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Si costruisce il futuro del commercio a Roma ma gli abitanti non partecipano

Bancarelle a piazzale Flaminio (Foto P.Gelsomini))

di Paolo Gelsomini

“Il futuro del commercio: Roma si trasforma”. Questo il titolo dell’iniziativa senz’altro meritoria messa in piedi dal Presidente della Commissione Comunale Commercio Andrea Alemanni nella serata di mercoledi 4 dicembre allo Scout Center.

Tre panel: i mercati rionali, i locali di somministrazione cibi e bevande con l’appendice di occupazione suolo pubblico, il commercio su strada.

Sala piena con tutte le rappresentanze istituzionali, da qualche assessore municipale al commercio a molti presidenti delle commissioni commercio dei Municipi, e con i rappresentanti di categoria di Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio.

Una sparuta rappresentanza di residenti che, invitati a parlare, hanno prodotto due interventi interessanti ma percepiti come interventi di cortesia che evidentemente non incidevano nel contesto generale dove i veri protagonisti erano tutti gli altri.

E qui veniamo al punto. Certamente l’incontro di mercoledi non sarebbe potuto essere un’assemblea di confronto tra tutti i soggetti interessati, né un laboratorio, né altro.

Solo un grande resoconto di fatti anche positivi, come l’apertura di nuovi mercati o la riqualificazione di altri. Ma non basta una pubblica assemblea di resoconto, necessaria ma non sufficiente.

Occorre una  condivisione di un futuro che dovrebbe coinvolgere nello sviluppo di una trasformazione produttori, consumatori, operatori, fruitori, tutte le categorie commerciali, e anche rappresentanze delle associazioni civiche.

Questo coinvolgimento tra tutti i soggetti interessati ai processi di trasformazione, gli stakeholders dei processi partecipativi, finora non c’è stato e forse non ci sarà.

Eppure sono in cantiere due importanti delibere, quella sulle occupazioni suolo pubblico e quella sul regolamento di attività di somministrazione e di artigianato alimentare.

Ma i cantieri dove si stanno costruendo le delibere sono accessibili solo alle categorie dei commercianti che partecipano con Consulte e con altri strumenti di concertazione. 

Con tutto il rispetto per il coinvolgimento di chi legittimamente esercita un’attività imprenditoriale, vogliamo ricordare che le attività commerciali hanno una ricaduta sullo spazio pubblico, sulla qualità della vita dei cittadini, sulla qualità del contesto urbano, sul delicato equilibrio tra funzioni commerciali, residenziali, sociali e culturali, soprattutto nel centro storico.

Questo evidente impatto sullo spazio pubblico, che è anche luogo di relazioni tra persone e non solo luogo geometrico, impone che nei processi di discussione e di concertazione ci siano anche le rappresentanze dei fruitori dello spazio pubblico, a cominciare dai residenti.

Quindi come intendono proseguire l’assessora Lucarelli e il presidente Alemanni?

Concertazione, Commissioni e Consulte ufficiali per soli rappresentanti delle categorie commerciali?

Incontri sporadici non ufficiali con rappresentanti di residenti e/o di altre categorie di cittadini coinvolti dalle future delibere sulle osp e sulle attività di somministrazione?

Il futuro si costruisce tutti insieme, e l’Amministrazione farebbe bene, non solo ad ascoltare le esigenze dei residenti, ma ad avvalersi anche delle competenze, delle conoscenze e delle esperienze delle reti civiche che questi residenti rappresentano.

Paolo Gelsomini

5 dicembre 2024

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gail.com