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Roma senza Regolamento del verde e senza trasparenza

foto capitozzature LF 4

Lavori in via Marmorata il 4 febbraio 2020 (foto LF)

La mancanza di informazione e  trasparenza sulle decisioni e sulle attività dell’Amministrazione, sopratutto per quando riguarda aspetti che stanno molto a cuore ai cittadini come il verde urbano,  non è solo  una promessa elettorale disattesa, è anche un boomerang quotidiano per la maggioranza che governa la città.

Si è ripetuto nei giorni scorsi il solito copione di cittadini che assistono preoccupati al taglio o all’abbattimento di  alberature del quartiere  e che mendicano qualche informazione dagli operai, ricavando vaghe risposte (in genere  che le piante  “sono malate”). L’episodio  che ci è stato segnalato  riguarda un giardinetto di Via Marmorata, dove  per fortuna   gli  addetti  al taglio erano dipendenti dell’Ufficio Giardini  comunale, così che abbiamo potuto chiedere informazioni  direttamente al Dipartimento, che ci ha dato tutte le spiegazioni – rassicuranti – del caso (mentre quando si ha a che fare con  ditte  private incaricate è più difficile).

A Carteinregola capita molto spesso di ricevere telefonate allarmate di cittadini che assistono con dolore al taglio di alberi, e che si chiedono “se fosse  davvero necessario”:  questo rende ancora più  evidente il  deficit di fiducia della cittadinanza verso le istituzioni e gli uffici comunali – non del tutto ingiustificato, viste le vicende scoperchiate dalle indagini di qualche anno fa –  a cui si può ovviare solo in un modo, cioè garantendo ai cittadini regole certe, informazione,  trasparenza e anche più partecipazione.

Facciamo ancora una volta presente che Roma, a differenza della altre capitali europee,  non si è mai dotata di un Regolamento del Verde.   Un anno fa è stato  approvato dalla Giunta Raggi (ma non in Assemblea Capitolina e quindi non è ancora in vigore) un “Regolamento del Verde e del Paesaggio Urbano” (1)   che, oltre a fornire  delle regole stringenti a tutela di un vitale e prezioso patrimonio collettivo, assicura anche la trasparenza che interventi su  beni pubblici, realizzati con soldi pubblici, imporrebbero, come del resto accade per lavori e cantieri: l’esposizione di  un cartello con la descrizione delle attività previste,   l’indicazione  dell’ente o della  ditta esecutrice (e gli estremi dell’appalto o dell’affidamento), la data e la durata,  i riferimenti del responsabile comunale e del tecnico che li ha prescritti (e la contemporanea pubblicazione delle informazioni sui siti istituzionali).

Ma l’informazione e la trasparenza non bastano, è necessario anche promuovere la partecipazione dei cittadini e delle realtà di quartieri e  territori nelle decisioni che riguardano gli spazi e i beni comuni. In una città con un un patrimonio arboreo molto consistente, ma spesso poco curato, quando non danneggiato da interventi stradali non a norma,  le decisioni da prendere “caso per caso” possono considerare diverse opzioni, che non possono ridursi alla sola manutenzione ordinaria, ma devono comprendere  anche  una prospettiva di lungo periodo. E i ragionamenti che precedono tali  scelte devono essere fatti  alla luce del sole, mettendo sul tavolo i dati tecnici, ma ascoltando, nel dibattito,  anche la voce  dei cittadini.

Se ciò avvenisse, i cittadini non dovrebbero  mobilitarsi  per i ricorrenti allarmi, spesso ingiustificati, nè rischierebbero  più di diventare inconsapevoli pedine di una competizione politica  che spesso non ha niente a che fare con la difesa del nostro patrimonio verde. Basti il recente caso dei pini di corso Trieste, che ha visto una straordinaria  mobilitazione dei cittadini (2):  risposta sacrosanta al pericolo che era stato ventilato, che tuttavia avrebbe meritato, da parte di tutte le istituzioni coinvolte, un ben diverso approccio, sia con la situazione – assai complessa – sia  con gli stessi  cittadini.

Sono anni che ripetiamo che la mancanza di informazione e trasparenza sono  un boomerang, anche per  Amministrazioni che non hanno niente da nascondere.

Ma continuiamo a trovarci davanti a una cortina fumogena,  che scoraggia qualunque buona intenzione. Anche in questi ultimi tre anni e mezzo.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

5 febbraio 2020

NOTE
(1) la Proposta di Delibera con il Regolamento del verde e del paesaggio urbano, frutto di un lungo e proficuo  lavoro dell’assessorato capitolino con decine di associazioni ambientaliste e ordini professionali, è stata approvata dalla Giunta ormai più di un anno fa – 17 gennaio 2019 – ma non è ancora approdata in Assemblea Capitolina per il voto definitivo nonostante abbia  già terminato tutto l’iter, dal Segretariato ai Municipi, ma è stata penalizzata dal cambio in Assessorato, e procede al ralenti.

Così la sindaca Virginia Raggi il 17 gennaio 2019:“Un risultato storico per Roma. Abbiamo approvato in Giunta il primo Regolamento del Verde e del Paesaggio Urbano di Roma Capitale, frutto di un intenso lavoro partecipato e condiviso con associazioni e addetti ai lavori, che ringrazio per l’impegno e la passione. 67 articoli suddivisi in 5 capitoli per definire principi, criteri e norme per la cura, lo sviluppo e la manutenzione dell’immenso patrimonio verde della città, pubblico e privato. Un’ampia parte del testo è dedicata agli strumenti di partecipazione del cittadino alla cura del verde: adozioni, donazioni, sponsorizzazioni e patti di collaborazione. Siamo convinti che i risultati si ottengono insieme, per questo la collaborazione e il dialogo tra cittadini e Amministrazione deve continuare ad essere centrale. Ora proseguiamo spediti con l’iter autorizzativo fino all’approvazione definitiva in Assemblea Capitolina”,

(2) vedi il nostro post del 24 gennaio 2020Pini di corso Trieste: chiediamo trasparenza e condivisione con i cittadini

vedi anche:

I DOSSIER:

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