Vi consigliamo chi votare…
Autore : Redazione
No, non consigliamo nè nomi nè partiti. Proponiamo un “prontuario dell’elettore” per scegliere, al di là dell’orientamento politico, persone che meritino il nostro voto. O almeno per escludere gli “imbonitori di piazza” che puntualmente riemergono in campagna elettorale e che, contano sulla scarsa conoscenza o la scarsa memoria dei cittadini, o anche sulla loro credulità. Perchè effettivamente molti elettori scelgono un nome sulla scheda in base alla faccia sui manifesti, o allo slogan, o alla chiacchiera arguta o aggressiva nei talk show o alle promesse iperboliche, spesso repliche “copia e incolla” di quelle – mai mantenute – delle passate stagioni.
Il voto è importante perchè è l’unico momento in cui il cittadino, per quanto con margini sempre più risicati, può decidere chi va in parlamento (e al governo della Regione Lazio). Non sprechiamo questa opportunità andando a votare senza informarci su chi stiamo votando.
PER CHI VOTARE Vademecum dell’elettore 2018
(scarica il PDF – PER CHI VOTARE 2018 530 KB)
Proponiamo 7 verifiche da fare per distinguere quantomeno le persone serie dai “venditori di fumo”, sia per i candidati alle elezioni nazionali, sia per quelli alle elezioni regionali, considerando che per Camera e Senato i nomi sono già indicati sulla scheda e non è consentito il voto disgiunto, ovvero non si può scegliere un candidato diverso dal Partito/coalizione di appartenenza, mentre per la Regione si può votare per un candidato Presidente e per una lista diversa da quelle che lo sostengono, e si possono indicare due preferenze purchè di genere diverso (cioè un uomo e una donna) .
1) IL/LA CANDIDATO/A HA UNA BIOGRAFIA PUBBLICA E TRASPARENTE?
Mostrarsi al proprio elettorato senza zone d’ombra, è la prima e più importante garanzia che ogni candidato deve offrire agli elettori:
Il candidato affronta la campagna elettorale inondando di messaggi la tua casella email, il cellulare, i social ma poi, se vai a cercare qualche informazione su chi è e che cosa ha fatto, al massimo trovi un blog (1) dove alla voce “chi sono” racconta di credere nell’altruismo, che ha due figli e che gli piace la montagna?
Un candidato serio si presenta raccontando dettagliatamente cosa ha fatto nella vita, nella professione, nella politica, non le sue qualità e i suoi gusti.
La sua carriera è passata attraverso schieramenti assai diversi ma nella sua biografia non appare?
Questo è un campanello d’allarme da non trascurare. Possono esserci molte buone ragioni per cambiare partito o addirittura schieramento. Nessuna per nasconderlo agli elettori. In molte occasioni, nelle ultime tornate elettorali, abbiamo trovato biografie di candidati passati ad esempio dal centrodestra al centrosinistra, in cui erano elencate le cariche politiche e amministrative ricoperte in precedenza senza però l’indicazione del partito (2)
2) IL/LA CANDIDATO/A E’ SOTTOPOSTO A INDAGINI/PROCEDIMENTI/PROCESSI PENALI?
Diverse sono le correnti di pensiero sui candidati che si trovano nella condizione di indagato, imputato, condannato. Fermo restando che, fino a una condanna definitiva, il candidato è, come tutti i cittadini, presumibilmente non colpevole, e che, se non ha subito condanne che lo privino del diritto all’ elettorato passivo, è libero di candidarsi, pensiamo che l’elettore dovrebbe quantomeno essere messo a conoscenza del suo status, per fare una scelta consapevole. E pensiamo anche che sia il partito sia il candidato abbiano il dovere spiegare i motivi della sua candidatura. (3)
Il candidato è indagato, imputato, condannato o sottoposto a misure di prevenzione personali o patrimoniali per reati quali corruzione, concussione, criminalità organizzata e mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, voto di scambio estorsione, truffa, usura, riciclaggio, traffico illecito di rifiuti e altri gravi reati ambientali (4)?
La Carta di Avviso Pubblico – Codice etico della buona politica prevede (5) che un pubblico amministratore si dimetta – a maggior ragione non si candidi – nel caso in cui sia rinviato a giudizio o sottoposto a misure di prevenzione personali o patrimoniali per i reati sopra elencati. Ma – a qualsiasi livello si fissi l’asticella, la responsabilità è anche dei partiti che non dovrebbero candidare soggetti che possono essere condannati dopo l’elezione o – ancora peggio – che sono già stati condannati in primo o secondo grado.
Il candidato ha avuto una condanna in primo e secondo grado per reati come quelli sopracitati e successivamente il reato si è estinto per prescrizione?
Sempre la Carta di Avviso Pubblico – Codice etico della buona politica prevede (5) che in caso di prescrizione, l’amministratore debba rinunziarvi, per dimostrare la propria non colpevolezza. Un politico che ci chiede il voto dovrebbe avere tutto l’interesse che sia accertata la sua estraneità ai fatti di cui è accusato. Se non se la sente, meglio restare un normale cittadino.
3) IL/LA CANDIDATO/A HA CAMBIATO UNA O PIU’ VOLTE PARTITO?
L’ultima legisatura ha registrato il record del “cambio di casacche”, cioè il passaggio – più o meno disinvolto – da un partito a un altro. Secondo Openpolis (6), dal 2013 al 2018 347 parlamentari (il 35,53% degli eletti) hanno cambiato 566 volte. Cioè qualcuno addirittura più di una volta (7)
Il candidato ha cambiato una o più volte partito, in Parlamento e/o negli enti locali?
L’art. 67 della Costituzione prevede la piena autonomia del parlamentare (“Ogni membro del parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”), ma è necessario conoscere circostanze e motivazioni del cambio di partito, per valutare se si tratti di scelte in coerenza con le proprie convinzioni politiche o piuttosto dettate da opportunismi individuali.
4) PAROLE E PROGRAMMI
Nelle campagne elettorali, si sa, le promesse si sprecano, salvo poi, troppo spesso, finire nel dimenticatoio subito dopo. Ma anche in questo è importante distinguere il grado di serietà dei programmi valutando vari aspetti:
Il candidato partecipa a vernissage, dibattiti, presentazioni varie in cui spiega cosa farà se verrà eletto, ma poi non trovi traccia dei punti programmatici sul suo sito/blog?
“Verba volant” espressione tristemente nota soprattutto in politica. E se ormai sono pochi gli elettori che si prendono la briga di leggere i programmi, soprattutto quelli più articolati, è sicuramente una garanzia degli impegni presi – o quantomeno un deterrente per clamorosi ripensamenti – che siano “messi nero su bianco” (8)
Il programma del candidato/del partito è concreto e verificabile, o promette prodigiosi tagli delle tasse, opere avveniristiche o emolumenti a varie categorie di cittadini ecc senza spiegarne la fattibilità e la copertura finanziaria ?
Il programma del candidato/del partito indica con sufficiente precisione le soluzioni che si intendono adottare per perseguire determinati obiettivi o si limita ad affermazioni generiche? Cioè lancia slogan astratti (“cura del ferro”, “mobilità sostenibile”) o proposte concrete e verificabili (“10 km di nuove piste ciclabili entro…, linea tramviaria XY su sede propria da… a…etc)(9)?
Se è inevitabile uno scarto tra un programma elettorale e quanto viene poi effettivamente realizzato, un distacco troppo ampio, o addirittura una linea di governo (o di opposizione) in contraddizione con gli impegni presi con i cittadini, permette di fare una valutazione sulla coerenza di un candidato o di un partito. L’ideale sarebbe fare un confronto con i programmi elettorali precedenti, impresa però alquanto impegnativa (10) .
5) L’ “ASCOLTO” DEI CITTADINI
Un altro tormentone della propaganda elettorale è quello di andare sui territori “ad ascoltare i cittadini”, che sono ormai rassegnati a queste periodiche calate di politici, a cui chiedono sempre le stesse cose, da anni, perchè assai raramente all’ascolto seguono i fatti. E come i programmi “copia e incolla” dei candidati, anche la maggior parte delle proposte e rivendicazioni di associazioni e comitati – ne abbiamo esperienza diretta – sono “copia e incolla”.
Quante volte un candidato già eletto in passato è tornato in quei territori a “riascoltare” quei cittadini fuori dalla campagna elettorale?
Si è fatto carico con serietà e continuità delle problematiche segnalate dai cittadini?
Quante iniziative della sua amministrazione, a lungo sollecitate, sono andate a buon fine (o hanno fatto un passo avanti) proprio nelle settimane prima della consultazione elettorale?
Il neo candidato, prima delle elezioni, si è mai recato sui territori o negli ambienti ai quali chiede il voto? Dimostra di averne approfondito le problematiche o si limita a lanciare i suoi slogan buoni per qualsiasi territorio e situazione?
Un buon indicatore, utile a valutare quanto un candidato sia effettivamente disponibile all’ascolto, è verificare se – su siti, blog o pagine Fb – si trovino in vista dei contatti di varia natura, ai quali risponda effettivamente qualcuno in breve tempo.
6) UNA PERSONA O UN GRUPPO?
La comunicazione politica (e non solo) ci porta sempre più a concentrarci sui singoli, che siano leader di partito o candidati, come se dovessimo scegliere il nostro rappresentante sulla base di carattere, idee, valori, modi di fare che vengono esibiti nelle arene televisive (o nelle occasioni di incontro organizzate a fini elettorali). Così si finisce spesso con il dare più importanza all’immagine del candidato – “è simpatico”, “mi assomiglia” – spesso costruita a tavolino dagli staff di comunicazione, che alla sua visione e alle sue capacità utili a svolgere il compito di parlamentare o di amministratore.
Quanto valuto un candidato in base alla sua personalità apparente e quanto in base a quello che ha fatto effettivamente ?
Molte liste arruolano singoli esponenti della società civile che, più che persone adatte a rappresentare i propri elettori in parlamento o negli enti locali, sono “fiori all’occhiello” che aumentano il prestigio o la credibilità della formazione (ad esempio esponenti della cultura, sportivi, professionisti famosi) e anche i voti, anche se spesso le preferenze raccolte sono insufficienti a garantirne l’elezione .
Quanto il candidato è stato scelto per le sue competenze e esperienze e quanto invece come “testimonial”?
Diverso il discorso quando i candidati sono espressione di una realtà sociale, intesa non come categoria corporativista, ma come gruppo di persone con valori comuni che si impegna nel tempo per i diritti, per il lavoro, nel volontariato, sui territori etc.
Il candidato proviene da un gruppo da tempo attivo e impegnato nel sociale o nei territori?
Se alle spalle del candidato c’è un gruppo che ne condivide il progetto, l’eletto potrà continuare a trarne la sua spinta propulsiva, insieme al contatto con la realtà e il bisogno di coerenza.
7) CHI FINANZIA IL CANDIDATO/A
Quella del 2018 è la prima campagna senza finanziamento pubblico dei partiti, neppure sotto forma di rimborso elettorale. Così manifesti, volantini, pranzi, cene, comizi, convegni, feste e vernissage sono a carico dei partiti e dei candidati, favorendo, come osserva un illuminante articolo di Marco Damilano su l’Espresso, l’ ascesa delle formazioni personali con i leader trasformati in fundraiser, procacciatori di finanziamenti in arrivo dai privati (11). E il finanziamento è il lato della campagna elettorale che ha più margini di opacità, dato che difficilmente i cittadini vengono a sapere da quale fonte vengono attinti i finanziamenti per la campagna (12).
Il candidato dichiara le fonti di finanziamento della sua campagna elettorale? Pubblica sul suo sito i resoconti delle donazioni ricevute da aziende private e le spese elettorali sostenute (anche prima delle scadenze stabilite dalle normative) ?
La lista/il partito dichiara da chi riceve i fondi spesi per la campagna elettorale?
Come è immaginabile, il punto riguarda il caso delicato – e frequente – in cui l’eletto dovesse trovarsi a fare scelte che riguardano provvedimenti che possono favorire alcuni dei suoi benefattori. A questo proposito la Carta di Avviso Pubblico – Codice etico della buona politica prevede che l ‘amministratore si impegni a non ricevere finanziamenti da parte di privati che abbiano rapporti contrattuali con l’amministrazione (13). Se l’impegno fosse sottoscritto e rispettato da tutti, probabilmente i finanziamenti a partiti e candidati si assottiglierebbero notevolmente. Eppure, è questa l’unica vera garanzia dell’imparzialità di un amministratore, che deve perseguire unicamente l’interesse pubblico generale.
Va detto che il candidato che dichiara le sue spese e le sue fonti di finanziamento già durante la campagna elettorale dimostra una trasparenza fuori dal comune.
IL MIGLIOR METRO DI GIUDIZIO
E’ un luogo comune che la politica trasformi i fatti secondo la bisogna, con ben poche preoccupazioni per la verità e la coerenza. Molti elettori lo danno per scontato, e anzi, trovano normale anche il doppio standard: accusando di falsità i propri avversari politici, ma diventando improvvisamente indulgenti sulle manipolazioni operate dai propri compagni di partito o di movimento. Così, all’insegna di “il fine giustifica i mezzi”, si finisce con il coprire errori e contraddizioni della propria parte o con l’amplificarne oltre misura i meriti, anche quando sono di altri. O, al contrario, di comprimere le ragioni altrui esasperandone i torti.
Ma chi nasconde i propri errori, chi si prende meriti altrui, chi non ha il coraggio di dichiarare ripensamenti e fare autocritica, inganna i cittadini.
Per quante giustificazioni si possano trovare, senza verità non c’è democrazia, non c’è uguaglianza, non c’è dignità .
E chi mente non merita il nostro voto.
(Roma 21 febbraio 2018)
Il Laboratorio per una Politica trasparente e democratica di Carteinregola
(1) Non esistono giustificazioni come il non avere tempo – o, peggio, fondi – per non realizzare un semplice spazio web dove inserire a portata di click tutte le informazioni. Una pagina Facebook si costruisce in pochi minuti, un blog – esistono anche gratuiti – in un’ora.
(2) Nei CV dei consiglieri regionali pubblicati sul sito istituzionali non sono indicati i partiti con cui in passato hanno svolto il ruolo di consigliere comunale, capitolino, regionale. In un caso – Righini di FdI – è addirittura omessa la carriera politica precedente. Noi abbiamo ricostruito il curriculum partitico di alcuni candidati alle elezioni regionali con molta esperienza alle spalle e anche con qualche cambio di schieramento: vai a Candidati navigati alla Regione Lazio
(3) Le scelte della composizione e dei criteri di inclusione ed esclusione delle liste sono responsabilità dei partiti e dei candidati (Presidente di Regione, Sindaco). Ma è auspicabile che i partiti decidano di usare criteri più restrittivi di quanto prescritto dalla legge, anche decidendo di non mettere in lista soggetti sospettati di aver commesso reati. Il punto è dove si fissa l’asticella. Troppo restrittivo a nostro avviso escludere i semplici indagati – in molti casi l’apertura di un fascicolo è un atto dovuto, in seguito a una denuncia da parte di qualcuno che potrebbe avere interesse a mettere fuori gioco un avversario politico o un amministratore troppo solerte – mentre è certamente politicamente raccomandabile lasciare a casa chi è stato condannato in primo grado. Da valutare il rinvio a giudizio, cioè un atto richiesto da un Pubblico Ministero e convalidato da un GUP (Giudice per l’Udienza Preliminare), quando ritiene che ci siano sufficienti elementi per sostenere l’accusa in giudizio. Giudizio di cui non è scontato l’esito: infatti il caso viene sottoposto al giudice di primo grado che può prosciogliere o condannare (e in caso di condanna si può accedere agli altri gradi di giudizio). Ma l’asticella dovrebbe tenere conto anche del tipo di reato ipotizzato, distinguendo quei reati che non mettono in dubbio l’onestà e la capacità di amministrare dell’interessato – ad esempio diffamazione – , dalla corruzione, dall’appropriazione indebita o reati ben più gravi. E anche dalle circostanze già note: un amministratore ripreso dai carabinieri mentre intasca una mazzetta forse può essere escluso dalle liste anche prima della condanna definitiva…
(4) Questi i reati più gravi individuati dalla carta di Avviso Pubblico – Codice Etico per la buona politica che include anche “altri delitti contro l’ordine pubblico – ad eccezione degli articoli 414, n. 2 e 415 codice penale”
5)Art.21 scarica 20141025_carta-di-avviso-pubblico
(6) Openpolis 28 dicembre 2017 Cosa succede in parlamento nell’ultima settimana della legislatura
Si veda anche: Openpolis 30 giugno 2017 Perché i cambi di gruppo sono un problema
(7) Un senatore eletto nel PDL nel 2013, Luigi Compagna, ha accumulato addirittura 9 cambi di casacca nella stessa legislatura
.(8) Alcuni significativi esempi: nel programma della candidata Sindaca Virginia Raggi del 2016 non si parla affatto di Stadio della Roma, nonostante il M5S quando era all’opposizione del Sindaco Marino avesse fatto una durissima battaglia, promuovendo persino ricorsi legali, e abbiamo visto com’è andata a finire. Il “Piano Casa Polverini”, è stato prorogato per due anni con poche modifiche (per la parte edilizia) dalla Giunta Zingaretti, e l’assessore Civita, quando gli abbiamo ricordato che nel programma elettorale del 2013 era scritto: “Servono, a regime, regole che garantiscano la sostenibilità urbanistica degli interventi di trasformazione diretta e che restituiscano ai Comuni il governo del loro territorio” aveva risposto che non era scritto da nessuna parte del programma di Zingaretti che sarebbe stato abolito il Piano casa Polverini…infatti ! (vai al programma del 2013per l’urbanistica di Zingaretti e degli altri candidati ).
(9) vedi Che programmi avete per le elezioni? Analisi delle proposte politiche dei partiti della Fondazione Cattaneo (scarica Analisi-Istituto-Cattaneo-Analisi-dei-programmi-elezioni-2018-Valbruzzi)
(10) Chi volesse fare un confronto dei programmi delle elezioni regionali del Lazio 2018 con quelli del 2013 (anche se le formazioni a supporto dei candidati sono un po’ cambiate), può trovare entrambi nelle sezioni dei candidati Presidenti linkate a questa pagina > Vai alla pagina Elezioni regionali 2018
Si veda il caso emblematico della ferrovia Roma Lido: ad ogni tornata elettorale i candidati si ricordano dei pendolari, mettendo nei programmi la trasformazione della linea in metropolitana leggera, il suo trasferimento al Comune (oggi è della Regione, e gestita da ATAC), il potenziamento dei treni, l’ammodernamento delle strutture e l’ aumento della frequenza. L’ha detto Veltroni, l’ha detto Alemanno, l’ha detto Marino.. l’ha detto la Polverini. L’ha detto anche Zingaretti nel 2013. E tutto è rimasto (quasi) uguale.
(11) Damilano ne individua i modelli nella fondazione renziana, ma anche nei ruoliodi Silvio Berlusconi per Forza Italia e di Beppe Grillo e di Davide Casaleggio per il Movimento 5 Stelle. http://espresso.repubblica.it/palazzo/2017/11/27/news/perche-la-campagna-elettorale-per-il-2018-sara-un-momento-storico-per-l-italia-1.315029
(12) da tempo Carteinregola lamenta l’inadeguatezza di quanto pubblicato sui siti istituzionali rispetto ai finanziamenti elettorali, dato che per legge non è obbligatorio indicare quali soggetti – quindi anche società – abbiano erogato contributi al candidato inferiori ai 5000 euro. Per esempio un consigliere regionale che nel 2013 ha dichiarato di aver ricevuto più di 30.000 euro da persone fisiche e più di 60.000 da “altri soggetti” (quindi persone giuridiche come società, cooperative, fondazioni), all’interno di questi ultimi indica solo tre soggetti per un totale 45.000 euro
(13) la Carta di Avviso Pubblico – Codice etico della buona politica, all’art.12 prevede che l’amministratore si astenga “dal richiedere o dal ricevere finanziamenti e altre forme di sostegno alla propria attività politica da parte di concessionari o gestori di pubblici servizi, ovvero da privati che hanno rapporti di natura contrattuale con l’amministrazione, o che hanno domandato od ottenuto provvedimenti da essa nei 5 anni precedenti, nell’ambito di procedimenti nei quali l’amministratore abbia svolto una funzione decisionale o istruttoria”.
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