Santa Maria della Pietà: i consiglieri capitolini M5S hanno cambiato idea?
Autore : Redazione
Sul futuro dell’ex manicomio di Santa Maria della Pietà i consiglieri pentastellati sembrano abbracciare in toto la delibera della Giunta Zingaretti prima duramente contestata. Uno degli effetti della mutazione politica del M5S regionale, passato dall’opposizione al sostegno esterno della zoppicante maggioranza di centrosinistra?
Aggiornamento 1 agosto : Francesca De Vito consigliera regionale M5S ha presentato un emendamento alla proposta di Legge 55 che punta a riportare a 15 il massimo di padiglioni destinato ad usi sanitari a definire la cessione al Comune di 6 padiglioni per usi amministrativi e culturali ed a ripristinare le funzioni di ricettività turistica ai padiglioni realizzati per il Giubileo 2000 e smantellati dalla ASL RM1 dopo due anni. L’emendamento prevederebbe anche la sospensione delle azioni di Regione ed ASL su proprietà ed usi fino a che non si sia realizzato il Progetto Urbano previsto dal Piano Regolatore e messi in atto tutti i percorsi e gli strumenti della Partecipazione (fonte sipuòfare)
(23 luglio 2018) Il recupero e la destinazione dell’ ex ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà (1), 35 padiglioni dell’inizio del ‘900 all’interno di un parco nel XIV Municipio, è un’annosa questione, oggetto di battaglie di cittadini e comitati del territorio e non solo, a partire dall’Associazione ExLavanderia (2), che ne chiedono un uso pubblico e culturale di livello cittadino e nazionale.
Il motivo del contendere è la destinazione dei padiglioni
Nel 2003 sono state raccolte 9.000 firme, nel 2014 sono state avanzate dal comitato “Si può fare” (3) una Proposta di Legge Regionale firmata da 12mila cittadini – mai discussa – e una Delibera di Iniziativa Popolare (4), confluita nel 2015 in una Delibera approvata dall’Assemblea capitolina (5) anche con i voti del M5S (Raggi, De Vito e Stefàno). Le proposte dei cittadini, recepite da Roma Capitale, riguardano l’avvio progetti per un uso socio-culturale, elaborati con la partecipazione della cittadinanza, nel rispetto della legge che impone la messa a reddito degli edifici degli Ex O.P. per finanziare i Progetti Obiettivo sulla Salute Mentale (6) e in linea con le Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore, che definisce S. Maria della Pietà una Centralità Urbana e Metropolitana da pianificare (7). E anche la creazione di una consulta cittadina di cui devono far parte, insieme ad altri, i rappresentanti del Comitato Promotore, per monitorare e vigilare sull’applicazione della Delibera stessa (8). Consulta che non è poi mai stata attivata.
Da anni infatti la situazione è ferma: il punto in discussione è la destinazione dei padiglioni, 12 di proprietà della Regione Lazio e 25 della Asl (e alcuni terreni sono della ex Provincia), dei quali tre utilizzati per attività istituzionali del XIV Municipio. Nel dicembre 2016, nonostante la Delibera dell’Assemblea Capitolina del 2015 (5), avesse indicato chiaramente tra gli obiettivi e le linee guida del Comune relativamente alla Centralità Urbana del S. Maria della Pietà un prevalente utilizzo socio-culturale e l’esclusione di un uso sanitario predominante, una Delibera della Giunta Regionale, la 787 (9), approva il Programma di valorizzazione patrimoniale del complesso di Santa Maria della Pietà e il relativo stanziamento finanziario pari ad un’ importo complessivo di € 9.601.367,33, con la prospettiva di realizzare nell’ex ospedale psichiatrico il ‘Parco della salute e del benessere’, che sul sito della ASL viene definito uno “spazio pubblico che la ASL Roma 1 sta valorizzando e gestendo con progettualità sostenibili, nell’interesse della collettività”, che sancisce di fatto una connotazione essenzialmente e prevalentemente sanitaria. Infatti, in base alla 787, ben 21 padiglioni resterebbero/passerebbero in uso alla ASL, 5 alla Regione per destinazioni direzionali o amministrative, 5 al Municipio XIV (che otterrebbe 2 nuovi edifici), con la trasformazione di due padiglioni in ostelli – da tempo prevista – e la definitiva destinazione del padiglione 31, la Ex lavanderia, “ad attività di interesse culturale, anche con sub concessione a enti o aziende pubbliche o ad associazioni non aventi fini di lucro” (con esclusione di attività commerciali) (10).
Immediate le reazioni di “Si può fare”, che ritiene tradite le proposte della delibera di iniziativa popolare recepite dal Comune nel 2015, che prevedeva La Delibera 40 del 2015 indicava il massimo utilizzo sanitario in 15 padiglioni, il minimo utilizzo socio culturale in 10 padiglioni e la ricettività turistica in 5 padiglioni (11)
ma energiche anche le reazioni dei consiglieri pentastellati, da tempo assai vicini al comitato promotore: sul sito laziocinquestelle.it la consigliera regionale De Nicolò, nel gennaio 2017 attacca la delibera della Giunta Zingaretti: “La delibera della giunta sulla valorizzazione patrimoniale del Santa Maria della Pietà mette a rischio il futuro di questo bene comune” (12); e Donatella Iorio, Presidente M5S della Commissione Urbanistica del Comune di Roma, dichiara (13): “La centralità urbana del Santa Maria della Pietà è destinata anche a funzioni culturali e sociali, non solo sanitarie. Di questo la giunta della Regione, con la delibera approvata lo scorso 20 dicembre, sembra non voler tenere conto. Si dia ascolto ad associazioni e comitati, calendarizzando la discussione della legge di iniziativa popolare sottoscritta da 12mila cittadini. E si prevedano nei padiglioni del parco funzioni culturali, artistiche e sociali. Il presidente Zingaretti ritiri quindi la delibera di dicembre”. E il 9 marzo 2017 la maggioranza capitolina pentastellata vota una mozione del consigliere Stefano Fassina (Sinistra per Roma) che si conclude con la richiesta alla Sindaca di “assumere ogni utile iniziativa volta ad aprire un confronto politico con la Regione Lazio” affinchè l’area di santa Maria della Pietà “sia destinata ad ospitare funzioni pubbliche ospitando, ad esempio, uffici, università, strutture di accoglienza, aree verdi attrezzate per il tempo libero, valorizzandone la fruizione civica, culturale, artistica ed ambientale dei luoghi e diversificando le attività al suo interno, garantendone così l’uso pubblico e sociale …” invitandola addirittura a “valutare la possibilità di dare mandato all’Avvocatura Capitolina per predisporre l’impugnazione della delibera regionale in questione “(14). Analoga richiesta, reiterata anche con un ODG il 22 dicembre 2017 (15), viene approvata dall’Assemblea capitolina all’unanimità.
Il Movimento 5 Stelle Capitolino si astiene sulla stessa mozione che prima aveva votato
Invece la mozione presentata – sempre da Fassina – il 18 luglio scorso, pur avanzando le stesse richieste (16), non passa , in seguito all’astensione dei consiglieri pentastellati (17). Cos’è successo? Pochi giorni prima, il 10 luglio, la Giunta regionale ha approvato un “Protocollo d’intesa, ai sensi dell’art. 15 della legge n. 241/1990, tra Regione Lazio, Asl Roma 1, Roma Capitale, la Città metropolitana di Roma Capitale e il Municipio Roma XIV” per il “Programma di valorizzazione patrimoniale del complesso di Santa Maria della Pietà in Roma” di cui alla dgr n. 787/2016 (18), cioè la Delibera prima tanto contestata, che recepisce il progetto della ASL Parco della salute e del benessere’. Protocollo già approvato dal Municipio XIV, sempre pentastellato.
Sembrerebbe quindi che la maggioranza capitolina abbia cambiato completamente la sua linea, anche se la stessa Donatella Iorio, intervenendo in Aula il 19 luglio (in calce il video della seduta con il dibattito), afferma che il Protocollo è stato predisposto insieme a Roma Capitale e agli altri enti coinvolti, e che non si discosta nè dalle posizioni precedenti del M5S nè dai punti della mozione Fassina. La Iorio rivendica un percorso pubblico che sarebbe già cominciato tempo fa con un’Assemblea pubblica, e assicura anche per il seguito il coinvolgimento dei cittadini del Municipio e di Roma.
Il protocollo che Roma si appresta a sottoscrivere diverge dalla Delibera regionale prima contestata?
In verità, da una lettura del protocollo, molto generico sui punti in questione, è assai difficile stabilire se siano state introdotte modifiche sostanziali alla Delibera regionale del 2016 (DGR 787) che recepiva il progetto della ASL Città della salute e del benessere: nel testo si rimanda continuamente, oltre agli interventi per la riqualificazione del parco, a condivisioni e partecipazione dei cittadini, ma il resto è poco esplicito. Non è chiaro se siano state cambiate le destinazioni dei padiglioni previste dalla DGR 787, che sono poi l’oggetto del contendere: si parla ad esempio di “necessità di destinare alcuni padiglioni per attività socio culturali poste in essere da associazioni e cooperative sociali del territorio, nel rispetto delle norme di evidenza pubblica“, il che indurrebbe a pensare che non sia più destinata a tale scopo solo l’ex lavanderia. Non è chiaro quali conseguenze sulle decisioni possa avere il coinvolgimento della società civile: all’art. 1, si dice che le parti intendono “garantire l’esecuzione degli interventi di riqualificazione del comprensorio e del suo patrimonio immobiliare, assicurando la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini e valorizzando la funzione pubblica …etc” – che fa invece pensare che la cittadinanza sarà coinvolta non nella fase progettuale – e quindi nella decisione su quali funzioni inserire nei padiglioni – ma solo in quella esecutiva – sul come disporre le panchine o similari. Quanto all’art.2 “impegni delle parti” citato dalla Iorio, non ci sembra ci siano novità rispetto alla precedente delibera regionale, dato che il protocollo non potrebbe porsi in contrasto con le normative vigenti, a partire dalle NTA del PRG, e prevede quindi la redazione di un piano di assetto preliminare entro 6 mesi (nuove edificazioni sono sempre state escluse), e di applicare il Regolamento comunale della partecipazione 57/2006, come per tutte le trasformazioni urbanistiche (7). Inutile dire che anche i due padiglioni da trasformare in ostelli non sono certo una novità (19).
Infine, come già previsto della della prima bistrattata delibera 787, “nelle more dell’approvazione della centralità urbana Santa Maria della pietà” il protocollo impegna gli enti sottoscrittori a porre in essere alcuni passaggi, tra i quali la concessione in uso a Roma Capitale per l’utilizzo del Muncipio di 2 padiglioni (16 e 18) per fini istituzionali.
A questo proposito vogliamo ricordare che questa scelta non è priva di ricadute: infatti se è senz’altro positiva l’idea di mettere fine all’emorragia di denaro pubblico dovuta all’affitto di un condominio privato in Via Battistini, va detto che la precedente Giunta aveva previsto la ricollocazione degli uffici municipali in un altro ambito, dopo un percorso partecipato con la cittadinanza, cioè all’interno del Forte Trionfale (20). Di tale progetto non ne sappiamo più nulla, dato che da più di un anno è scaduto l’accordo con il Ministero della Difesa per il passaggio del Forte a Roma Capitale, e le ultime notizie riportavano una richiesta di revisione dell’accordo da parte dei militari dopo la lunga impasse della Giunta Raggi.
Queste le informazioni. Quanto alle considerazioni, non abbiamo sufficienti elementi per valutare nel merito gli scenari ventilati, e quale corrisponda maggiormente all’interesse pubblico, anche perchè una valutazione seria dovrebbe basarsi su una analisi economica e amministrativa che non è alla nostra portata.
Scelte per l’interesse pubblico o realpolitik?
Tuttavia possiamo fare una riflessione sul metodo.
Non sono obbligati, i nostri rappresentanti, eletti da centinaia di migliaia di cittadini, a dare seguito alle richieste di una minoranza, seppure espressione di realtà territoriali che hanno raccolto il sostegno di tanti cittadini. L’interesse collettivo si raggiunge seguendo con coerenza i programmi promessi e la propria coscienza, anche a costo di scontentare le attese di cittadini e comitati. Ed è anche lecito cambiare idea, perchè le situazioni possono modificarsi, o perchè, vista dalla stanza dei bottoni, la complessità può mostrare strade migliori.
Non è però accettabile non dire la verità ai cittadini, o non dare spiegazioni chiare e trasparenti sulle virate della propria maggioranza. Si mostri, documenti alla mano, dove, nel protocollo si dà seguito alla Delibera del 2015 votata anche dalla Sindaca Raggi e a tutti i punti fermi da sempre sostenuti dal M5S che secondo la consigliera Iorio hanno reso inutile il voto favorevole alla Mozione Fassina; oppure si spieghi per quali ragionevoli motivazioni si è deciso che la Delibera della Giunta Zingaretti, in passato rispedita al mittente, adesso è diventata degna di essere sottoscritta.
Ma nelle ragionevoli motivazioni non possiamo comprendere la realpolitik a cui ci hanno abituati tanti esponenti di centrodestra e di centrosinistra, e che si vorrebbe archiviata dal MoVimento 5 Stelle: quella della politica che più che perseguire l’interesse generale – o quello che è giusto – guarda alle convenienze del proprio partito o movimento, e/o a quelle dei propri alleati del momento.
Ci auguriamo che l’Assessore Montuori faccia partire il previsto processo partecipativo prima che siano prese scelte irreversibili e che la Presidente Iorio, come ha assicurato in Aula, convochi sul tema una commissione urbanistica prima dell’approvazione del protocollo da parte di Roma Capitale. Contiamo quantomeno sulla sua parola…
Anna Maria Bianchi Missaglia
Post scriptum: riservatezza o opacità? L’articolo 6 del protocollo predisposto da Regione insieme a Roma Capitale, Città Metropolitana, Municipio XIV e ASLRm1 si intitola “Riservatezza”, e vi si dice che “documenti o altri materiali che verranno scambiati tra le parti dovranno essere considerati “informazioni riservate” ove qualificati tali dalla parte che comunica“. Davvero notevole per delle amministrazioni – 3 su 5/6 – targate Cinquestelle, dato che riguarda scambi tra soggetti pubblici, dove l’oggetto è una trasformazione urbana e non certo dati sensibili delle persone. Un aspetto che merita di essere approfondito
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
Il video dell’Assemblea Capitolina del 19 luglio 2018:
al minuto 44′ l’intervento di Stefano Fassina (SI), che illustra la mozione. Al minuto 51′ la risposta di Donatella Iorio (M5S) fino a 59′ 40″ a cui segue l’ulteriore intervento di Stefano Fassina dino a 1h 2′ ca. Da 1h 3′ 1 h 10′ intervento Presidente XIV Municipio Campagna fino a 1h 18′
(1)Il comprensorio è sottoposto a vincolo storico e il vasto parco è sottoposto a tutela paesaggistica
(2) da Ex Lavanderia -Chi siamo (…) L’Associazione Ex lavanderia nasce a gennaio 2005, 3 mesi dopo l’occupazione del Padiglione 31 da parte di associazioni e cittadini. L’occupazione del 15 ottobre 2004 è servita a mantenere la destinazione pubblica e culturale per la quale la Ex lavanderia fu ristrutturata, con fondi pubblici nel 2000, così come i 5 padiglioni destinati ad ostelli della gioventù che, purtroppo, sono stati smantellati dalla ASLRME...Leggi tutto [ nella ex Lavanderia occupata sono proseguite fino a oggi varie attività, tra cui anche un bar riservato ai soci dell’associazione, che, in quanto in una struttura occupata, sono prive delle necessarie autorizzazioni. Va tuttavia notato che le centinaia di iniziative promosse in questi anni – concerti, convegni, spettacoli teatrali, mostre d’arte, feste dei bambini, collaborazioni con associazioni di solidarietà etc – sono state gestite con attività volontarie e con entrata a libera sottoscrizione e che l’iscrizione all’associazione è gratuita]
(7) (dalla delibera di Giunta regionale santa maria pieta 10 luglio 2018 2018-4498 con il protocollo) Il complesso S. Maria della Pietà è insertito nel PRG di Roma come Centralità Urbana e Metropolitana da pianificare con destinazione d’uso a servizi di utilità pubblica (100% servizi, Direzionalità pubblica e strutture universitarie, Turismo e ricettività, M1-M3-N).L’art. 60 delle norme tecniche di attuazione prevede l’obbligatorietà di un progetto urbano (art.16 NTA) preceduto da uno schema d’assetto preliminare da sottoporre ad una consultazione preventiva di tutti i soggetti portatori di interesse. Tali consultazioni devono avvenire secondo le modalità stabilite dal Regolamento comunale sulla partecipazione attualmente in vigore – scarica delibera partecipazione del57_02032006
− 1 rappresentantedella Consulta Cittadina per la Salute Mentale;
− 1 rappresentante del Comitato Promotore della deliberazione d iiniziativa popolare sul riuso del S. Maria della Pietà, presentata nel 2003;
− 2 rappresentanti del ComitatoPromotore della deliberazione di iniziativa popolare, avente medesimo oggetto della presente;
− 2 rappresentanti della Rete Associativa del Municipio Roma XIV;
− tale Consulta ha come compiti: verificare tempi ed attuazione della presente deliberazione ed elaborare proposte da sottoporre agli Assessorati competenti; elaborare proposte per agevolare la realizzazione degli obiettivi della presente deliberazione; promuovere iniziative ed attività per favorire la conoscenza, la valorizzazione e la tutela del complesso del S. Maria della Pietà; elaborare proposte per il reperimento di risorse, anche attraverso la predisposizione di progetti europei; contribuire alla definizione del percorso partecipativo relativamente alla realizzazione del “Progetto Urbano”; promuovere l’integrazione con altri Enti;− tale Consulta è a titolo gratuito e si dota di un proprio Regolamento
(da pag. 50 a 72 allegato a Delibera Programma di valorizzazione patrimoniale del complesso di Santa Maria della Pietà in Roma)
(10)(da allegato a Delibera 787 Programma di valorizzazione patrimoniale del complesso di Santa Maria della Pietà in Roma – Destinazione dei 35 padiglioni (vedi pag.67-68)
(41 locali – 37 padiglioni)
Restano in uso del Polo sanitario per svolgere attività della ASL 20 padiglioni e un’autorimessa (16 padiglioni in proprietà e 4 locati da Regione con canone ricognitorio + 5 in proprietà che passano (4) al Municipio e (1) a enti e associazioni + 3 in proprietà (chiesa, museo, biblioteca): 1 (PROPR. ASL- Poliambulatorio/CUP), 2 e 3 (PROPR. ASL- Casa della salute), 4 (PROPR. ASL- scuola infermieri), 5 (PROPR. ASL- consultorio), 7 (PROPR. ASL- comunità alloggio disabili), 8 (PROPR. ASL-servizio veterinario), 9 (PROPR. Regione – oggetto di permuta con ASL padiglione 1o- centro riabilitazione diurno e centroresidenziale), 12 (PROPR. ASL- Roboris, Centro Diurno di riabilitazione integrata), 13 (PROPR. Regione Lazio da locare ad ASL con canone ricognitorio- Area farmaco etc), 14 (PROPR. ASL- RSA,CSM etc), 16 (PROPR. ASL, uffici amministrativi) 19 (PROPR. Regione Lazio – da dare in locazione con canone ricognitorio ad ASL come sede Epidemiologia), 22 (PROPR. ASL- Hospice Antea) 23 (PROPR. Regione Lazio da locare a ASL con canone ricognitorio come Guardia Medica etc), 26 (PROPR. ASL- Centro studi – direzione), 28 (PROPR. Regione Lazio locato con canone ricognitorio ad ASL servizi accoglienza familiari ricoverati), 36 (PROPR. ASL- portineria) 90 (PROPR. ASL-uffici amministrativi) 90 bis (PROPR. ASL- uffici amministrativi) 41 bis (PROPR. ASL-autorimessa officina)
In uso alla Regione Lazio 5 padiglioni (5 in proprietà e in uso +4 in proprietà locati ad ASL + 2 diventano ostello + 2 occupati senza titolo)
10 (PROPR. ASL, oggetto di permuta con padiglione 9 ASL – data – center regionale), 17 (PROPR. Regione Lazio – da adeguare come uffici direzionali ), 18 (PROPR. Regione Lazio – da adeguare come uffici direzionali), 20 (PROPR. Regione Lazio – da adeguare come uffici direzionali),21 (PROPR. Regione Lazio – da ristrutturare per esigenze strutture operative Protezione civile),
In uso al Municipio XIV 5 padiglioni
29 , 30, 32 (PROPR. ASL- Municipio XIVper attività istituzionali) a cui si aggiungono padiglioni 16 (PROPR. ASL)e 18 (PROPR. Regione Lazio)
Nuovi usi pubblici 3 padiglioni
I Padiglioni 11 e 15 (PROPR. Regione Lazio)- diventeranno ostelli
Il padiglione 31 (PROPR. ASL- Ex lavanderia occupato senza titolo) sarà destinato ad attività di interesse culturale, anche con sub concessione a enti o aziende pubbliche o ad associaizoni non aventi fini di lucro (con eslcusione di attività commerciali)
Immutate destinazioni varie 3 padiglioni
Padiglione 6 (PROPR. ASL – Museo laboratorio della Mente), 24 (PROPR. ASL- archivio Biblioteca Lancisiana) 27 (PROPR. ASL-Chiesa),
Occupati senza titolo 2 padiglioni (+ 31 ex lavanderia) 2/3 (oltre a 31): 25 (PROPR. Regione Lazio – occupato senza titolo) 41 (PROPR. ASL-occupato Coop ATI officine il Solco)
(11) DACDelib. N 40 del 21.07.2015 Santa Maria della Pietà. …”Roma Capitale intende favorire un progetto di utilizzo che tenga conto delle esigenze socio-culturali espresse dal territorio e dalle realtà associative e che riguardi una porzione significativa del complesso, valutata indicativamente in 10 padiglioni da destinare ad uso culturale, artistico e sociale; intende contribuire al ripristino dell’uso previsto dei padiglioni 5-9-11-13-15, destinandoli ad Ostello della Gioventù“…
La Giunta Zingaretti per l’ennesima volta ha deciso di fuggire al confronto con il consiglio e con i cittadini e ha pubblicato, a ridosso di capodanno, una delibera con la quale da il via ad un’operazione di “valorizzazione patrimoniale” dell’ex manicomio S.Maria della Pietà di Roma in barba alle leggi e alle 12.000 firme depositate dai cittadini a supporto di una proposta di legge di iniziativa popolare che da due anni attende di essere calendarizzata in consiglio.
Questa Delibera di Giunta dà l’avvio ad un percorso non condiviso di riutilizzo di questo importante bene e presenta alcune evidenti criticità, come il mancato rispetto della legge regionale 14 del 2008 e del protocollo d’intesa siglato da Regione Lazio e Comune di Roma dimostra la totale assenza di considerazione da parte della giunta Zingaretti alle delibere approvate dal Comune di Roma nel 2015 e dal municipio XIV nel 2016.
La delibera non considera inoltre che il PRG indica il Santa Maria della Pietà come una ‘centralità urbana. Dopo mesi di promesse da parte di Zingaretti e di alcuni membri della maggioranza quest’atto mette a rischio il futuro di questo bene comune che da decenni attende di essere restituito alla collettività e messo a salvo dagli appetiti privati.
Lo dichiara Silvana Denicolò, consigliera M5S Lazio
Impegno per la Sindaca e la Giunta Capitolina ad aprire un confronto con la Regione Lazio per la salvaguardia del complesso dell’ex Manicomio provinciale “Santa Maria della Pietà”.
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(15) vedi
22 12 2017 collegato alla proposta di deliberazione n. 111/2017) Impegno per la Sindaca e gli Assessori competenti a riaprire al più presto una interlocuzione con tutti i soggetti coinvolti, in primis, la Regione Lazio affinché si giunga ad un nuovo confronto politico per salvaguardare l’unica centralità urbana interamente pubblica prevista dal P.R.G. di Roma del complesso dell’ex Manicomio provinciale “”Santa Maria della Pietà”” di Roma.
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(…) L’ASSEMBLEA CAPITOLINA IMPEGNA
LA SINDACA E GLI ASSESSORI COMPETENTI
– ad assumere ogni utile iniziativa volta ad aprire un confronto politico con la Regione Lazio, per salvaguardare l’unica centralità urbana interamente pubblica prevista dal P.R.G. di Roma del complesso dell’ex Manicomio provinciale “Santa Maria della Pietà” di Roma;
– ad assumere l’impegno a valorizzare la suddetta area affinché sia destinata ad ospitare funzioni pubbliche ospitando, ad esempio, uffici, università, strutture di accoglienza, aree verdi attrezzate per il tempo libero, valorizzandone la fruizione civica, culturale, artistica ed ambientale dei luoghi e diversificando le attività al suo interno, garantendone così l’uso pubblico e sociale come disciplinato dalla proposta di L.I.P.R. n. 304/15;
– a valutare la possibilità di dare mandato all’Avvocatura Capitolina per predisporre l’impugnazione della delibera regionale in questione a tutela dell’interesse legittimo di Roma Capitale a veder rispettato il P.R.G. vigente e la centralità urbana del complesso di “Santa Maria della Pietà”.
(16) MOZIONE ex art. 109
Il sottoscritto Consigliere dell’Assemblea Capitolina
Premesso che
il S.Maria della Pietà rappresenta un bene prezioso per la città, un luogo importantissimo da un punto di vista architettonico, ambientale e storico;
una Centralità Urbana, l’unica completamente pubblica della città;
da oltre 20 anni associazioni e cittadini elaborano proposte e progetti per un uso socio-culturale attento ai bisogni della cittadinanza;
il Comune di Roma, ha più volte espresso la volontà di raccogliere queste indicazioni e di farle proprie; tenuto conto che
la Legge 388/2000 impone la messa a reddito degli edifici degli Ex O.P. per finanziare i Progetti Obiettivo sulla Salute Mentale*;
la stessa Legge 388/2000 esclude comunque ogni utilizzo psichiatrico degli edifici degli Ex O.P.;
la Legge Regionale 14/2008 stabilisce, senza alcun dubbio interpretativo, che i beni gestiti dalle ASL destinati alla produzione di reddito, debbano passare in proprietà esclusiva alla Regione Lazio;
le NTA, all’art. 15, obbligano alla realizzazione di un Progetto Urbano congruente con le linee guida del Comune di Roma;
le NTA affidano al Comune di Roma la predisposizione di uno schema di assetto preliminare possibilmente ma non necessariamente in accordo con i soggetti proprietari;
la Delibera dell’Assemblea Capitolina n.40/2015 , accogliendo la proposta di Delibera di Iniziativa Popolare presentata dal Comitato “Si può fare”, ribadisce gli obiettivi e le linee guida del Comune relativamente alla Centralità Urbana del S. Maria della Pietà;
tra esse vi è chiaramente l’indicazione di un utilizzo prevalente socio-culturale e l’esclusione di un uso sanitario predominante;
Rilevato che
nel dicembre 2016 la Giunta Regionale del Lazio ha approvato la DGR n. 787 (9), nella quale ha definito l’assetto proprietario attribuendo all’uso sanitario la quasi totalità del complesso e ha attribuito la proprietà di 25 edifici su 35 alla ASL RME;
la DGR 787/2016 stabilisce un utilizzo sanitario del complesso per la realizzazione di un polo sanitario denominato “città della Salute e del benessere”;
la DGR 787/2016 risulta quantomeno contraddittoria con la Legge 388/2000, con la L.R. 14/2008 nonché con le linee guida del Comune di Roma ;
la DGR 787/2016 non definisce in alcun modo le forme e le modalità per la produzione di redditi da destinare ai Progetti di Salute Mentale;
in virtù di queste contraddizioni, è pendente al TAR del Lazio un ricorso presentato da numerose associazioni tra cui le principali associazioni dei familiari dei pazienti psichici;
la DGR 787/2016 , comunque, scavalca la pianificazione urbana della Centralità S. Maria della Pietà che è prerogativa del Comune di Roma;
il Consiglio Regionale del Lazio ha, in violazione del proprio Statuto, ignorato la Proposta di Legge di Iniziativa Popolare presentata dal Comitato “Si può fare”;
la suddetta Proposta di Legge di Iniziativa Popolare è perfettamente organica e compatibile con le linee guida del Comune di Roma;
Preso atto che
l’Assemblea Capitolina il 7 marzo 2017 ha approvato la mozione n. 23 avente ad oggetto il complesso dell’ex manicomio provinciale S. Maria della Pietà ;
Il 22/23 dicembre 2017, collegato alla proposta di deliberazione n. 111/2017 “Bilancio di previsione finanziario 2018- 2020 e Piano degli Investimenti 2018-2020” è stato approvato, all’unanimità, l’ordine del giorno n. 186 con cui si chiedeva all’Amministrazione Comunale di farsi parte attiva ed di assumere ogni utile iniziativa volta ad aprire un confronto politico con la Regione Lazio per salvaguardare l’unica centralità pubblica prevista dal P.R.G. di Roma
il sottoscritto, con note prot. RQ N. 8983 del 15 maggio 2017 e RQ/11303 del 11/06/2018, indirizzate alla Sindaca, agli Assessori all’Urbanistica e Infrastrutture, alla Persona, Scuola e Comunità solidale e alla Crescita Culturale ha chiesto di conoscere quali azioni fossero state intraprese o si intendessero intraprendere per la piena attuazione delle indicazioni fornite dall’organo assembleare nei due atti sopracitati, al fine di tutelare l’interesse legittimo di Roma Capitale a veder rispettato il PRG vigente e la centralità urbana del complesso del “ Santa Maria della Pietà;
tutto ciò premesso L’Assemblea Capitolina impegna la Sindaca e la Giunta a:
– istituire immediatamente la Consulta cittadina sul S. Maria della Pietà prevista dalla Delibera 40/2015 ;
– rendere pubblica e trasparente qualsiasi ipotesi di accordo con la Regione Lazio in merito al S.Maria della Pietà;
– limitare, comunque, qualsiasi accordo, alle questioni compatibili con le linee guida stabilite dalla Delibera dell’Assemblea Capitolina n.40/2015 come le sedi amministrative, la cessione del Padiglione 31, la gestione pubblica del parco etc;
– non sottoscrivere alcun documento contenga la ratifica della “città della salute e del benessere” né l’assetto previsto dalla DGR 787;
– investire immediatamente il Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma del compito di redigere il SAP sulla Centralità Urbana S.Maria della Pietà in linea con l’art. 15 delle NTA e con le indicazioni previste dalla Delibera 40/2015;
– richiedere alla Regione Lazio ed alla ASL RME la sospensione di qualsiasi opera od utilizzo che preceda la realizzazione del Progetto Urbano.
Roma 10/07/2018
Il Presidente On. Stefano Fassina
*Legge 388/2000 Art. 98.
(Interventi per la tutela della salute mentale)
3. All’articolo 3, comma 5, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, e successive modificazioni, il secondo, il terzo e il quarto periodo sono sostituiti dai seguenti: «I beni mobili e immobili degli ex ospedali psichiatrici, già assegnati o da destinare alle aziende sanitarie locali o alle aziende ospedaliere, sono da esse a loro volta destinati alla produzione di reddito attraverso la vendita anche parziale degli stessi, con diritto di prelazione per gli enti pubblici, o la locazione. I redditi prodotti sono utilizzati prioritariamente per la realizzazione di strutture territoriali, in particolare residenziali, nonché di centri diurni con attività riabilitative destinate ai malati mentali, in attuazione degli interventi previsti dal piano sanitario nazionale 1998-2000, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 luglio 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 288 del 10 dicembre 1998, e dal progetto obiettivo “Tutela della salute mentale 1998-2000“, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 novembre 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 274 del 22 novembre 1999. Qualora risultino disponibili ulteriori somme, dopo l’attuazione di quanto previsto dal terzo periodo del presente comma, le aziende sanitarie potranno utilizzarle per altre attività di carattere sanitario».
(17)Hanno votato a favore della Mozione Cristina Grancio e alcuni consiglieri PD presenti