Una nuova invasione “food” in area Unesco dopo il 31 dicembre?
Autore : Redazione
di Paolo Gelsomini
Il 31 dicembre scadrà la norma transitoria contenuta nella delibera comunale 109 del maggio 2023che impediva nuove aperture o trasferimenti di attività di artigianato alimentare (pizzerie a taglio, paninerie, gelaterie, kebaberie ecc.) in area Unesco ed in altre aree considerate a rischio saturazione del primo, secondo e quindicesimo municipio1.
Questa liberalizzazione va contro ogni corretta interpretazione dei dati desunti dalla nuova indagine di ottobre sugli indici di saturazione. Come vedremo, l’evidenza dei dati ci dice che rispetto all’indagine del marzo 20222 le attività di artigianato alimentare in zona Unesco sono oggi aumentate del 4% nonostante il blocco della 49/2019 (3) e della successiva 109/2023 (1) . Questo è potuto accadere perché durante il periodo Covid molte di quelle attività avevano chiuso denunciando la cessazione e contribuendo a determinare il calo del 37% rispetto al 2017, riferimento scelto per la comparazione nel 2022. Utilizzando lo stesso punto di comparazione del 2017, vediamo che attualmente (ottobre 2023) (2) il decremento di quelle attività è sceso al 33%. Quindi dal marzo 2022 all’ottobre 2023 c’è stata una inversione di tendenza del 4%, grazie alle riapertura nello stesso locale e con lo stesso genere di chi aveva chiuso durante il Covid. E questo è un bene e va incoraggiato. Quindi a che serve una liberalizzazione delle pizzerie a taglio, paninerie, gelaterie dopo il 31 dicembre? Ad aprire nuove attività, a concedere nuove licenze di questo genere? Ad incoraggiare la città luna park ed il turismo mordi e fuggi? Chi non capisce questo, o vuole quel tipo di città, o non sa leggere e interpretare i dati.
La prima indagine sugli indici di saturazione delle attività commerciali alimentari a Roma e nel sito Unesco (2017-2022)
L’Amministrazione Comunale di Roma Capitale dispose nel 2022 uno studio sul settore del commercio e dell’artigianato alimentari presenti sul territorio di Roma (2) propedeutico alla presentazione di una Proposta di Delibera relativa alle norme di tutela e salvaguardia delle attività commerciali ed artigianali. Lo studio prese in esame un arco temporale di cinque anni, dal 2017 al 2022.
Lo studio del 2022 che prese in esame le trasformazioni avvenute nei settori del commercio e dell’artigianato alimentare in tutto il territorio comunale diceva sostanzialmente:
che le attività commerciali della tipologia alimentare in quel periodo erano aumentate nel loro complesso a Roma del 5%;
che le stesse attività commerciali della tipologia alimentare (che comprendono anche il settore dell’artigianato alimentare) all’interno del sito UNESCO erano diminuite nello stesso periodo dell’11% circa.
Soffermandoci in particolare sul decremento delle attività commerciali della tipologia alimentare all’interno del sito UNESCO, la parte preponderante di tale diminuzione riguarda, nello specifico, i laboratori artigianali alimentari, con un – 37% (- 680 attività).
Questo calo dei laboratori artigianali alimentari in particolare è legato ad un aumento vertiginoso delle cessazioni di impresa ed alle chiusure negli anni 2021-2022 dovute al Covid ed alle conseguenti difficoltà economiche che hanno colpito più i negozi di pizzerie a taglio, paninerie, gelaterie e affini costretti a restare chiusi in tutto il periodo del Covid senza neanche poter fare operazioni di catering e di servizio a domicilio.
Detto questo, permangono i fortissimi squilibri all’interno della città fra i vari Municipi e con il Municipio I ed il sito UNESCO, sottoposti ad una forte pressione di attività commerciali, soprattutto del settore della somministrazione di alimenti e bevande.
Un ulteriore dato che ci sembra significativo è quello relativo alla concentrazione delle attività alimentari per abitanti nei Municipi di Roma.
Dai dati riportati nella indagine statistica del 2022 si evince che nel Municipio I le attività di artigianato alimentare hanno un rapporto di 0,89 per ogni 100 abitanti, gli esercizi di vicinato di 2,3 e le attività di somministrazione di alimenti e bevande di 2,11 con le prime due attività in leggero calo e la terza in crescita (nel 2017 il rapporto era di 1,76 ogni 100 abitanti).
Ma quello che colpisce di più è il divario con gli altri municipi, dove il rapporto fra numero di attività ed abitanti crolla del 50% e anche nel 75%.
Il Municipio II, che è quello che più si avvicina ai valori del Municipio I, ha un rapporto per ogni 100 abitanti di 0,39 per l’artigianato alimentare, di 1,10 per gli esercizi di vicinato e di 1,27 per le attività di somministrazione. Gli altri Municipi sono tutti abbondantemente molto lontani da questi rapporti.
Complessivamente i dati ci forniscono un quadro di fortissima concentrazione di queste attività nel Municipio I e nel sito UNESCO, con un enorme squilibrio con il resto del territorio cittadino. Questo quadro è confermato anche dai dati, dello stesso periodo, di Infocamere, che fornisce un’analisi suddivisa per anni (e non per quinquennio) sulle trasformazioni avvenute suddivise per categorie di imprese.
Questo quadro di indagine spinse l’Amministrazione comunale a modificare la delibera 49/2019 con la nuova delibera 109 del maggio 2023, confermando il divieto di apertura e trasferimento per tre anni in tutta la Città Storica ed in alcune zone dei Municipi I, II e XV delle attività alimentari di vendita al dettaglio e di souvenir, ma limitando tale divieto alle attività di artigianato alimentare solo fino al 31 dicembre 2023, in attesa di nuovi dati da valutare a conferma.
Questo limite sta scadendo nel silenzio-assenso più assoluto da parte dell’Amministrazione.
La seconda indagine di revisione degli indici di saturazione delle attivita’ commerciali e artigianali del settore alimentare situate nel sito unesco (2017-ottobre 2023)
Che cosa è successo da maggio ad oggi?
L’Amministrazione ha predisposto una nuova revisione degli indici di saturazione delle attività commerciali e artigianali del settore alimentare situate nel sito Unesco ai sensi dell’art.16 della D.A.C. n.109/2023 (1).
Da questo nuovo quadro di confronto del periodo che parte sempre dal 2017 ma che arriva all’ottobre 2023, si può trarre una tabella sintetica da confrontare con i dati omologhi derivati dall’indagine del periodo 2017-2022.
Indagine 2017-2022
Indagine 2017-ottobre 2023
Attività commerciali ed artigianali alimentari in sito Unesco
da 7648 a 6654 (-13%)
da7648 a 7167 (-6,3%)
Attività di vicinato alimentare e alimentare/non alimentare in sito Unesco
da 3235 a 2770 (-14%)
da 3235 a 3104 (-4%)
Attività laboratori artigianali di tipo alimentare in area Unesco
da 1843 a 1163 (-37%)
da 1843 a 1237 (-32,8%)
Dai dati riportati in questa ultima indagine statistica si ricava inoltre che, nel solo Sito Unesco, le attività di artigianato alimentare hanno raggiunto un rapporto per ogni 100 abitanti di 1,265 ( più di 5 volte il valore medio di 0,24 valutato per il territorio comunale), gli esercizi di vicinato di 3,17 e le attività di somministrazione di alimenti e bevande di 2,50. Dati dai quali appare comunque evidente l’aumento di tutte le tipologie di attività rispetto a quelli riscontrati appena 18 mesi prima (marzo 2022) .
Queste tabelle di confronto ci permettono di dedurre quindi che dal marzo 2022 (data della prima indagine sugli indici di saturazione periodo 2017-2022) all’ottobre 2023 (data della revisione degli indici di saturazione periodo 2017-ottobre 2023), la tendenza al decremento delle attività commerciali di tipo alimentare si è invertita sia nel complesso che nelle singole tipologie dell’attività di vicinato alimentare e dei laboratori di artigianato alimentare.
E’ bene ricordare che in teoria nuove attività di queste tipologie commerciali non potrebbero sorgere nelle aree della zona Unesco ed in altre aree della Città, grazie alla DAC 35/2010 che limita le aperture delle attività di somministrazione (bar e ristoranti) ai soli trasferimenti di licenza all’interno dello stesso ambito urbano, e grazie ai divieti della DAC 49/2019 riconfermati (anche se a tempo limitato al 31 dicembre 2023 per i laboratori di artigianato alimentare) dalla DAC 109 del maggio 2023.
Come abbiamo però già spiegato, questa inversione di tendenza dei decrementi di queste attività registrati nell’indagine condotta nell’ottobre 2023 è principalmente dovuta alle attività che avevano chiuso durante il Covid e che hanno riaperto alla sua conclusione, e ai passaggi di titolare di tali attività conseguenza dei subentri avvenuti anch’essi nel periodo seguente al Covid ed in forma non sempre del tutto regolare.
In particolare, il fatto che i laboratori di artigianato alimentare in area Unesco e altre zone individuate dalla delibera vigente siano passati da un decremento del 37% (2017-2022) ad un decremento del 32,8% (2017-2023) con una risalita di oltre il 4% ci dice che molte attività di artigianato alimentare stanno riaprendo dopo la chiusura causa Covid o che sono state acquistate da un altro titolare.
Questo vuol dire che le limitazioni a nuove aperture di laboratori artigianali alimentari hanno funzionato, permettendo solo la riapertura delle stesse attività chiuse durante il Covid. Questa nuova tendenza di ripresa dopo la crisi va ovviamente incoraggiata, ma non si possono permettere aperture aggiuntive nella zona Unesco e nelle aree di altri Municipi individuate come sature perché in queste aree tutti i parametri che indicano la concentrazione in termini territoriali ed in rapporto con gli abitanti sono nettamente superiori a quelli registrati in tutti gli altri Municipi di Roma.
La possibilità che nuovi lavoratori artigianali (pizzerie a taglio etc) possano essere aperti impatterebbe in modo drammatico su uno scenario nel centro storico già altamente critico, anche alla luce della proroga delle OSP per tutto il 2024, dell’impossibilità, dichiarata anche dal Comune, di poter effettuare i controlli necessari e richiesti, dalla situazione di carenza di organico della polizia municipale, dall’elevatissimo abusivismo riscontrato nel corso dei controlli effettuati.
In tale scenario di contesto appare del tutto ingiustificato ipotizzare l’aumento delle attività di laboratori artigianali, non solo nel centro storico, ma in tutte la aree critiche già individuate.
L’auspicio pertanto è quello di vedere confermate le limitazioni all’apertura di nuove attività commerciali artigianali del settore alimentare nel sito UNESCO e nelle altre vie individuate dalla Delibera di Assemblea Capitolina n. 49/2019 e dalla successiva DAC n. 109/2023.
Ci aspettiamo che la maggioranza capitolina possa esprimere la volontà di proseguire questo blocco di nuove licenze per attività di artigianato alimentare in area Unesco edappoggi invece le riaperture delle stesse attività che erano state costrette a chiudere nel periodo Covid. Basterebbe una nuova delibera simile alla 109 del maggio scorso con l’aggiunta della proroga del divieto di cui sopra fino al giugno o dicembre del prossimo anno per verificare la reale tendenza di questo tipo di attività commerciale.
Paolo Gelsomini
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com