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Stadio della Roma, tutte le domande

stadio roma PA-TDV-Libeskind-ff_00006-e1434376545312E’ andato in onda il 26 giugno su Radio Radicale nel programma “Fatto in Italia” un dibattito (video qui sotto) sul  progetto del nuovo stadio della AS Roma a Tor di Valle, a cui hanno partecipato  l’ex assessore all’urbanistica Giovanni Caudo  e l’annunciato futuro assessore Paolo Berdini (1). Con due posizioni agli antipodi, dato che  il primo ha creduto nell’interesse pubblico  di un progetto che,   dopo molte modifiche richieste al proponente privato, ha portato all’approvazione dell’Assemblea Capitolina, mentre il secondo  ha sempre sostenuto che,  così come concepito, l’intervento fosse fortemente  speculativo.   A questo punto, come al solito, ci sembra necessario distinguere i fatti dalle opinioni  – cioè  dalle scelte politiche – per  porre le domande giuste e fare chiarezza una volta per tutte.

 > Vai a Nuovo Stadio della Roma – Cronologia Materiali

Il laboratorio Carteinregola  è da sempre contrario al progetto di Tor di Valle.  Non alla realizzazione dello stadio e degli annessi – che a nostro avviso  sarebbe  un esempio  di rigenerazione urbana, visto che esiste già una grande struttura sportiva fatiscente – ma per quelle tre torri di uffici e spazi commerciali (ma non appartamenti) che dovrebbero sorgere tra la Via Ostiense e lo Stadio, cubature  date come  compensazione ai privati per i costi  di una serie di interventi  posti  dal Comune come condizione del pubblico interesse dell’operazione.  Interventi che consistono in  infrastrutture al servizio dello stadio e anche della città (ma questo è in parte da dimostrare) come la realizzazione  dello svincolo con l’autostrada per Fiumicino,  la riunificazione Ostiense-via del Mare, il prolungamento della Metro B a Tor di Valle, un ponte pedonale di collegamento con la stazione di Magliana –  e anche  opere di pubblica utilità, come la messa in sicurezza del Fosso di Vallerano (che non si trova nell’area di Tor di Valle, ma nel quartiere  Decima).  Opere pubbliche che si aggiungono a quelle previste dagli standard di legge per lo stadio e il “business center”(parcheggi etc) che sono state  quantificate dal Comune in  circa 200 milioni di euro.

La nostra è  una posizione  prevalentemente politica: non si danno cubature in cambio di infrastrutture, qualunque sia la bontà delle intenzioni e il ritorno economico del progetto per la città. Quindi è una posizione “di principio” che appartiene alla sfera delle opinioni.

Sui fatti invece non dovrebbero esserci grandi discussioni, visto che i dati, le cifre, le norme dovrebbero essere oggettivi e facilmente verificabili.  Non è così, se nel  confronto radiofonico tra l’ex assessore all’urbanistica Giovanni Caudo e l’assessore in pectore Paolo Berdini la contrapposizione non ha riguardato solo le scelte fatte  a monte (su cui condividiamo molte considerazioni  di Berdini)   ma  anche i “numeri” e le carte”, su cui dovrebbe essere abbastanza facile appurare chi ha ragione. A questo punto, poichè riteniamo che la verità sia un valore assoluto, che riguarda il rispetto dei cittadini , ma anche l’unica base certa per un giudizio informato  sul bilancio dei benefici pubblici e privati dell’operazione,  riprendiamo  in mano il discorso e poniamo alcune domande alla nuova amministrazione e al futuro assessore, chiedendo fin d’ora   la disponibilità, dopo il suo insediamento, a  proseguire  un  confronto basato  su documenti e atti ufficiali da mettere a disposizione di tutti. E di voler precisare meglio quali siano le intenzioni della nuova Giunta, visto che finora le posizioni sono state piuttosto altalenanti (2)

Ecco i punti a cui vorremmo che fosse data una risposta  definitiva :

Legittimità: Più volte la stessa Raggi ha  affermato che per il  Nuovo Stadio della Roma si riservava di verificare  il rispetto della legge (3) e del Piano Regolatore.  Ma poichè se ne parla da tempo, dovrebbe essere facile stabilire se il progetto è stato avanzato e risponde a quanto prescritto dalla legge e se  le relative procedure sono state attivate e portate avanti correttamente.  Oppure ci sono elementi  – che non siano già stati archiviati  dalla magistratura penale e amministrativa – che mettono in dubbio la correttezza dell’operato dell’amministrazione  precedente? E poi: a  quanto ammontano  le cubature già previste dal Piano Regolatore nell’area a Tor di Valle  e a quanto quelle concesse in compensazione per realizzare le infrastrutture dello Stadio? Secondo M5S deve considerarsi illegittima o contraria all’interesse pubblico qualunque variante al PRG adottato nel 2003 e approvato nel 2008 dall’amministrazione Veltroni? E se no, quali criteri oggettivi intende applicare   per stabilire se una variante è a favore della città o del  privato?

Alternative – lasciando da parte la diatriba sulla possibilità per il Comune di indicare un’altra area, che è  fuori discussione  (4), spesso (anche nel dibattito radiofonico) si cita come alternativa a Tor di Valle la riqualificazione dello Stadio Flaminio e/o dello Stadio Olimpico, due impianti  pubblici. Ora, a parte che pochi sanno che le strutture si trovano all’interno o in prossimità dell’unica  area a rischio R3 di Roma, il  grado massimo  di rischio esondazione  nella città  urbanizzata (5),  ricordiamo che più volte sono stati avanzati per i due stadi dei progetti  – fortunatamente mai approvati  – infarciti di   cubature commerciali.    Per lo Stadio Olimpico,  una serie di interventi che avrebbero stravolto il  Foro Italico,  tra cui un Centro Fitness e Benessere, un  Ristorante panoramico, un mini lido estivo,  aree commerciali ipogee, parcheggi sotterranei (6). Quanto allo Stadio Flaminio, un’opera architettonica straordinaria che  necessita di interventi urgentissimi, si trova in una situazione complessa di difficile soluzione, a partire dal fatto che  per renderlo idoneo per la Serie A bisognerebbe aumentarne le sedute e dotarlo di una copertura conforme alle normative europee.  Modifiche strutturali assai impattanti, che trovebbero l’opposizione degli eredi dl progettista Nervi,  ma  soprattutto delle Soprintendenze, per  la tutela dell’opera architettonica (nella Carta della Qualità) e  dei reperti archeologici sottostanti (7). E poichè i soldi pubblici per rimettere in sesto  i due stadi – a meno che non si conti sulle Olimpiadi – difficilmente si troveranno,  anche qui bisognerà valutare attentamente  le eventuali  offerte private. Inutile ricordare poi che si tratta di un’area – Flaminio- Tor di Quinto – dove basta un concerto di Vasco Rossi  per soffocare due quartieri, perchè   non esistono infrastrutture adeguate per la mobilità – metropolitane e parcheggi  – e  non si  può  contare nemmeno su una ferrovia come la Roma-Lido,  oggi disastrata, ma che domani  potrebbe essere trasformata in metropolitana leggera. Per non parlare della totale inadeguatezza dell’area dello Stadio Olimpico per quanto riguarda la sicurezza e l’ordine pubblico. Con quali risorse pubbliche o private e a che condizioni  si potrebbero rivalorizzare  i due stadi esistenti? Con quali risorse  si potrebbero realizzare  le necessarie infrastrutture? E’ possibile  adeguare lo Stadio Flaminio agli attuali parametri fissati dalle normative senza incidere pesantemente su una struttura architettonica di grande pregio?

Infine: più volte è stata ventilata, anche dalla stessa Virginia Raggi,  l’ipotesi  “stadio della Roma a Tor Vergata”, cioè  nei terreni dell’università. Ma se lo stadio è una proposta privata, secondo noi si  dovrebbe  realizzare su un terreno privato. Oppure, se lo si vuole  edificare  su  proprietà pubbliche, dovrebbe, come previsto per altro dagli stessi commi sugli stadi della finanziaria, mettere a gara l’offerta dell’area.  E  a Tor Vergata sappiamo che   una convenzione del 1987 consegna  qualunque opera edificanda  a un gruppo  di imprese guidate dalla Vianini  – che  ne detiene il 33% – del gruppo Caltagirone. Siamo sicuri che la scelta non confliggerebbe con le normative  vigenti, e soprattutto con la filosofia fin qui seguita da un Movimento che si trova ora a guidare la città? Non si rischia di fare uscire una presunta speculazione dalla porta per farne entrare un’altra dalla finestra?

Infrastrutture – I contrasti su questo fronte riguardano sia la valutazione di quanto  le infrastrutture previste dalla delibera che dichiara  l’interesse pubblico dell’operazione sarebbero al servizio dell’intera Capitale  o di una  parte consistente di essa (e quanto invece non sarebbero  al solo servizio dello stadio e dell’allegato business center) sia  la scelta del tipo di infrastrutture o la loro presunta scarsa incidenza sulla mobilità del quadrante e della città . In particolare si critica il prolungamento della metro B fino a Tor di Valle  e altri  interventi previsti dal progetto. Non dovrebbe essere difficile ottenere – e condividere con la città  – gli indispensabili studi trasportistici, con dati che permettano una valutazione oggettiva.

Costi/ricavi pubblici  Chiariamo subito che   lo Stadio non comporterà  alcun esborso da parte delle casse del Comune. Tutti i costi delle opere previste dal progetto (opere standard  e opere infrastrutturali extra standard)  sono a carico   dei  privati. Le divergenze tra Caudo e Berdini riguardano  gli introiti pubblici che derivano dall’operazione. Come sintetizzato da    Fernando Magliaro su Il tempo (8)Berdini afferma che le opere pubbliche inserite nel progetto saranno realizzate attraverso l’esborso di denaro pubblico noto (gli oneri di urbanizzazione (9) previsti dalla legge) e da altro denaro di proprietà pubblica derivante dai maggiori introiti dovuti agli aumenti di volumetria concessi, indicando una cifra oscillante fra 400 e 800 milioni di euro. Si spenderanno dunque per opere utili solo e soltanto alla Roma calcio preziosi soldi pubblici. La replica di Caudo si concentra sui numeri: le opere pubbliche realizzate con gli oneri di legge (fogne, strade, parcheggi) assommerebbero, da conteggio, a circa 90 milioni. Il privato ne realizza invece per circa 115 milioni. Inoltre la Roma realizza in regime di concorrenza inftrastrutture per 195,5 milioni di euro. In sostanza, non c’ è nessuno spreco di denaro «pubblico» (gli oneri concessori) ma c’è, al contrario, un guadagno. Non si è mai visto a Roma che il pubblico in un intervento tutto privato «guadagni» opere per oltre 300 milioni di euro, il 30% dell’investimento (la prassi romana è intorno al 9/10%)”. Rimaniamo in attesa dei conteggi precisi di entrambi (tra 400 e 800 milioni di euro c’è una bella differenza), possibilmente in una forma comprensibile anche per i cittadini non urbanisti.

Superficie interessata. Berdini e  Italia Nostra denunciano  un consumo di suolo di  89 ettari. Caudo indica  una superficie utilizzata  per gli interventi (stadio, business center e relative strutture a servizio come i parcheggi, etc) di  soli 44, “esattamente quelli già individuati come edificabili dal PRG, mentre il resto sono solo sistemazioni a parco fluviale, parchi e aree verdi“. Chi ha ragione? Non dovrebbe essere difficile scoprirlo. Invece  su una cosa possiamo già dare ragione a Caudo, avendo avuto un colloquio diretto con l’Autorità di Bacino del Fiume Tevere: non esiste alcun  rischio esondazione nell’area dello Stadio e del Business Center, il rischio è per il Fosso di  Vallerano, fuori dall’area dell’intervento. Se qualcuno ha elementi che contraddicono il parere dell’Autorità, li mostri.

– Rischio risarcimenti – E’ un elemento che a questo punto deve  entrare a far parte del ragionamento. Dalla consegna dei primi elaborati nel luglio 2014, ritenuti insufficienti dal Comune, alla consegna successiva nel giugno 2015, ancora incompleta, fino a  quella più recente del maggio scorso, sono passati due anni,  in cui i privati hanno rielaborato più volte il progetto per integrare  quanto indicato dalla Delibera capitolina e quanto richiesto dagli uffici. Se il privato avesse rispettato tutte le richieste, e il Comune facesse un passo indietro, quali rischi economici potrebbero gravare sui cittadini (10)?

Noi ci  aspettiamo che le scelte che verranno prese dalla nuova amministrazione includano in ogni caso un dibattito pubblico, che peraltro la precedente Giunta, nonostante le nostre ripetute richieste (fin dall’agosto 2014) (11) non ha mai promosso “a monte” – cioè consultando la città sull’avviare o meno un progetto di una nuova e così consistente centralità non prevista dal Piano Regolatore –  ma solo ” a valle”, mettendo a disposizione dei cittadini il progetto e avviando  un tavolo partecipativo  con i comitati di quartiere che  è stato poi  portato avanti per mesi (e speriamo che la nuova Giunta, se manterrà il progetto,  ne terrà il debito conto). Berdini nella trasmissione ha ipotizzato anche un referendum tra i romani. Ipotesi condivisibile, come quella del referendum per le Olimpiadi promosso dai Radicali, che tuttavia rischia di ridurre una  scelta  importante a un “sì o no” più condizionato dalle tifoserie e dalla retorica sportiva che da una seria valutazione dei pro e contro. Fare chiarezza e dire ai cittadini quale strada  si intenda intraprendere  è davvero urgente e importante. Anche come test della  nuova stagione di governo che si è appena inaugurata.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

(1) Puntata di “Fatto in Italia” di domenica 26 giugno 2016 condotta da Nicolas Ballario con gli interventi di Fernando Magliaro (giornalista), Nicolas Ballario (giornalista), Oliviero Toscani (fotografo), Emanuele Montini (coordinatore nazionale dell’Associazione Italia nostra), Giovanni Caudo (urbanista), Paolo Berdini (urbanista), Andrea Schiavone (presidente dell’Associazione LabUr), Massimiliano Tonelli (fondatore del blog romafaschifo.com), Paolo Berdini (urbanistica), Massimiliano Fuksas (architetto).

(2) Il Movimento Cinque Stelle dall’opposizione  ha sempre avversato l’operazione Stadio della Roma. Nel dicembre 2014 M5S e il comitato dei residenti di Tor di Valle  hanno presentato due esposti,  sia alla magistratura penale sia a quella contabile, per il progetto dello Stadio. L’esposto dei consiglieri M5S riguarda un  presunto  “riconoscimento alla proprietà  di una cubatura di circa 300 mila metri cubi calcolata non sulla destinazione effettiva dell’area a verde privato attrezzato, quale era, ma su quella «parco a tema», quale mai è stata, che prevede una densità maggiore e concedendo, quindi, 100 mila metri cubi in più del dovuto». Gli esposti saranno poi archiviati.

Ancora il  4 marzo 2016,  intervenendo  a Radio Radio,  Virginia Raggi non escludeva di ritirare la delibera capitolina che approvava il pubblico interesse del progetto: ” Magari la ritiriamo e lo facciamo da un altra parte”. Alla domanda “Quale altra parte?” la risposta : “Ci sono idee nel quadrante sud est … ci sono delle aree che si prestano, Tor Vergata sembrerebbe. La legge di stabilita’ prevede che ci siano aree gia’ predisposte. Questa per noi e’ una condizione necessaria. Rispetto della legge e poi assolutamente lo stadio“.

In campagna elettorale dopo l’attacco ricevuto dal candidato sindaco Pd Roberto Giachetti che l’aveva accusata di essere contraria al progetto dello Stadio, la Raggi  in un video su Facebook aveva spiegato  di essere favorevole allo stadio della Roma e anche a uno per la Lazio, purché si facesse  nel rispetto delle norme e del Piano regolatore.

Anche nel corso della  trasmissione su radio radicale  del 26 giugno –  ma di cui erano circolate anticipazioni dopo la registrazione del 23 – Berdini afferma di essere contrario a quella collocazione, a cui si opporrà con ogni mezzo legittimo (secondo alcune  testate avrebbe parlato di “scempio”, ma la parola  nella registrazione non c’è) e ipotizza il ricorso a un referendum tra i romani. Sui siti internet e sui social arrivano molti commenti  di tifosi  contro il futuro assessore e la stessa Raggi, tanto che, secondo Il tempo,  “lo staff del sindaco e dei 5Stelle, dopo un contatto informale con la Roma, si è affrettato a gettare acqua sul fuoco: lo stadio non è uno «scempio ma può essere una grande opportunità di crescita per la città, a patto che rispetti i principi di legge di fronte ai quali il M5S non transige»Lo stesso Berdini  il giorno dopo  precisa : “Non c’è nessun pregiudizio nei confronti dello stadio della Roma, ma sarà mio dovere, nel rispetto della città e dei romani, approfondire ogni singolo aspetto del progetto insieme al sindaco”.  Una precisazione che potrebbe indicare  che le posizioni all’interno  M5S siano molto più articolate e inclini alla mediazione.

(3) Scarica i commi Legge 27 dicembre 2013 – commi (303) 304-305  sugli stadi

(4) Nella Legge 27 dicembre 2013 – commi 304-305 stadi, non è previsto che il Comune chieda al proponente privato o     indichi un’altra localizzazione. Per la legge il  Comune può  solo  dare l’interesse pubblico alla proposta del privato, oppure negarlo,  oppure darlo a certe condizioni, come è poi accaduto.A ciascuno poi valutare se la scelta e le condizioni fissate dal Comune rispondano o meno all’interesse pubblico. Per quanto ci riguarda, è sbagliata la legge (che poi sono tre miseri commi) che lascia comunque l’iniziativa al privato, riservando al Comune, nel migliore dei casi, il ruolo di chi cerca di cogliere  (al meglio) un’opportunità  che si presenta,  invece di essere il protagonista di una pianificazione che decide gli interventi sulla base della sua  idea della  città e del suo sviluppo. Anche se a onor del vero l’ex assessore Caudo ha sempre affermato che l’area di Tor di  Valle rientra nel pianificato   sviluppo della città sull’asse Eur-  Fiumicino, che è presente anche nel programma elettorale del Sindaco Marino

 

Mappa aggiornata dal ABFT nel 2015

Mappa aggiornata dal ABFT nel 2015

(5) Il rischio idrologico R3 riguarda  l’area a cavallo del Tevere che comprende parti del Flaminio e di Tor di Quinto ( vedi mappa aggiornata dall’ABFT nel 2015 a lato)

(6)Da il nuoto  – 01/10/2005

Al via il recupero del Foro Italico

Firmato il protocollo d’intesa (AGC News) Cinque milioni di visitatori all’anno, circa 400 nuovi posti di lavoro, 80 milioni di euro di investimenti complessivi, oltre 13 milioni di euro di margine operativo, queste alcune delle cifre a regime del programma di recupero e valorizzazione del Foro Italico che prende il via oggi (n.d.r. 28/09) con la firma del Protocollo di intesa tra il Comune di Roma, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, la Regione Lazio e la CONI Servizi. Nella Sala delle Bandiere del Campidoglio il Sindaco di Roma Walter Veltroni, il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, il Direttore Regionale per i Beni Culturali e paesaggistici del Lazio, Luciano Marchetti, il Presidente della CONI Servizi spa Giovanni Petrucci hanno siglato l’intesa che nei prossimi anni farà del Foro Italico un’area unica nel panorama nazionale ed internazionale, dedicata allo sport alla cultura e al tempo libero. Il programma di valorizzazione prevede importanti interventi per il recupero architettonico e paesaggistico dell’intera area, che dal luglio scorso è stata assegnata alla CONI Servizi dal Ministero dell’Economia, una serie di iniziative volte ad ampliare ed ottimizzare l’utilizzo delle strutture sportive e a sviluppare una offerta complementare allo sport in grado di incrementare ulteriormente la capacità attrattiva. Il programma di riqualificazione, a cui hanno dato il loro contributo numerosi organismi istituzionali e associazioni interessate, si articola in cinque moduli principali di intervento: il portale Sud (con il Museo dello Sport, il Centro Servizi e l’accesso alla nuova area pedonale) il complesso del Tennis (con il nuovo Circolo e il nuovo Centrale che sarà oggetto di concorso internazionale) il Complesso delle Piscine (con il Centro Fitness e Benessere, il Ristorante panoramico, il mini lido estivo), il Sistema dei percorsi pedonali e dei Parcheggi (con la riqualificazione degli spazi verdi, la creazione di aree commerciali ipogee, i nuovi parcheggi sotterranei, il restauro dei viali e dei beni artistici), lo Stadio Olimpico (con importanti interventi di riqualificazione, arricchimento di servizi e di adeguamento alle norme “antiviolenza”). Il Foro Italico è stato costruito tra il 1928 e il 1938. Nei suoi impianti si sono svolte le manifestazioni internazionali più importanti: dai Giochi Olimpici del 1960 ai Campionati europei (1968 e1980) e Mondiali (1990) di calcio, dagli Europei (1974) ai Mondiali (1987) di atletica, agli Europei (1983) e Mondiali di nuoto (1994 e 2009). Sui campi di Tennis, dove dal 1 ottobre prossimo sarà aperto il nuovo Circolo, è di casa da 55 anni il prestigioso torneo ATP Masters Series. Statue, mosaici, edifici monumentali e di grande rilevanza architettonica hanno nel tempo fatto da cornice ai numerosi eventi culturali (concerti, mostre, spettacoli). Anche per questi precedenti, il Nuovo Piano Regolatore del Comune di Roma ha riconosciuto l’unicità e la rilevanza del complesso del Foro Italico e lo ha inserito nella Città Storica come “Caposaldo architettonico e urbano”. Il Complesso del Foro Italico-Farnesina è parte dell’ambito di Programmazione strategica del NPRG denominato “Flaminio-Fori-Eur”, con particolare riferimento alle funzioni culturali, dello spettacolo, congressuali ed espositive, del turismo e del tempo libero”. Il Foro Italico costituisce inoltre uno dei sistemi del Progetto Urbano Flaminio Foro Italico di cui è stata completata la prima fase di elaborazione e che individua una serie di interventi di riqualificazione fra i quali: la realizzazione della Passeggiata delle Arti, con la ormai prossima costruzione del Ponte della Musica e la riqualificazione di Via Guido Reni; la riqualificazione di Piazza M.llo Giardino, con ampliamento degli spazi pedonali a conclusione dell’asse Via Guido Reni – Ponte della Musica ed in corrispondenza della testata sud del Foro Italico; la riconfigurazione morfologica e funzionale dell’area di Piazza Mancini, cerniera urbana di connessione tra il Foro Italico e il Flaminio; il recupero e la riqualificazione del complesso del Villaggio Olimpico.

(7)Vedi  Stadio Flaminio1: può diventare lo Stadio della Lazio? del 12 aprile 2016

(8) Poichè l’argomento è decisamente complesso e specialistico, utilizziamo la sintesi di Magliaro in attesa di poter avere contributi diretti dei due interessati

(9) Sono detti “oneri concessori” l’insieme degli oneri da versare al Comune per ottenere il Permesso di costruire (> vai a una spiegazione più dettagliata)

(10) Roma Today 15 giugno Stadio, l’As Roma avvisa la Raggi: “Se il progetto si blocca faremo causa”
Il dg Baldissoni alla stampa: “C’è il rischio di una causa da milioni di euro”.

(11) Vedi Stadio della Roma: fermate la macchina e discutiamone con la città

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