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Roma, partecipazione e vita associativa. Spunti per il coinvolgimento organizzato delle energie civiche

da RomaRicercaRoma | Gen 8, 2022 |di Massimo Marnetto

Come fa un cittadino o un’Associazione a proporre una modalità nuova per risolvere un problema che riguarda la Città? A chi la dice? C’è qualcuno che si fa carico di verificarne la fattibilità – costi, autorizzazioni, vincoli, ecc. – magari fornendo gli emendamenti che la rendono praticabile? Ecco, in questa fase di avvio della nuova Giunta di Roma – anche perché nata sotto il segno di un’astensione inedita e allarmante – si avverte l’esigenza di attivare forme nuove di partecipazione civica, con percorsi definiti di inoltro di una proposta, filtro di ragionevolezza, elaborazione di quelle accoglibili e rilascio di un parere.

Gestire l’interlocuzione attiva con i cittadini è un’attività impegnativa, che richiede attenzione, competenza e grande capacità di relazione: ma spesso, setacciando tra tante idee non utilizzabili, si trovano autentiche “pepite”. Magari perché la proposta viene da un’associazione che si occupa da anni di un tema e quindi ha accumulato una competenza tale da poter indicare con chiarezza le criticità presenti. Oppure perché il proponente è un pensionato, che per una vita ha maneggiato un problema e sa perfettamente mettere le mani nel cofano della sua complessità per risolvere disfunzioni ataviche. Ma potrebbero essere anche i giovani a inviare proposte, perché hanno svolto del volontariato in uno specifico ambito e ora possono fornire suggerimenti ponderati.

La potenzialità del contributo dai cittadini è enorme, ma tutta questa energia va canalizzata in strutture e procedure adeguate. Per esempio, i Municipi parigini hanno un Assessore alla vita associativa[1], che si dedica a tempo pieno a strutturare e valorizzare il contributo civico. Non solo, questo Assessore è anche responsabile di un Albo delle “Assò ordinato per i servizi che offrono, in modo che i cittadini possano consultarlo e fruire delle loro prestazioni o aderire a quelle di loro di interesse, per dare un contributo. Inoltre, l’Arrondissement mette a disposizione dei cittadini la “Casa delle Associazioni”, dove chiunque può affittare a prezzo sociale uno dei tanti spazi per fare lezioni di musica, yoga, presentare un libro o fare ginnastica dolce per anziani. Nel piano terra, c’è un bar dove si incontrano persone di tutte le età e interessi[2].

Concludendo, ritengo necessario valorizzare la partecipazione dei cittadini, ma non con incontri estemporanei: bensì con percorsi idonei ad affinare le proposte in sollecitazioni politiche di governo del territorio municipale. E con procedure semplificate per il riuso sociale di immobili dismessi, da trasformare in spazi per la vita associativa (per es., nel I Municipio, i “Casali degli Strozzi” abbandonati ai piedi del Parco di Monte Mario sarebbero ideali).

[1] La dizione esatta è “Chargé de la vie associative, de la participation citoyenne et du débat public”

[2] Abbiamo avuto modo di conoscere questi dettagli, perché nel 2009, la nostra Associazione di Quartiere “Civico 17” (nata quando c’era il XVII Municipio) ha realizzato uno scambio culturale di giovani con il 17eme Arrondissement in occasione della Festa della Musica, con ospitalità dei nostri musicisti presso le famiglie del 17eme e viceversa. Per preparare l’evento siamo andati a Parigi e studiato la partecipazione del 17eme.

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