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Un popolo di albergatori e camerieri e una città che vende la sua storia

di Anna Maria Bianchi Missaglia*

Spesso si parla di “iperturismo”  pensando solo alle conseguenze di un insostenibile afflusso di turisti sulla vita quotidiana degli abitanti, come l’occupazione dello spazio pubblico, centri storici Disneyland, servizi insufficienti per il trasporto pubblico, la gestione dei rifiuti  ecc. 

Conseguenze importanti, ma vorrei parlare di altri due aspetti direttamente collegati: il primo riguarda il destino di Roma, il secondo la sua identità e la sua memoria.

Il destino riguarda  le opportunità di sviluppo della città, della sua economia e delle possibilità di fare impresa e di trovare lavoro in tanti altri campi che non siano solo legati al campo turistico, cioè alle funzioni ricettive, alla somministrazione e all’indotto commerciale. 

Nella Capitale, come in molte altre città d’arte, il turismo invece  sta diventando l’unica prospettiva economica, situazione peraltro caldeggiata dalle nostre stesse istituzioni come una prospettiva positiva,  da incentivare. L’assessore ai grandi eventi Onorato, il 31 maggio scriveva su Instagram che “Roma ha bisogno di un Piano Marshall  per recuperare il gap infrastrutturale, che si può ridurre con i grandi eventi culturali, sportivi, e religiosi”.  E anche il sindaco Gualtieri, e l’assessore all’urbanistica Veloccia in più occasioni (1) hanno ribadito l’importanza di attirare i grandi capitali stranieri, che vuol dire soprattutto grandi alberghi e resort di lusso di livello internazionale (2).

Questa idea che Roma possa avere un futuro solo con il turismo, i grandi eventi e il loro indotto – per fortuna ci siamo persi Expo 2030 (3) –  si rispecchia in tante scelte di questa Amministrazione, a partire dallo Stadio di Pietralata, che ospiterà le partite della AS Roma, ma soprattutto eventi sportivi, concerti e manifestazioni di massa, che naturalmente possono rientrare a pieno titolo nell’offerta culturale, musicale, sportiva di una grande città e di una Capitale, ma va ricordato che si tratta di detsinazioni d’uso definite nello stesso studio di fattibilità ““Impianto sportivo/ intrattenimento”, con “aree Hospitality & MICE [acronimo di Meetings: incontri organizzati dalle aziende; Incentives: “viaggi premio”; Conferences:eventi organizzati da grandi associazioni o società; Exhibitions: eventi collegati a fiere o esposizioni NDR],  Ricettive, Benessere Intrattenimento. Attività commerciali a pagamento, a cui è stato dato l’interesse pubblico dall’Assemblea capitolina (4), anche se si pagherà un consistente prezzo di riduzione del verde destinato alla cittadinanza (5).

Io credo che la Capitale d’Italia si meriti di più che diventare un gigantesco polo alberghiero per accogliere i turisti più ricchi nei circuiti dei lusso e turisti di massa nella moltiplicazione di B&B e case vacanze.

E penso che i romani, soprattutto giovani, dovrebbero avere qualche chance diversa dal diventare camerieri, addetti agli alberghi o gestori di B&B nella casa ereditata dalla nonna.

Il secondo effetto che vedo nell’iperturismo romano è la perdita di dignità della città.

Una storia millenaria, un patrimonio collettivo che è anche identità dei romani, degli italiani, trattato come una merce da vendere al migliore offrente per ricavarne profitto.

Solo pochi giorni fa sono state chiuse al pubblico per 15 giorni le sale più importanti del Museo delle Terme di Diocleziano di Roma per trasformarle  in spazio privato per esposizione e eventi di una nota marca di gioielli, con teche allestite nelle sale, cene di gala, sfilate,  balletti per pochi selezionati e danarosi clienti (6).

L’ultimo capitolo di un’escalation cominciata da tempo e non solo a Roma:  voglio ricordare la ferita dell’allestimento di un gigantesco palco con luminarie e amplificazione a ridosso del Colosseo, il nostro monumento più iconico, per allestire un musical dal titolo “Nerone”. Spettacolo finanziato dalla Regione Lazio, allestimento che ha avuto il benestare del Ministero dei Beni culturali.

Episodi che avrebbero richiesto una forte reazione da parte dei cittadini, ma purtroppo  sta diventando comune la mentalità che tutto quello che porta soldi va bene.

Va bene chiudere un pezzo di museo, che è un servizio pubblico, se la cifra che paga il privato è adeguata.

Va bene incentivare sempre più l’arrivo di turisti con la moltiplicazione degli eventi, più sono meglio è, portano soldi anche loro.

Vanno bene le strade che dovrebbero essere dei pedoni, degli anziani, dei passeggini, invase da tavolini dei ristoranti.

Va bene se centinaia di torpedoni bloccano il traffico e la vita dei cittadini.

 Va bene se il centro della città si svuota dei suoi abitanti, le case si svuotano degli inquilini, i negozi di prossimità diventano pizzerie al taglio, gelaterie e bistrò, uno attaccato all’altro.

Qualsiasi regola posta per tutelare la qualità della vita dei cittadini e il nostro patrimonio storico e ambientale può essere bypassata in nome del profitto che se ne può ricavare.

E la nostra classe politica non sembra intenzionata a cambiare le cose.

Qualche anno fa – agosto 2019 – aveva fatto notizia (7) la mobilitazione di molti cittadini e comitati, compresa Carteinregola, contro la realizzazione di un grande fast food davanti al Pantheon, un altro dei nostri monumenti identitari. Si trattava di un locale di 450 mq, prima una banca.

Nel Piano regolatore generale vigente, nei tessuti medievali e rinascimentali sono escluse le destinazioni commerciali – nelle quali è compresa la somministrazione – con superficie di vendita oltre i 250 mq.

Ma adesso, tra le modifiche che l’Assemblea capitolina vuole apportare al PRG, proprio in questo periodo  si è affacciato un emendamento della maggioranza che intende portare tale limite a 500 mq, anzi, qualcuno vorrebbe arrivare a mille e oltre (8). Un definitivo via libera a locali per la ristorazione di massa e a supermercati nei tessuti più delicati della città.

Ricordiamocene quando qualcuno piangerà le solite lacrime di coccodrillo sulle conseguenze dell’iperturismo.

Anna Maria Bianchi Missaglia

(*) Intervento all’iniziativa “Iperturismo: prigionieri del Giubileo?” del 10 giugno 2024 (> Vai al video)

NOTA

(1) VEDI Sindaco e Assessore alla Fiera dell’edilizia e del mercato immobiliare di Cannes 17 Marzo 2024

(2) (…) Roma domani e Roma di oggi. L’hotellerie è il settore più in fermento: dal cantiere del nuovo Minerva sviluppato da Arsenale al nuovo Four Seasons della Capitale, per il quale il fondo Millennium Luxury di Dea Capital ha comprato lo storico Palazzo Marini a Roma per 165 milioni di euro sei mesi fa. Diversi i cantieri in via Veneto ma anche a ridosso di Termini verso via Cavour, intanto il Mandarin Oriental Hotel Group ha scelto come location i Villini Liberty di via Piemonte, un tempo di Unicredit (…) da un articolo di The brief city https://www.thebrief.city/stories/veloccia-privati-progetti-aree-ferme-anni/

(3) vedi Humanlands o una città meno disuguale e più umana? 29 novembre 2023

(4) vedi Stadio della Roma a Pietralata cronologia materiali

Stadio della Roma a Pietralata – le richieste di Carteinregola del 4 maggio 2023

(5) vedi Stadio della Roma, quale verde pubblico (le osservazioni di Carteinregola 3.)

(6) vedi Terme di Diocleziano: museo pubblico o showroom privato per promuovere gioielli? 22 maggio 2024

(7) vedi

(8)vedi Delibera Modifiche al Piano Regolatore: lettera al Sindaco, all’Assemblea Capitolina, ai Municipi 10 aprile 2024 (siamo venuti a conoscenza di una proposta di emendamento  per  portare da 250 mq fino a 500 mq la superficie di vendita delle attività commerciali  – anche con l’accorpamento di unità immobiliari ricadenti in diverse unità edilizie adiacenti – nei tessuti storici della città,  a partire dai tessuti medievali, che vorrebbe dire supermercati e mega ristoranti delle solite catene anche in Area UNESCO. Ci chiediamo quale sia la ratio di tale proposta e se sia coerente con le generalizzate dichiarazioni di tutela del centro storico dall’iperturismo e del mantenimento della residenzialità. E se il I Municipio ne sia al corrente e se si sia espresso in proposito. E possiamo immaginare gli argomenti di quei cittadini che da tempo chiedono di impedire la trasformazione del cuore della città in una Disnelyland per turisti).

vedi Roma Today 13 aprile 2024 Piano regolatore, sulla trasformazione del centro storico si testa la stabilità del centrosinistra romano di Valerio Valeri

(…) Una parte di noi – spiega Trombetti – è contraria all’eventualità che tramite le norme di attuazione si possa dare il via libera agli ampliamenti di attività commerciali oltre i limiti esistenti oggi, arrivando a 2mila mq. Si può ragionare fino a 500.

1 Responses to Un popolo di albergatori e camerieri e una città che vende la sua storia

  1. Pingback: Segna la data: 17 ottobre – Stati generali contro l’iperturismo |

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