Terremoto, il dolore e la riflessione
Autore : Redazione
Partecipiamo al dolore di tutti quelli che hanno perso parenti, amici, vicini, la comunità, la casa e anche serene prospettive di futuro. In calce alcune riflessioni su quanto è accaduto e su cosa fare perchè non si ripeta più un disastro che in buona parte si poteva evitare.
Stati Generali dell’Informazione 29 agosto 2016 Dopo il terremoto la prima cosa da ricostruire è l’azione pubblica di Alessandro Coppola Come tutti sono affranto per il terremoto nel Lazio e nelle Marche, ma ancor di più sono scoraggiato per modalità e qualità del dibattito relativo al post-terremoto. Queste le ragioni principali del mio scoraggiamento… > leggi
(da Eddyburg) “Partiamo dai cittadini per ricostruire la comunità” «Discutendo con rappresentanti dei cittadini a diversi livelli, durante incontri e assemblee, abbiamo capito che la sicurezza era certo una priorità. Accanto alla quale, però, emergevano altri problemi, più antichi». La Repubblica, 28 luglio 2016 (m.p.r.)di Francesco Erbani 28 Agosto 2016 Continua a leggere…»
(da Eddyburg) Come ricostruire l’ascia del nonno
«Occorre tenere insieme il sapere virtuoso dei vecchi abitanti con l’esperienza di tecnici qualificati, con le esigenze dei sistemi ecologici di supporto alla vita, con l’uso delle risorse locali, con l’accoglienza dei migranti ». Il manifesto,
26 agosto 2016 (c.m.c.) di Enzo Scandurra 26 Agosto 2016 Continua a leggere…»
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(da Eddyburg) La grande opera che manca all’Italia
«I terremoti italiani non sono una fatalità: sono la normalità con cui dobbiamo imparare a convivere. In Italia nessuno è al sicuro, in nessun luogo, mai. Se non investiamo in prevenzione i morti non li provoca il terremoto: li provochiamo noi». La Repubblica, 25 agosto 2016 (c.m.c.)
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I terremoti non si possono prevedere con esattezza, ma prevenire con oculatezza sì. I terremoti non si possono evitare, ma molte delle loro conseguenze sì. I terremoti non sono eventi inaspettati: non si sa di preciso quando arriveranno, ma si sa che prima o poi arriveranno e anche dov’è più probabile che arrivino (anche se il territorio italiano è quasi tutto a rischio). I terremoti sono tragiche fatalità, ma i morti quasi mai. Tant’è che in Giappone o in California – due delle aree a maggiore rischio sismico del mondo – la scossa di magnitudo 6 che l’altroieri ha polverizzato interi paesi uccidendo centinaia di persone e lasciandone all’addiaccio migliaia avrebbe provocato danni e vittime infinitamente più limitati. Così come a Norcia, ricostruita e messa a norma dopo i terremoti del ’79 e del ’97: è a due passi dall’epicentro dell’altra notte, ma non piange morti.( > leggi tutto)
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(da Eddyburg) “Più sabbia che cemento”
Dai sopralluoghi i primi atti di un’inchiesta. Magra consolazione affermare: «chi ha sbagliato pagherà». La Repubblica, 27 agosto 2016
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(da Eddyburg)Lavorare tutti, italiani e migranti
I disastri di un territorio fragile rivelati dai terremoti sono aggravati e spesso provocati dagli interventi sbagliati (a partire dalle grandi opere). I loro effetti sarebbero ridotti o scongiurati se i intervenire con politiche lungimiranti: ma una classe dirigente che privilegia gli affari sul buongoverno è incapace di comprenderlo e di farlo. Il manifesto, 25 agosto 2016 di Guido Viale 26 Agosto 2016 Continua a leggere…»
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(da Eddyburg)L’osso dell’Appennino la polpa delle pianure
«Questo terremoto, disvela anche altro. E’ un grande e sinistro fascio di luce gettato su quelle estese aree del nostro territorio che per convenzione ormai chiamiamo “aree interne”». Il manifesto, 25 agosto 2016 (m.p.r.)