Regione Lazio, il centrodestra vuol cambiare le regole sulla tutela del Paesaggio
Autore : Redazione
Un convegno di Fratelli d’Italia il 22 aprile a Genzano come primo passo per modificare il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) approvato nel 2021, proponimento che si aggiunge a una serie di disegni di leggeche vanno nella direzione dell’allargamento delle maglie della tutela paesaggistica (e non solo) in favore delle solite “esigenze edilizie” dei privati e delle “forze produttive”. Quel centrodestra difensore dei valori culturali e identitari del nostro Paese è tramontato da tempo, lasciando il campo a una nuova onda politica, che in Lazio ha già lasciato macerie con il Piano casa della Presidente Polverini e del suo assessore Ciocchetti, ora deputato di FDI, che già in campagna elettorale aveva promesso che avrebbe riportato in auge il vecchio provvedimento cementificatorio del Lazio e che ora figura come vedette del convegno di Genzano.
L’avevano promesso nel programma del candidato Presidente Rocca alle regionali del Lazio del febbraio 2023: “…una politica di tutela attiva dell’ambiente e del paesaggio che conduca al superamento di posizioni ideologiche che, nel nome della protezione e valorizzazione del patrimonio ambientale esistente, da noi del tutta condivisa e riaffermata, hanno ingessato il possibile sviluppo di ipotesi di pianificazione del territorio innovative e votate alla crescita della nostra Regione“ (1).
In altre parole – e così si può leggere nei resoconti stenografici del Consiglio rgeionale nel dibattito sul PTPR – la tutela paesaggistica non dev’essere d’intralcio allo sviluppo economico e alle forze produttive, tanto che nel programma si ribadisce che “Uno degli obiettivi principali dovrà essere quello della verifica dell’efficacia del “Piano Territoriale paesistico regionale” approvato nel 2021, sia in termini di contenuti normativi che sotto il profilo dell’attualità della base cartografica utilizzata, ad evitare che l’operatività dello strumento sia vanificata da incertezze e/o da incoerenze con la pianificazione attuata e gli strumenti urbanistici vigenti“.
Nella presentazione del convegno le intenzioni si ammantano di termini in voga nel linguaggio istituzional popolare, come il sottotitolo “copianificare e condividere” e come nelle dichiarazioni della consigliera regionale Edi Palazzi, promotrice dell’iniziativa e vice presidente della Commissione regionale cultura, che sottolinea “l’importanza di un dibattito aperto e partecipato” e di “avviare un confronto con tutte le amministrazioni comunali al fine di garantire regole chiare certe per cittadini e e imprese“ oltre ad “avviare fin da subito una condivisione con il Ministero[della Cultura NDR] per attivare un tavolo tecnico di pianificazione finalizzato alla revisione modifica aggiornamento del PD PR in tempi brevi“ (2).
Quanto alle motivazioni, sarebbero nel fatto che “il PTPR della Regione Lazio è stato adottato alla fine del 2007 ed è stato definitivamente approvato in Consiglio regionale nell’aprile 2021. Un percorso lungo e complesso fatto di “inciampi”, che ha visto l’annullamento di una prima versione da parte della Corte Costituzionale a seguito del ricorso del Ministero dei Beni Culturali per conflitto di attribuzione. Avendo avuto un percorso così lungo di approvazione il PTPR è un piano che non corrisponde più alla realtà territoriale“.
A parte che, conoscendo i tempi di approvazione dei Piani, 3 anni sono veramente un millisecondo, ma va detto che la ricostruzione della vicenda dell’approvazione e del ricorso alla Corte da parte della consigliera, almeno da quanto riportato dal virgolettato, non è del tutto precisa. Lo possiamo dire con cognizione di causa perchè noi di Carteinregola seguiamo da anni il PTPR (3) ed eravamo lì, alla Pisana, nel luglio agosto 2019 con un presidio di protesta perchè con una mossa a sorpresa in Commissione urbanistica alcuni consiglieri della maggioranza di centrosinistra avevano cancellato con un emendamento tutto il lavoro di copianificazione effettuato dalla Regione con il Ministero dei Beni Culturali (4). Il Consiglio aveva poi in parte mantenuto in parte modificato quegli emendamenti, ma da lì era scaturito un percorso accidentato di rapporti tra Regione Lazio e MIBACT che era culminato nel ricorso alla Corte e nella sentenza che aveva obbligato la Regione a riapprovare un nuovo PTPR rispettoso delle indicazioni del Ministero (qui una sintesi della vicenda 5).
Ma in ballo non c’era, naturalmente, un semplice “conflitto di attribuzione” – come un braccio di ferro per motivi di potere – ma una tutela più o meno stringente dei nostri beni paesaggistici e identitari ( 6)
E senza fare “processi alle intenzioni” basta leggere il dibattito in Consiglio, sia durante l’approvazione del PTPR nel 2019 (3), sia in occasione della riapprovazione del 2021 (7), per capire quale fosse in proposito la posizione del centrodestra regionale. Più che “tutela e regole certe” vediamo il rischio di un “liberi tutti” per interventi privati nelle zone tutelate.
Questa nuova – temiamo devastante – iniziativa della maggioranza regionale si aggiunge ad altre proposte di legge che abbiamo trattato recentemente: quella per la trasformazione di seminterrati, cantine e garages in alloggi uffici e negozi (8) e quella per la cancellazione di un inciso in una legge regionale che rendeva più restrittiva la concessione di sanatorie in zone vincolate (9).
Temiamo che questo sia solo l’antipasto di un programma di cemento che sarà assai difficile da digerire, quantomeno per chi ha a cuore l’interesse publico e la tutela del nostro patrimonio collettivo.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Post scriptum: quanto alla “condivisione con il Ministero” della Cultura da “avviare fin da subito”, se si rileggono gli interventi in occasione della riapprovazione del PTPR imposta dalla Corte Costituzionale con le modifiche concordate nella copianificazione con il MIBACT , si vedrà con quale spirito il centrodestra – e non solo – aveva accolto l’obbligo di dar seguito alla sentenza, vissuta come una lesa maestà del Consiglio chiamato ad avallare senza poter discutere le modifiche al PTPR (7). Giancarlo Righini allora consigliere FdI, oggi Assessore Bilancio, Programmazione economica, Agricoltura e sovranità alimentare, Caccia e Pesca, Parchi e Foreste, aveva così commentato nel suo intervento: “Che siamo venuti a fare qua, la ratifica di un atto che non è emendabile? È un aspetto formale a cui Fratelli d’Italia non intende inchinarsi, perché non siamo qui a fare gli scendiletto del Ministero. Noi siamo qui per discutere la programmazione urbanistica e territoriale della Regione Lazio e i diktat di qualcuno che ha scritto tre righe per limitare la capacità di decisionali del Consiglio regionale noi non li accettiamo” (10).
Un altro piatto indigesto che ci sarà abbondantemente servito se anche il Lazio, come già annunciato dal Presidente Rocca, chiederà l’autonomia differenziata e quindi l’esclusiva potestà regionale per la tutela dei beni culturali, senza più “intromissioni” di Soprintendenze e Ministeri (11).
(2) Vedi infocastelliromani.it 19 aprile 2024: al convegno intervengono: Deputato Fdi Luciano Ciocchetti, Senatore Fdi Marco Silvestrini, Deputato Andrea Volpi, Assessore regionale all’urbanistica e le politiche abitative Pasquale Ciacciarelli, Assessore regionale servizi sociali Massimiliano Maselli, Assessore regionale al bilancio e l’agricoltura Giancarlo Righini, Consigliera regionale Micol Grasselli, presidente della Commissione regionale Urbanistica Laura corrotti i consiglieri della Citta Metropolitana Di Roma Stefano Cacciotti e Massimo Ferrarini il Consigliere comunale di Genzano Fabio Papalia, avvocato Boccali Presidente del Parco regionale Castelli Romani, architetto Carini esperto di urbanistica, geometra Scaglione presidente dell’ordine dei geometri di Roma, il convegno è moderato da Edi Palazzi vice presidente della Commissione regionale cultura
(5) Il PTPR approvato due volte, dopo l’annullamento della prima versione da parte della Corte Costituzionale
Nel luglio 2019, alla vigilia dell’approdo del Piano Paesistico in Consiglio regionale, nel corso di una Commissione Urbanistica vengono approvati alcuni emendamenti proposti da consiglieri di maggioranza che modificano il testo del PTPR approvato dalla Giunta nel dicembre 2018 e oggetto di varie sedute della Commissione, riportandolo alla versione adottata del 2007 e azzerando di fatto tutto il lavoro di copianificazione della Regione con il Ministero dei Beni Culturali svolto ai sensi del Codice del Paesaggio (Decreto legislativo 42/20024 ).
Carteinregola, Italia Nostra e altre associazioni inscenano un presidio simbolico di protesta davanti alla Pisana. Il 2 agosto 2019 viene approvato dal Consiglio regionale del Lazio il Piano Territoriale Paesistico Regionale, nella versione modificata dal maxiemendamento presentato nella notte dalla Giunta, che in parte riprende e in parte modifica gli emendamenti approvati in precedenza in Commissione Urbanistica. Nell’autunno 2019 riparte il lavoro di copianificazione con la Soprintendenza, ma il 13 febbraio 2020, viene pubblicata sul bollettino della Regione la Delibera 5/2019 con il PTPR nella versione approvata ad agosto – quindi prima delle attività svolte dal tavolo congiunto Regione Lazio /MIBACT nell’autunno successivo – e contemporaneamente la Giunta approva una proposta di deliberazione consiliare, che recepisce il Testo Proposto per l’accordo Regione/Mibact, che modifica molti punti del PTPR appena pubblicato.
Per questo il 6 aprile 2020 il Consiglio dei ministri delibera di sollevare il ricorso per conflitto di attribuzione per portare il Piano territoriale paesistico (quello vigente dell’agosto 2019) della Regione Lazio davanti alla Corte Costituzionale.
Il 7 aprile 2020 viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Ricorso per conflitto di attribuzione tra enti Ambiente – Paesaggio – Deliberazione del Consiglio regionale della Regione Lazio 2 agosto 2019, n. 5, recante “Piano territoriale paesistico regionale (PTPR)” – Denunciata assunzione unilaterale del provvedimento, senza il coinvolgimento dell’Amministrazione statale – Istanza di sospensione. – Deliberazione del Consiglio regionale della Regione Lazio del 2 agosto 2019, n. 5. (20C00109) > Vai a N. 2 RICORSO PER CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE 17 aprile 2020
Nel testo si legge che “(…)La deliberazione, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lazio (BURL) n. 13 del 13 febbraio 2020, è stata assunta unilateralmente dalla regione, in violazione degli impegni assunti nei confronti del Ministero dei beni e le attivita’ culturali, ai sensi degli articoli 133, 135, comma 1, 143, comma 2, e 156, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. [Codice dei Beni Culturali NDR] Oltretutto, il piano deliberato dalla regione risulta improntato a un generale abbassamento del livello della tutela dei valori paesaggistici, e la sua approvazione determina, altresì, il concreto rischio della lesione di interessi costituzionali primari, ai sensi dell’art. 9 della Costituzione [La Repubblica …Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione NDR]” e anche che “a distanza di anni dalla definizione dei contenuti del PTPR congiuntamente con il MIBACT [nel corso della copianificazione avviata nel 2013 e conclusasi nel 2015 NDR], il consiglio regionale ha assunto la deliberazione n. 5 del 2019, con la quale ha approvato unilateralmente un «proprio» PTPR, diverso sia dal piano adottato nel 2007 sia dai contenuti concordati nel verbale del 2015, oltre che notevolmente peggiorativo dei livelli della tutela rispetto a entrambe tali versioni, rinviando a un momento successivo l’adeguamento del piano d’intesa con lo Stato”, concludendo che “La scelta così assunta dalla regione sconfessa il percorso di condivisione gia’ svolto con il MIBACT e risulta, inoltre,manifestamente in contrasto con la disciplina della pianificazione paesaggistica contenuta nel Codice di settore, la quale richiede chela fase di co-decisione con lo Stato si collochi a monte, e non a valle, del piano paesaggistico”.
(5) Il 17 novembre 2020 la Corte Costituzionale si pronuncia sul ricorso del MIBACT accogliendolo e annullando il PTPR approvato dalla Regione il 2 agosto 2019: il Piano Territoriale Paesistico Regionale torna quindi in Consiglio regionale e viene poi approvato il 21 aprile 2021 con 33 voti a favore e 14 contrari. Tutti i provvedimenti basati sulla precedente versione del PTPR approvata nel 2019 sono annullati vai alla sentenza sul sito della Corte Costituzionale
Fratelli d’Italia: (newtuscia 11 febbraio http://www.newtuscia.it/2021/02/11/aurigemma-fdi-zingaretti-certifica-morte-ruolo-consiglio-regionale-pianificazione-urbanistica/) : “… Con questo nuovo testo viene certificata la morte del ruolo del Consiglio regionale, a cui spettano gli indirizzi e la programmazione sul territorio e a cui compete di legiferare in materia urbanistica, materia trasferita alle Regioni. Quella del Ministero è un’invasione di campo, è opportuno ricordare che i cittadini demandano ai consiglieri regionali la potestà di decidere in questo ambito, ma oggi il Consiglio viene esautorato, da una scellerata delibera di Giunta, voluta dall’assessore Valeriani. Accettando questa decisione, il consiglio regionale si limita a svolgere il compito di passacarte, adeguandosi totalmente alle scelte di altri. Noi lo avevamo detto più volte: la regione non aveva portato avanti una pianificazione su questo tema seguendo un metodo giusto e democratico” ; il consigliere avanza la proposta “di votare subito in Aula un documento di programmazione, che dovrebbe indicare quali sono le opere relative a infrastrutture e servizi importanti che si ritengono prioritarie e quindi approvabili in deroga alle norme del PTPR. Nello stesso documento andrebbero approvati gli indirizzi da dare ai comuni per la formazione dei piani regolatori e per la rigenerazione urbana, e anche gli indirizzi per la riqualificazione dei nuclei abusivi già perimetrati e approvati dai consigli comunali. Inoltre, vanno anche precisate le disposizioni per l’utilizzo in tempo utile dei finanziamenti relativi al superbonus, all’ecobonus e al sisma bonus e per utilizzare risorse finanziarie che la UE si accinge a trasferirci”