Regione Lazio, nuove piste da sci sul Terminillo valgono il sacrificio dei boschi?
Autore : Redazione
Al Terminillo, in provincia di Rieti, è in fase conclusiva il progetto per la realizzazione di nuove piste da sci fortemente voluto dalla Regione Lazio e fortemente avversato dalle associazioni ambientaliste e da migliaia di cittadini che hanno firmato una petizione on line.
Siamo di nuovo di fronte, come sempre, a due modelli di sviluppo: quello rispettoso dell’ambiente e del Paesaggio, che valorizza come risorsa per il territorio la natura stessa (e un turismo sostenibile) e quello che considera sacrificabili montagne, boschi, animali, paesaggi, per uno sviluppo che mette al primo posto il profitto economico (e un turismo consumistico).
Come riportato da Roma Today (1) “Il progetto “Terminillo Stazione Montana” fortemente voluto dalla Regione Lazio, prevede di realizzare 10 nuovi impianti di risalita nel complesso sciistico ed oltre 40 chilometri di piste, buona parte delle quali servite da impianti d’innevamento artificiale”. Per realizzarlo “si prevede il taglio di 17 ettari di faggeta. Si tratta di esemplari ultracentenari la cui compensazione appare complicata”. Molte associazioni ambientaliste si sono mobilitate lanciando una petizione (2) nella quale si legge che “si andranno irrimediabilmente a compromettere gli obiettivi di conservazione del SIC (sito di interesse comunitario ndr) del ‘Bosco della Vallonina’, esponendo l’Italia ad una procedura d’infrazione Europea che comporterebbe milioni di euro di multa” e che “il progetto è in aperta contrapposizione con quanto certificato dall’Università di Roma “La Sapienza” che ha definito “l’intera area come di importanza critica e favorevole per l’espansione dell’areale dell’Orso bruno marsicano”. Si tratta della specie endemica, ormai ridotta a soli 50 esemplari, fortemente a rischio di estinzione”. La Regione Lazio fa sapere che il progetto è frutto di “un risultato condiviso” che si è raggiunto “chiamando intorno a un tavolo le 5 amministrazioni interessate, i sindaci e la provincia, per convenire sulle linee di sviluppo e crescita del Terminillo”. Nei giorni scorsi si è concluso il procedimento VIA (valutazione d’impatto ambientale), ma il gruppo delle associazioni ambientaliste contrarie al Tsm fa notare “la mancata firma del dirigente dell’Area Vinca (Valutazione di incidenza) e attende l’approvazione della complessiva VIA, obiettando che non è stato “tenuto conto dell’annullamento del Piano paesistico della Regione Lazio, con sentenza della Corte Costituzionale dell’ottobre scorso su istanza della Presidenza del consiglio e del Mibact, e di numerose autorizzazioni invalidate dall’evoluzione della normativa nei sei anni del procedimento»(3)
La Regione Lazio dal canto suo descrive il progetto come “una sintesi tra le esigenze di sviluppo turistico nel pieno rispetto del territorio e delle bellezze naturalistiche”. Sintesi che troviamo assai preoccupante, perchè il rispetto dell’ambiente dovrebbe venire prima di tutto. E si sono visti i risultati di questa filosofia nelle valli piemontesi, dove sono stati devastati ettari e ettari di boschi per le Olimpiadi invernali, e dove adesso giacciono le rovine degli impianti in abbandono (4) . E non va dimenticato che da anni c’eè chi avvertito, con notevole preveggenza che “il riscaldamento globale sta rendendo impossibile ciò che fino a ieri era ritenuto certo, l’economia turistica basata sulla neve” (5) (AMBM)
12 gennaio 2020
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(2) LA PETIZIONE SALVIAMO TERMINILLO: FERMIAMO UN PROGETTO INUTILE E DANNOSO, #NOTSM!
Il PROGETTO TSM – Già bocciato due volte a causa del devastante impatto sul territorio, il progetto TSM prevede la realizzazione di oltre 7 km di nuovi impianti nelle parti più integre del Terminillo, comportando l’eliminazione di 17 ettari di bosco secolare e provocando ingenti disturbi alla fauna, in violazione delle norme di conservazione delle aree di alto valore ambientale e di quelle sulla Valutazione di Impatto Ambientale. I nuovi impianti (previsti a quote inferiori i 1.900 m), per la cronica mancanza di neve dovuta al cambiamento climatico, non avranno alcuna possibilità di essere redditizi, costituendo di fatto uno spreco di denaro pubblico, utilizzato a discapito di una delle zone montane appenniniche più belle e suggestive, tanto da meritare la tutela dell’Unione Europea attraverso speciali aree di protezione (SIC e ZPS).
I PRINCIPALI IMPATTI SULL’AMBIENTE
● PAESAGGIO:il TSM intende scavalcare il vincolo della tutela paesaggistica spacciando il progetto come semplice ammodernamento dell’esistente
● FAGGETE SECOLARI: con il taglio di 17 ettari di faggi secolari si andranno irrimediabilmente a compromettere gli obiettivi di conservazione del SIC del “Bosco della Vallonina”, esponendo l’Italia ad una procedura d’infrazione Europea che comporterebbe milioni di euro di multa
● RISORSE IDRICHE: i sistemi di innevamento artificiale richiederanno ingenti quantitativi di acqua e creeranno problemi di ricarica delle falde già sottoposte a stress idrico per la crisi climatica in atto
● ORSO BRUNO MARSICANO: il TSM è in aperta contrapposizione con quanto certificato dall’Università di Roma “La Sapienza” che ha definito “l’intera area come di importanza critica e favorevole per l’espansione dell’areale dell’Orso bruno marsicano”, ricordando che “tale espansione viene riconosciuta come unica strategia possibile e coerente per la conservazione a lungo termine di questa relitta popolazione di orso”
A fronte di tutti questi impatti sull’ecosistema, non si avrà alcun effetto positivo stabile sull’occupazione; gli studi economici a sostegno del progetto sono basati sulla irrealistica previsione di attirare 280 mila sciatori ogni anno, pensando di risolvere la carenza di neve con l’innevamento artificiale, i cui costi sono stati molto sottostimati senza oltretutto tenere conto del continuo aumento delle temperature. Non a caso, il Rapporto “Nevediversa 2020” di Legambiente giudica come accanimento terapeutico ogni nuovo investimento in impianti sciistici sul Terminillo, dove le giornate sciabili sono ogni anno sempre più ridotte.
COSA CHIEDIAMO ALLA REGIONE LAZIO
· Di garantire il rispetto delle norme vigenti, confermando il parere negativo alla Valutazione di Impatto Ambientale del TSM, scongiurando lo spreco di denaro pubblico e un danno ambientale certo.
· Di riassegnare i fondi a disposizione per pianificare e sviluppare una nuova visione della Montagna “Terminillo”, valorizzando tutti i settori che puntano alla valorizzazione delle risorse naturali in maniera compatibile con la loro conservazione.
TI CHIEDIAMO DI FIRMARE E DIFFONDERE QUESTA PETIZIONE PERCHÉ LO SCEMPIO DEL TERMINILLO NON RIGUARDA SOLO IL LAZIO MA SAREBBE UN DURO COLPO PER TUTTE LE MONTAGNE ITALIANE. SIAMO ANCORA IN TEMPO PER SALVARE LA NATURA DEL TERMINILLO!
Questa petizione è promossa da Cai Leonessa e sostenuta da: WWF LAZIO, FEDERTREK – ESCURSIONISMO E AMBIENTE, G.U.F.I. GRUPPO UNITARIO PER LE FORESTE ITALIANE, CLUB ALPINO ITALIANO – GR LAZIO, ITALIA NOSTRA – SABINA E REATINO, MOUNTAIN WILDERNESS LAZIO, SALVIAMO IL PAESAGGIO RIETI E PROVINCIA, POSTRIBÙ, INACHIS, ALTURA LAZIO, SALVIAMO L’ORSO, COORDINAMENTO LAZIO LIPU/BIRDLIFE ITALIA, LAZIO PRO NATURA, ORSO AND FRIENDS, ENPA, A.S.D. REDFOX – SCUOLA DI NATURAL SURVIVAL E TRACKING, LA LUPUS IN FABULA, GRUPPO D’INTERVENTO GIURIDICO ONLUS, NATOUR BIOWATCHING, LA BALIA DAL COLLARE, VERDI AMBIENTE E SOCIETA’ – VAS.
(5) ibidem : “…il climatologo Luca Mercalli, oggi stimato e famoso ma al tempo semi sconosciuto, aveva fatto questa predizione: “Tutte le stazioni sciistiche ubicate al di sotto dei 2000 mslm non hanno alcuna possibilità di salvarsi dai cambiamenti climatici”. In molti sorrisero. Mercalli sbagliò la previsione per eccesso di ottimismo. Quasi tutte le località sciistiche che ospitarono le Olimpiadi di Torino 2006 oggi sono distese di prati secchi in cui primule e crochi si affacciano senza particolare timidezza. E’ una tendenza conclamata, da tempo percepibile, esplosa con particolare virulenza negli ultimi due anni.“