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(15 maggio 2014) – Corriere della Sera
L’intervista? «Pronti alla rigenerazione urbana e alla manutenzione»
«Noi, palazzinari pentiti ma dal Campidoglio solo parole, nessun lavoro»
Bianchi (Acer): «Niente appalti, tutto fermo» Sarebbe un grandissimo segnale, porterebbe un miliardo di investimento complessivo Pallotta vorrebbe iniziare i lavori a gennaio 2015 Se avviene forse si cambia davvero passo
A via di Villa Patrizi, sede dell?Acer di Roma, quartiere elegante di ambasciate e scuole esclusive, c?è il parcheggio gratuito che non t?aspetti: «Qualcuno che lo sa, suona al nostro citofono, dice che viene da noi, fa alzare la sbarra e passa… Poi non si dica che i costruttori non fanno nulla per la città…», racconta divertito il direttore generale dell?associazione Alfredo Pecorella. Da un anno, dopo il mandato di Eugenio Batelli, il presidente è Edoardo Bianchi, 51 anni, laurea in Giurisprudenza, direttore tecnico della Romana Scavi, romanista perso. Col sindaco Marino, Bianchi condivide la data di investitura: il 12 giugno 2013, mentre il neosindaco scalava il Campidoglio in bicicletta per lo scambio di consegne con Alemanno, Bianchi saliva alla guida dell?Acer. L?inizio di un idillio? Non proprio. Una volta, al residence Ripetta, dopo che Marino disse di «avere contro i poteri forti della Capitale: costruttori, editori, imprenditori», Bianchi gli rispose: «Siamo un potere serio. Definiteci come volete, ma passiamo alla fase attuativa: abbiamo bisogno di ossigeno».Presidente Bianchi, eravamo ad ottobre. La bombola è arrivata?«In un anno di giunta Marino abbiamo avuto un ottimo rapporto come tavoli di lavoro. Il problema è che, in tutti questi tavoli, su Lavori pubblici, Trasporti, Urbanistica, poi non si è combinato niente».Nomi ed esempi?«Con l?assessore Masini (Lavori pubblici, ndr ) da otto mesi parliamo, condividendo anche i principi. Ma se poi rimani sempre come il primo giorno, non si vede mai la luce».Zero appalti?«Ad oggi non vedo un bando di gara sulla manutenzione, né stradale né delle scuole».Trasporti e Urbanistica?«Stesso discorso. Il piano parcheggi, con Improta, è fermo. Con l?assessore Caudo da 12 mesi ragioniamo sull?housing sociale, ma non c?è nessun atto concreto».C?è stata la delibera sul restyling dell?ex caserma di via Guido Reni«Ma deve ancora andare in commissione, poi in Assemblea Capitolina… Siamo avvelenati con tutti, maggioranza e opposizione».Non sarà che voi costruttori pensate solo al profitto?«Lo so che non passiamo certo alla storia per essere l?associazione Madre Teresa di Calcutta, che siamo cementificatori, palazzinari…».Però?«In campagna elettorale, Marino è venuto da noi e ci ha esposto il suo programma: rigenerazione urbana e manutenzione. E gli abbiamo detto che sottoscrivevamo in pieno. Aggiungendo un terzo punto: la certezza dei diritti».Morale della favola?«Gliel?ho detto: tanta collaborazione, risultati zero. Mentre, in un momento di crisi, ci aspettavamo che si mandasse anche l?acqua in salita».Che cosa vorreste, in concreto?«C?è il finanziamento per la legge Roma Capitale, soldi fuori dal patto di stabilità: sono tutti piccoli interventi da 1-2 milioni. Messi tutti insieme fanno 40 milioni: il Comune decidesse le priorità e si facesse un piano di opere pubbliche».A proposito, che ne pensa della nuova Roma-Latina?«La verità? Non si realizzerà mai. Su 2,5 miliardi, 500 milioni li mette lo Stato, il resto i privati. Ma è impensabile che qualcuno tiri fuori tutti quei soldi ed è pressoché inevitabile che chi vince la gara chiederà la rinegoziazione. Soldi buttati, meglio investire quei 500 milioni in altro modo, magari ammodernando la Pontina…».Lei parla di investimenti. Ma lo ha visto il Bilancio del Comune?«Abbiamo preso con grande dispiacere l?uscita dalla giunta dell?assessore Daniela Morgante. Lei aveva centrato la vera problematica: sbloccare risorse per gli investimenti, riducendo la spesa complessiva. Impostazione che noi condividevamo al 100%».Ma, con quel piano, il Comune avrebbe interrotto servizi sociali, falcidiato la Cultura…«Ma i tagli già ci sono stati: mezzo anno, col Bilancio in dodicesimi, se n?è già andato. E, col piano di rientro, bisognerà comunque applicare il rigore: sono scelte miopi».Negli ultimi 20 anni, a Roma, si è costruito molto. L?accusa che vi viene fatta è semplice: prima le case, poi (forse) i servizi. È così?«Il dominus è sempre il Comune. Un imprenditore ha tutti i vantaggi a che la Collatina, per Ponte di Nona, non sia un imbuto. O che ci sia il filobus che collega Tor Pagnotta con Laurentina. Se il male siamo noi, perché nessuno viene ad investire qua?».Ci vuole raccontare che non siete più così potenti?«Il ruolo delle costruzioni è sempre trainante, ma non siamo più quelli del dopoguerra. Oggi, con finanza, banche, polizze, fideiussioni, o sei un imprenditore a tutto tondo a non vai da nessuna parte».Tutti i grandi gruppi romani, Caltagirone a parte, sembrano in difficoltà. Perché?«Col fiato corto ci sono ancora tutti: Parnasi, Lamaro, Cerasi, Marronaro… Certo che, se continua così, fra 2-3 anni saremo tutti in coma… Ma la nostra realtà non è fatta di grandi gruppi: la media delle nostre imprese è di avere 3-5 dipendenti, due magari sono padre e figlio».Parnasi, ora, farà lo stadio della Roma. Da tifoso, almeno, sarà contento. O no?«Sarebbe un grandissimo segnale. Intanto perché porterebbe un miliardo di investimento complessivo, poi perché significherebbe che, quando si vuole, le cose si possono fare in tempi brevi. Pallotta vorrebbe iniziare a lavori a gennaio 2015, mi pare… Se avviene, forse davvero si cambia passo».© RIPRODUZIONE RISERVATA
Menicucci Ernesto