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Roma aspetta ancora una delibera sulle regole per i rumori. Che fare ora?

Campidiglio consegna firme delibera rumori agosto 2014

Campidoglio consegna firme delibera rumori agosto 2014

Roma aspetta ancora una delibera sulle regole per i rumori. Che fare ora?

di Paolo Gelsomini

Il 1° agosto 2014 il Coordinamento Residenti Città Storica (CRCS) consegnò una proposta di delibera di iniziativa popolare corredata da 6mila firme valide di cittadini romani presso l’Ufficio del Sindaco. L’oggetto della proposta di delibera riguardava il “Regolamento di disciplina ed attuazione delle norme sul rumore e di controllo e prevenzione dell’inquinamento acustico”.

I promotori della delibera di iniziativa popolare rappresentano ancora oggi associazioni civiche di vari rioni e quartieri della Città Storica e sono organizzati nel Coordinamento Residenti Città Storica che ha il fine statutario di difendere la vivibilità e la salute psicofisica , di chi ci abita e ci lavora, e  di tutelare i beni storici, architettonici, paesaggistici e culturali.

E’ bene ricordare che la Legge 447/95, art.7, prevede l’obbligo di redazione ed adozione dei Piani di Risanamento acustico, laddove si constati il superamento dei valori di attenzione. Ad oggi il Comune di Roma si è dotato unicamente di una Zonizzazione Acustica ma non di un Regolamento con Mappe Acustiche, Piani di azione, Monitoraggi dei livelli di inquinamento acustico e Piani di Risanamento acustico.

In tema di inquinamento acustico l’operato delle amministrazioni cittadine che si sono succedute fino ad oggi è stato del tutto insufficiente e non ha scusanti.

Allo stato attuale mancano del tutto:

i piani comunali di risanamento acustico previsti dalla Legge Quadro 447/95 e dal Piano di Zonizzazione Acustica di cui alla delibera C.C. 60/2002;

la mappatura acustica e le mappe acustiche strategiche previste dal DLgs.vo 194/2005 (con Delibera n.663/2007 la Giunta della Regione Lazio ha indicato il Comune di Roma come ente delegato agli adempimenti previsti dal DLgs.vo 194/2005 e dalla Direttiva Comunitaria del 2004);

i piani d’azione conseguenti della mappatura pure previsti dal DLgs.vo 194/2005;

i piani e le azioni per il monitoraggio dei livelli di inquinamento acustico;

l’aggiornamento dello strumento attuativo della Zonizzazione Acustica;

le norme, i procedimenti e le sanzioni, a livello comunale, per il governo del rumore ambientale, per la prevenzione dell’inquinamento acustico e per la repressione dei fenomeni dannosi.

Ed in particolare, è proprio la mancata redazione ed adozione dei piani d’azione e di quanto altro previsto dalla Direttiva Comunitaria 2002/49/CE e dal DLgs.vo 194/2005, che ha determinato l’apertura di un procedimento d’infrazione presso la UE (articoli 258 e 260 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea – art. 14, lett. c, della legge 24 dicembre 2012, n. 234) n.2022/2013 del 24.04.2013.

Ecco perché il CRCS nel 2014 ha deciso di scendere direttamente in campo per dotare il Comune di Roma di uno strumento di mappatura del rumore, di azioni di progettazione acustica, di regole precise e di risanamento.

Ma che fine ha fatto quella delibera di iniziativa popolare? Certamente dopo quasi cinque anni molti suoi punti sono stati superati da nuove leggi sovraordinate,  e non può essere emendata proprio perché si tratta di una delibera di iniziativa popolare, ma non può neanche essere cancellata e sparire nel nulla. Correttamente avrebbe potuto essere riscritta dal Dipartimento Ambiente tenendo conto delle linee guida espresse da quella proposta di iniziativa popolare.

In seguito la delibera di iniziativa popolare sarebbe stata bocciata in aula o ritirata dai proponenti a patto che questi proponenti fossero messi in grado di discutere ed apportare contributi nella definizione del nuovo testo.

Si fece così nel recente passato quando una delibera di iniziativa popolare promossa dall’Associazione “Zero Waste” divenne la delibera 129/14 dopo vari tavoli di lavoro con i promotori costituiti dall’allora assessora alle Politiche ambientali Estella Marino.

Ma l’assessora Pinuccia Montanari, oggi dimessasi, non ha ritenuto di percorrere la stessa strada e la Commissione Ambiente ha deciso  solo nel dicembre 2018 di  costituire un tavolo di lavoro congiunto tra il Dipartimento Ambiente, l’Ufficio tecnico ed i cittadini proponenti la delibera di iniziativa popolare, per esaminare un nuovo testo che nel frattempo i tecnici del Dipartimento avevano riscritto.

Nonostante il forte ritardo della convocazione del tavolo di lavoro, una delegazione del CRCS è riuscita a far passare alcuni punti fermi ed alcuni principi durante la lettura del nuovo testo articolo per articolo.

Sono punti importanti legati soprattutto ai limiti dei decibel, al contenimento degli orari delle manifestazioni sonore di piazza, alle limitazioni di giorni complessivi di esibizioni rumorose nello stesso luogo, al contenimento delle deroghe di orario e di intensità sonora per eventi estivi all’aperto.

Tutto sembrava filare nel migliore dei modi ma, prima di avere la riunione definitiva in Commissione per la stesura finale concordata del testo, tutto si è bloccato e di nuovo tutto è caduto nei buchi neri del Comune.

Dopo il parere della Commissione Ambiente – che evidentemente ad ora non c’è stato – il testo dovrà  ritornare ai Municipi per i pareri prima di approdare in Giunta ed in Aula Giulio Cesare per l’approvazione definitiva.

Così l’Assemblea capitolina si accinge a discutere la 143^ Proposta (Dec. G.C. n.61 del 9 ottobre 2018) sul Regolamento di disciplina della gestione del rumore ambientale sul territorio di Roma Capitale senza neanche una consultazione definitiva con i promotori ed i detentori di 6000 firme valide della proposta di delibera di iniziativa popolare che verteva sullo stesso oggetto. Questo non è possibile e non dobbiamo farlo accadere perché sarebbe un vulnus anche per la democrazia.

Tutte le associazioni e i comitati della Città, a cominciare da quelli  della Rete di  Carteinregola, debbono pertanto chiedere di nuovo alla Sindaca Raggi, che oggi ha anche la delega di assessora alle politiche ambientali, alla Giunta ed alla Commissione ambiente presieduta dal consigliere Diaco, di organizzare una sessione di lavoro in tempi brevi per illustrare la situazione e per concludere il lavoro iniziato di esame del testo della proposta di delibera con la delegazione del CRCS.

Questo, prima che la proposta di delibera sia approvata in Giunta e  approdi in Aula.

 

 

 

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