La lettera: Roma vista da Atene
Autore : Redazione
Inauguriamo una rubrica di reportages da città del mondo messe a confronto con la Capitale.
Roma vista da Atene
di Fiamma Dinelli
Recentemente ho preso l’abitudine di passare una settimana in qualche città europea, così negli ultimi tre anni sono stata a Parigi, a Vienna, a Tours, e ogni volta al ritorno mi ritrovavo avvilita e depressa nel confrontare quelle raltà urbane con la nostra capitale.
Quest’anno, per andare sul sicuro, ho scelto Atene: debito pubblico alle stelle, crisi economica galoppante, emergenza migranti, pensavo stessero peggio di noi. C’ero stata nel 2003, subito prima delle Olimpiadi e la città appariva povera, sporca, caotica e depressa.
Questa volta invece con sorpresa ho trovato una città piena di gente in giro a tutte le ore, mezzi pubblici di superficie nuovi e veloci, strade e marciapiedi senza buche, musei splendidi ed efficienti anche dal punto di vista della comunicazione – con scolaresche di tutte le età in visita, mercato vivacissimo, una vastissima zona pedonale con negozi aperti e pieni di merci.
Ingresso al nuovo Museo dell’Acropoli
E poi lo splendido Museo dell’Acropoli, completato nel 2009. All’uscita della metro Acropoli, vi si arriva oltre che con la metro con una simpatica strada pedonale, dove un tempo passava il tram e che oggi è una successione di bar, paninerie e ristorantini, o al termine di una lunga, godibile passeggiata che costeggia prima i siti archeologici e la ferrovia, poi i giardini alle pendici dell’Acropoli.
Il pavimento trasparente del primo piano
Il piano terra, anche se forse dalla foto non si può capire, ha un pavimento interamente trasparente al di sotto del quale si vede il piano archeologico sottostante scavato in gran parete.
Ma quello che mi ha dato il colpo di grazia è stata la Metropolitana, che nel 2003 era in costruzione.
Aspettando la metro
Piazza sotterranea alla stazione Omonia
Le stazioni della Metro in tutta l’area centrale sono bellissime, i materiali sono esclusivamente marmi, acciaio e vetro, valorizzate da una sapiente esposizione di reperti, in parte originali e trovati durante gli scavi, in parte riproduzioni, come il frammento del timpano del Partenone.
Il fregio del timpano del Partenone nella stazione Sintagma
Stazione Monastiraki – reperti archeologici
I pavimenti sono lucidi, si incontrano spesso persone che puliscono ed è impossibile trovare in terra una sola cicca o una carta di caramella. I treni, quasi tutti di fabbricazione recente, si succedono ogni 4 minuti nei giorni di lavoro e ogni 7 la domenica, sempre pieni e veloci.
Una suggestiva presa di luce dall’alto
Del resto anche la città è pulitissima e la maggior parte dei giardini (anche se non non proprio tutti) sono ben curati.
Un’uscita della metro
La stazione metro Keramikon dà accesso, tramite un’ampia scalinata, due scale mobili e un ascensore fiancheggiati da gradoni con piante ricadenti, ad un giardino. Attraversandolo si arriva all’area dell’antica Centrale del Gas, dismessa nel 1985. Quest’ultima è stata bonificata, lasciando in vista i macchinari con la vecchia ciminiera che svetta, ed è attrezzata con bar, ristoranti e giochi per bambini.
L’area del Gaz verso sera, la ciminiera
Mentre ero lì c’era in corso la Settimana Internazionale della Scienza, frequentatissima, con giochi, proiezioni, esperimenti interattivi e giovani volontari che spiegavano le attività. I macchinari desueti opportunamente ripuliti costuiscono suggestivi paesaggi di archeologia industriale. Tutt’intorno, nel vecchio quartiere un tempo abitato dalla moltitudine di operatori della Centrale, bar, ristoranti, pub, ecc.
Giardino di accesso al Gaz
Che dire ancora? Il nostro albergo, adiacente ad una fermata di Metro e a tre fermate da Piazza Sintagma, era semplice, pulito accogliente ed economico, con un piacevole roof garden pieno di rose e affacciato su un panorama … bruttissimo, infatti l’edilizia ateniese del secolo scorso è davvero squallida! In compenso i gestori erano gentilissimi e, dato che avevamo l’aereo di ritorno di sera, ci hanno permesso di usare la stanza fino alle 16.00 senza supplemento di prezzo.
Immagino tuttavia che questa impressione che si ha di una società dove si vive bene e allegramente sia da immaginare strettamente circoscritta alla Capitale e soprattutto al centro di questa, mentre altrove nel Paese la vita sia difficile e che ci sia gente che non riesce ad arrivare alla fine del mese, che la disoccupazione giovanile sia altissima, che l’economia di isole come Lesbo sia distrutta dal flusso dei migranti,. Tuttavia questo tipo di problemi li abbiamo abbondantemente anche noi, anche noi ci siamo indebitati fino al collo. Però mi pare chiaro che, a differenza di noi, loro i soldi li hanno spesi bene, per l’interesse pubblico per fare cose utili e anche belle. Penso che, se al momento in cui la popolazione aveva votato in questo senso fossero usciti dall’Europa, non starebbero certo peggio di adesso.
Comunque anche queste considerazioni non hanno alleviato granché la mia depressione nel fare i confronti…
Forse per un ritorno allegro dovrò provare Calcutta? Non è detto.
Fiamma Dinelli
Ristorante nel Gazometro