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Pup di Piazza San Saturnino, il Tar dà ragione ai residenti

piazza-san-saturnino-mapUna prima vittoria dei cittadini contro il PUP

di Riccardo Varanini*

Dopo 21 anni di lotte, i cittadini del quartiere Trieste Salario, con la loro Associazione Artù, hanno riportato una prima vittoria importante contro il progetto di parcheggio sotterraneo in piazza San Saturnino e via Topino.

Il Tar del  Lazio, con la sentenza del 10 giugno 2016, ha accolto tutte le motivazioni con cui era stata  impugnata la delibera della Giunta Alemanno 133/13  con cui si dava il via libera alla convenzione per iniziare i lavori nell’area. La delibera è quindi annullata e con essa anche la conferenza dei servizi e le decisioni della Commissione di Alta Vigilanza che l’avevano permessa. La delibera è  stata anche ritenuta non congrua con il regime di emergenza traffico scaduto il 31 dicembre 2015, in quanto emanata con modalità straordinarie non più in vigore.

Salvo ricorso del Comune al Consiglio di Stato, non resta che battersi ancora per la cancellazione dal Piano Urbano Parcheggi dell’area di San Saturnino, piazza Verbano, via Topino, e per la rimodulazione complessiva dello stesso Piano parcheggi.

I residenti del quartiere di Piazza San Saturnino, da anni  e anni si battono contro l’intervento: le  prime lotte avevano portato alla dichiarazione di incompatibilità ambientale del progetto definita dall’amministrazione Rutelli. Con la Giunta  Veltroni il Pup fu riformulato e ricominciò la progettazione nell’area, che proseguì con la Giunta Alemanno, tra  perizie, occupazioni, interventi della Parrocchia e del Vescovado. Nonostante tutto ciò, e nonostante alcune  perizie idrogeologiche avverse, le imprese avevano ripresentato  il progetto, che da 4 iniziali piani sotterranei era stato  ridotto  a 2, ma esteso anche all’adiacente  via Topino.

Molte le contestazioni dei residenti  al  nuovo  progetto:  scomparsa dei posti a rotazione, eliminazione di ben 60 spazi di parcheggio  in superficie,    spostamento dei sottoservizi con sconfinamento in un terreno privato, piano della mobilità formulato in base a  dati del 2005,  crepe già presenti in palazzi limitrofi, previsione delle  fondazioni del parcheggio a meno di 2 metri dalle fondazioni svasate dei palazzi di via Topino, e soprattutto rischi, suffragati da rilevazioni idrogeologiche,  di interferenza   della costruzione con falde acquifere di notevole consistenza  (come nel parcheggio interrato della vicina piazza Ledro, dove ci risultasiano in funzione idrovore). A questo si aggiunge la mancata  accoglienza della  richiesta di modificare la convenzione, almeno per quanto riguarda il  collaudo, la durata e la congruità assicurativa della stessa e la  partecipazione dei cittadini e la garanzia di   trasparenza in ogni fase dei lavori.

Quando viene approvata la  delibera di giunta 133/13, che dava il via alla convenzione ed ai lavori, si era ad un passo dalle elezioni. Grazie all’associazione  Artù, che  promuove  di corsa un ricorso al Tar, e grazie alla perizia dell’avvocato ed alla pervicace collaborazione  di cittadini architetti e geologi, si riesce a fermare  la convenzione e,  dopo tre anni di iter processuale   a base di ulteriori perizie e di contro repliche del Comune, arrivare oggi  al risultato dell’accoglimento.

Siamo soddisfatti. Quello che resta da fare è noto – ottenere l’espunzione dell’intervento ma anche rimettere in discussione l’impianto e le regole del Piano Urbano Parcheggi, a partire dallo schema di convenzione – e lo faremo con la stessa determinazione.

*Riccardo Varanini Presidente Artù Associata a Carteinregola

 

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