In ordine cronologico (il più recente in cima) i contributi inviati da cittadini, comitati e associazioni i merito al dibattito in corso sulle proposte di legge per il contenimento (o lo stop) al consumo di suolo.
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20 giugno 2013 Bruno Ceccarelli
Ho molto apprezzato l’iniziativa che si è tenuta il 18. Per ragioni di organizzazione e di tempo non è stato possibile trasferire il confronto tra specialisti (di cui occorre sempre fare tesoro e tenere conto) al dibattito generale.Credo sia opportuno, alla ripresa dopo le ferie estive, organizzare incontri per coinvolgere i cittadini. Sinteticamente riporto alcune riflessioni che non possono, a mio parere uscire dal dibattito:
1) Anche tra coloro che sono orientati al basta consumo di suolo, occorre verificare se c’è, fino in fondo, il medesimo convincimento. Ovvero basta consumo di suolo significa fermare, subito, ogni ulteriore previsione urbanistica, ancorchè prevista all’interno dei PRG, oppure il basta significa, soltanto, non estendere ultteriori necessità oltre i PRG vigenti? La cosa non è di poco conto. L’approccio che se ne da attraverso la difesa del territorio agricolo può o potrebbe dare adito a differenti interpretazioni o scelte.
Insomma la conferma che non esiste un diritto ad edificare ha un confine rigido o viene utilzzato in modo elastico?
Ho pure letto il Dl governativo (Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato), che mi pare sia stato un poco sottaciuto nel confronto pubblico. Al riguardo, credo sia utile e necessario approfondire una serie di implicazioni. Mi soffermo, ad esempio, su quanto previsto all’art. 4 (priorità al riuso). Per le grandi città metropolitane sarebbe opportuno inserire (lo inserisco come elemento di approfondimento) qualche comma che faccia riferimento alle Istituzioni di decentramento:
– che le stesse concorrano alla formazione degli elenchi di cui al comma 1,
– che nel censimento delle aree non vadano conteggiate quelle utili per il rispetto degli standard urbanistici: larghezza delle strade, possibili isole ambientali, e che, anzi, per tali aree e opere deve essere previsto un intervento prioritario rientrante nelle misure di incentivazione (art. 6),
– Una ultima osservazione merita, al riguardo, la modalità di acquisizione di predette aree al patrimonio comunale. Occorre verificare giuridicamente, se passati (50?) anni nelle quali aree non ci sia stato nessuna proposta di intervento, non sia proponibile l’automatica acquisizione delle stesse al patrimonio pubblico.
Un approfondimento, insomma che deve suscitare l’attenzione e la partecipazione più vasta da parte dei cittadini. Bruno Ceccarelli
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19 giugno 2013 P. A. Labaro
Il parco di Colli D’oro è stato distrutto dandolo in concessione gratuita per 20 anni ad una società sportiva privata per costruirci dentro un impianto sportivo polivalente volley-piscine-campetti-ristorante-foresteria privandone l’uso ai cittadini del quartiere di Labaro.
La concessione fu autorizzata tramite 2 conferenze di servizi nel 2007 e nel 2008 Nella conferenza dei Servizi del 14.12.2007 ci risulta che fu ignorata la vigenza dal 2004 del 4° comma dell’art. 20 del D.P.R. n. 173/2004; il comitato contesta anche numerose scelte nelle fasi che hanno portato la delibera finale ad autorizzare l’opera.
I lavori sono poi cominciati a gennaio del 2013, ma a marzo si sono inspiegabilmente interrotti, forse per mancanza di fondi.Il risultato è che i cittadini adesso si ritroviamo con un mostro di cemento all’interno di un ex parco.
http://www.parcocollidoro.it/2013/parco-di-labaro-colli-doro-una-morte-annunciata
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