Sullo Stadio della Roma parlate chiaro (e rispettate le regole)
Autore : Redazione
Una riflessione sulle regole e su due scenari aperti a margine dell’Assemblea Capitolina sullo Stadio della Roma in cui è intervenuto il neo Assessore all’urbanistica Luca Montuori
Roma, 23 marzo. Nel giorno dell’ Assemblea Capitolina dedicata allo Stadio della Roma vogliamo fare il punto della complicata situazione, anche se in assenza di spiegazioni circostanziate e trasparenti della Sindaca e della sua Amministrazione su canali ufficiali, dato che anche la relazione del neo assessore all’Urbanistica Luca Montuori all’ Assemblea odierna non ha aggiunto nulla alle generiche informazioni già uscite sui media e non è stato prodotto alcun documento neppure per i consiglieri capitolini. Carteinregola sta preparando un’analisi che mette a confronto le informazioni disponibili sul nuovo progetto e sul suo iter (1) – con gli elementi portanti della Delibera Marino/Caudo e le osservazioni/obiezioni/prescrizioni raccolte sul progetto (a oggi l’unico ufficiale) durante la Conferenza dei servizi decisoria in Regione. Conferenza che si concluderà il 5 aprile, anche se tutti i soggetti partecipanti hanno già espresso il parere, che va da contrario a non favorevole con prescrizioni, a favorevole con prescrizioni (2). Ma soprattutto vogliamo fare presente che non accetteremo nessun gioco delle tre carte, battendoci perchè sia costantemente chiaro ai cittadini che cosa viene deciso in nome dell’interesse pubblico, in particolare per le infrastrutture necessarie per la sostenibilità dell’operazione, con quali patti, chi mette i soldi e con che tempistica si realizzeranno le opere al servizio della collettività. Perchè la storia della nostra città ci ha insegnato che se non si presta attenzione le cose possono imboccare percorsi molti diversi da quelli strombazzati, con opere private che arrivano rapidamente alla meta e opere pubbliche che finiscono su un binario morto. E staremo molto attenti soprattutto sul rispetto delle regole, a maggior ragione da parte di una maggioranza che è arrivata al governo della città promettendo ai cittadini di chiudere con le deroghe e gli aggiramenti di norme e procedure. Ed è proprio questo che è al momento in ballo. Gli scenari sono due.
Il primo. Il 5 aprile si chiude la Conferenza decisoria sul progetto scaturito dalla delibera Marino/Caudo con un esito negativo, dovuto sia ai pareri dei soggetti unici e alle numerose obiezioni e prescrizioni degli enti e uffici – una per tutte la bocciatura senza appello dell’ufficio VIA (Verifica Impatto Ambientale) della Regione (3) – sia alla mutata volontà dell’Amministrazione Capitolina, che avendo deciso di tagliare cubature e infrastrutture, ha modificato il progetto oggetto della conferenza dei servizi, annullando di fatto i presupposti del pubblico interesse conferito con la Delibera 132/2014 (che ancorava il pubblico interesse a una serie di condizioni che verrebbero meno o sarebbero modificate), e la congruenza dei pareri espressi. Il nuovo progetto dovrebbe quindi ripartire da zero (4) , con la presentazione di un nuovo studio di fattibilità, una nuova delibera di Giunta, passaggi in Commissioni e Municipi, Delibera di Assemblea Capitolina (ma dovrebbero essere aperti anche gli spazi previsti dalla legge per le osservazioni dei cittadini) e infine una nuova conferenza dei servizi decisoria (5). Il completamento dell’iter, in questo caso, richiederebbe molti mesi, considerando i tempi tecnici e la durata dell’iter della Delibera 132/2014 (cominciato con Delibera di Giunta del 4 settembre 2014)
Il secondo. La Giunta Raggi approva nei prossimi giorni una delibera (6) che dichiara l’interesse pubblico della nuova ipotesi progettuale (da vedere come formalizzata). Tale Delibera – secondo uno scenario possibile illustrato da Fernando Magliaro su Il tempo del 22 marzo 2017 (7) – potrebbe poi venire consegnata entro il 5 aprile in Regione Lazio e utilizzata per chiedere il “congelamento” della conferenza dei servizi sul vecchio progetto, in attesa che il nuovo progetto completi tutto l’iter. Così, mentre Eurnova predispone i nuovi elaborati, il Campidoglio porterebbe avanti i passaggi politici e amministrativi, per poi riaprire, al momento opportuno, la conferenza decisoria in Regione, sostituendo al primo il nuovo progetto, il cui pubblico interesse sarebbe stato nel frattempo approvato dall’Assemblea Capitolina. Così si brucerebbero molti tempi, che si potrebbero ridurre a pochi mesi.
Ipotesi quest’ultima, cucita su misura sul proponente privato, che sarebbe però decisamente anomala: intanto perchè la Delibera di Giunta – Delibera da alcuni definita di “novazione” (8) – scavalcando l’Assemblea capitolina – l’organo deputato per legge a esprimersi in materia urbanistica – sospenderebbe la Delibera 132/2014 (senza una revoca dell’Assemblea) e conferirebbe interesse pubblico a un qualcosa – studio di fattibilità? planimetrie? “bozze di lavoro”? – al momento assai poco chiaro non solo ai cittadini, ma, a quanto pare, anche agli uffici che dovrebbero stendere la Delibera. Con una procedura che a detta di Magliaro sarebbe “assai creativa: per la prima volta [almeno ufficialmente NDR] un ente pubblico disegna una propria delibera su un progetto di un proponente privato invece del contrario” (9). Ma sarebbe anomalo anche che la Regione sospendesse una procedura già conclusa con il deposito dei pareri di tutti i partecipanti, il cui termine ultimo previsto dalla legge è il 5 aprile – termine in cui è già stata conteggiata una proroga – per riaprirla su un nuovo e diverso progetto dopo vari mesi (10).
Una questione procedurale che fa una grande differenza. Se cambia il progetto dello Stadio, si deve ricominciare daccapo. Con tutto il tempo che si merita un progetto così importante e così impattante. Con tutto il tempo per raccontarlo ai cittadini e condividerlo con la città.
E’ il minimo che ci possiamo aspettare da un’amministrazione decente (comunale e regionale).
Infine, in attesa di pubblicare il raffronto tra PROGETTO 1, prescrizioni sul progetto 1, PROGETTO 2 – sperando di vederlo presto in forma ufficiale – che inseriremo man mano sul sito, vogliamo precisare subito alcuni punti:
DALLA DELIBERA 132/2014 NON DERIVA NESSUN IMPEGNO/OBBLIGO ALL’APPROVAZIONE DEL PROGETTO 1: nessuno poteva garantire al proponente che l’operazione sarebbe stata fattibile, dato che la decisione finale è subordinata ai pareri rilasciati nella conferenza decisoria (lo dice la parola stessa) (11)
GLI ASPETTI BOCCIATI O CORRETTI NEL PROGETTO 1 NON POSSONO ESSERE RIPROPOSTI NEL PROGETTO 2
IL PROGETTO 2 DEVE GARANTIRE LO STESSO INTERESSE PUBBLICO – O MAGGIORE – DEL PROGETTO 1
PRIMA DELL’ APPROVAZIONE DEVONO ESSERE ESPLICITATI E RESI PUBBLICI GLI ACCORDI – opere, tempistica, costi, a carico di chi – E LA RELATIVA CONVENZIONE CON IL PRIVATO
NESSUN COMPROMESSO SULLA TEMPISTICA DELLE OPERE PUBBLICHE: le infrastrutture pubbliche previste, o non sono necessarie, o se sono necessarie devono essere terminate contestualmente alle opere private
TRASPARENZA DAVVERO La trasparenza deve andare ben oltre a quella che è stata messa in campo finora: tutte le planimetrie, le informazioni e gli elaborati del progetto 2 devono essere resi man mano pubblici sui siti istituzionali senza eccezioni di sorta (12)
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni scrivere a: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(1) Proponiamo in particolare gli articoli sul confronto tra progetto della Delibera 132/2014 e nuovo progetto:
(5) I passaggi dovrebbero essere: studio di fattibilità, delibera di Giunta, una nuova conferenza dei servizi preliminare, i passaggi di legge nei Municipi interessati (IX e XI) e nelle Commissioni interessate (Urbanistica, Mobilità, Ambiente, Lavori Pubblici, Sport, Commercio), poi ancora in Giunta per le controdeduzioni e infine in Assemblea (ma dovrebbero essere aperti anche spazi di legge per le osservazioni dei cittadini). Poi si dovrebbe avviare una nuova conferenza dei servizi decisoria in Regione, che dovrebbe restituire la parola ai tecnici degli uffici, ai numeri e agli studi sull’ impatto, alle nuove (e vecchie) prescrizioni.
(6) La Delibera di Giunta è stata annunciata anche dall’assessore Montuori in Assemblea Capitolina il 23 marzo 2017
(8)Sotto il profilo giuridico La novazione ricorre quando le parti sostituiscono all’obbligazione originaria una nuova obbligazione con oggetto o titolo diverso (art. 1230 cod. civ.) (Vedi trattazione su Altalex).
Il termine solleva varie questioni di merito, che è nostra intenzione approfondire
(10) Secondo i commi sugli stadi nella conferenza decisoria possono essere richeiste “al proponente modifiche al progetto strettamente necessarie”.
b) sulla base dell’approvazione di cui alla lettera a), il soggetto proponente presenta al comune il progetto definitivo. Il comune, previa conferenza di servizi decisoria, alla quale sono chiamati a partecipare tutti i soggetti ordinariamente titolari di competenze in ordine al progetto presentato e che può richiedere al proponente modifiche al progetto strettamente necessarie, delibera in via definitiva sul progetto; la procedura deve concludersi entro centoventi giorni dalla presentazione del progetto. Ove il progetto comporti atti di competenza regionale, la conferenza di servizi e’ convocata dalla regione, che delibera entro centottanta giorni dalla presentazione del progetto. Il provvedimento finale sostituisce ogni autorizzazione o permesso comunque denominato necessario alla realizzazione dell’opera e determina la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’opera medesima;
(11) Al di là dei misteri sul fantomatico parere dell’Avvocatura comunale, annunciato alla vigilia dell’accordo con la AS Roma, sulla possibilità di ritirare la Delibera Marino/Caudo senza rischio di risarcimenti milionari (*), per valutare la fattibilità del progetto abbiamo già a disposizione tutte le criticità e le controindicazioni messe nero su bianco dagli Enti e Uffici partecipanti alla Conferenza decisoria nei pareri depositati da Stato (favorevole con prescrizioni), Regione (contrario con prescrizioni), Città metropolitana (contrario con prescrizioni), Comune di Roma (non favorevole con prescrizioni). Se poi andiamo a vedere dentro i pareri dei singoli enti pubblici contenuti nei rispettivi pareri unici, scopriamo che ci sono molte prescrizioni/condizioni di difficile superamento (a partire dal diniego delle autorizzazioni di competenza del MIBACT che ha espresso un parere negativo di venti pagine, mentre la Soprintendenza parallelamente ha avviato il procedimento per l’apposizione del vincolo sull’Ippodromo). E vista la contrarietà che buona parte di M5S ha sempre avuto per l’operazione Stadio, f orse, anzichè concludere trattative per cambiare il progetto, l’Amministrazione avrebbe potuto prendere atto della sua sostanziale bocciatura in sede di VIA e da parte della conferenza dei servizi, e utilizzare tale circostanza per revocare la Delibera 132/2014 senza rischiare indennizzi e/o risarcimenti.