Stop alle proroghe ai balneari, un provvedimento sacrosanto
Autore : Redazione
Il Governo Draghi il 15 febbraio scorso (1) ha finalmente inserito un emendamento al disegno di legge concorrenza che interviene sulle modalità di affidamento delle concessioni demaniali marittime (2)– cioè delle spiagge concesse a privati per servizi a pagamento – fissando il termine del 31 dicembre 2023 per la decadenza dell’efficacia delle concessioni in essere (3). Concessioni che, se non fosse intervenuto il Consiglio di Stato (4) sarebbero scadute nel 2033 (5), e probabilmente anche allora il termine sarebbe stato spostato un po’ più in là, in barba ai molteplici richiami dell’Unione Europea (6) per l’adeguamento alla Direttiva cosiddetta “Bolkestein” (7). La mossa governativa ha suscitato la levata di scudi dei balneari, che predicono una calata di multinazionali sulle spiagge italiane (8), con la cacciata degli attuali gestori che, spesso da decenni, hanno l’esclusiva dello sfruttamento economico e, in molti casi, dell’accesso al mare. Ma tra le varie discussioni in corso, nessuno ricorda mai che la fascia lungo il mare è uno spazio pubblico e che la possibilità di accedervi liberamente è un diritto di ogni cittadino. E nemmeno che le spiagge non sono un “bene illimitato”, data l’indispensabile tutela dell’ambiente di ampi spazi di costa (già cementificata e antropizzata oltre ogni buon senso). E non convince nemmeno l’appello al rinnovo delle concessioni a causa dei danni economici subiti per la pandemia: se c’è una categoria che è stata in gran parte risparmiata è proprio quella dei balneari. Infatti nel 2020 gli stabilimenti sono stati accessibili da giugno a settembre (9) – periodo che corrisponde più o meno alla stagione in cui sono normalmente aperti – e nel 2021 non hanno subito restrizioni, se si toglie il distanziamento tra gli ombrelloni. Ma soprattutto nessuno ricorda mai il fatto che una concessione demaniale – ottenuta in cambio di canoni ridicoli (10) – affidata per decenni allo stesso soggetto – spesso alla stessa famiglia – arreca un danno a tanti lavoratori e piccoli imprenditori che ambirebbero ad avere le stesse possibilità, magari con offerte di migliore qualità e più convenienti per gli utenti. Certo devono essere messi “paletti” per impedire che il liberismo selvaggio abbia la meglio su piccole aziende del territorio, e devono essere riconosciuti gli investimenti fatti dai concessionari che hanno affrontato spese e acceso mutui per migliorare il proprio esercizio, ma vanno anche valutati e rimossi i tanti abusi edilizi che sono spuntati come funghi su tante spiagge italiane, complice una legislazione nazionale sempre più tollerante (11). Tuttavia il DDL con fine delle proroghe “ad libitum” deve ancora affrontare il Parlamento: il centro destra ha già promesso battaglia (12), ma sicuramente anche dal fronte centrosinistra e M5S non mancheranno ostacoli, visto che finora le pressioni di una categoria assai potente hanno sempre trovato sostegno in un fronte bipartisan e anche tripartisan(13). (AMBM)
Post scriptum: nell’emendamento del governo si parla di bandi che dovranno altresì privilegiare «la posizione dei soggetti che, nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato la concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare». Non vorremmo che questo fosse l’ennesimo escamotage per prorogare di fatto quelle concessioni che da decenni si trasmettono “di padre in figlio”…
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
18 febbraio 2022
vedi anche:
(dal sito del Touring club 17 febbraio 2022) Il Touring sulla riforma delle concessioni balneari: “Finalmente una proposta che punta su qualità, sostenibilità e accessibilità delle nostre spiagge”
(Corriere della sera 16 feb 2022)Concessioni balneari, stabilimenti e spiagge: la storia di una mancata liberalizzazione lunga 80 anni e i nodi da sciogliere di Gianluca Mercuri
(1) Comunicato del Governo n. 61 del 15 Febbraio 2022 (dal sito del Governo) LEGGE SULLA CONCORRENZA – CONCESSIONI DEMANIALI Proposta emendativa al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (A.S. 2469) in materia di concessioni demaniali marittime. Il Consiglio dei ministri ha approvato l’emendamento al disegno di legge concorrenza relativo alle modalità di affidamento delle concessioni demaniali. La proposta di modifica mira a migliorare la qualità dei servizi con conseguente beneficio per i consumatori, a valorizzare i beni demaniali e, al contempo, a dare certezze al settore. Il testo prevede che le concessioni in essere continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023. Per assicurare un più razionale e sostenibile utilizzo del demanio marittimo, favorirne la pubblica fruizione e promuovere, in coerenza con la normativa europea, un maggiore dinamismo concorrenziale nel settore, il Governo è delegato ad adottare entro sei mesi dall’entrata in vigore del Disegno di legge Concorrenza, decreti legislativi aventi la finalità di aprire il settore alla concorrenza, nel contempo tenendo in adeguata considerazione le peculiarità del settore.
(2) Vedi Da Mondo Balneare 16 febbraio 2022 Il testo della riforma e una sintesi (dal punto di vista della categoria): La bozza dell’emendamento sul riordino delle concessioni demaniali marittime » (pdf, 4 pagine) N.B. [avviso daMondo Balneare] la bozza di riforma nel corso del consiglio dei ministri ha subito svariate modifiche. In base alle informazioni in nostro possesso, provenienti da autorevoli fonti interne a Palazzo Chigi, il documento pubblicato qui sopra è quello più aggiornato e approvato in via definitiva dal consiglio dei ministri. Il pdf contiene anche le parti cancellate e/o modificate rispetto alle versioni precedenti. Fonte: MondoBalneare.com Fonte: MondoBalneare.com
(3) IL testo elaborato dal governo Draghi rappresenta per ora solo una serie di linee guida da attuare entro i prossimi sei mesi con un’ulteriore legge-delega: il Governo è delegato ad adottare entro sei mesi dall’entrata in vigore del Disegno di legge Concorrenza, decreti legislativi aventi la finalità di aprire il settore alla concorrenza, nel contempo tenendo in adeguata considerazione le peculiarità del settore“
(6)L’Italia aveva subìto una procedura di infrazione europea sulle concessioni balneari già nel 2009, quando era in vigore il regime di “rinnovo automatico” ogni sei anni al medesimo soggetto. Nel 2010 il rinnovo automatico fu abrogato dall’ultimo governo Berlusconi, portando la Commissione Ue a chiudere la procedura di infrazione, e da allora l’Italia è andata avanti con diverse proroghe (prima al 2015, poi al 2020 e infine al 2033), senza mai attuare la necessaria riforma complessiva sul demanio marittimo.
(10)Carlo Calenda il 6 luglio 2020, in un video pubblicato sul canale YouTube del suo partito Azione, commenta così un emendamento al decreto “Rilancio” sulle concessioni balneari, approvato il 4 luglio in Commissione di Bilancio alla Camera: “L’Italia riceve da tutte le concessioni 100 milioni di euro. Queste concessioni […] non vanno mai a gara e pagano canoni irrisori […] Lo stabilimento più vip di Capalbio paga 4.500 euro l’anno di canone. Credo che un ombrellone per la stagione costi almeno 3.000 euro. Quindi con un ombrellone si rifà di tutta la concessione annuale»
(13) L’ultimo è l’ emendamento al decreto “Rilancio”, presentato dalla deputata di Forza Italia Deborah Bergamini, il 4 luglio 2020 che ribadiva la proroga delle concessioni balneari fino al 2033, come stabilito dal governo Lega-Movimento 5 stelle con la legge di Bilancio per il 2019, ma le proroghe sono state approvate negli anni da maggioranze di ogni colore.
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