Riceviamo e volentieri pubblichiamo un commento alle linee guida della Sindaca Raggi sulla parte che riguarda i mercati rionali (1) inviato da Emilia La Nave, ex assessore alle attività produttive del II Municipio, oggi presidente dell’Associazione Parte Civile (2)
Nelle linee programmatiche approvate dalla Giunta capitolina nella sezione “Sviluppo Economico e Lavoro” e’ stato dato ampio spazio al tema dei mercati rionali.
Questo mi sembra un segnale positivo, ma leggendo il testo, mi chiedo un po’ preoccupata: chi ha scritto il programma conosce quali leggi regolano la vita dei mercati e l’importante lavoro che e’ stato avviato con l’amministrazione Marino per la loro valorizzazione e rifunzionalizzazione in chiave europea?
Nonostante il tema sia presentato come prioritario nelle linee programmatiche, il testo proposto è vago e non darebbe l’impressione di una conoscenza adeguata della materia.
Andiamo nello specifico ad analizzare la parte dedicata ai mercati rionali. Nel testo si scrive:“Si darà, inoltre, nuova linfa ai mercati rionali, oggi in gran parte abbandonati e fatiscenti, secondo le seguenti modalità:
i)incentivando la rapida riassegnazione dei numerosi banchi inutilizzati;
ii)riordinando gli orari di apertura;
iii) estendendo le attività ivi praticate anche alla somministrazione di cibi e bevande NEL RISPETTO DELLA NORMATIVA; “”
- iv) implementando i prodotti a Km 0, così valorizzando l’economia locale.
Tale impegno avrà, tra gli altri, lo scopo di valorizzare e favorire le attività agricole curate nell’ambito del contesto urbano. “
Le attivita’ nei mercati sono principalmente regolamentate dalla legge Regionale 33 del 1999 e dalla Delibera Comunale 35/2006.
Questa delibera vincola molto rigidamente la composizione dell’organico nei mercati plateatici, che puo’ essere composto al massimo dal 15% di produttori agricoli, dal 10% di attivita’ artigianali, dal 5% di attivita’ di fornitura di servizi, e da una sola attivita’ di somministrazione.
Risulta quindi poco chiaro il punto “iii” del sovracitato testo, che dichiara la volonta’ di estendere le attivita’ di somministrazione di cibi e bevande “nel rispetto della normativa”, perchè è la normativa stessa che impedisce una reale rifunzionalizzazione dei mercati rionali in chiave moderna.
Se si vuole dare “nuova linfa” ai mercati rionali, è urgente intervenire proprio su quella normativa che ne causa l’inadeguatezza rispetto ai cambiamenti delle abitudini cittadine, trasformando i mercati nei centri della vita dei quartieri e permettendo la loro trasformazione da semplici punti di acquisto in veri centri di aggregazione e scambio culturale, anche seguendo l’esempio di modelli mediterranei già in esssere.
Bisogna ripensare il regolamento in modo che il mercato non sia piu’ un’unità indipendente e statica, ma un centro dinamico di un sistema economico costituito dal tessuto urbano e sociale che lo circonda.
Per questo, bisogna garantire piu’ flessibilità nella composizione dell’organico e negli orari di apertura, ma anche ridurre le lunghezze e le rigidita’ burocratiche, aumentando il potere gestionale delle associazioni degli operatori (AGS) e delle amministrazioni di prossimità.
In questa direzione si sono concentrati anche gli sforzi dell’Assessore Leonori della passata amministrazione Marino, che nonostante la brusca interruzione del suo mandato è riuscita ad approvare il 23 ottobre 2015 la delibera di Giunta n. 344 “Avvio di un processo di riqualificazione e riprogettazione funzionale dei mercati rionali (plateatici e coperti) maggiormente in difficoltà da parte dell’Amministrazione Capitolina ovvero con previsione della possibilità di interventi in tal senso da parte delle associazioni dei rispettivi operatori commerciali.”(3) ed ad emanare l’ordinanza n.4 del 9 Ottobre 2015 in merito agli orari di apertura dei mercati (4)
L’interruzione dell’amministrazione Marino ha purtroppo impedito il completarsi delle riforme avviate causando in primis un danno per i cittadini e per le attivita’ produttive che ne avrebbero beneficiato. Ricominciare da zero rallenterebbe ulteriormente il cambiamento.
Colpisce inoltre l’assenza nelle linee programmatiche a qualsiasi riferimento all’entrata in vigore nel 2017 della direttiva Bolkstein per le concessioni (5), un’occasione unica per la citta’ che se ben gestita faciliterebbe, senza dimenticare la tutela delle attivita’ in essere, la riorganizzazione dei mercati in maniera piu’ efficiente.
In conclusione, sono lieta che la nuova amministrazione voglia, come sembrerebbe dal programma presentato, riprendere il lavoro di rilancio dei mercati rionali già avviato dall’amministrazione Marino. Mi auguro che lo faccia anche valorizzando i risultati finora ottenuti: i cittadini hanno già sofferto abbastanza a causa di scelte politiche non loro e le attività produttive della città sono in difficoltà da troppo tempo. Roma non puo’ permettersi di tornare indietro.
Emilia La Nave
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(1) (dalle Linee Programamtiche della Sindaca Raggi scarica raggi_linee_guida)
11. SVILUPPO ECONOMICO E LAVORO
11.1. RILANCIO DELL’ECONOMIA ROMANA E LOTTA ALL’ABUSIVISMO
Roma Capitale deve favorire e supportare le nuove iniziative, in un’ottica di crescita e sviluppo per la città. Il primo obiettivo, tra gli altri, che ci si propone è quello di contrastare l’odioso fenomeno dell’abusivismo che mortifica tutti gli imprenditori e gli artigiani i quali, nonostante le difficoltà, continuano faticosamente a difendere la propria attività ed il proprio lavoro: a tal fine, la Polizia locale garantirà il massimo supporto alle attività di repressione delle iniziative commerciali non autorizzate o poste in violazione delle ordinanze e dei regolamenti.
In tale ambito, si migliorerà la gestione della cartellonistica pubblicitaria, contrastando il fenomeno degli impianti abusivi. Nel contempo, si effettuerà un consistente riassetto dei cartelloni già autorizzati, dimezzandone il numero con lo scopo di rendere Roma più decorosa, vivibile, sicura e bella. Contemporaneamente alla lotta all’abusivismo commerciale si ridefinirà la gestione degli spazi commerciali attraverso la costituzione del Tavolo del Decoro presieduto dall’Assessorato allo Sviluppo Economico. In questo modo, sia i romani che i turisti in visita a Roma godranno di spazi più decorosi e vivibili con un visibile miglioramento della qualità della vita.
E’ intenzione di questa Amministrazione adottare una regolamentazione uniforme delle attività produttive che faciliti la nascita delle nuove imprese e che, al tempo stesso, tuteli la concorrenza leale e la sostenibilità.
Si riorganizzeranno le modalità e gli orari di consegna e di carico/scarico merci in modo da rendere più efficiente la catena logistica e migliorare la vivibilità della città.
Si darà, inoltre, nuova linfa ai mercati rionali, oggi in gran parte abbandonati e fatiscenti, secondo le seguenti modalità:
- i) incentivando la rapida riassegnazione dei numerosi banchi inutilizzati;
- ii) riordinando gli orari di apertura;
iii) estendendo le attività ivi praticate anche alla somministrazione di cibi e bevande nel rispetto
della normativa esistente;
iv) implementando i prodotti a Km 0, così valorizzando l’economia locale.
Tale impegno avrà, tra gli altri, lo scopo di valorizzare e favorire le attività agricole curate nell’ambito del contesto urbano.
Si renderanno le strutture più efficienti ed ecosostenibili attraverso coperture fotovoltaiche.
Si agevolerà la riapertura delle numerose botteghe e degli esercizi commerciali chiusi in modo tale da far rinascere il tessuto produttivo di Roma e creare, al contempo, un vero e proprio presidio del territorio.
A tal fine, verranno predisposte adeguate misure per aiutare le botteghe storiche ed artigiane non solo a sopravvivere, ma a svilupparsi, attraverso nuovi strumenti di promozione e valorizzazione.
Altra priorità sarà favorire forme di partecipazione dei cittadini promuovendo i gruppi di acquisto solidale e agevolando l’incontro tra produttori e consumatori o gruppi di consumatori. Inoltre, al fine di sostenere il commercio locale, s’intende promuovere anche l’utilizzo di monete complementari.
Allo stesso tempo, si procederà ad una revisione e semplificazione burocratica delle procedure per assicurare l’evasione delle richieste di competenza dei Municipi in materia di attività produttive nei tempi previsti dalla normativa: a tal fine, si realizzerà un progetto di digitalizzazione dei processi e dei documenti, aprendo, ove possibile, sportelli telematici che agevolino il rapporto tra imprese e Amministrazione. Saranno creati, quindi, degli Uffici dedicati alle imprese al duplice scopo di fornire attività di consulenza e raccogliere suggerimenti utili, aumentando il loro coinvolgimento nei processi decisionali che riguardano il settore.
(2) Emilia La Nave Attualmente ricercatrice all’Istituto di Sistemi Complessi del CNR presso l’università di Roma “La Sapienza” e dal 2013 Assessore per la Lista Civica Marino nel Municipio II, dove ha le deleghe per le Attività Produttive, sicurezza e fondi Europei, ed è referente per la Divulgazione Scientifica e l’Innovazione. Laureata in Fisica all’università di Roma “La Sapienza”, vince una borsa di studio che le permette di trasferirsi a Boston, negli Stati Uniti, dove ottiene il Ph.D. e svolge attività di ricerca e didattica per molti anni. Coautrice di numerose pubblicazioni scientifiche per le più prestigiose riviste del settore, tra cui Nature e Physical Review Letters, torna a vivere a Roma dove è attualmente ricercatrice. Agli studi scientifici affianca la partecipazione a corsi universitari e di formazione in materia di diritto d’asilo e immigrazione. Al lato del suo impegno lavorativo nel campo della ricerca universitaria e della didattica, si è occupata di diritti umani, integrazione e valorizzazione delle diversità culturali, e nel sociale e per la tutela dei più deboli. Ha partecipato in gioventù al movimento scout. Sostenitrice convinta di uno stato laico che rispetti e tuteli le diversità e che riconosca l’importanza di valori come la difesa del bene comune, la mobilità sostenibile, l’istruzione pubblica e la valorizzazione della ricerca e della cultura.
(3)scarica DGCDelib. N 344 del 23.10.2015 riqualificazione e riprogettazione funzionale dei mercati rionali (plateatici e coperti) maggiormente in difficoltà
(4) (dal sito del comune di Roma) Si comunica che con Ordinanza Sindacale n. 4 del 9.10.2015 sono state approvate modifiche ed integrazioni all’Ordinanza sindacale 6/2014 avente ad oggetto la “Disciplina oraria dell’attività di commercio su aree pubbliche. Mercati rionali.” Per i mercati su sede propria (plateatici e coperti) è previsto un orario feriale dalle ore 7.00 alle ore 22.00 con indicazione di modalità diverse, a seconda della tipologia di mercato e di gestione dello stesso, per eventuali possibilità di protrazione oraria e/o di aperture festive.
La nuova Ordinanza sostituisce, dalla suddetta data, il previgente provvedimento sindacale e detta l’attuale disciplina in materia di orari di apertura dei mercati rionali.
scarica l’Ordinanza Sindacale n.4 del 9 ottobre 2015 OdSn4_9ott15_disciplina_oraria_mercati
(5) Da Wikipedia, l’enciclopedia libera: La direttiva dell’Unione Europea 2006/123/CE, conosciuta come direttiva Bolkestein, è una direttiva dell’Unione Europea relativa ai servizi nel mercato europeo comune, presentata dalla Commissione europea nel febbraio 2004, ed approvata ed emanata nel 2006. Venne così detta da Frits Bolkestein, commissario europeo per il mercato interno della Commissione Prodi, ha curato e sostenuto questa direttiva, che per semplicità viene indicata con il suo nome (> leggi la scheda https://it.wikipedia.org/wiki/Direttiva_dell%27Unione_Europea_2006/123/CE)
(6) Quello che vogliamo per i mercati rionali
Difendere un patrimonio pubblico e rilanciare i mercati rionali
A cura del gruppo Mercati Rionali di Carteinregola
Nei Municipi di Roma sono presenti oltre 120 mercati rionali – coperti, plateatici attrezzati e su sede stradale o “impropria” – di piccole, medie e grandi dimensioni, di proprietà di Roma Capitale. Ventinove sono le strutture coperte, distribuite nel centro come nelle periferie, che in buona parte versano in uno stato di fatiscenza a causa degli scarsi (o inesistenti) investimenti pubblici per la loro manutenzione e che subiscono una progressiva flessione del numero di operatori. In molti casi gli edifici si trovano in aree prestigiose della città e per questo sono stati in passato oggetto di progetti di interventi privati che li avrebbero ristrutturati – in certi casi abbattuti – per ricavarne cubature immobiliari commerciali, direzionali e residenziali, che ne avrebbero distrutto l’anima e la natura di piazza pubblica, luogo di incontro e cuore dei quartieri. Carteinegola, a cavallo del 2012 e 2013, si è battuta contro le delibere che prevedevano project financing e scambi immobiliari, riuscendo, dopo 4 mesi di presidio in Campidoglio, a fermare i propositi dell’amministrazione. Ma le problematiche dei mercati rionali sono complesse e tuttora irrisolte.
Abbiamo svolto nel maggio 2015 una ricerca in loco su 29 mercati rionali coperti e 3 plateatici attrezzati, facendo un confronto con la rilevazione del Comune di Roma del 2012.
Gli operatori attivi rilevati risultano essere 1820 contro i 2240 dell’indagine comunale del 2012, con un calo apparente di circa il 20%. Il calo di operatori per l’insieme dei mercati è stimabile mediamente nel 40% negli ultimi 10 anni.
Il canone di concessione di un posteggio o di uno box oscilla fra 100 e 700 euro/mese. Tutti i mercati hanno attività diverse dall’alimentare (sartorie, tintorie, calzolai, fotocopie, Caf, sportello anagrafe comunale, abbigliamento, casalinghi, regali, elettricisti ecc). Tutti sono dotati di servizi igienici gratuiti per la clientela, pochissimi hanno impianti di climatizzazione.
Solo pochi mercati si sono organizzati per tentare di avviare attività sociali aggiuntive (mense per bisognosi, corsi di danza, concerti di musica, esposizioni di libri etc) ed hanno sperimentato grandi difficoltà burocratiche, indifferenza degli operatori e anche scarso entusiasmo dei cittadini.
La somministrazione diretta di prodotti alimentari, è episodica, soprattutto perché ostacolata da norme e regolamenti che bloccano un fenomeno che sarebbe di grande incentivo alla vita dei mercati coperti e risponderebbe ai bisogni dei cittadini.
L’orario di lavoro si limita alla fascia 7-14, con poche eccezioni in cui si raggiungono le ore 20, sempre o solo il venerdì.
L’eccessiva facilità nell’ottenere licenze per l’apertura di supermarket e altri esercizi concorrenziali vicino ai mercati, ha senz’altro contribuito a un calo della clientela.
La difficoltà da parte di dirigenti e operatori a intercettare preferenze e domanda di consumi degli abitanti del territorio di riferimento del mercato.
Il sistema dei bandi di attribuzione delle licenze e dei posti. Promossi dal Comune invece che dai municipi, vengono pubblicati solo ogni tre anni o più e non sono abbastanza versatili per venire incontro alle esigenze dei singoli mercati. Se si considera il meccanismo per cui chi vince può anche non aprire l’attività o aprirla e chiuderla senza restituire la licenza, bloccando così una rotazione che dovrebbe selezionare gli operatori più interessati e motivati, si capisce come si freni a tutti gli effetti l’espansione o la qualificazione di un mercato che invece potrebbe avere richieste per attività diverse, soprattutto da parte di giovani. Manca inoltre un efficace sistema di controllo generale sul rispetto delle regole e su tutto il sistema .
La scarsezza dei fondi comunali per manutenere le strutture mercatali, spesso fatiscenti e con impianti non a norma, costringe spesso gli operatori ad attivare fondi propri per opere di manutenzione anche straordinaria.
In questo quadro, abbiamo constatato, con qualche eccezione, un disinteresse delle istituzioni che non esclude il rischio che prima o poi il Comune decida di ricorrere alla dismissione dei mercati, magari cedendoli a qualche società mista pubblico/privato come il CAR, Centro Agroalimentare Roma, che potrebbe essere il primo passo per la loro progressiva privatizzazione.
Per rendere il mercato non solo un mercato, ma un centro di incontro, di socializzazione, sviluppo di imprenditoria giovanile, formazione, cura del territorio, vicinanza ai cittadini, oltre che sviluppo occupazionale, benessere e qualità del prodotto chiediamo:
– I MERCATI RIONALI DEVONO RIMANERE PROPRIETA’ PUBBLICA Nessuna cessione dei mercati coperti a privati o a società pubblico-private per speculazioni immobiliari che snaturano la struttura mercatale per farne brutte copie di centri commerciali, con un’aggiunta di uffici, negozi, appartamenti
– NUOVA VITA AI MERCATI E’ necessario riqualificare le strutture, ma anche riorganizzare l’offerta rendendola più adatta alle esigenze della vita di oggi. Ampliare i servizi offerti e gli orari di apertura.. Diffondere il servizio di acquisto on line e di consegna a domicilio, anche in un nuovo e più moderno rapporto con il Centro Agroalimentare di Roma (C.A.R.).
– PIU’ OPERATORI E’ necessario semplificare e accelerare le attuali procedure amministrative sia relative alla gestione (trasferimenti, reintestazioni ecc.) sia alla concessione dei banchi rimasti vuoti.
– OFFERTA PIU’ QUALIFICATA E DIVERSIFICATA Organizzare corsi di formazione per gli operatori per favorire la crescita verso nuove forme e tipologie di vendita. Mettere in rete i mercati di Roma con un’offerta di servizi evoluti e strumenti innovativi, tra cui l’e-commerce. Inserire all’interno dei mercati i Centri servizi dell’amministrazione e piccoli ristoranti e introdurre banchi per la vendita di prodotti biologici, di prodotti locali e di prodotti equo-solidali.
– Revisione del rapporto con AMA Allestire postazioni per la raccolta differenziata di generi particolari (oli esausti, pile, tessuti, tappi di bottiglia ecc.) e per la preparazione al riutilizzo di rifiuti (in modo da aiutare i cittadini a preparare il materiale di rifiuto per il riciclo).
– MERCATO COME PIAZZA PUBBLICA Ricostruire il rapporto tra mercato e territorio, riorganizzando la struttura per offrire alla cittadinanza e agli operatori spazi per iniziative che possano riallacciare i rapporti tra gli abitanti dei quartieri, rendendola un luogo di incontro soprattutto in quelle zone di Roma dove non esistono più autentici luoghi di socializzazione