parcheggi pubblici e privati ai sensi delle normative e del PRG, le specifiche si trovano nella Relazione tecnico urbanistica dell’Ufficio)
– il ricorso a una procedura concorsuale (vedi atto d’obbligo) per individuare il “progettista a cui a fare affidare la progettazione definitiva dei servizi pubblici di livello con locale” cioè la biblioteca e casa del quartiere (opere di urbanizzazione secondaria), a spese di Roma capitale (100.000 euro) che risultano già stanziati nel bilancio comunale(6)
Inoltre:
- Nella Delibera si sottolinea che il Masterplan del nuovo quartiere, oggetto del concorso internazionale del 2015 “riveste solamente ed esclusivamente natura di documento di indirizzo” e che sarà “necessario con successivo e separato atto, espletare la procedura di evidenza pubblica concorsuale di inziativa di Roma Capitale” per l’area che diventerà pubblica dopo la cessione di CDP sgr.
- Non sono presenti nella Delibera indicazioni e approfondimenti circostanziati sulla destinazione dell’area Città della Scienza (comparto B): in poche righe vengono solo elencate una serie di generiche funzioni collegate al precedente progetto della “Città della scienza”:”La città della scienza, servizio culturale urbano altamente specializzato, dovrà rappresentare tutti gli aspetti multidimensionali della scienza: logico/filosofico e metodologico, sperimentale, applicativo, storico sociale e svolgere un fondamentale ruolo aggregativo, sia per la comunità scientifica cittadina, offrendo luoghi di confronto e condivisione, spazi di co-working e laboratori transitori, incubazione di impresa e assistenza, sia per la partecipazione e l’ascolto del territorio, a servizio dei cittadini e delle strutture scolastiche, come luogo per la formazione-educazione e per l’apprendimento permanente”.Dal punto di vista urbanistico la Delibera si limita a dichiarare che il comparto destinato a “attrezzatura culturale – città della scienza” prevede un “programma funzionale” in 3 fasi di attuazione: “la fase zero, che prevede il riuso delle strutture esistenti, la fase uno, che realizza il programma fino a 12.000 mq di S.U.L., la fase 2 che prevede il completamento fino a 27.000 mq di S.U.L., fasi che prevedono la demolizione/sostituzione degli edifici esistenti, anche per realizzare i parcheggi e gli archivi interrati”
- Nell’elenco degli elaborati inserito nella Proposta di delibera sono presenti anche gli elaborati che riguardano un progetto preliminare fornito da CDP in seguito al processo partecipativo municipale della primavera 2017: Tav. 6.14 Servizi pubblici di livello locale, centro civico: Padiglione 16 e Tav. 6.15 Servizi pubblici di livello locale, centro civico: Magazzino 20
- nell’elenco degli oneri a favore dell’Amministrazione capitolina, è inserito un “contributo straordinario di urbanizzazione stimato in euro 36.129.000” (importo definitivo da stabilire in seguito) che, viene specificato “...sarà obbligatoriamente utilizzato per finalità di riqualificazione urbana nello stesso ambito in cui ricade l’intervento, di intesa con il competente municipio da formalizzarsi con successivo provvedimento” ; è anche indicato un “contributo straordinario volontario di euro 6.871.000 da incamerare in denaro, di cui quota parte sarà corrisposto quale obbligazione sostitutiva mediante realizzazione delle opere di sistemazione di via Guido Reni nel tratto prospiciente l’intervento, la cui progettazione sarà inviata successivamente all’adozione del Programma“. (7)
Riassumendo:
Tutta l’area è attualmente di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti SGR: l’approvazione della variante urbanistica da parte dell’Assemblea Capitolina comporterà la cessione da parte di CDP a Roma Capitale di quasi metà della superficie per la realizzazione di spazi ed edifici pubblici.
La trasformazione urbana, che si avvale dello strumento urbanistico del Programma integrato di intervento in variante, prevede che sull’area siano realizzate varie tipologie di interventi:
– Edifici privati a destinazione residenziale, commerciale, ricettiva, la cui progettazione e realizzazione è a carico di CDP; per la progettazione CDP ha incaricato lo studio vincitore del concorso per il masterplan
– Edificio/i pubblico/i del comparto “B” (Città della Scienza) la progettazione e la realizzazione sono a carico del Comune, che dopo aver definito il progetto, dovrà procedere con un concorso di progettazione e quindi alla/e gara/e d’appalto per la realizzazione
– Spazi pubblici (piazza, strade, verde) che costituiscono le urbanizzazioni primarie: la progettazione è a carico di CDP, che ha incaricato lo studio vincitore del concorso per il masterplan; la realizzazione è a carico di CDP, tramite una “ procedura di affidamento dell’appalto per le opere a scomputo”
– Edifici destinati a servizi pubblici locali (biblioteca e casa del quartiere) che costituiscono l’ urbanizzazione secondaria: la progettazione era stata affidata da CDP allo studio vincitore del concorso per il masterplan senza oneri per il Comune, ma il Comune ha poi previsto di assegnarla tramite un concorso, mettendo a bilancio 100.000 € per le relative spese; la realizzazione è a carico di CDP, tramite una “ procedura di affidamento dell’appalto per le opere a scomputo”, ma una clausola prevede che, se la procedura concorsuale “ non risultasse completata alla data di approvazione del Programma Integrato di Intervento”, CDP potrà procedere con “ il versamento in contanti dei relativi oneri” (e quindi la realizzazione passerebbe al Comune, che dovrà indire la relativa gara d’appalto)
I PUNTI IN DISCUSSIONE
LA DELIBERA NON TRATTA LA PARTE PUBBLICA PIU’ RILEVANTE : non vengono definiti la destinazione culturale, l’intervento urbanistico e i relativi investimenti economici del “comparto B”, l’area destinata inzialmente a Città della Scienza, che parrebbe restare negli obiettivi della Giunta, anche se la Proposta di Deliberazione le dedica uno striminzito e generico paragrafo di poche righe in cui si elenca una serie di buone intenzioni senza alcun elemento in grado di dare indicazioni concrete (vedi sopra); poco esplicito anche il paragrafo che accenna al “programma funzionale” in 3 fasi successive di attuazione (vedi sopra);
IL CONCORSO PER I SERVIZI DI QUARTIERE A fronte dell’assenza, nella Proposta di delibera, di qualsiasi accenno a concorsi di progettazione per la Città della Scienza (o per eventuali altre funzioni pubbliche che si volessero inserire nell’area), si prevede invece un concorso di progettazione per i servizi pubblici a livello locale, cioè al servizio del quartiere (8). Tale scelta, ci appare, come già detto (9), poco comprensibile, dato che ci risulta che il progetto delle opere di urbanizzazione primarie (strade e sottoservizi) e secondarie ( piazze, verde e servizi pubblici locali – in cui è compresa la biblioteca/casa del quartiere -) siano state commissionate da Cassa Depositi e Prestiti allo Studio Paola Viganò, selezionato attraverso il concorso internazionale per il masterplan del 2015, a cura e spese di Cdp, non scomputabili e quindi senza oneri per il Comune, mentre la Proposta di Delibera prevede un costo per il Comune (vedi sopra) e un consistente allungamento dei tempi. Desta perplessità anche il fatto che per tale procedura venga bypassato il Municipio, che la stessa Delibera, in un altro passaggio, riconosce come ente di riferimento dei servizi per il quartiere: “…Processo di partecipazione di iniziativa municipale…avente ad oggetto la consultazione con le associazioni di quartiere relativa alla progettazione dei servizi pubblici di livello locale di pertinenza del Municipio“.
CHE NE SARA’ DELLE PROPOSTE DEI CITTADINI? E un punto interrogativo riguarda proprio il lavoro dei cittadini e della dozzina di associazioni del tavolo, che si è tradotto nella messa a punto di un progetto assai dettagliato (10), lavoro che non è affatto chiaro se e come verrà utilizzato nel nuovo iter concorsuale. Nel corso della commissione urbanistica dell’8 novembre scorso, a una precisa domanda di alcuni membri del tavolo presenti, è stato assicurato sia dall’assessore Montuori sia dalla Presidente Iorio che le proposte del processo partecipativo, oltre ad essere state accolte nella destinazione dei servizi a Biblioteca /centro culturale polifunzionale/ casa del quartiere, sarebbero state tenute in considerazione e poste come base del concorso, anche se dalla Delibera non risultano indicazioni in questo senso e nel corso della Commissione è stato perfino ipotizzato che tale iniziativa partecipativa municipale non avesse rilevanza ufficiale perchè non avviata con i necessari passaggi formali, anche se nella stessa Proposta di delibera si trova l’esplicito riferimento al processo e sono persino presenti i relativi elaborati (11) .
CHE NE SARA’ DELLA CONTESTUALITA’ DELLE OPERE PUBBLICHE E PRIVATE? La proposta di deliberazione quindi separa la parte pubblica, cioè il comparto “B”, l’area della “Città della scienza” – ancora tutta da pianificare – e quella dei servizi di quartiere – da sottoporre a un concorso di progettazione – dalla realizzazione delle edificazioni private, albergo, residenze, parti commerciali, con il risultato che mentre queste ultime presumibilmente avanzeranno velocemente, i tempi per la realizzazione delle opere pubbliche saranno assai più lenti. Tanto che, nell’Atto d’obbligo (che sarà allegato alla Delibera e contestualmente adottato dall’Assemblea Capitolina), CdP si è già tutelata, inserendo la clausola che “nel caso in cui la procedura concorsuale a cura e spese dell’amministrazione capitolina non fosse risultata completata alla data di approvazione del Programma Integrato di Intervento, avrebbe proceduto tramite il versamento in contanti dei relativi oneri” (anzichè provvedere “all’esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria e dell’avvio della procedura di affidamento dell’appalto per le opere di esecuzione secondarie a scomputo“).
COME SARANNO IMPIEGATI I 43 MILIONI DI CONTRIBUTO STRAORDINARIO? Come già visto, la Delibera non dice come saranno impiegati i fondi ricavati dalla trasformazione urbanistica, parlando solo di una parte per la riqualificazione di Via Guido Reni, e rinviando il resto a una successiva destinazione “per finalità di riqualificazione urbana nello stesso ambito in cui ricade l’intervento, di intesa con il competente municipio“
CONCLUSIONI
Dopo l’adozione della Deliberazione con il voto dell’Assemblea, i cittadini e tutti i soggetti interessati potranno inviare le proprie osservazioni e obiezioni , che saranno poi “controdedotte” con l’approvazione definitiva (12). Tuttavia, ricordiamo ancora una volta, soprattutto per una trasformazione urbanistica di questa portata, ci saremmo aspettati più trasparenza, più informazione, più dibattito pubblico. E nei tempi necessari per il buon esito del progetto.
I due punti più controversi restano quelli che abbiamo avanzato in un articolo precedente (10): il primo riguarda la separazione dei destini delle due edificazioni, dirottando su un percorso assai più lungo la procedura delle parti pubbliche, ed esponendo la città al rischio che, secondo un copione romano che ben conosciamo, queste rimangano a lungo – o per sempre – in sospeso. Il secondo è la mancanza, dopo tre anni e mezzo di governo di Roma da parte di questa Amministrazione, di un’idea, un progetto, una visione per lo spazio pubblico inizialmente destinato al Museo della Scienza. Due punti che sono stati criticati dalla maggior parte dei soggetti che si sono espressi sulla Delibera, non solo dell’opposizione. In questo senso sono intervenute le opposizioni in Commissione urbanistica e si è espresso il Consiglio del II Municipio, che ha dato parere favorevole, ma con molte osservazioni. Ma il colpo di scena è giunto dai banchi dell’opposizione municipale, dove i consiglieri Cinque Stelle hanno dichiarato il loro voto contrario alla delibera Raggi per i motivi descritti, esprimendo anche il malessere per l’occasione persa di costruire un progetto “dal basso” coinvolgendo la cittadinanza e anche gli stessi consiglieri municipali (13). E anche nella Commissione urbanistica capitolina, il voto favorevole è stato accompagnato dalle assicurazioni della maggioranza di rimettere mano alla Delibera – non si è capito se prima o dopo l’adozione in Aula – inserendo elementi più “stringenti” per il cronoprogramma della realizzazione delle parti pubbliche, e anche di avviare un confronto sul progetto della Città della scienza, con la convocazione congiunta della commissione urbanistica con la commissione cultura, alla presenza dell’assessore alla crescita culturale Bergamo.
Una iniziativa che appare decisamente tardiva, così come le modifiche ventilate, che avrebbero dovuto, a nostro avviso, essere introdotte prima dell’approvazione della Delibera da parte della Commissione e comunque prima dell’adozione. E non si sa quanto queste assicurazioni possano offrire reali garanzie, a 4 anni dalla presentazione del Piano di recupero, a tre e mezzo dall’insediamento della Giunta Raggi e a un anno e mezzo dalle prossime elezioni.
E sarebbe davvero una delusione, non solo per i cittadini del Flaminio, ma di tutta Roma, se si perdesse l’ennesimo treno per regalare alla città uno spazio pubblico, di pregio e innovativo, che aiuterebbe i cittadini ad alzare per una volta lo sguardo dai cumuli di immondizia nelle strade, che si avviano tristemente a diventare l’emblema della Capitale di questi anni
Anna Maria Bianchi Missaglia
(ultimo aggiornamento 16 novembre 2019 ore 9.00)
vedi Progetto Flaminio, cronologia e materiali
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(la Proposta di Deliberazione è stata scaricata dal sito del Comune di Roma nella sezione Convocazioni e proposte Assemblea Capitolina https://www.comune.roma.it/servizi2/deliberazioniAttiWeb/elencoDati)
NOTE
(1) Proposta n. RC/23842/2019. Parziale revoca della Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 54 del 6/7.08.2014. Adozione del Programma Integrato di Intervento di varianteal P.R.G. ai sensi della L.R. 22/97 dell’ex Stabilimento Militari Elettronici e di Precisione di Via GuidoReni con la procedura dell’art. 4 della L.R. 36/87 e ss.mm.ii. (Dec. G.C. n. 48 dell’11 ottobre 2019);
(2) Sugli esiti di tale tavolo rispetto alle linee guida del concorso ci sono stati pareri anche molto critici, sia rispetto alle modalità con cui è stato organizzato il concorso, sia sul rispetto delle linee guida predisposte dal tavolo
(3) le informazioni in corsivo sono ricavate dal testo della Proposta di delibera del 15 maggio 2019, scaricata dal sito comunale nel novembre 2019, sezione Convocazioni e proposte Assemblea Capitolina, file denominato CB20190139105-Prot.+n.+23842-19
(4) Il 30 dicembre 2016 viene redatto il verbale conclusivo della CdS in cui si introduce il ricorso alla procedura del Programma Integrato di Intervento (PII) (*)quale “più idoneo strumento urbanistico esecutivo particolareggiato per l’attuazione degli interventi di riqualificazione del tessuto edilizio, urbanistico ed ambientale in variante del PRG dell’ex SMMEP, in luogo dell’adozione del “Piano di recupero (**) in variante” (previsto dalla Delibera 54/2014). L’immobile assume la destinazione di un nuovo “Ambito di valorizzazione B19” della Città Storica, disciplinato dall’art. 43 delle NTA del PRG“*. Il motivo è in particolare è che “Il programma integrato di intervento ai sensi della normativa regionale 22 1997 a valere quale piano attuativo dello strumento urbanistico generale, consiste in un progetto operativo complesso, con rilevante valenza urbanistica ed edilizia, caratterizzato dalla presenza di pluralità di funzioni, dall’integrazione di diverse tipologie, ivi comprese le opere di urbanizzazione e le infrastrutture necessarie per assicurare la completezza e la piena funzionalità dell’intervento stesso, ed a dimensioni tali da incidere sulla riorganizzazione del tessuto urbano interessando immobili e aree con destinazioni produttive o terziarie dismesse, parzialmente utilizzati o degradate, ma con una forte capacità di polarizzazione urbana”*; “La deliberazione 54/2014…ha, tra le premesse, individuato la necessità di “imprimere all’area ex stabilimenti una diversa destinazione urbanistica in quanto quello attuale risulta incompatibile con il nuovo impianto urbanistico e limitativa delle potenzialità dell’area”, senza tuttavia provvedere a tale nuova definizione; di conseguenza, per il complesso immobiliare di che trattasi, con la variante oggetto del presente provvedimento si prevede la variazione della destinazione urbanistica da “Sistema insediativo – città storica – edifici complessi speciali – grandi attrezzature ed impianti post unitari (C3)” ad “Ambito di valorizzazione B 19” della città storica sito in via Guido reni per il quale valgono le indicazioni derivate dalla data 54 2014 come meglio descritto nella relazione tecnica urbanistica d’Ufficio“*
(*) NORME IN MATERIA DI PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA, EDILIZIA ED AMBIENTALE DEL TERRITORIO DELLA REGIONENumero della legge: 22 Data: 26 giugno 1997Numero BUR: 19 Data BUR: 10/07/1997http://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglio-regionale/?vw=leggiregionalidettaglio&id=1420&sv=storico
(**) il Piano di Recupero Piano di Recupero ai sensi degli artt. 27 e 28 della L. n. 457/1978 Legge 5 agosto 1978, n. 457 Norme per l’edilizia residenziale https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1978_0457.htm Art. 27. Individuazione delle zone di recupero del patrimonio edilizio esistente Art. 28. Piani per il recupero del patrimonio edilizio esistente
(5) Sul punto Carta della qualità verranno fatti ulteriori approfondimenti
(6)per la progettazione e realizzazione degli spazi pubblici a livello locale [biblioteca ecc], si prevede di “assoggettare a concorso di progettazione ai sensi dell’art.5 della DAC 54/2015“ art. 5 del protocollo d’intesa siglato il 3 ottobre 2014 (punto 4 DAC 54/20149) tra Roma Capitale e Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR (prot. QI 149398 vedi successiva nota (9)
(7) la realizzazione, a scomputo, delle urbanizzazioni primarie e secondarie sono comunque a carico di CDP SGR. Nello specifico Roma Capitale concorda che “L’individuazione del progettista a cui a fare affidare la progettazione definitiva dei servizi pubblici di livello con locale [biblioteca casa del quartiere, opere di urbanizzazione secondaria NDR] e della porzione di verde pubblico prospiciente via del Vignola individuata nella tavola 3.2. C bis, sarà operata da Roma capitale mediante concorso di progettazione svolto a sua cura e spese della medesima …” e che “la realizzazione delle medesime opere sarebbe rimasta a totale carico del soggetto attuatore [CDP]”
(8) le due cifre sommate compongono quei 43 milioni di euro indicati come contributo da versare da CDP
(9) La scelta – di scelta si tratta – dell’Amministrazione capitolina di indire a spese pubbliche un concorso di progettazione per i servizi di quartiere, nasce dall’interpretazione del l’art. 5 del protocollo d’intesa siglato il 3 ottobre 2014 (punto 4 DAC 54/2014) tra Roma Capitale e Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR (prot. QI 149398). All’articolo 5 il Protocollo prevede che “…successivamente alla redazione del Masterplan e in relaizone all’approvazione della Variante Urbanistica relativa all’area, Roma Capitale e CDPI procederanno in maniera autonoma all’attuazione degli interventi di rispettiva competenza, in base alle norme applicabili ad ognuno di essi. In particolare il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica bandirà concorsi di progettazione per gli edifici e gli spazi pubblici e per la Città della Scienza e CDPI sgr affiderà l’incarico di progettazione definitiva ed esecutiva di edifici e spazi privati direttamente o mediante concorsi ad inviti a soggetti vincitori assumendo ogni conseguente onere di natura economica e procedurale…”. CDP sgr ha inteso comprendere nella progettazione del materplan anche quella relativa alle urbanizzazioni secondarie (a suo carico senza oneri per il Comune), mentre l’attuale Giunta ha inteso comprendere tale parte unitamente agli spazi pubblici e a quelli della Città della scienza che sarebbero stati oggetto di concorsi indetti da Roma Capitale a spese del Comune. [Nel bando per il concorso è indicato nel capitolo “Oggetto del concorso ” è indicato anche che”...Il concorso richiede la progettazione urbana di un’area di 5,1 ettari il cui incarico di dettaglio sarà affidato al vincitore…” (n http://www.progettoflaminio.it/bando/
(10) Vedi Progetto Flaminio, pensateci bene 6 novembre 2019
(11) Del tavolo per i servizi locali hanno fatto parte 12 associazioni del Flaminio Villaggio Olimpico e del II Municipio più vari residenti. In calce alcune slides riassuntive delle proposte dei cittadini a cura dell’Ass. Roma Insieme, che sono presenti, nella versione rielaborata dallo Studio Viganò, anche negli allegati alla Proposta di Deliberazione (citati più sopra Tav. 6.14 e Tav. 6.15 )
(12)LE PROSSIME TAPPE
La Proposta di Deliberazione, dopo il voto dell’Assemblea capitolina (che potrebbe modificare il testo con emendamenti) che costituisce l’adozione della variante al PRG , come previsto dalla legge verrà pubblicata per un periodo durante il quale i cittadini e tutti i soggetti interessati potranno inviare le proprie osservazioni e opposizioni. Successivamente si avvierà la fase delle controdeduzioni con successivi rigetti e accoglimenti delle osservazioni avanzate. Il progetto del Piano passerà poi per l’approvazione della Giunta Regionale, dopo di che tornerà al Comune per l’approvazione definitiva in Assemblea Capitolina.
(13) La consigliera Elisabetta Gagliassi infatti ha spiegato, esprimettindo tutto il rammarico suo e dei colleghi, che quanto emerge dalla delibera non rispecchia, a loro avviso, la linea che il Movimento ha sempre contrastato: cioè impedire che nelle operazioni urbanistiche vengano portate avanti le edificazioni private lasciando indietro quelle pubbliche. E ha lamentato la mancanza di un progetto chiaro e dettagliato per lo spazio pubblico più rilevante, che questi tre anni e mezzo di guida pentastellata della città avrebbero consentito di “lavorare bene” per costruire una “delibera con un’idea”. E di idee ce n’erano molte, lascia trasparire la consigliera, a partire dal recupero della parte più vecchia degli stabilimenti per trasformarla in prestigiosi spazi espositivi con una parte dei 43 milioni del contributo straordinario. E parla del mancato coinvolgimento degli stessi consiglieri municipali, come dei cittadini e del territorio, nel dibattito sul progetto. “Non è per questo che abbiamo lavorato in questi anni“, conclude.