Stadio della Roma, Carteinregola scrive a Raggi e Zingaretti: ecco quello che non torna
Autore : Redazione
Non sappiamo se ci siano state decisioni o atti inquinati da condotte contrarie all’interesse pubblico: è compito della magistratura accertarlo. Noi approfittiamo dell’eco mediatica della vicenda per rilanciare le nostre numerose perplessità, sulle scelte e sulle procedure, e per chiedere che si fermi tutto per effettuare i doverosi controlli.
“…dovrà essere garantita la possibilità di utilizzo [come uscita di emergenza NDR] della pista ciclo pedonale esistente, quindi quella sulla sommità dell’argine del Tevere, in tal caso c’è da garantire un margine di distanza dagli argini di 4 mt, quindi da valutare e verificare questa fattibilità”… “il responsabile RUR conferma che dovranno essere fatte delle verifiche prima di autorizzare l’uso della pista ciclabile come via di fuga…” “il parere riportato nel parere unico evidenzia la difficoltà a considerare possibile un sistema che possa funzionare senza prendere in considerazione quello che era previsto precedentemente, ovvero un secondo accesso, il Ponte di Traiano”… “il tutto non può risolversi nell’acquisto di treni, si ritiene necessario che vengano effettuati lavori infrastrutturali riferiti alla funzionalità dello Stadio, cioè la realizzazione di tronchini [per la ferrovia Roma- Lido NDR] …”non è mai stato chiarito con precisione esattamente in quanto tempo avviene l’esodo del 50% dallo stadio”… “Bisogna approvare la Variante ed inserire come raccomandazione, almeno in Variante, il Ponte [di Traiano NDR] o un altro collegamento”…
Queste frasi non sono state estrapolate da un iniziale brainstorming sul progetto dello Stadio, e nemmeno dal resoconto delle prime sedute della Conferenza dei servizi, ma dal Verbale finale con cui è stato approvato il progetto, il 5 dicembre scorso, che costituisce anche adozione di Variante urbanistica (1).
Gli arresti e le indagini ancora in corso per le ipotesi di corruzione da parte di Luca Parnasi nei confronti di soggetti pubblici a vario titolo coinvolti nelle procedure per il Nuovo Stadio della Roma, gettano inevitabilmente l’ombra del dubbio sulle scelte fatte e sull’iter seguito. E solo la magistratura potrà accertare se alcune scelte o procedure siano state condizionate da condotte contrarie all’interesse pubblico, trovandone puntuali riscontri.
Tuttavia Carteinregola da tempo segnala, con scarso successo, agli enti competenti molti aspetti controversi che hanno segnato le decisioni, i tempi e gli esiti della vicenda.
Ora che le vicende giudiziarie hanno portato al centro della campagna mediatica e dell’opinione pubblica la vicenda dello Stadio, abbiamo scritto alla Sindaca Raggi e al Presidente Zingaretti, riproponendo gli interrogativi già tante volte inutilmente sollevati, insieme alla richiesta di fermare l’approvazione della Variante in Assemblea Capitolina e del Progetto in Regione (2).
E proponiamo a chi – consiglieri, giornalisti cittadini – vuole davvero capire di cosa parliamo, la lettura integrale del Verbale conclusivo della Conferenza dei Servizi decisoria (in calce il link per scaricarlo (1). Facendo presente che anche in quell’occasione il Progetto non è stato davvero definitivamente approvato, in quanto il suo iter “potrà concludersi positivamente” “solo ove il progetto sia stato adeguato alle prescrizioni ed alle ottemperanze indicate dalle Amministrazioni”(3). Che vuol dire che, nonostante l’incredibile e reiterato allungamento dei termini entro i quali il proponente Eurnova avrebbe dovuto adeguare gli elaborati del progetto, anche al rush finale l’ ottemperanza agli obblighi è stata ancora spostata in avanti, alla stesura del progetto esecutivo. E va detto che alcune di queste prescrizioni sono state addirittura inserite pochi minuti prima dell’approvazione finale, senza nessuna verifica preventiva della loro fattibilità né dei costi aggiuntivi che avrebbero comportato e da chi sarebbero stati sostenuti (ci riferiamo in particolare alle proposte di utilizzare le piste ciclabili lungo gli argini del Tevere come seconda via di accesso/deflusso in caso di emergenza, o della costruzione di un’ulteriore corsia su parte della unificanda Via Ostiense/Via del Mare)
Quindi una approvazione rimasta in sospeso, con molti nodi che non sappiamo se e come siano stati risolti, dato che non ci risulta che gli eventuali sviluppi siano stati portati alla conoscenza dei cittadini (sul sito http://www.regione.lazio.it/rl/trasparenzastadio gli ultimi documenti pubblicati sono del 25 gennaio scorso). E soprattutto molti interrogativi rimasti senza risposta sugli impatti dello Stadio e del Business Center sui residenti e sugli stessi utenti della nuova centralità.
Come la cancellazione del Ponte di Traiano, nonostante da molti – in primis la Regione Lazio – sia stato raccomandato come necessario (ma non prescritto) per garantire una seconda via di accesso/deflusso da un’area circondata per 3/4 dal fiume Tevere, dato che le ipotesi della sua realizzazione da parte dello Stato ventilate dal ministro Lotti si sono rivelate inconsistenti. O come l’imperativo inizialmente categorico dell’obiettivo di almeno il 50% degli accessi all’area attraverso il trasporto pubblico su ferro, che nella stessa Conferenza è stato dichiarato difficilmente raggiungibile. Così come il potenziamento della Roma Lido, che non è tra le opere pubbliche in capo al proponente, con la conseguenza che l’apertura dello Stadio e delle altre strutture private in contemporanea con l’ultimazione di tutte le infrastrutture per la mobilità non può più essere garantita.
Di tutto questo non sappiamo gli sviluppi. Ma, ora più che mai, è necessario che sia fatta luce.
Carteinregola
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(1) scarica Verbale seduta CDS 5_12_2017_conclusiva
> vedi anche Cosa scrivevamo 6 mesi fa: Stadio della Roma, il buio della ragione (8 dicembre 2017)
(2)scarica
(3) scarica Determinazione conclusiva della Regione Lazio del 25 gennaio 2018 stadio 25 gennaio 2018 NOTA-PRESIDENTE-CDS-REGLAZIO.REGISTRO-UFFICIALE.2018.0043659
* Alla c.a. di Nicola Zingaretti Presidente Regione Lazio e di Massimiliano Valeriani Assessore all’Urbanistica Regione Lazio
Oggetto: Stadio della Roma a Tor di Valle – richiesta sospensione procedura approvazione “Progetto adeguato”
Roma, 21 giugno 2018
In seguito ai fatti riportati dalla stampa riguardanti gli arresti e le indagini giudiziarie in corso per le ipotesi di pratiche corruttive da parte del proponente Luca Parnasi della società Eurnova nei confronti di soggetti pubblici a vario titolo coinvolti nelle procedure di approvazione del progetto Nuovo Stadio della Roma, e alla pubblicazione di numerosi estratti di intercettazioni di conversazioni di amministratori con ampie facoltà decisionali sull’iter e sul suo esito, chiediamo che, in attesa delle risultanze delle indagini della magistratura per l’accertamento di eventuali reati e responsabilità individuali, la Regione Lazio non solo sospenda immediatamente l’iter di approvazione del Progetto, nel caso in cui pervenissero da Roma capitale atti propedeutici alla conclusione del percorso approvativo delineato dalla L. 147/2013 s.m.i., ma anche che sottoponga a verifica di legittimità l’iter procedimentale di propria competenza, facendo finalmente luce su alcuni aspetti da noi più volte segnalati come anomali.
In particolare ci riferiamo all’inspiegabile e, a nostro avviso, illegittimo, prosieguo della stessa Conferenza dei servizi decisoria, conclusa con esito negativo il 5 aprile 2017 (preavviso di diniego con provvedimento G04342), che la Regione Lazio, contrariamente al termine di 10 giorni prescritto dalle norme (art. 10-bis della L. 241/1990), che avrebbero imposto la scadenza del 15 aprile, ha prolungato fino al 15 giugno, data del termine massimo di chiusura del procedimento relativo al vincolo del MiBACT sull’Ippodromo e aree limitrofe, offrendo la possibilità al proponente di presentare le sue “controdeduzioni” non solo sul vincolo, ma anche rispetto ai “dissensi espressi” dagli uffici, dato che poteva fornire ”idonea documentazione, anche progettuale, tendente al superamento dei dissensi espressi in ordine al progetto esaminato, mediante una diversa formulazione che, mantenendo le opere pubbliche e di interesse generale e garantendone la contestuale esecuzione con quelle private, da sottoporre all’esame in una nuova conferenza di servizi”.
Ed è, a nostro avviso, non rispondente alle normative anche la decisione di mantenere aperta la stessa conferenza dei Servizi decisoria per la disamina e l’approvazione di un nuovo progetto, senza ripetere le fasi prescritte dai commi 303-304-305 dell’art. 1 della legge 147/2013, in particolare per quanto riguarda la presentazione di un nuovo studio di fattibilità con un nuovo piano economico finanziario.
Inoltre vogliamo sottolineare ancora una volta l’incredibile sequenza di prolungamento dei termini entro i quali il proponente avrebbe dovuto adeguare il progetto “alle condizioni e alle prescrizioni indicate nei pareri depositati in Conferenza dei servizi ai fini del superamento dei dissensi espressi” dai vari uffici e soggetti pubblici:
- L’invio ai soggetti unici partecipanti alla CdS delle “Osservazioni del proponente con allegato “progetto definitivo adeguato” consegnate da Eurnova il 15 giugno 2017, ma poi via via integrate fino all’inizio di agosto, sulle quali le amministrazioni competenti sono state chiamate a esprimere delle “valutazioni” che poi rilevavano in buona parte un “superamento solo parziale delle criticità evidenziate”(vedi Nota da Reg. Lazio a Eurnova dell’ 8 8 2017)
- L’indizione di una ulteriore Conferenza dei Servizi Decisoria in forma simultanea e modalità sincrona, sul “progetto adeguato” a partire dal 29 settembre, allungando al 16 ottobre i termini per il deposito degli elaborati integrativi da parte del proponente e fissando al 22 novembre quello per i pareri degli enti
- L’approvazione del progetto definitivo, il 5 dicembre 2017, ancora una volta subordinata a prescrizioni, la cui ottemperanza è ulteriormente rimandata alla fase della stesura del progetto esecutivo: alcune addirittura inserite pochi minuti prima dell’approvazione, senza nessuna verifica preventiva della loro fattibilità né dei costi aggiuntivi che avrebbero comportato e da chi sarebbero stati sostenuti (ci riferiamo in particolare alle proposte di utilizzare le piste ciclabili lungo gli argini del Tevere come seconda via di accesso/deflusso in caso di emergenza, o della costruzione di un’ulteriore corsia su parte della unificanda Via Ostiense/Via del Mare)
Una conclusione della CdS a cui abbiamo assistito con preoccupazione e incredulità, dato che – come consentito ma non prescritto dalle recenti modifiche normative (comma 2-bis art. 60 L.96/2017) – il relativo verbale avrebbe costituito “adozione di variante allo strumento urbanistico comunale”, nonostante rimanessero irrisolti i principali nodi sollevati da tempo e senza alcun esito, non solo dai cittadini ma in molti casi dagli stessi uffici partecipanti.Aspetto che emerge vistosamente nel citato Verbale del 5 dicembre ed è esplicitamente indicato nella Determinazione conclusiva della Regione Lazio del 25 gennaio 2018: “si rammenta , ai fini del completamento dell’iter procedimentale di cui alla L.147/2013 relativo all’intervento indicato in oggetto, in corso presso questa Amministrazione, che solo ove il progetto sia stato adeguato alle prescrizioni ed alle ottemperanze indicate dalle Amministrazioni e dagli enti nel corso della CdS, esso potrà concludersi positivamente”. Anche se non ci risulta che sia stato stabilito in modo dirimente chi e quando verificherà tale ottemperanza a tutte le condizioni e prescrizioni di tutti gli Enti, posto che nel migliore dei casi ogni Ente potrà verificare l’ottemperanza alle proprie, ma a Conferenza dei servizi ormai chiusa, non avrà modo di far valere eventuali preclusioni alla conclusione dell’iter del progetto. Quindi una approvazione rimasta in sospeso, con molti nodi che non sappiamo se e come siano stati risolti, dato che non ci risulta che gli eventuali sviluppi siano stati portati alla conoscenza dei cittadini (sul sito http://www.regione.lazio.it/rl/trasparenzastadio gli ultimi documenti pubblicati sono del 25 gennaio scorso)Restano quindi senza risposta che i molti gli interrogativi che riguardano gli impatti, soprattutto dal punto di vista della mobilità, sul territorio e sugli stessi utenti dello Stadio e del Business Center. Come la cancellazione del Ponte di Traiano, nonostante da molti – in primis la Regione Lazio – raccomandato come necessario (ma non prescritto) per garantire una seconda via di accesso/deflusso da un’area circondata per 3/4 dal fiume Tevere, dato che le ipotesi della sua realizzazione da parte dello Stato ventilate dal ministro Lotti si sono rivelate inconsistenti. O come l’imperativo inizialmente categorico dell’obiettivo di almeno il 50% degli accessi all’area attraverso il trasporto pubblico su ferro, che nella stessa Conferenza è stato dichiarato difficilmente raggiungibile. Così come il potenziamento della Roma Lido, che non è tra le opere pubbliche in capo al proponente, con la conseguenza che l’apertura dello Stadio e delle altre strutture private in contemporanea con l’ultimazione di tutte le infrastrutture per la mobilità non può più essere garantita.
Per questi e per altri motivi che ci riserviamo di segnalare con integrazioni successive, chiediamo al Presidente Zingaretti e a tutti i soggetti decisori che fanno capo alla Regione Lazio di verificare la legittimità dell’iter procedimentale di propria competenza e, in ogni caso, di sospendere la procedura di approvazione del progetto Stadio della Roma
Associazione Carteinregola
** Alla c.a. di Virginia RaggimSindaca di Roma Capitale e di Roma Città Metropolitana – Direttore Generale Franco Giampaoletti – Segretariato Generale di Roma Capitale – Luca Bergamo Vice Sindaco e Assessore alla Crescita Culturale – Luca Montuori Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale – Linda Meleo Assessora a Roma in Movimento – Flavia Marzano Assessora a Roma Semplice con delega alla Trasparenza – Cinzia Esposito Direttore Dipartimento Urbanistica – Marcello De Vito Presidente Assemblea Capitolina – Donatella Iorio Presidente Commissione Urbanistica di Roma Capitale -Consiglieri di Roma Capitale
Oggetto: Stadio della Roma a Tor di Valle – richiesta sospensione procedura approvazione variante urbanistica
Roma, 20 giugno 2018
In seguito ai fatti riportati dalla stampa riguardanti gli arresti e le indagini giudiziarie in corso per le ipotesi di pratiche corruttive da parte del proponente Luca Parnasi della società Eurnova nei confronti di soggetti pubblici a vario titolo coinvolti nelle procedure di approvazione del progetto Nuovo Stadio della Roma, e alla pubblicazione di numerosi estratti di intercettazioni di conversazioni di amministratori con ampie facoltà decisionali sull’iter e sul suo esito, chiediamo che, in attesa delle risultanze delle indagini della magistratura per l’accertamento di eventuali reati e responsabilità individuali, Roma Capitale sospenda immediatamente l’iter di approvazione della Variante urbanistica propedeutica all’approvazione del progetto, facendo finalmente luce su alcuni aspetti da noi più volte segnalati come anomali.
In particolare, ci riferiamo all’approvazione della Delibera n° 32 del 14 giugno 2017 che ha confermato l’ “interesse pubblico” di un progetto adeguato agli indirizzi della Delibera di Giunta capitolina n° 48 del 30 marzo 2017, riguardante un nuovo progetto definitivo, senza che il proponente abbia preventivamente presentato un nuovo studio di fattibilità con un nuovo piano economico finanziario come prescritto dal comma 304 dell’art. 1 della legge 147/2013 .
E in proposito preoccupa il rovesciamento di ruolo operato dalla citata Delibera di Giunta, in quanto, anzichè seguire la procedura stabilita dalla legge, che prevede che sia il privato a sottoporre una proposta al Comune, che può approvarne o meno il pubblico interesse, ha di fatto attribuito al Comune una funzione “richiedente”” nei confronti del privato, rischiando così di conferire all’ente pubblico degli obblighi verso il privato prima non esistenti, con tutte le conseguenze che ne possono derivare, compresi gli indennizzi per le spese di progettazione.
Ma soprattutto vogliamo richiamare quanto accaduto nel corso della procedura successiva alla prima conferenza dei servizi decisoria, con l’incredibile sequenza di prolungamenti dei termini entro i quali il proponente avrebbe dovuto adeguare il progetto “alle condizioni e alle prescrizioni indicate nei pareri depositati in Conferenza dei servizi ai fini del superamento dei dissensi espressi” dai vari uffici e soggetti pubblici. Prolungamento che non si è interrotto nemmeno con la seduta conclusiva della CdS del 5 dicembre 2017, quando è stato approvato un progetto il cui iter “potrà concludersi positivamente” “solo ove il progetto sia stato adeguato alle prescrizioni ed alle ottemperanze indicate dalle Amministrazioni”. Ancora una volta, quindi, il progetto è stato subordinato a obblighi la cui ottemperanza è stata ulteriormente spostata in avanti, alla fase della stesura del progetto esecutivo. Senza che sia stato stabilito in modo dirimente chi e quando verificherà tale ottemperanza a tutte le condizioni e prescrizioni di tutti gli Enti, posto che nel migliore dei casi ogni Ente potrà verificare l’ottemperanza alle proprie, ma a Conferenza dei servizi ormai chiusa, non avrà modo di far valere eventuali preclusioni alla conclusione dell’iter del progetto. E facciamo presente che alcune prescrizioni sono state addirittura inserite pochi minuti prima dell’approvazione finale, senza nessuna verifica preventiva della loro fattibilità (ci riferiamo in particolare alla proposta di utilizzare le piste ciclabili lungo gli argini del Tevere come seconda via di accesso/deflusso in caso di emergenza, o di un’ulteriore corsia sulla unificanda Via Ostiense/Via del Mare) e dei probabili costi aggiuntivi.
Lasciando così aperti diversi interrogativi che emergono prepotentemente dalla lettura del Verbale del 5 dicembre e che riguardano i principali nodi sollevati da tempo e senza alcun esito – non solo dai cittadini ma spesso dagli stessi uffici partecipanti – sugli impatti dello Stadio e del Business Center, in particolare dal punto di vista della mobilità, sul territorio e sugli stessi utenti dello Stadio e del Business Center.
Come il Ponte di Traiano, cancellato dal progetto, nonostante da molti – in primis la Regione Lazio –raccomandato come necessario (ma non prescritto) per garantire una seconda via di accesso/deflusso da un’area circondata per 3/4 dal fiume Tevere, dato che le ipotesi della sua realizzazione da parte dello Stato ventilate dal ministro Lotti si sono rivelate inconsistenti. O come l’imperativo inizialmente categorico dell’obiettivo di almeno il 50% degli accessi all’area attraverso il trasporto pubblico su ferro, che nella stessa Conferenza è stato dichiarato difficilmente raggiungibile. O come, ancora, il potenziamento della Roma Lido, che non è tra le opere pubbliche in capo al proponente, con la conseguenza che l’apertura dello Stadio e delle altre strutture private in contemporanea con l’ultimazione di tutte le infrastrutture per la mobilità non può più essere garantita.
Questi sono solo alcuni dei punti riguardanti la procedura di approvazione del progetto, che è culminata con una, a nostro avviso, anomala adozione di variante urbanistica, dato che avrebbe dovuto essere adottata dell’Assemblea Capitolina, in ottemperanza tanto delle norme mai abrogate – Legge 1150/1942 e ss.mm.ii. e Legge Regione Lazio – quanto della stessa Legge 96/2017, comma 2-bis, art. 62, che sono state invece inspiegabilmente disattese.
Per questi e per altri motivi che ci riserviamo di segnalare con integrazioni successive, chiediamo alla Sindaca Raggi e a tutti i soggetti decisori che fanno capo a Roma Capitale di sospendere la procedura di approvazione della Variante del progetto Stadio della Roma, e di verificare se vi siano stati tutti i legittimi presupposti per l’espressione del parere positivo di Roma Capitale nella conferenza dei servizi regionale
Associazione Carteinregola