Regolamento dei Beni indisponibili: le proposte (diverse) delle realtà sociali
Autore : Redazione
Pubblichiamo le proposte per il nuovo Regolamento del Patrimonio di Roma Capitale di C.A.I.O. (Comunità per le Autonome Iniziative Organizzate) e di Roma in Comune.
Carteinregola segue e partecipa da molto tempo al lungo dibattito sul Regolamento dei Beni indisponibili, che ci ha portato a un sempre maggiore approfondimento delle problematiche di molte realtà che fanno attività sociali in spazi di proprietà del Comune di Roma, spesso con titoli scaduti o irregolari, e che per questo sono da anni in situazioni di precarietà e a rischio sgombero.
La nostra associazione si è occupata soprattutto delle regole per la concessione del patrimonio disponibile e indisponibile per i beni ancora da assegnare, cercando di individuare criteri equi e di pubblico interesse, tenendo sempre presente, nella grande complessità dei casi e delle fattispecie che deve prevedere un regolamento, le differenze fra beni concessi a quei soggetti che svolgono attività a fini di lucro e a quelli che invece perseguono finalità sociali.
Molta parte del dibattito, sia con le istituzioni, sia tra le realtà sociali tuttavia si è inevitabilmente concentrata sul superamento della delibera n. 140 del 2015 (1) e sulle regole per salvaguardare il contributo di quelle associazioni che da molto tempo arricchiscono di iniziative sociali e culturali territori per lo più poveri di tutto.
Sotto questo aspetto Carteinregola ha cercato di svolgere un compito informativo, rilanciando riflessioni, appelli e materiali provenienti da un mondo alquanto vivace e articolato. Per questo proponiamo due documenti elaborati da due gruppi diversi, che hanno avanzato proposte per il Regolamento che l’Assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative Tobia Zevi ha annunciato voler portare a compimento in tempi molto brevi, in parallelo con il lavoro svolto dalla Commissione Patrimonio, spesso in sedute congiunte con le Commissioni Politiche sociali e Cultura, che ha portato avanti a partire dal gennaio scorso un fitto calendario di incontri con le associazioni e le realtà sociali.
Il primo documento è stato predisposto da molteplici realtà sociali romane riunite nella Comunità per le Autonome Iniziative Organizzate (CAIO), e presentato il 9 giugno in un’assemblea pubblica: si tratta di un provvedimento stilato già in forma Proposta di deliberazione per l’Assemblea Capitolina con un articolato dettagliato che riguarda sia il patrimonio “indisponibile” che “disponibile” (2)
Il secondo documento Uso sociale del patrimonio pubblico di Roma è stato elaborato da Roma in comune, che ha raccolto numerose realtà sociali a partire da metà dicembre 2021, creando dei tavoli di lavoro per giungere alla stesura prima di un appello (3), e quindi di una sorta di “linee guida” per la stesura del regolamento (4).
Li proponiamo entrambi, in attesa di conoscere i risultati del lavoro dell’Assessorato e delle Commissioni per il nuovo Regolamento, che speriamo venga messo a disposizione, non solo delle realtà interessate, ma di tutta la cittadinanza, prima dell’approdo al voto dell’Aula, per dare la possibilità a tutti i romani di potersi esprimere o inviare contributi sui criteri di utilizzo e di destinazione del patrimonio, che se usato per ridurre le disuguaglianze e promuovere la solidarietà, potrebbe essere la leva vincente per uscire dalla palude in cui da troppo tempo è sprofondata la città, dando finalmente un vero segnale di cambiamento.
Anna Maria Bianchi Missaglia
9 giugno 2022
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(1) 30 aprile 2015 Pochi mesi dopo la scoperta di Mafia Capitale la Giunta Marino approva la Delibera 140/2015 “Linee guida per il riordino in corso del patrimonio indisponibile in concessione “in base alla quale si dovrebbe rimettere mano al patrimonio comunale e aggiornare il regolamento carica Deliberazione-G.C.-n.-140-30-04-2015 ma dopo le note vicende successive il riordino alla luce di nuovi criteri non vede la luce. La delibera porterà a una serie di contenziosi e sgomberi di molte realtà sociali da immobilie spazi pubblici per titoli scaduti o mai perfezionati dall’Amministrazione
(2) La distinzione tra patrimonio indisponibile e disponibile in sintesi riguarda il primo un patrimonio destinato a usi pubblici o sociali, il secondo a ricavare profitto. Il confine tra le due categorie è piuttosto labile, visto che basta una delibera di Assemblea (per alcuni una semplice determina dirigenziale) per passare un bene dall’una all’altra categoria.
I beni pubblici patrimoniali possono essere indisponibili, quelli che sono destinati a un pubblico servizio e al conseguimento di fini pubblici e quelli disponibili che hanno un carattere strumentale alla produzione dei redditi. I beni patrimoniali disponibili non sono beni pubblici ma di proprietà di enti pubblici. I beni patrimoniali indisponibili, sono beni pubblici mobili o immobili ( differenza di quelli demaniali che possono essere solo immobili) e possono appartenere a qualsiasi ente pubblico, non solo territoriale. Tra questi abbiamo le foreste, le miniere, le acque minerali e termali, le cave e le torbiere, la fauna selvatica, beni di interesse storico, archeologico, artistico, beni militari non rientranti nel demanio militare, edifici destinati a sede degli uffici pubblici, beni costituenti la dotazione del Presidente della Repubblica, aree espropriate dai Comuni nell’ambito dei piani di zona per l’edilizia economica e popolare e dei piani per gli insediamenti e i beni di interesse naturalistico e ambientale.
Il regime giuridico di questi beni è l’inalienabilità, prevista dall’art.824 in cui viene affermato che i beni patrimoniali indisponibili non possono essere sottratti alla loro destinazione se non nei modi previsti dalla legge.
Sono, a differenza dei beni demaniali, suscettibili di essere acquistati per usucapione ma solo nel caso in cui siano stati sottratti alla loro destinazione a non domino e trasferiti ad un terzo in buona fede. Sono insuscettibili di espropriazione forzata.
I beni patrimoniali disponibili, sono tutti quei beni diversi da quelli indisponibili e dai beni del demanio. Non sono propriamente beni pubblici ma appartenenti ad enti pubblici e si distinguono dai beni indisponibili per il loro carattere prevalentemente redditizio e per la mancanza di una destinazione attuale ad un pubblico servizio. Sono praticamente beni privati a tutti gli effetti e sono soggetti alle regole del codice civile. Per quanto riguarda l’alienazione, questa è possibile ma deve avvenire nei modi e nelle forme del diritto pubblico o attraverso pubblici incanti, asta pubblica o in alcuni casi attraverso la licitazione privata.