Questa mattina centinaia di cittadini hanno manifestato al Parco Madre Teresa di Calcutta per l’attuazione del progetto di una infrastruttura tranviaria Saxa Rubra – Togliatti – Laurentina. Il progetto fu approvato con voto unanime dal Consiglio comunale con la delibera 37 nel 2006. Da allora la politica capitolina, di centrosinistra e di centrodestra, ha lasciato calare l’oblio su quella delibera di iniziativa popolare proposta e firmata da circa undicimila romani. Ma a ricordarla, per riproporla in tutta la sua validità, ci hanno pensato a dieci anni di distanza i cittadini che, partiti da Ponte Mammolo e da Piazza Cinecittà, hanno raggiunto il Parco percorrendo viale Togliatti a piedi e in bicicletta, colorandolo con la loro presenza in una bella giornata di sole.
Il comitato promotore dell’iniziativa – che aveva avuto l’adesione di oltre 40 comitati e associazioni cittadine e di innumerevoli personalità della politica, dell’urbanistica e dell’università – ha espresso la sua soddisfazione per il riuscito incontro popolare che ha raggiunto il suo scopo: trarre dall’oblio politico e istituzionale un progetto trasportistico tangenziale su ferro che incrocerebbe, facendo rete, tutte le linee radiali del quadrante: metropolitane, tranvie, ferrovie regionali. Un progetto di grande importanza per Roma e per le sue periferie nel quadrante nord – est – sud della città.
“Nel ringraziare tutti i partecipanti, e anche le forze di polizia in servizio d’ordine pubblico, prendiamo l’impegno – hanno detto gli organizzatori alla fine dell’incontro – di continuare la nostra più che decennale battaglia chiedendo subito un incontro ai candidati per la carica di Sindaco alle prossime elezioni, per avere da loro impegni fattivi e vincolanti affinché il Tram Saxa Rubra – Togliatti – Laurentina non continui a rimanere un desiderio”.
Il Comitato Promotore
Bella manifestazione ieri, 12 marzo 2016, a Roma sul tracciato della progettata tranvia Fidene – Laurentina 38. SI, oggi l’attenzione dell’originaria tranvia Fidene – Laurentina 38 è rivolta sul ferro che dovrebbe incrociare (che, preso atto della conclamata “emergenza da traffico” – DPCM 4.8.2006 – e della consolidata fase di “razionalizzazione” – riduzione di circa il 30% dell’offerta del TPL – assume il ruolo di un’autentico atto rivoluzionario sulla mobilità cittadina); sui parchi che vengono resi accessibili e, quindi, possono rendersi vivibili; sul contributo positivo che darebbe alla sicurezza stradale del GRAB (grande racccordo anulare biciclette).
Ma ieri – dalla fine degli anni 50 del secolo scorso – qual’era l’autentica e fondamentale attenzione sulla realizzazione della tranvia Fidene – Laurentina 38? Le CASE. Quelle popolari dell’IFACP, Istituto Fascista Autonomo Case Popolari – la cui prima fase si era conclusa nel 1943 con la Borgata Quarticciolo – facevano nascere le “Borgate in periferia”, nettamente separate dalla Città. Diverse decine e decine di persone, dalla fine dei citati anni 50, lavorarono alla preparazione del PRG 1962 (Piano Regolatore Generale, approvato nel 1965). Questo PRG 1962, oltre alla opzione zero dei baraccati (dalla baracca alla casa popolare), prevedeva una popolazione romana di 5milioni di abitanti. Non solo. Prevedeva l’integrazione, anche fisica, reale, delle nuove case di edilizia economica e popolare con il “Sistema Direzionale Orientale, SDO” attraverso n. 7 linee metropolitane (ivi compresa la linea D, metro leggera, Fidene – Laurentina 38, – oggetto della manifestazione del 12 marzo scorso). Intanto, nello stesso 1962, veniva emanata la Legge n. 167 che indica il suolo necessario per il PEEP (Piano Edilizia Economica e Popolare del 1964 con i suoi n. 70 PZ (Piani di Zona), da 1 a 70. L’approvazione del PRG del 1965 insieme alla legge 167 permette (agli amministratori Urbano Cioccetti, Amerigo Petrucci e Glauco Della Porta) la costruzione di Spinaceto (circa 2,5 milioni di mc di cemento). La conta dei n. 70 PZ parte, in senso orario, da Fidene: …. PZ 7, Vigne Nuove; ….. PZ 38, Laurentina; …….PZ 61, Corviale; ecc……. La strada che ospita questa “gomena ferrata” di oltre 25 km di lunghezza – che corre tra due ariose muraglie di abitazioni di edilizia economica e popolare e che attraversa/spacca lo SDO – la stiamo chiamando Togliatti, Saragat, Pertini, Segni, ……. I tempi dei bisogni non coincidono mai con i (lunghi) tempi burocratici. Nel nostro caso, i bisogni del tetto giustificano la costruzione abusiva che, con la variante del 1978, viene gestita sotto la voce “Zone O, nuclei di edilizia abusiva”; risolve il problema della casa ma contribuisce a rendere più complicata la realizzazione del PRG ’62. Alla complicanza partecipa anche il “fuori PRG” pubblico (esempio: il famigerato Ministero della Sanità alla Magliana). Ma la complicanza principale e di base deriva dalla proprietà pubblica della stragrande superficie dello SDO che i “Palazzinari”- abituati a governare la città di Roma – percepiscono con un certo “disagio” e, quindi, ……… .Intanto viene acquisita dal pubblico (65 miliardi di lire) l’area privata e viene costruita la sede per la Metro D (Tram), tra Fidene e Bufalotta (i viadotti dei presidenti); viene costruita la Togliatti tra Ponte Mammolo e Cinecittà. Nel 1994 inizia a Roma la lunga campagna della “Cura del ferro” nella “Carta delle certezze” e viene passato il testimone (2001) alla giunta amica che mentre ospita (giugno 2005, Fiera di Roma) il 56° congresso mondiale dell’UITP, insiste nel chiedere al Governo p.t,. la dichiarazione a Roma dell’emergenza da traffico ed inquinamento, da invivibilità. E’ la scintilla che attiva gli anticorpi dei romani e parte la Proposta di iniziativa popolare che verrà votata alla unanimità il 6 febbraio 2006 dal Consiglio Comunale. A tale importante evento segue il citato DPCM 4.8.2006,dell’emergenza da traffico, firmato da ben tre presidenti del Consiglio dei Ministri (Prodi, Berlusconi, Monti). Concludendo. Quella linea metro D di trasporto pubblico – Fidene – Laurentina – va realizzata perchè è nel diritto di tutti gli abitanti delle case popolari e delle cooperative del PEEP 1964; perchè è nell’interesse della vivibilità e della “convivenza civile” degli abitanti di Roma.
Vito De Russis