Rigenerazione urbana: Roma non ha bisogno di “archistar”, ma di un progetto partecipato dalla città
Autore : Redazione
“La democrazia partecipativa sta passando di mano dagli elettori agli azionisti e agli utenti» Joseph Rykwert
di Anna Maria Bianchi Missaglia
Un’ Amministrazione si giudica dalle sue scelte concrete e non dalle dichiarazioni d’intenti della campagna elettorale, ma spesso è necessario fare un ulteriore passo indietro e chiedersi quale sia la visione sottintesa delle scelte, e se questa corrisponda non solo alle promesse, ma anche alla linea politica che la maggioranza al governo della città afferma di voler mettere in atto.Soprattutto sulla rigenerazione urbana, un termine che ormai usano tutti, che può voler dire troppe cose.
Abbiamo appreso da Il Messaggero del 26 luglio (1), che il Sindaco Gualtieri ha deciso di rivolgersi all’architetto di fama internazionale(2)StefanoBoeri(3), con un “contratto di consulenza” per seguire “Roma 050-Il futuro della metropoli mondo “,”un laboratorio di idee e di progetti che riescano a traghettare la città nel futuro“. Il quotidiano propone anche un’intervista allo stesso Boeri, che parla delle cinque sfide di cui intende occuparsi: “Roma è il più grande comune agricolo italiano, l’agricoltura è una parte fondamentale della città, allora legare questo tema a quello dell’economia circolare, ad un rapporto tra produzione agricola e i consumatori può diventare una sfida straordinaria“; segue “la mobilità”: “bisogna lavorare sui trasporti pubblici che oggi sono quello che sono ma oltre che recuperare le potenzialità del Tevere…bisogna ragionare su una mobilità leggera e sostenibile e la sfida dell’Expo è importante anche per questo; quindi “il verde“: “Roma ha delle potenzialità enormi vanno riequilibrate perché ci sono quartieri senza o con poco verde e altri che ne abbondano“; poi “la grande sfida della biodiversità: a Roma convivono culture diverse ma contemporaneamente abitata anche da specie diverse questo è un problema enorme“; infine il tema dell’energia: “la sfida per Roma di rendersi autosufficiente grazie alle rinnovabili” , senza scordarsi che “al netto degli slogan dovremmo far sì che i quartieri possano avere a disposizione tutti i servizi utili alla vita quotidiana senza richiedere spostamenti eccessivi, questa è la vera grande risorsa quando si parla di rigenerazione urbana: se so che nel mio quartiere ho l’asilo nido, ho i negozi necessari, le scuole, gli ambulatori…degli spazi sportivi sufficienti e magari anche dei servizi culturali questo fa sì che un quartiere venga vissuto da una comunità con un senso di appartenenza e un senso di orgoglio“. Un programma senz’altro condivisibile in toto, ma va detto che è già stato ampiamente messo nero su bianco nei programmi elettorali passati e presenti, e non solo in quello del Sindaco Gualtieri. E tutto questo, secondo La Repubblica del 30 luglio (4), per 750.000 euro stanziati a bilancio fino al 2024 per il laboratorio. Nel mezzo, con un certo ritardo, il 29 luglio, è apparso un comunicato sul sito istituzionale che sembra una risposta alle polemiche(5) che si sono subito scatenate negli ambienti degli addetti ai lavori romani, nel quale si precisa che il ruolo dell’archistar è “coordinatore” del laboratorio Roma 050 che “sarà costituito da giovani progettisti under 35 con percorsi accademici di eccellenza in ambito urbanistico-ambientale e con specifiche esperienze di studi e ricerche su Roma, a garanzia della conoscenza della ricchezza e complessità della città, selezionati con un apposito bando”. Compito del laboratorio “coadiuvare l’Amministrazione nel costruire un grande piano di rigenerazione urbana, coerente con i bisogni dei cittadini e all’insegna della transizione ecologica e dell’inclusione sociale”, “affiancandosi alle molteplici iniziative già intraprese dall’Amministrazione”.
Non condividiamo la presa di posizione degli ambienti degli architetti romani per la “lesa maestà” del ricorso a un architetto “straniero” (6), ma troviamo davvero incredibile che il Sindaco Gualtieri, dopo i tanti discorsi sulla partecipazione e l’ascolto dei cittadini, scelga un architetto famoso per affrontare i problemi della “rigenerazione urbana” dei territori abbandonati, dove la mancanza di ascolto dei cittadini e di lavoro – “pancia a terra” sul posto e sul lungo periodo – per trovare soluzioni partecipate e non preconfezionate fa parte, anzi è il frattale, dell’abbandono stesso. Una mossa che non può non riportarci alla memoria la ricerca della “grandeur” internazionale del Sindaco Veltroni, che oggi viene spesso citato come riferimento per la “ripartenza”: ma il suo “Modello Roma” non si è occupato molto dei problemi dei territori lontani dal centro, se dopo 8 anni di mandato i cittadini delle periferie hanno votato in massa per la destra di Alemanno, poi per Ignazio Marino e, dopo la sua cacciata, per Virginia Raggi. E va ricordato che alle ultime elezioni dell’ottobre scorso, c’è stato, in quegli stessi territori, un picco dell’astensionismo: da Tor Bella Monaca – 42% – a Ostia – 46.79% – fino all’estremo di Roma nord – 45,5%- più di un elettore su due non è andato a votare (7): in tutta Roma i votanti sono stati 1.152.000 al primo turno (49%) e addirittura meno di un milione, solo 960mila, al secondo turno (41%), quindi Gualtieri ha ottenuto un consenso esplicito solo di 1⁄4 dei cittadini (8).
Tutto questo, insieme alla drammatica situazione della pandemia che ha reso ancora più evidenti le disuguaglianze esistenti nella Capitale, ulteriormente aggravate dalla durissima crisi economica di cui abbiamo visto solo l’inizio, avrebbe dovuto spingere la nuova Amministrazione, soprattutto di centrosinistra, a cambiare drasticamente modello, sia per quanto riguarda l’idea di città – che non può essere appaltata agli architetti, di Trastevere o di Stoccolma – sia per quanto riguarda i percorsi per definirla e realizzarla (e anche comunicarla).
E ancora una volta guardiamo nel back stage delle promesse che aspettano di essere mantenute: che ne è di Roma Città metropolitana, con la ridistribuzione delle competenze delle materie di area vasta? (temiamo che sia stata ancora una volta accantonata, a favore del passaggio dei poteri regionali al solo Comune di Roma (9)). Che ne è del decentramento ai Municipi, inteso come protagonismo concreto di chi sta sui territori e non solo presa in carico di (alcune) manutenzioni? Che ne è della “rigenerazione urbana” tanto celebrata come balsamo per le periferie che rischia di diventare ancora una volta una serie di operazioni immobiliari senza regole tinteggiate di “green” nelle zone più ricche per i più ricchi? Che ne è dell’informazione e della partecipazione dei cittadini, in tempi in cui condividere gli eventi sui social è possibile a tutti, e la maggior parte delle kermesse su temi di grandissima rilevanza per la città avviene solo alla presenza di un pubblico selezionato tramite inviti? (vedi le iniziative di “Roma riparte” sull’ Urbanistica, Gli Stati Generali del Patrimonio e soprattutto, gli Stati Generali per Expo 2030, con tutto che dovrebbero essere “pensati come un fondamentale momento di stimolo e ascolto della città, del territorio e dell’intero Sistema Paese” (10)).
In un momento storico in cui la tecnologia dà possibilità impensabili prima per l’ apertura di un dibattito democratico e un’informazione accessibile a tutti, questa Amministrazione sembra avere come interlocutori privilegiati le cosiddette “categorie produttive”, gli “addetti ai lavori” e le archistar. Ma Roma è molto di più e speriamo che anche il Sindaco Gualtieri se ne accorga.
Anna Maria Bianchi Missaglia
1 agosto 2022 (ultima modifica 2 agosto 2022)
Per osservazioni e comunicazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
Rigenerazione urbana, approvate linee guida per costituire laboratorio “Roma 050-Il futuro della metropoli mondo”
Coadiuvare l’Amministrazione nel costruire un grande piano di rigenerazione urbana, coerente con i bisogni dei cittadini e all’insegna della transizione ecologica e dell’inclusione sociale, affiancando le azioni già avviate – tramite protocolli di intesa e collaborazione – con il coinvolgimento delle università di Roma e degli ordini professionali. È con questo obiettivo che la Giunta Capitolina ha approvato le linee guida per la costituzione del “Laboratorio Roma050 – il Futuro della Metropoli Mondo”, su proposta dell’architetto Stefano Boeri.
Nel provvedimento sono contenute le linee di indirizzo per la costituzione del laboratorio, che dovrà – come accennato – coadiuvare l’Amministrazione nel mettere a sistema le indicazioni presenti nei diversi protocolli urbani che Roma sta adottando, tra cui il Piano di Azione per le Energie sostenibili e per il Clima.
Il Laboratorio sarà costituito da giovani progettisti under 35 con percorsi accademici di eccellenza in ambito urbanistico-ambientale e con specifiche esperienze di studi e ricerche su Roma, a garanzia della conoscenza della ricchezza e complessità della città, selezionati con un apposito bando. Il team, di cui faranno parte anche 2 architetti senior, sarà coordinato dall’architetto Boeri e sarà affiancato da un comitato garante composto da 4 figure internazionali, di rinomata fama e capacità, provenienti da diversi campi scientifici e disciplinari: archeologia, ecologia, sociologia urbana, attivismo climatico ed economia urbana.
Il Laboratorio si pone l’obiettivo di contribuire, affiancandosi alle molteplici iniziative già intraprese dall’Amministrazione, a definire una visione a lungo termine di Roma, soprattutto sui temi delle sfide ambientali che le metropoli saranno chiamate ad affrontare nei prossimi anni. Roma 050 favorirà, inoltre, il dibattito pubblico nazionale e internazionale sulla trasformazione della città, aggiungendo la propria azione a quelle avviate dal Campidoglio grazie alla collaborazione con le università, con le professionalità esistenti sul territorio e con le loro rappresentanze.
Roma050 avrà una durata di 18 mesi, modulata in diverse fasi attuative programmate in relazione ai diversi appuntamenti che riguardano la città e ai temi globali che la Capitale è chiamata ad affrontare, tra i quali: il Giubileo del 2025, la sfida dell’Expo e la prospettiva dell’Agenda delle Nazioni Unite nel 2030 e quella della neutralità climatica entro il 2050.
NOTE
(1)Il Messaggero 26 luglio 2022 L’intervista a Stefano Boeri, “Con il modello Garbatella ridiamo orgoglio alla città” L’architetto al lavoro: “Le periferie dovranno offrire servizi più completi” “Roma è diversa dalle grandi metropoli del mondo, è la Capitale dell’Umanità” di Camilla Mozzetti
(2) Il termine “archistar” è un neologismo coniato anni fa da Gabriella Lo Ricco e Silvia Micheli, studiose di architettura contemporanea, autrici di Lo spettacolo dell’architettura, (termine su cui hanno applicato il copyright) per indicare architetti diventati “star” come quelle dello spettacolo o dello sport grazie alla fama mondiale e all’immagine globalizzata (Treccani).
(3) vedi la pagina “chi siamo” sul sito Stefanoboeriarchitetti https://www.stefanoboeriarchitetti.net/stefano-boeri-biografia/: Il lavoro dello studio Stefano Boeri Architetti spazia dalla produzione di visioni urbane e architetture fino all’interior e al product design, con un costante focus sulle implicazioni geopolitiche e ambientali dei fenomeni urbani (…)
(5) vedi comunicato sul sito del Comune di Roma del 29 luglio 2022 in calce al nostro articolo
(6) vedi anche La Repubblica 31 luglio 2022 Dopo la nomina di Boeri gli architetti attaccano Gualtieri: “Poca trasparenza, aiuta i soliti noti”di Paolo Boccacci Dopo l’incarico senza gara allo studio del progettista milanese e la reazione delle archistar, il duro intervento dell’Ordine
(7) da Roma Today 6 ottobre 2021Le periferie restano a casa e abbandonano i partiti: M5s e Lega evaporano, Pd e Calenda non convincono di Sara Mechelli