Rimpasto in Campidoglio: il monocolore pentastellato
Autore : Redazione
Nella foto: in alto la Giunta nel luglio 2016; in mezzo tutti gli assessori sostituiti, in basso le “new entries” (foto a destra la Sindaca e il capogruppo M5S con i 3 neoassessori)
L’ennesimo cambiamento in Giunta, con un ulteriore ridimensionamento dei “tecnici” a favore di assessori di provata fede pentastellata…
Il 23 settembre, con un nuovo rimpasto di Giunta, la Sindaca Raggi ha dato l’addio all’ Assessora a Roma semplice Flavia Marzano e all’Assessora alle politiche sociali Laura Baldassarre, due dei pochi assessori rimasti del gruppo insediatosi nel luglio 2016, e anche all’ Assessora al Patrimonio Rosalba Castiglione, già subentrata ad Andrea Manzillo e all’Assessora ai Lavori Pubblici Francesca Gatta, subentrata a Paolo Berdini (1). Con loro sono 11 gli assessori che hanno lasciato la Giunta in questi 3 anni abbondanti. I cambiamenti riguardano anche lo spostamento dell’Assessora Linda Meleo dai trasporti ai lavori pubblici.
Nei posti rimasti vuoti, la delega a Roma semplice e alle Pari opportunità resta alla Sindaca (che da tempo ha tenuto per sè anche quella ai rifiuti) mentre le altre deleghe sono affidate a due consiglieri capitolini pentastellati, già Presidenti delle relative Commissioni, Pietro Calabrese ai Trasporti e Valentina Vivarelli al Patrimonio e Politiche abitative, mentre al Sociale si è insediata Veronica Mammì, già assessora al sociale al VII Municipio dal 2016, dopo una precedente esperienza come consigliera al Municipio VI e portavoce di una parlamentare M5S.
Sul sito istituzionale e sul profilo FB un post sibillino non spiega le motivazioni della Sindaca per il cambio della guardia: “Oggi avviamo una nuova fase politica che rafforzerà il lavoro della Giunta di Roma per la città. Dopo aver ristrutturato le fondamenta della macchina amministrativa, benché resti ancora molto da fare, imprimiamo un’accelerazione decisiva per portare a compimento il programma politico sulla base del quale i cittadini ci hanno eletto”. Una spiegazione che lascia aperti molti interrogativi. Su quali temi le assessore dimesse impedivano lo “scatto politico” e con quali diversi strumenti – la “rafforzata coesione“? – i neoassessori dovrebbero procedere “lungo ungo gli assi politici su cui è nato ed è maturato il progetto di governo” del M5S ? E quale “sfida della maturità” dovrebbe segnare un “processo di crescita” della maggioranza pentastellata “anche alla luce del nuovo scenario nazionale“? Si prepara, come già in Regione Lazio (2), un nuova maggioranza con il Partito Democratico?
Carteinregola, come sempre, farà le opportune valutazioni basandosi sui fatti e sugli atti dei neoassessori.
il post sulla pagina Fb di Virginia Raggi con l’annuncio del rimpasto del 23- 9-2019
Ma non si può non rimarcare che la scelta segna un ulteriore distacco dall’impegno alla trasparenza e alla condivisione – con la cittadinanza come con i compagni di MoVimento – preso in campagna elettorale dalla futura Sindaca, come quello con “Sai chi voti”, “ad adottare – entro i primi 100 giorni dalla formazione della sua giunta – le audizioni pubbliche quale metodo per poter procedere alla nomina dei vertici aziendali e di controllo di società partecipate, enti, fondazioni, etc. la cui designazione spetti all’amministrazione comunale” a cui non ha mai dato seguito.
Invece in questi anni abbiamo assistito a molti repentini cambiamenti di vertice – in Giunta come nelle aziende partecipate del Comune – che sembrano rispondere più a dinamiche interne al M5S – e a una “politica polticante” – che a un dialogo con la città e a un tentativo di portare Roma fuori dal pantano in cui è sprofondata e continua a sprofondare.
Una città che avrebbe bisogno, più che di “poteri speciali” e finanziamenti – anche se sicuramente le spettano, come le altre Capitali europee – di non ricominciare ogni momento tutto daccapo. E anche di qualcuno che anteponesse i problemi dei cittadini alle sempiterne logiche politiche, pensando alle persone senza casa, a quelle che passano ore sui mezzi pubblici, a quelle che camminano sui marciapiedi schivando l’immondizia.
Il Movimento 5 stelle è arrivato al governo della Capitale promettendo di eleggere dei “portavoce” che avrebbero condiviso il loro mandato amministrativo con la cittadinanza, e di fare nomine che avrebbero premiato le competenze e il merito.
A questo punto il criterio principale sembra essere l’appartenenza al Movimento: a parte il Vice Sindaco Luca Bergamo, l’Assessore all’urbanistica Luca Montuori e l’Assessora ai lavori pubblici Linda Meleo, la Giunta annovera i fedelissimi Daniele Frongia (Assessore allo Sport, già consigliere M5s nella passata consiliatura), Gianni Lemmetti (Assessore al Bilancio pentastellato arrivato da Livorno), l’Assessore al commercio Carlo Cafarotti (già Consigliere Municipale M5S nel Municipio VIII), l’Assessore al Personale Antonio De Santis (già consulente presso l’Ufficio Legislativo della Camera per il Gruppo pentastellato e in seguito nello staff della Sindaca), e la neo Assessora al verde Laura Fiorini (attivista pentastellata, candidata consigliera nel 2013 nello stesso municipio XIV della Sindaca, poi non eletta).
Ed è subito Partito.
(in calce le autopresentazioni dei neo assessori dai siti M5S durante la campagna elettorale del 2016)
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
23 settembre 2019
Nuovi assessori 23 settembre 2019 dal sito Roma Capitale
vedi anche il commento di Diarioromano 24/9/2019: Rimpasto degli assessori: tardivo e inutile. Il bilancio della giunta Raggi è ormai segnato http://www.diarioromano.it/rimpasto-degli-assessori-tardivo-e-inutile-il-bilancio-della-giunta-raggi-e-ormai-segnato/ di Filippo Guardascione