L’imminente introduzione dei controlli automatici nella Fascia Verde accentua la gravità delle carenze del TPL, col servizio ATAC ai minimi storici, e delle troppe problematiche irrisolte
Si avvicina la data dell’accensione dei varchi dell’enorme ZTL Fascia Verde (oltre 200 km quadrati), che toglierà a moltissimi cittadini la possibilità perfino di lasciare parcheggiata al suo interno la vecchia auto dal lunedì al sabato. Finora i divieti già presenti sono stati abbastanza ignorati, grazie all’assenza di controlli sistematici. È un provvedimento molto impattante (tra l’altro alla 2^ infrazione è previsto anche il ritiro della patente fino a 30gg), che va completamente rivisto e non solo prorogato e per una parte di veicoli.
Il Comune propone come alternative al mezzo privato:
a piedi (che può andar bene fino ad un massimo di 2 km e senza portare carichi),
bici e monopattini (non per tutti, non per tutte le stagioni e le giornate, né per tutti i tragitti),
i mezzi pubblici.
Parliamo proprio dei mezzi pubblici, di ATAC che sta scivolando sempre più verso il baratro, a causa di una pesante eredità di mancati investimenti e problemi gestionali da cui non riesce ancora a liberarsi.
Come si può vedere dal grafico, il servizio è in costante peggioramento, ed i motivi non sono tutti chiari.
I freddi dati evidenziano che nei primi 7 mesi 2023 sono stati i peggiori di tutta la storia ATAC.
Da dicembre 2020 ATAC beneficia anche del supporto dei privati, dapprima con 24 linee bus sub-affidate ed attualmente con 11 linee bus. Senza questo supporto esterno i numeri sarebbero ancor più catastrofici. Nel 2023 è come se fossero usciti, ogni giorno, 77 autobus ATAC più altri 5 subaffidati a privati, per un totale di 82 autobus anziché 100. Nel 2010, quando ancora non era aperta né la Metro B1 né la Metro C, ATAC faceva un servizio equivalente a 93 autobus su 100.
Quello che non dicono grafico e dati, già di per sé molto allarmanti, è la critica situazione dell’accessibilità delle stazioni Metro, con numerosi ascensori e scale mobili ferme anche temporaneamente per guasti o assenza personale di stazione, le continue interruzioni del “servizio” tram e anch’esso con problemi di accessibilità, le chiusure improvvise di intere stazioni o tratte Metro, le attese inattendibili dei treni Metro (arrivate anche a mezz’ora per la B1) ed in generale le frequenze irregolari, le app che danno i tempi di attesa di autobus e tram che non funzionano correttamente, la mancanza di adeguati parcheggi di scambio soprattutto fuori la Fascia Verde, l’enorme difficoltà nell’intermodalità con bici/monopattini.
Chi può, fugge dal trasporto pubblico e si aggiunge al già saturo caos su strada, con le gravissime conseguenze che vediamo tutti, gli incidenti, l’inquinamento atmosferico ed acustico, il tempo sprecato nel traffico.
Roma in definitiva è una città che nega a tutti, chi più chi meno, il diritto alla mobilità, comprimendo le libertà collettive ed individuali e degradando la qualità della vita.
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
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